Il 10 Aprile 2019 è una data molto importante nella storia dell’umanità poiché, per la prima volta, è stata mostrata al mondo la foto di un buco nero. Tralasciando le sottigliezze, sia scientifiche che semantiche, riguardanti questa fotografia, possiamo dire che la sua importanza risiede nell’avvenuta conferma di decenni di teorie e calcoli matematici che affondano le loro radici nella brillante mente di Albert Einstein.
Le rappresentazioni visive dei buchi neri, elaborate sulla base di tali teorie, si sono quindi rivelate esatte grazie all’Event Horizon Telescope e alla sua foto. Tra esse spicca, per realismo, quella presente nel film Interstellar di Christopher Nolan. Il regista ha, infatti, potuto contare sul supporto dello scienziato Kip Thorne che si è occupato di tutte le simulazioni necessarie alla realizzazione del modello presente nel film.
Un ritorno dal non-ritorno
La pellicola narra la storia di un’umanità sull’orlo dell’estinzione e ormai a corto di risorse. Cooper (Mattew McConaughey), un ex astronauta, viene reclutato da ciò che resta della NASA e inviato in una difficile missione. Egli, infatti, dovrà attraversare un wormhole per raggiungere una parte distante dell’universo dove, vicino a un buco nero battezzato Gargantua, orbitano dei pianeti potenzialmente adatti ad ospitare la vita. Ma, mentre gli anni scorrono lentamente per gli astronauti, sulla Terra la situazione diventa sempre più drammatica e la figlia di Cooper, Murph, non è in grado di trovare la formula che consentirà agli ultimi terrestri di abbandonare il pianeta e raggiungere il proprio nuovo mondo. A darle una mano sarà, infine, proprio suo padre dopo essersi tuffato in Gargantua raggiungendo un luogo e un tempo inaspettati.
I sentimenti alla base di Interstellar
Trascurando le chicche scientifiche così come le eresie, la trama di Interstellar si basa sul concetto della doppia fenditura applicato agli esseri umani. La fisica tradizionale ci abitua a un’intima correlazione tra una causa e un effetto e tra la presenza di qualcosa in un luogo e la sua assenza in un altro. La fisica quantistica, invece, rompe questi schemi analizzando fenomeni apparentemente impossibili, come l’effetto tunnel, che permette a una particella di attraversare indenne un muro, senza danneggiarlo. In pochi lo hanno mai sentito nominare, ma si tratta del principio alla base del funzionamento delle memorie flash all’interno degli smartphone.
In Interstellar ad essere violate sono tutte le regole dello spazio-tempo. La forza dell’amore, al di là di ogni logica, permette a due persone, separate da distanze astronomiche e da periodi eterni, di rimanere in contatto. L’amore in Interstellar è la forza motrice che spinge Cooper ad avventurarsi nella difficile impresa di salvare l’umanità. Essa gli servirà per attraversare il wormhole e gli sarà indispensabile quando deciderà di tuffarsi nel buco nero. Ma ancor di più, sarà l’amore oltre lo spazio-tempo a permettere a Cooper di farsi “sentire” dalla figlia e a fornirle la soluzione cercata. Il paradosso consisterà nel fatto che Cooper avrà fornito la soluzione alla figlia prima ancora di partire.
La scoperta di Cooper
Cooper ha affrontato ciò che di più estremo esiste nell’universo: un mostro che si fa beffa delle quattro forze fondamentali (elettromagnetica, gravità, nucleare forte e nucleare debole) e che distrugge persino il tessuto spaziotemporale. Tutto ciò con la forza dell’amore per sua figlia.
L’applicazione al di fuori del mondo cinematografico di Interstellar di questo concetto è ampiamente visibile, un po’ come l’effetto tunnel negli smartphone. Quante persone provano amore per altre che sono morte o che non le ricambiano? Quanti sacrifici compiono gli individui per amore anziché seguire la semplice logica?
Seppur molto più difficile da comprendere della fisica quantistica, l’amore ci aiuta a capire e analizzare meglio la nostra stessa natura. Difatti, essa trascende il mondo fisico portandoci in quello metafisico laddove la nostra essenza è più simile a quella divina. Del resto, se “Dio è amore” e noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio anche l’uomo è amore. Con Interstellar, Nolan prova, quindi, a fare dell’amore un collante in grado di unire le quattro iterazioni fondamentali offrendo risposte che la fisica e la logica non possono dare.
Antonio Cusano
Fonti: Interstellar – blu-ray special features