La Storia, prima di divenire tale, è sempre vita vissuta. I suoi personaggi, di cui testi specialistici e libri scolastici raccontano gesta e pensieri, sono innanzitutto individui dotati di un vissuto personale spesso trascurato. Il romanzo La vita privata e gli amori di un monarca illuminato, pubblicato da Graus Editore all’inizio del 2019, mira proprio al recupero della dimensione umana di alcune di queste figure. Il libro analizza, infatti, l’intimità di Federico II di Svevia (1194-1250) e di coloro che gravitarono intorno alla sua corte.
Autrice dell’opera è Carmela Politi Cenere, docente di italiano e latino, giornalista pubblicista e prolifica scrittrice. Numerosi sono, infatti, i suoi saggi e romanzi a tema storico, tra cui ricordiamo L’ombra di Masaniello vaga per Piazza Mercato, vincitore, nel 2017, del I Premio di Narrativa “I Maruzzi”. Tra i riconoscimenti conferiti all’autrice spicca, invece, una Medaglia di Rappresentanza per l’attività culturale, consegnatale dall’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La struttura di La vita privata e gli amori di un monarca illuminato
La vita privata e gli amori di un monarca illuminato è un’opera originale non soltanto nelle tematiche affrontate ma anche nella sua struttura interna. Tra presente e passato, infatti, si sviluppano numerosi intrecci che permettono di analizzare la figura di Federico II da più punti di vista.
Protagonista dei nostri giorni è un’anziana donna senza nome, indicata semplicemente come la Maestra, che inizia ad interessarsi alle vicende di Federico II. La storia del monarca e quella della famiglia della Maestra sono intimamente collegate e la donna ha modo di conoscerlo attraverso le parole della sua balia, Auroranca, di cui ha ritrovato alcune lettere. La sua interiorità è però approfondita anche ricorrendo a un grande sforzo di immedesimazione, compiuto dalla protagonista e dai suoi amici. Essi, infatti, osservano Federico attraverso gli occhi della madre, di vari papi e delle sue quattro spose.
Ma, per quanto il Federico privato risulti preponderante, agli non viene scisso dal suo ruolo di figura pubblica. Le imprese dell’imperatore svevo sono, dunque, ripercorse, in corrispondenza con le sue vicende personali, consentendo al lettore di vedere il sovrano rivivere nella sua interezza.
Federico II e le donne
Punto forte della ricostruzione operata da Carmela Politi Cenere è il rapporto tra Federico II e le figure femminili. Non si tratta, banalmente, di ricostruire la vita amorosa dell’imperatore, ma di penetrarne l’anima cercando di concepire in che modo guardasse alle donne e per quali ragioni.
Nel corso della sua analisi, l’autrice ricostruisce dunque la psiche delle donne più importanti per Federico, ossia la madre e le quattro mogli. Ognuna di esse prova in lui una miriade di sentimenti differenti, influenzando anche il modo in cui guarderà alle altre.
La madre Costanza d’Altavilla, amorevole e presente, con la sua morte prematura, ad esempio, gli lascerà dentro un vuoto incolmabile, il cui influsso lo accompagnerà per tutta la vita.
La prima moglie, Costanza d’Aragona, è per lui quasi una guida, essendo più grande ed esperta del mondo, una donna che lo rapisce con il suo fascino e con cui svilupperà un’invidiabile complicità. La sua morte, anch’essa prematura, sarà per lui un nuovo trauma oltre che l’inizio di numerose delusioni. Soltanto nel rapporto con l’ultima moglie, Bianca Lancia, Federico riuscirà a provare un sentimento ancora più travolgente e totalizzante. Ella, molto più giovane di lui, sarà a lungo sua amante prima di arrivare a un matrimonio promessole in gioventù e spesso rimandato. Una donna che, paziente e affettuosa, starà accanto al suo amato fino alla fine, nonostante tutto.
Attraverso il suo rapporto con le donne è però lo stesso Federico II ad acquisire una maggior profondità, mostrando le debolezze tipiche di ogni uomo. Federico II, infatti, nonostante rappresenti quanto di meglio la sua epoca avesse da offrire non è perfetto ne esente da egoismi.
Significativi sono poi i riferimenti a tematiche attuali come l’interculturalità e il rapporto con l’Altro, affrontati sia in riferimento alla contemporaneità che ai tempi di Federico II, come veri e propri fili conduttori dell’intera storia umana. Tale vena di critica sociale però, anziché appesantire il romanzo, lo arricchisce, dando al lettore nuove prospettive per guardare sia al passato che al presente.
Alessandro Ruffo