Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel (1883-1971) fu una stilista, una rivoluzionaria della moda femminile.
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Le novità del suo stile
La peculiarità delle sue creazioni sono le forme lineari e funzionali, una cosiddetta “povertà di lusso” votata alla qualità ed all’innovazione. Secondo lei gli oggetti di moda dovevano essere eleganti e nel contempo comodi e pratici per le esigenze delle donne. In particolare chi li indossava doveva avere piena libertà di movimento.
Nelle sue produzioni usava materiali umili, quindi poveri ed in genere traeva ispirazione dai capi di abbigliamento dei lavoratori. Poi reinterpretava gli abiti a suo modo in uno stile moderno e considerato anche snob. Inoltre per lei l’eleganza ed il lusso equivalevano alla semplicità. Per questo fu soprannominata la regina della “povertà di lusso”.
Coco Chanel fu molto critica nei confronti di Paul Poiret e dei suoi elaborati capi d’abbigliamento. Secondo lei gli abiti di questo stilista non consentivano alle donne libertà di movimento e comodità. Se Paul Poiret riteneva di essere un artista della moda, Coco pensava di essere una mera artigiana, una semplice sarta.
La stilista fece largo uso del colore nero nei suoi abiti ma anche dell’abbinamento bianco e nero, considerandoli un’unione armonica perfetta. Non a caso infatti il marchio della sua casa di moda è rappresentato da due “C” intrecciate nere su fondo bianco, almeno tradizionalmente. Per i suoi capi di abbigliamento usò anche colori come il grigio, il blu marine ed il beige, tutti colori sobri ed intramontabili.
Ebbe il primato di introdurre: pantaloni disegnati pensando al corpo femminile, il tubino nero, la suit jacket da donna. Inoltre fu la prima a dare alla sua fragranza il suo nome e ad abbinare la bigiotteria all’alta moda.
Gli inizi di Coco Chanel
Gabrielle Bonheur Chanel nacque il 19 Agosto 1883 in una zona povera di Saumur in Francia. Il padre era un venditore ambulante della Francia sudorientale. Dopo la morte della madre il padre di Gabrielle prese con sé i suoi cinque figli per poi di fatto abbandonarli. I due maschi vennero avviati al lavoro presso un’azienda agricola. Le tre femmine andarono in un orfanotrofio di Aubazine presso le suore del Sacro Cuore.
Gli anni della sua infanzia dalle suore ispirarono diversi suoi abiti. Per esempio l’amore per i colori bianco e nero ed il senso di austerità.
Superato il limite di età per rimanere in orfanotrofiostudiò presso una scuola di arti domestiche a Nôtre Dame. Successivamente Gabrielle iniziò a lavorare in un negozio di biancheria e maglieria a Moulins. Lì poté mettere in pratica le sue nozioni di cucito.
Contemporaneamente a questa mansione affiancò per un breve periodo il lavoro di cantante presso un caffè-concerto. Infatti il suo soprannome “Coco” deriva proprio da una delle sue canzoni.
Al caffè-concerto di Moulins incontrò Étienne de Balsan, figlio di imprenditori tessili ed ufficiale di cavalleria. I due diventarono amanti e lei si trasferì al castello di lui a Royallieu. Coco non trovandosi particolarmente bene con la gente di Royallieu trascorse molte ore nelle stalle dei cavalli del suo amante. Probabilmente questo in seguito ispirò alcune sue creazioni come i pantaloni da cavallerizza e le cravattine a maglia.
I suoi primi atelier
Nonostante Étienne de Balsan non comprendesse le doti creative della sua amante le permise di usare il suo appartamento parigino, presso Boulevard Malesherbes, per creare cappelli.
I cappelli di Coco Chanel in paglia erano ornati da semplici fiori in raso o singole piume. Tale semplicità meravigliò molto il pubblico dell’epoca. Infatti la moda di allora prevedeva cappelli sfarzosi, ricoperti di piume ed impossibili da indossare senza un’elaborata struttura a sostegno detta Pompadur. Attraverso la rete di conoscenze di Balsan la stilista formò la sua prima clientela.
Alla residenza di Balsan la stilista incontrò il vero amore della sua vita, Arthur Capel detto Boy. Quest’ultimo era un industriale di Newcastle e giocatore di polo. Capel credette molto nelle abilità di Gabrielle, così la incoraggiò, la finanziò e la consigliò. Grazie al suo nuovo amore Gabrielle aprì una sua boutique a Rue Cambon 21.
