Sandman – Overture (2014-16 ed. it.) è un elogio e una commemorazione del personaggio di Sogno, creato nel 1989. Neil Gaiman, autore di fama mondiale, consacrò il suo successo proprio con le storie sul Principe dei Sogni, membro della famiglia degli Eterni. La saga è tuttora un pilastro della storia del fumetto, per l’originalità e la creatività. Narrazione, immagini, colori, lettering: ogni dettaglio è studiato per dar vita ad una sinergia che, probabilmente, ha pochi eguali. Ogni elemento è pensato per amalgamarsi con gli altri e metterli in risalto, accompagnando le storie di Sogno e dei suoi fratelli attraverso vari stili e orizzonti.
Tutto ciò ritorna in Sandman – Overture, a distanza di quasi 20 anni dalla conclusione della serie madre. Gaiman riesuma il suo personaggio per inserirlo in una storia che è posteriore e anteriore allo stesso tempo. Come sempre, la personificazione dei sogni squarcia le dimensioni e segue leggi proprie, che vanno al di là della linearità.
Bucare la pagina: arte e fumetti
Gaiman recupera in modo così disinvolto e creativo il suo personaggio da far sembrare la miniserie in perfetta continuità con la storia principale. Ciò è anche merito del disegnatore J. H. Williams III (autore, fra gli altri, di un fumetto in collaborazione con Alan Moore, Promethea).
Con un realismo che non ha nulla da invidiare a Charles Vess (il disegnatore, della serie principale, de La Veglia e dei capitoli dedicati a Shakespeare), la sua versione di Sogno è forse una delle più eleganti e riuscite. Ma la sua capacità artistica risalta anche nel sapere riecheggiare, in varie gradualità, gli stili delle saghe precedenti, molto eterogenei, su richiesta di Gaiman.
Non può, inoltre, che balzare all’occhio la decostruzione della simmetria della pagina, cifra stilistica del disegnatore, che va a sposarsi perfettamente con le idee dello sceneggiatore. La storia verrà letta attraverso colorate esplosioni floreali, accessori del protagonista, le pagine del libro di Destino, i denti del Corinzio. Williams si inserisce senza dubbio a pieni voti nella rosa dei numerosi disegnatori di Sandman.
Sandman – Overture: un omaggio
Come dicevamo, Sandman – Overture punta prima di tutto a ricordarci chi era il Principe delle Storie. Il suo carisma e il suo spessore riempiono ogni pagina e l’essenza della sceneggiatura è la caratteristica più nota del protagonista, l’arroganza. Da essa sono innescati gli eventi e ogni personaggio non è che un contraltare utile a metterla in evidenza. Nel narrare una nuova storia, l’autore riprende l’essenza di Sandman per fornirci altri dettagli su Morfeo. Più volte Gaiman ha dichiarato quanto ci fosse ancora da dire e non fosse stato possibile inserirlo nell’arco dei 75 numeri principali.
Inoltre, come suggerisce il sottotitolo, si tratta di un grande brano di apertura: il sesto numero di Sandman – Overture, infatti, finisce dove inizia il primo della serie originale.
Di fronte ad operazioni simili si è sempre un po’ scettici sospettando una manovra commerciale. Eppure, ci sono autori davanti ai quali tali sospetti non possono che cadere. Aggirando il dilagante fenomeno reboot/remake, Sandman – Overture riesce a sorprendere proprio perché inserisce delle novità non limitandosi a rimescolare elementi già noti in nome della nostaglia.
Sandman – Overture: volti nuovi e non
Gaiman dimostra di non aver perso il gusto di creare personaggi dai poteri sconfinati, se non entità divine e imperiture, attribuendo loro le più umane qualità. Sogno non è che un maschio adulto con un brutto carattere, cosa che è anche il carburante della serie principale. Non passa inosservata l’introduzione di Tempo e Notte, carismatici genitori degli Eterni. Nel corso della sua impresa, Sogno si confronterà con queste due figure, ironicamente presentati come una qualsiasi coppia separata, ma ugualmente capaci di suggestionare il lettore sia per le battute che per la loro resa grafica. L’autore ci mette di fronte ad una famiglia disfunzionale che fatica a tenere insieme i pezzi, mentre al contempo spazia verso i confini dell’universo e dell’immaginazione.
Con Sandman – Overture non è certo la prima volta che l’autore si avventura fuori dal tracciato della sua serie capolavoro. Si tratta di collaborazioni che vantano anche nomi illustri, quali Yoshitaka Amano, Bill Sienkiewicz e Milo Manara. Come anche di grande successo furono le storie dedicata a Morte, una delle sorelle di Sogno.
Tuttavia, in questo caso, siamo di fronte ad una storia dal sapore particolare. Nel suo essere (post-)epilogo e prologo al contempo, non è una semplice variazione sul tema. È un tassello che dà una completezza ulteriore ad un puzzle complesso e variegato. Sebbene sia stato recentemente inaugurato il Sandman Universe, che ospita testate legate al mondo di Sandman, le storie con protagonista Sogno sembrano per ora concluse. Gaiman si limiterà infatti ad esserne curatore, scrivendone solo il primo numero.
La cosa può rattristarci, perché potrebbe significare non rivedere più il Principe delle Storie. Ma, se Sandman – Overture è un’ultima parola, si tratta sicuramente della più adeguata.
Giovanni Di Rienzo