“Metafisica” (dal greco μετά τα Φυσικά-oltre la natura) è il termine che solitamente si riferisce a quella branca della filosofia che si occupa di indagare il principio primo e ultimo di tutte le cose. La filosofia ha potuto contare nel corso dei secoli su innumerevoli intellettuali che si sono interessati all’ambito in questione, ma solo uno è riuscito a dare maggiore risonanza alla metafisica orientale pur essendo occidentale: René Guénon.
Guénon e il pregiudizio classico
L’opera di Guénon è stata spesso soggetto di manipolazioni ideologiche, che hanno influito fortemente sulla ricezione collettiva del suo pensiero fino a svilirne talvolta il significato originario. Non ci sono dubbi però sulla presa di posizione dichiaratamente antioccidentale assunta dal filosofo d’oltralpe. Tra le principali critiche rivolte all’uomo occidentale c’è l’inclinazione, per un verso, a ricondurre se stesso al centro di ogni questione e, per l’altro, a dare maggiore risonanza alle cose visibili a discapito di quelle invisibili da cui esse derivano. A partire da ciò Guénon adopera un ridimensionamento del pregiudizio classico, ovvero prende le distanze dall’idea secondo cui l’origine della civiltà sia riconducibile ai Greci e ai Romani.
Innanzitutto alcune delle innovazioni più importanti che solitamente ascriviamo al popolo ellenico non sono che delle rielaborazioni, talvolta scadenti, di elementi provenienti dall’Oriente: è il caso dell’atomismo democriteo, probabilmente importato dai fenici. Inoltre l’importante nozione di “Infinito” introdotta dai neoplatonici si deve alla vicinanza di questi ultimi alle civiltà orientali. A latere di queste eccezioni, l’Occidente si sarebbe nel corso dei secoli sempre di più allontanato dall’Oriente, perdendo così ogni reminiscenza della metafisica vera e propria. Per Guénon ciò che è “al di là della fisica” ha una valenza che trascende le differenze geografiche, è una conoscenza universale. Pur considerando ciò è il caso di fare delle distinzioni: l’Occidente, nel misero tentativo di sistematizzare la metafisica, ha fatto ricorso alla logica discorsiva, mentre l’Oriente ha cercato di realizzarla attraverso quell’intuizione intellettuale che si fonda sull’immediatezza e che, a differenza dell’intuizione sensibile, prescinde dalla distinzione tra soggetto e oggetto.
Che cos’è la metafisica per Guénon?
La metafisica non può essere definita proprio perché l’inesprimibilità è la sua più intima essenza, così come lo è di tutti quei concetti che Guénon le attribuisce solo con brevi accenni. Il primo passo per attingere alla metafisica è allora abbandonare la pretesa di possederla razionalmente, poiché in essa conoscenza ed essere si identificano. Ciò spiega anche perché Guénon parla di “realizzazione metafisica” e non di “conoscenza metafisica”.
Le dottrine indù in particolare, esprimendo al meglio la dinamicità della cultura orientale, sono riuscite ad inglobare in sé quella dimensione sovrarazionale. Secondo lo scrittore francese, esse conservano gli elementi di una tradizione primordiale, che risale ad una antichissima razza stabilitasi nell’area attualmente corrispondente all’India. Anche questo non deve trarre in inganno, poiché la metafisica non può essere inserita in un contesto storico in quanto inumana ed eterna.
La realizzazione metafisica va individuata piuttosto nell’ottica di un percorso itinerante: l’individuo attraversa una serie di stadi, detti cicli cosmici, che lo portano dallo stato umano a quello della “Liberazione”. Si tratta di un viaggio spirituale al culmine del quale il soggetto abbraccia una libertà priva di contingenza e illimitata, fino a divenire tutt’uno con il principio supremo.
L’originalità di Guénon
Ciò che colpisce della disamina di Guénon, per molti versi contraddittoria, non è tanto quel velo di esoterismo che trasforma la metafisica in una dottrina d’élite alla quale possono accedere solo gli individui che hanno possibilità intellettuali elevate, quanto il fatto di riuscire a rappresentare la metafisica al di fuori di ogni schema, psicologico, fisico o morale che sia. In questo senso egli si distacca definitivamente dal pensiero occidentale che, nonostante cerchi di collocare la metafisica al di là del mondo sensibile e dell’esperienza reale, finisce per restare intrappolato in quella fitta rete che la vuole inestricabilmente connessa all’ontologia e alla fenomenologia. Guénon invece, rivolgendo il suo sguardo a Est, si fa per la prima volta portavoce di un nuovo punto di accesso alla metafisica che egli non stenta a definire sovrannaturale.
Giuseppina Di Luna
Bibliografia
René Guénon, Introduzione allo studio delle dottrine indù, Adelphi Edizioni, Milano 2013.
René Guénon, La metafisica orientale, Luni Editrice, Milano 2014.