La principale località in cui si coltiva il cedro liscio calabrese è la Riviera Dei Cedri, un piccolo angolo di paradiso terrestre sito sulla fascia litorale tirrenica della Calabria.
La Riviera dei Cedri prende il nome dall’imponente presenza del suo prezioso frutto, le cui coltivazioni rivestono completamente di un bellissimo verde smeraldo tutte le valli circostanti.
Questa particolare zona costiera è il luogo perfetto per la coltivazione di questo agrume, che nasce quasi in modo spontaneo in queste terre, poiché ha trovato nella Riviera dei Cedri il microclima ideale per la sua sopravvivenza, ovvero un clima mite, temperato e senza sbalzi termici. Ad agevolare la sua crescita vi sono ulteriori diversi fattori tra cui il tipo di terreno, l’inclinazione del sole e la ventilazione che offrono al cedro calabrese una qualità differente da tutte le altre.
Tra queste zone altamente coltivate della Riviera dei Cedri vi è il comune di Santa Maria Del Cedro, la cui intera economia è fondata sulla lavorazione e coltivazione del cedro calabrese, ma soprattutto ha da moltissimi anni, un rapporto con le comunità ebraiche, che sono particolarmente devote a questo frutto.
Indice dell'articolo
Origini e caratteristiche
Il cedro è un frutto dalle origini antichissime, conosciuto come Malus medica, o più semplicemente Citrus.Esso è originario della Persia e della Media ( attuale Iran), ma anticamente era conosciuto già al tempo degli Egizi, e da li si narra che si diffuse in tutto il mondo legandosi alle tradizioni e alle emigrazioni ebraiche.
I suoi rami sono ricoperti di lunghe, lisce, e robuste spine che lo differenziano dal limone, mentre le sue foglie sono simili a quelle del corbezzolo, i suoi frutti sono caratterizzati da un buccia verde, ruvida e raggrinzita, essa rappresenta circa il 75% del peso del frutto maturo
La pianta del cedro calabrese è un albero a ramificazione bassa, di solito è circoscritta da un telaio la cui l’altezza non può essere superata, questa struttura è posto per tenere sotto controllo uno ad uno tutti i frutti, e per proteggere insieme ad una copertura, le piante dal vento e dalle intemperie.
Il Cedro è un alimento dalle mille virtù; ricco di vitamine e sali minerali, esso da benefici all’apparato cardiovascolare, al colon, all’intestino, allo stomaco, ai capelli, e ai reni, ma soprattutto ha delle proprietà antiossidanti, germicide e antitumorali.
Una varietà molto particolare di cedro inoltre, è la cosiddetta mano di Buddha; questo tipo di frutto è caratterizzato oltre che da un gradevole profumo, anche da una particolare forma inconsueta, tondeggiante, con dei prolungamenti che si aprono come delle dita.
La mano di Buddha è considerata in Cina un vero e proprio porta fortuna, di solito la si pone al centro del tavolo o la si regala in segno di buon augurio per una vita lunga e felice.
Il cedro nella tradizione ebraica
Nella tradizione ebraica, il cedro è considerato un frutto sacro, su di esso si fonda la festa delle Capanne o dei Tabernacoli.
La festa delle capanne è una celebrazione dedicata alla fine del raccolto e alla gioia per il lavoro compiuto, dura 7 giorni, durante i quali gli Ebrei, devono agitare nella mano destra un ramo di palma dattifera, due rami di salice di fiume, e tre rami di mirto, mentre nella mano destra un frutto di cedro.
Essa è l’ultima delle tre grandi feste di pellegrinaggio ebraiche, chiamata tradizionalmente Sukkoth, e si festeggia circa nella prima quindicina di ottobre. La scelta del cedro da utilizzare è particolarmente accurata, le piante, il cui raccolto è destinato ai festeggiamenti del Sukkoth, sono alte fino a 120cm. Gli Ebrei, come da tradizione rabbinica, scelgono solo i frutti degli alberi più belli, non innestati, ed almeno al quarto anno di produzione.
Il frutto del cedro calabrese
I rabbini raccolgono i loro frutti stando accovacciati e strisciando per ore ed ore sotto ai piccoli alberelli, controllando che ogni buccia sia perfettamente sana, senza buchi o screpolature, simbolo di assoluta purezza.
I cedri che non sono perfetti, li utilizzano le filiere locali per il commercio e la produzione di svariate ricette calabresi. Solitamente tra le preparazioni principali vi sono cedrate, liquori, marmellate, amari, biscotti, dolci, cioccololato al cedro, i panicelli di Santa Maria del Cedro, e tanto altro ancora.
Il legame tra cedro e religione ebraica non si è mai spezzato nel tempo. Ancora oggi, moltissimi rabbini, vengono da tutto il mondo nella riviera dei cedri, e raccolgono con le loro mani i migliori frutti destinati alla festa delle capanne. Alla fine del raccolto, essi acquistano i cedri scelti a prezzi elevatissimi data la particolare e dettagliata selezione.
Per essere idonei devono anche avere una buona forma conica di un bel colore verde, l’apice deve essere assolutamente sano e deve conservare la vestigia del fiore con ancora un pezzo di peduncolo.
Il museo del cedro calabrese: Palazzo Marino nella Riviera dei Cedri
Ubicato nel cuore della riviera, Palazzo Marino era un antico castello medievale del XIV secolo, era un’ azienda agricola a conduzione schiavistica, che apparteneva al feudo dell Abatemarco.
In quell’epoca li si coltivava la canna da zucchero, le terre circostanti erano invece coltivate con uliveti e vigneti. Il castello prende il nome di “Carcere dell’Impresa”, dovuto a tutti i contadini che lavoravano talmente tante ore nelle sue terre da sentirsi in carcere
Oggi, questo luogo, sito nel comune di Grisolia, è sede del centro polivalente della promozione del cedro calabrese, che ha lo scopo di diffondere la coltura, con i prodotti a base di cedro, e la cultura, tramandando la conoscenza di questo prezioso frutto.
La leggenda di Palazzo Marino
Palazzo Marino nasconde anche una misteriosa leggenda: si tramanda da generazioni che nel castello aleggi il fantasma del barone ucciso dal proprio servo.
Si narra che secondo il diritto della prima notte, la novella sposa, doveva consumare la sua prima notte di nozze con il barone del paese; stanco dei soprusi del barone; il servo si oppose ed escogitò un piano per far cessare questo diritto.
Nella notte in cui la novella sposa doveva consumare con il barone, lo sposo vestendosi come la donna si sostituì ad essa e uccise il barone, da allora il diritto della prima notte cessò e lo spirito del barone rimase nel suo castello.
Questo antico castello è quindi un luogo suggestivo e pieno di storia, di mistero, di cultura, e tradizione; al suo interno, attualmente, si trova un bellissimo museo del cedro.
In questo luogo si racconta tutto ciò che c’è da sapere di questo straordinario frutto, attraverso un percorso narrativo e culinario, si può arricchire il proprio bagaglio culturale e si può deliziare il proprio palato assaggiando ed acquistando tutti i prodotti locali a base di cedro.
Ilaria Cipolletta
Sitografia
http://www.cedrodicalabria.it/centro_polivalente.html
https://www.eventisud.it/palazzo-marino-ex-carcere-dellimpresa-santa-maria-del-cedro-cs/
Altre fonti:
- Narrazioni della guida del Museo del Cedro
- Materiale video e cartaceo fornito in loco