Nel 1912, quando il negozio era aperto già da circa due anni, cominciò a vendere oltre ai cappelli anche abiti. Nello stesso anno morì la sorella maggiore ma non essendo sposata Coco non poté prendere in affidamento il nipotino. Intorno al 1920 invece morì per un’epidemia spagnola la sorella minore partita con il suo novello sposo argentino per il Paese del marito.
Capel e Chanel vissero insieme a Parigi ma non si sposarono mai. Questo accadde soprattutto perché lui la mise davanti una scelta: il matrimonio oppure il lavoro e la stilista decise per quest’ultimo.
Inizio dell’espansione dei suoi atelier
Parallelamente all’attività parigina, nel 1913 Boy Capel aprì per Chanel un nuovo negozio nella località balneare di Deauville. Qui la stilista ispirata dai marinai del luogo reinterpretò i maglioni dal tipico scollo.
Nel 1914, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, le famiglie francesi più facoltose trascorsero molto tempo nella località costiera di Deauville. Le signore compravano gli abiti ed i cappelli della stilista. Nonostante la guerra Capel suggerì a Chanel di non chiudere l’attività. Pertanto il negozio di Coco Chanel fu l’unico aperto durante il conflitto mondiale.
Esempi dei successi di Coco Chanel durante la Prima Guerra Mondiale
Mentre gli uomini francesi erano al fronte, le donne li sostituivano nei lavori maschili oppure svolgevano attività di volontariato come assistere i feriti di guerra. La stilista allora elaborò abiti pratici, adatti alla situazione d’emergenza come dei pantaloni da donna studiati per il corpo femminile. I pantaloni femminili erano una rivisitazione di quelli maschili. In seguito questa sua creazione diede involontariamente un contributo al movimento femminista che si stava affermando.
Dal 1913 fino al 1930, in maniera graduale la stilista tese a portare la lunghezza dei suoi abiti sotto al ginocchio ed abbassare il punto vita delle gonne.
In virtù di questo successo nel 1915 aprì anche a Biarritz, al confine con la Spagna, nazione con cui iniziò a commerciare.
Nel 1916 la stilista introdusse il jersey, tessuto usato fino ad allora solo per realizzare biancheria, per creare abiti. Inoltre ideò blazer in flanella e gonne di lino. In questi anni iniziò ad elaborare un tailleur femminile su base di quello maschile, anticipazione del suo famoso tailleur anni degli Cinquanta. In particolare i suoi tailleur aderivano al corpo ma senza sottolineare il punto vita, presentavano giacche maschili con ampie tasche e gonne dritte fino al ginocchio. Sotto la giacca si indossavano camicie bianche.
In quegli anni la stilista fece amicizia con una pianista d’origine polacca Maria Misia Sophie Olga Godebeska Natanson Edwards Sert, moglie di Thadèe Natanson fondatore della rivista d’avanguardia Revue Blanche. Questa amicizia le consentì d’entrare nel mondo degli intellettuali e degli artisti dell’epoca e ciò incrementò il suo lavoro.
A questo punto Chanel restituì a Capel la somma completa prestatale. Nel 1918 Capel si fidanzò e si sposò, per rafforzare la sua posizione sociale. Ciononostante anche dopo il matrimonio lui e la stilista continuarono vedersi fino alla morte di Capel avvenuta per un incidente d’auto nel 1919.
Esempi dei successi degli anni Venti
Negli anni Venti la stilista essendosi accidentalmente bruciata i capelli su un fornello decise di tagliarsi da sola il resto. Dopo poco tempo le giovani alla moda la imitarono nella capigliatura, così il taglio di capelli corto divenne una moda.
Sempre nello stesso periodo, conobbe a Biarritz ed intraprese una relazione con il cugino dello zar Nicola II. Questi gli fece conoscere il profumiere Ernest Beaux emigrato in Francia a causa della Rivoluzione Russa. Prima di arrivare in Francia Beaux creò il profumo Eau de Catherine, non commerciabile a causa della guerra civile. Convinto dalla stilista il profumiere apportò qualche modifica alla fragranza creata precedentemente trasformandola nello Chanel N° 5.
Questo profumo fu il primo in commercio a contenere un mix di ingredienti sia sintetici che naturali. La stilista disegnò la bottiglia e decise il nome ed optò per il numero cinque perché lo considerava il suo numero fortunato. Nel 1921 venne messo sul mercato e riscosse grande successo.
