Alla fine del 1966 muore Walt Disney, mentre l’anno successivo esce Il libro della giungla, l’ultimo film da lui curato. La storia della Disney senza il suo creatore inizia, quindi, con l’aprirsi del nuovo decennio, con l’uscita de Gli aristogatti, ventesimo Classico Disney. Il film apre la breve Epoca di Bronzo, una fase a metà tra la ripetizione di vecchi stilemi e la ricerca di nuove strade.
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Gli aristogatti
La lavorazione de Gli aristogatti è lunga, al punto da essere stata approvata da Walt prima della sua morte. Il film possiede tutte le caratteristiche principali della prima Epoca di Bronzo, sia da un punto di vista grafico che narrativo. Realizzato con la xerografia come tutti i film del periodo, è un’avventura con molti momenti e personaggi divertenti.
Il team Disney doveva dimostrare di saper fare un buon film anche senza il proprio leader. È probabilmente per questo che la scelta ricade sul raccontare una storia che deve molto ai film precedenti. Già Il libro della giungla aveva messo in scena il viaggio, interrotto da varie disavventure, di un gruppo di personaggi diretti verso un luogo preciso. Quello che differenzia i due film è l’importanza data negli Aristogatti ai personaggi secondari, molto più presenti nel corso della vicenda. In particolare il villain Edgar, più che un vero cattivo, è una macchietta comica, ricordato per la sua goffaggine prima che per la sua malvagità.
Realizzato con un budget ridotto, Gli aristogatti è un buon successo ai botteghini e apre dignitosamente l’Epoca di Bronzo. A oggi però, non è molto considerato dall’azienda, la quale non si è dimostrata particolarmente interessata a continuare le avventure dei micetti.
Robin Hood
Anche il 21° Classico Disney ha per protagonisti degli animali, stavolta antropomorfi, che rappresentano personaggi classici delle leggende britanniche. In Robin Hood, il team Disney gioca con metafore e allegorie, ricorrendo alla più comune simbologia animale e spesso ribaltandola. Il furbo Robin è così una scaltra volpe e lo sceriffo di Nottingham uno spietato lupo, ma abbiamo anche coniglietti valorosi e leoni codardi. La pellicola risulta dunque essere un simpatico gioco di ruoli, un interessante esercizio di stile in cui non sempre i personaggi sono quello che ci aspetteremmo.
Uscito nel 1973, Robin Hood è un altro film realizzato con un budget molto limitato. Qui però lo si nota molto più che altrove, perché ci sono molte più scene riciclate da altri Classici. Nel ballo nella foresta, per esempio, ritroviamo spezzoni tratti da Biancaneve o dal Libro della Giungla, mentre da questo ultimo sono ripresi anche i personaggi di Baloo e Kaa, sulle cui fattezze vengono costruiti Little John e Biss. Non mancano nemmeno ripetizioni di sequenze del film stesso, come la marcia degli amici del coniglio Saetta.
Anche questa pellicola riesce a rientrare abbondantemente nei costi di produzione. Robin Hood diverte e viene premiato, permettendo allo studio di prosperare ancora in cerca di una nuova direzione da prendere.
Le avventure di Winnie the Pooh: originalità nell’Epoca di Bronzo
Esce nel 1977 uno dei Classici Disney più originali finora realizzati: Le avventure di Winnie the Pooh. Il terzo film dell’Epoca di Bronzo è una pellicola bizzarra, divisa in episodi, ma avente un’unica ambientazione e sempre gli stessi personaggi. Anche la sua produzione è lunga e il film completo vede la luce solo dopo alcuni anni.
Le avventure di Winnie the Pooh è ispirato ai racconti di Alan Alexander Milne, scrittore inglese che aveva creato il personaggio e i suoi amici per migliorare il suo rapporto con il figlio. Tuttavia, non essendo molto conosciuto in America, la Disney aveva deciso di realizzare tre cortometraggi separati. Soltanto in seguito, visto il successo ottenuto, li aveva montati insieme in un’unica pellicola.
Una voce narrante ci accompagna all’interno di un libro, cornice delle vicende, che finisce però per diventarne anche protagonista. Le parole del libro diventano oggetti da usare, sono mosse dalle condizioni atmosferiche del Bosco dei Cento Acri e, addirittura, sono lette dai personaggi stessi. Il team Disney si muove con la libertà e la fantasia di un bambino, spaziando da sequenze oniriche ad altre puramente nonsense.
Che sia per l’originalità del prodotto finale o semplicemente per i personaggi molto carini, il film ha un enorme successo. Winnie the Pooh, oltre a divenire un elemento fondamentale del merchandise Disney, con il tempo sarà anche protagonista di molti film spin-off e di un sequel entrato nel canone ufficiale.
Le avventure di Bianca e Bernie
Quello stesso anno esce anche un altro Classico, l’ultimo dell’Epoca di Bronzo: Le avventure di Bianca e Bernie. La pellicola, molto più cupa e drammatica delle tre precedenti, sembra anticipare le atmosfere dei film dell’epoca successiva. Anche la vicenda raccontata, il rapimento di una bambina e il salvataggio attuato da due topini, rifugge le tematiche fantastiche che tanto spesso si erano viste nella storia Disney, ritornando a una narrazione urbana più vicina a film come La carica dei 101.
L’idea di realizzare un film su questi personaggi nasce già nel 1962, ma dopo un po’ il progetto viene accantonato su decisione di Walt. Solo negli anni ’70 si sceglie di riprendere quanto interrotto, affidando la pellicola a un gruppo di giovani animatori. Tra questi, spicca Don Bluth, un animatore che era riuscito a ritagliarsi un proprio spazio negli studios durante la lavorazione di Robin Hood. Dopo alcuni imprevisti, al team originale se ne affianca un altro composto da animatori più esperti e il film si trasforma fino a diventare quello che oggi conosciamo.
Dopo la spensieratezza de Le avventure di Winnie the Pooh, il film su Bianca e Bernie colpisce per la sua malinconia. La triste avventura dell’orfanella Penny e l’ambientazione orrorifica della Palude del Diavolo ne fanno una pellicola estremamente diversa dalle altre. Tuttavia, questo 23° Classico viene molto apprezzato, ottenendo incassi enormi. Il grande successo e l’interesse dei giovani animatori convinceranno anni dopo la Disney a realizzarne un sequel. Il film uscirà nel 1990 e sarà il primo sequel a entrare nel canone ufficiale dei Classici Disney. Prima di allora, la compagnia avrebbe però conosciuto un nuovo periodo sfortunato, buio come l’ambientazione delle disavventure dei due topolini.
Davide Proroga