Polignano a Mare è il noto e suggestivo paese pugliese che ha dato i natali al famoso cantautore italiano Domenico Modugno, il quale ebbe tuttavia un rapporto conflittuale con la sua terra d’origine.
Lo spettacolare paesaggio offre vedute particolari che lo rendono un piccolo “presepe di mare” ove tanti registi hanno ambientato i loro film e dato sfondo ai loro lavori cinematografici.
Passeggiare per questo piccolo e graziosissimo borgo marinaro significa imbattersi nel dedalo di stradine tutte da scoprire. Confondersi con piacere tra le scritte sui muri e lungo gradinate alla volta di aforismi celebri che rendono la passeggiata un viaggio quasi letterario. Visitare Polignano è un’esperienza che sa d’antico, di arte, di natura, di tradizione e cultura.
Simbolo massimo di questo centro turistico, vi è inoltre la statua a braccia aperte dedicata a Modugno che dà le spalle al mare e sembra voglia rappresentare i versi “nel blu dipinto di blu”.
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Polignano a Mare tra storia e leggenda
L’accogliente paese di Polignano a Mare, in provincia di Bari, secondo una ricostruzione storica risalirebbe ai tempi del console Caio Mario, il quale vi si rifugiò dopo aver a lungo navigato per l’Adriatico. Egli avrebbe qui edificato il castello dopo aver fatto involare il suo falchetto che, leggenda narra, si era posato sulla scogliera dove oggi sorge la cittadina.
Più tardi, Cesare avrebbe distrutto il forte per costruirvi il sito a difesa contro le truppe di Pompeo.
Tuttavia, aldilà del mito, Polignano, detta anche in barese “Peghegnène”, risalirebbe al VI secolo, sorta come città nuova per volere del tiranno Dionigi II di Siracusa.
Origine del nome
Il toponimo deriverebbe dal greco “Polymnia”, nome di una delle nove Muse figlie di Zeus e Mnemosine. Polymnia è la musa che presiede la danza, la retorica, la pantomima, la geometria, la storia e la memoria. Altre correnti di pensiero invece sostengono che il significato stia ad indicare un “punto eminente”, “città alta” edificata in cima come realmente si presenta, oppure “città di alta memoria”.
La leggenda dell’Eremita
Al folklore di questo centro antico è legata anche la vetusta leggenda dello Scoglio dell’Eremita che si tramanda da secoli. Tale racconto narra dell’arrivo a Polignano di un monaco solitario il quale, attratto dalla solitudine di questo grande roccioso sperone isolato, decise di trasferirvisi stabilmente per trascorrere la sua vita in contemplazione.
Un giorno un pescatore avrebbe trovato il corpo esanime dell’uomo, recatosi come era solito fare sulla scogliera a pregare. Taluni identificarono nella salma un monaco brasiliano in fuga dall’Oriente, altri un uomo misterioso di ritorno dalla Terra Santa. L’isolotto fu pertanto considerato sacro e luogo di culto ove fu eretta una cappella nel 1612 che, nel 1837, durante l’epidemia di colera, fu adibita a lazzaretto per poi essere rasa al suolo.
Attualmente sulla cosiddetta “Isola dell’Eremita”, denominata anche “Isola di San Paolo” o “di Sant’Antonio” esiste soltanto un pozzo finalizzato alla raccolta delle acque e una croce di ferro.
La località oggi è riconosciuta per la presenza della specie di gabbiano dal becco corallo ed è collegata più direttamente a San Vito Martire protettore di Polignano.
Polignano a Mare e Modugno
Polignano e Domenico Modugno sono un binomio inscindibile dal momento che lo storico cantante italiano qui vi nacque nel lontano 1928. Da padre suonatore di fisarmonica e chitarra ereditò l’amore e la passione per la musica.
Crescendo e sentendo troppo stretto il piccolo mondo pugliese, l’artista decise di trasferirsi prima a Torino e poi a Roma, dove pur di sbarcare il lunario in campo artistico, si cimentò in vari mestieri con tanta voglia di riscatto.
La carriera cinematografica gli facilitò il successo, finché venne a crearsi il mito del “Modugno siciliano” in seguito ad una sua interpretazione come attore dove ricopriva i panni di un soldato siculo.
Questo generò un “conflitto” tra l’artista e Polignano, la cui “riconciliazione” risalirebbe al 1993, quando il cantante tenne un grande concerto nel suo paese natìo. Nel corso di questa manifestazione durata tre giorni, Modugno si sarebbe giustificato con i polignanesi proferendo la memorabile frase:
“Chiedo scusa, ma per la fame avrei anche detto di essere giapponese!”
In suo onore fu, dunque, innalzata la statua realizzata dallo scultore argentino Herman Mejer per volontà del comune di Polignano a Mare.
Altra cittadina che rivendica le origini del chitarrista-attore è San Pietro Vertonico dove “Mimino” avrebbe trascorso la sua adolescenza prima di andare via dal Sud Italia.
Il ruolo del dialetto
Il dialetto locale di cui era figlio, gli avrebbe dato una marcia in più nell’interpretazione delle sue canzoni in vernacolo. Basti pensare a “Lu Scarcagnulu”, dedicata al folletto che in Campania viene chiamato “Scazzamauriello” o “Monaciello”; oppure “Lu Frasulinu”, rivolto ad uno “scemo del villaggio; o ancora “Ulìe ci tene Ulìe” dove rievoca le grida dei venditori ambulanti di olive.
Il resto della vita dell’artista
C’è chi ricorda anche il Modugno politico, oltre che artista poeta, ma pur sempre un uomo che non ha mai perso il contatto con le sue radici popolari.
Egli si spense a Lampedusa nell’agosto del 1994 e in sua memoria, annualmente, si tiene a Polignano l’evento “Meraviglioso Modugno”, in Piazza aldo Moro, nel cuore del piccolo borgo barese.
Polignano e altre curiosità
Altra figura di rilievo è quella di san Vito a cui la popolazione locale è molto devota e in onore del quale ricordiamo l’omonima abbazia da visitare necessariamente.
A San Vito si lega, inoltre, la leggenda della principessa Fiorenza di Salerno che sarebbe stata tratta in salvo grazie all’apparizione del santo protettore. A tal proposito è da ricordare la tradizionale processione sul mare accompagnata da momenti musicali e fuochi pirotecnici sull’acqua.
Tra le curiosità, altri luoghi degni di citazione sono le “Lame”: insenature naturali, fonte di attrazione per i turisti.
Le più importanti: la Lama Monachile e quella di Santa Caterina, a cui vanno ad aggiungersi una serie di grotte marine minori, ma non per questo meno belle.
Pasqualina Giusto