Raffaele Messina, docente, editor e scrittore, nel suo Nella bottega di Caravaggio, pregevole e compatto volumetto pubblicato nel giugno 2019 da Colonnese Editore, immagina l’interiorità del grande pittore, osservandolo attraverso gli occhi di un giovane da lui preso a bottega.
La figura di Michelangelo Merisi ha sempre esercitato un grande fascino su studiosi e scrittori, probabilmente a causa dell’esplosivo mix tra un talento inarrivabile, un carattere difficile e una vita piena di episodi rocamboleschi.
L’obiettivo principale dell’autore è riempire con la propria immaginazione i buchi esistenti nella biografia del Caravaggio, dando vita a una storia verosimile e suggestiva. Operazione, questa, già sperimentata con successo nel suo romanzo d’esordio, Ritrovarsi. Grande importanza, nella ricostruzione degli ambienti e della psicologia di Michelangelo Merisi, è data all’utilizzo e al rispetto delle fonti. Tra esse spicca il volume Luoghi e misteri di Caravaggio, di Paolo Jorio e Rossella Vodret.
Nella bottega di Caravaggio a Napoli
Il racconto è ambientato a Napoli tra il 1606 e il 1607, nei mesi trascorsi dal pittore in città prima dell’improvvisa fuga verso Malta. Le ragioni di tale fuga, tutt’ora dibattute dagli storici, vengono esplorate da Raffaele Messina che, adoperando la stessa tecnica impiegata da Ruggero Cappuccio nell’opera teatrale Le ultime sette parole di Caravaggio, fornisce una propria verosimile (e suggestiva) spiegazione dell’evento.
Centrale nel racconto è la composizione delle Sette opere di Misericordia, descritta con dovizia di particolari nel suo passaggio dalla mente del Caravaggio all’effettiva realizzazione. Originale, inoltre, l’idea di attribuire proprio al pittore il passaggio dalle sei opere di Misericordia contenute nei Vangeli alle sette del periodo medievale. In tal modo, infatti, Caravaggio viene caratterizzato come un personaggio imbevuto di cultura ecclesiastica e ricco di sensibilità sociale, capace quindi di influenzare volontariamente la società con la propria inesauribile creatività.
Altra caratteristica peculiare di Nella bottega di Caravaggio è l’utilizzo di due lingue. Il testo in italiano presenta, infatti, una traduzione a fronte in inglese. Stesso discorso vale per la breve ma esaustiva biografia del Caravaggio posta in appendice.
Caravaggio secondo Raffaele Messina
Il Caravaggio tratteggiato da Raffaele Messina riunisce tutte le caratteristiche tradizionalmente attribuite al personaggio amalgamandole perfettamente.
Egli è, in primis, un pittore talentuoso, orgoglioso del suo essere una sorta di via di mezzo tra un mago ed un sapiente. Il metodo con cui mescola i colori dando vita alle proprie tele, infatti, non è completamente frutto dell’istinto o della tecnica, bensì di una loro proficua unione.
Il Caravaggio iroso è altresì presente, osservato con timore dal suo giovane apprendista. Il suo burrascoso carattere non è, tuttavia, una reazione all’odio dimostratogli dai suoi contemporanei. Esso è, invece, la conseguenza di un’infanzia tormentata e funestata dalla morte di peste, nel medesimo giorno, del padre e del nonno. Trauma che, come sostenuto dai già citati Paolo Jorio e Rossella Vodret, sarebbe all’origine dell’ostilità del Merisi nei confronti di un mondo percepito come ostile.
Non poteva infine mancare il Caravaggio seduttore, la cui attrazione per le modelle soggetto dei suoi dipinti non pare arrestarsi di fronte ad alcuna considerazione etica o morale.
La capacità di Raffaele Messina di tratteggiare efficacemente la figura del Caravaggio con poche rapide e abili pennellate si rispecchia anche nelle descrizioni degli altri personaggi, tutti vivi e credibili e in grado di rendere Nella bottega di Caravaggio un racconto estremamente da leggere tutto d’un fiato.
Alessandro Ruffo