Dexter: La mano sinistra di Dio, tra giustizia e omicidio

Dexter è la storia di un uomo battezzato dal sangue della madre e dotato di un’insopprimibile istinto omicida. “Educato” dal padre, il controverso Harry Morgan (James Remar), e divenuto ematologo per il dipartimento di polizia di Miami, il protagonista vive rispettando una regola cruciale: uccidere solo altri assassini. Dexter (Micheal C. Hall forse nel suo ruolo più riuscito) addolcisce così la sua patologia facendosi agente di una giustizia privata. Prendendo spunto dal libro di Jeff Lindsay, La mano sinistra di Dio, la serie di James Manos Jr. indaga l’irrealizzabile desiderio di serenità di un serial killer (spoiler alert).

Essere serial killer oggi

Le sinistre note della sigla e l’espressività delle immagini dicono subito tutto ciò che c’è da sapere su Dexter Morgan. La routine mattutina è icastica della mania della precisione, del meticoloso calcolo di ogni mossa, in sovrapposizione ad altre manie, quelle omicide. Allacciarsi le scarpe e strangolare qualcuno sembrano così azioni simili. L’arancia rossa, tagliata e spremuta, è un preludio alla pratica di smembramento dei cadaveri.

Dexter

Dexter è un freddo calcolatore, il cui unico interesse è appagare la sua sete di sangue. “Il rituale” e “la camera delle uccisioni” aprono ad una visione moderna del serial killer. La necessità di imbalsamare prudentemente in cellophane e teloni di plastica gli ambienti, per squartare le proprie vittime senza lasciare tracce, echeggia la diffusione endemica del packaging, in un’era che è senza dubbio quella della plastica. La ricerca perenne di luoghi lontani dalla frenesia urbana è una fuga dal caos e ricerca di spazi propri. Spazi a cui un serial killer non ha certo diritto.

Dexter è un ematologo sotto perenne copertura. La sua vita è una mimesi continua volta a proteggere la sua vera indole. Solo nella convivenza perenne tra verità e menzogna il defunto padre ha trovato un modo per inserirlo in una società che da tempo si è lasciata la legge del taglione alle spalle.

I problemi cominciano quando si cerca di far cadere la maschera. Qui si gioca il dilemma di Dexter. È un killer seriale, legato alla sua ritualità, al suo scrigno pieno di vetrini contenenti il sangue di ogni vittima. E tuttavia c’è sempre una tensione opposta, un desiderio di normalità altrettanto insaziabile. Ogni stagione è un tentativo di smettere i panni del bravo ragazzo, calzati coercitivamente, per trovare una propria paradossale umanità e magari mettere su famiglia.

Le scissioni di Dexter

La contraddizione, alla fine insolubile, dell’omonimo protagonista di Dexter è l’aver educato i propri impulsi omicidi talmente bene da riuscire a mantenere una obiettiva distinzione del bene e del male. Ormai non c’è più in lui solo un lato patologico che uccide per autocompiacimento. Il padre Harry, che sopravvive in infiniti dialoghi fittizi sinonimo della profonda scissione psicologica e morale di Dexter, gli ha inculcato un rigido manicheismo. “Il codice” distingue uccisioni giustificate e non. L’obiettivo è sempre trovare un difficile connubio tra giustizia e sete di sangue. Ricerca che non smette mai di essere una giustizia privata e quindi mai realmente giustificabile.

Perno della serie è la psicologia del personaggio, che non è un glaciale assassino né uno stereotipo del criminale. L’ematologo del dipartimento di polizia di Miami mostra spesso un lato imprevedibilmente sensibile, temendo di essere scoperto o di soccombere alle proprie tentazioni. Il desiderio di Dexter di essere una persona normale rappresenta senza dubbio il maggior punto di interesse che lo avvita in una continua sfida verso se stesso e verso i dettami del suo codice interiore.

Dexter

Il suo paradossale percorso rimbalza sapientemente da un personaggio e all’altro. Dalla sorella e poliziotta Debra (Jennifer Carpenter), spesso àncora di salvezza, alla pressante, ma cruciale figura di Harry. I colleghi Masuka (C. S. Lee) e Batista (David Zayas) e la fidanzata Rita (Julie Benz) anche ricoprono un ruolo importante, dandogli un sincero affetto che per Dexter appare, talvolta, incomprensibile e impossibile da gestire. Altrettanto importanti sono i sergenti Doakes (Erik King) e Quinn (Desmond Harrington), tipici poliziotti dai modi duri che hanno una naturale antipatia per l’ematologo.

E, forse ancora più fondamentali, sono le insolite relazioni che il protagonista allaccia con gli antagonisti. Serial killer anch’essi mimetizzati, da cui Dexter cerca di ricavare indicazioni e trucchi per mantenere l’equilibrio tra giustizia e omicidio.

Un percorso tortuoso

 Purtroppo, a fronte di spunti ed elementi validi, le numerose stagioni offrono una qualità e un andamento discontinui. Prima e seconda stagione sono senza dubbio la punta di diamante della saga, con un intreccio e uno svolgimento, sia narrativo che psicologico, sempre serrati. Le due successive mantengono una buona tensione narrativa, seppur inferiore alle precedenti e sono già vittime di una certa ripetitività. La quinta segna un calo notevole, da cui la serie fatica a rialzarsi. L’esplosivo colpo di scena che chiudeva la quarta stagione chiude alcune porte e stenta ad aprirne altre, mentre Dexter sembra diventare una parodia di sé stesso.

La sesta torna ad avere un andamento lineare, in contrasto con la complessità delle precedenti. A seguire, una stagione che si apre su una rivelazione traumatica e che guadagna di nuovo terreno, seppur vittima di una sceneggiatura poco compatta. Infine l’ultima stagione, sebbene proponga rivelazioni ed eventi intrigati, non convince fino in fondo.  

Nella conclusione si sceglie di non portare a compimento un percorso di cui, pur tra alti e bassi, si individuavano chiare tappe. La decisione di lasciare il personaggio chiuso nella sua contraddizione, senza dargli un qualsiasi compimento, è una scelta che abbaglia, ma non soddisfa. Sembra quasi un colpo di scena ad hoc per spiazzare, senza badare al percorso reale di Dexter.

A fine visione, Dexter è una serie che lascia perplessi. Dopo l’exploit iniziale, diluito poi pian piano, si assiste ad una graduale discesa, fenomeno comune del settore. La geometria narrativa e la precisione della sequenza di eventi è pian piano abbandonata. Né una visione completa premia con una comprensione più approfondita del personaggio. Eppure, anche con i suoi limiti e le brusche virate, Dexter si inscrive in un panorama di personaggi memorabili, originali e al contempo capaci di inaugurare un modello di riferimento.

Dexter

Giovanni Di Rienzo