Nel 1924 entrò in società con Pierre Wertheimer, ebreo di origine tedesca, già proprietario di una casa di profumi e cosmesi. Questi acquistò i diritti su tutti i prodotti di bellezza del marchio Chanel dando alla stilista una piccola percentuale sulle vendite. Dopo il successo del Chanel N°5 Gabrielle tentò di incrementare la sua percentuale, ricorrendo anche ad azioni legali contro l’imprenditore, ma senza mai riuscirci.
Nel 1925 iniziò a frequentare il duca di Westminster detto Bendor. Grazie a questa conoscenza nacque nella stilista l’amore per il tweed scozzese.
Nel 1926 Gabrielle creò il “tubino nero”, traendo ispirazione dalle rigorose auto nere della Ford di quell’epoca. Questo abito conquistò immediatamente il pubblico femminile specialmente delle persone con un fisico robusto che così si sentivano valorizzate. Nel 1927 venne aperto a Londra un negozio Chanel. Nel 1928 la stilista si trasferì in un negozio più grande che occupava tre piani, al Rue de Cambon 31.
Esempi dei successi degli anni Trenta
Prima degli anni Trenta la stilista insieme ai suoi capi di abbigliamento vendeva anche pezzi di bigiotteria. Intorno al 1932 Coco partì per Hollywood per un incarico come costumista ed al suo ritorno, all’incirca dopo due anni, iniziò a realizzare gioielli veri per i suoi clienti basati principalmente sui diamanti.
Negli anni Trenta la stilista si dedicò ai gioielli affiancata da due disegnatori, ovvero il conte Étienne de Baumont e il duca Fulco da Verdura. Dopo la relazione con Bendor ne iniziò una con Paul Iribe. Quest’ultimo morì nel 1935 giocando a tennis sotto gli occhi della stilista. Dopo questo trauma Coco iniziò ad assumere un ipnotico a base di morfina contro l’insonnia fino ad abusarne e diventandone dipendente per tutto il resto della sua vita.
La sua scomparsa ed il suo ritorno dal mondo della moda
Durante la Seconda Guerra Mondiale chiuse i suoi atelier con l’intenzione di riaprirli solo al termine del conflitto. La stilista simpatizzò con il regime nazista.
Nel 1944 le Forze Francesi dell’Interno la arrestarono proprio per le sue relazioni con le spie nemiche ed una sua presunta collaborazione con il regime nazista. Tuttavia in mancanza di prove sufficienti fu rilasciata. Decise però di andare a vivere in Svizzera per anni scomparendo così dal mondo della moda. Vendette tutti i diritti del suo marchio a Pierre Wertheimer.
Nel 1954 la stilista tornò nel mondo della moda e riaprì la sua maison con nuove collezioni. Presentò i suoi nuovi modelli e mentre suscitarono inizialmente critiche nel pubblico francese per il ricorrere dei vecchi temi, negli Stati Uniti ottennero un successo immediato.
Un esempio di un suo successo fu il tailleur femminile nero in tweed, degli anni Cinquanta, composto da tre pezzi. Nello specifico presentava una giacca-cardigan impreziosita da orpelli come catene e bottoni dorati, una gonna lunga dritta fino al ginocchio ed una camicia il cui tessuto era coordinato con quello interno del tailleur.
Un altro esempio del suo successo fu quello della borsetta 2.55 e la borsa matelassé. La prima presentava una tracolla a catena, mentre la seconda aveva una tracolla con una catena di metallo intrecciata al cuoio. Ciò fu innovativo perché fino ad allora le borse si portavano a mano e non presentavano alcuna tracolla, questa nuova introduzione permise alle donne di avere entrambe le mani libere.
Nel 1957 Coco Chanel andò a Dallas per ricevere il premio Neiman-Marcus Award, una sorta di Oscar della moda.
Negli anni Sessanta Chanel in collaborazione con il calzolaio André Massaro lanciò le scarpe bicolore.
La sua morte ed il destino della maison Chanel
All’età di 87 anni, il 10 Gennaio 1971 Coco Chanel morì a Parigi in una camera dell’Hotel Ritz per un attacco di cuore. Lasciò la sua eredità alla fondazione Coga, creata nel 1965 a Vaduz. In seguito alla dipartita della stilista la casa di moda fu gestita dai suoi assistenti per poi passare di mano in mano ad altri stilisti.
Giulia Cesarini Argiroffo
Bibliografia
Noël Palomo-Lovinski (2010), The world’s most influential Fashion Designes. Hidden connections and lasting legacies of fashion’s iconic creators, London, A&B Black.
Fonti immagini
https://www.blogdimoda.com/le-creazioni-iconiche-coco-chanel-un-cortometraggio-video-66993.html