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Notte della Taranta: Come divulgarla nei media? Lo abbiamo chiesto alla nota artista triestina Elisa e al massmediologo e direttore di Rai2 Carlo Freccero.
La notte della Taranta il più grande festival di musica popolare d’Italia che mira alla valorizzazione della cultura salentina nonché una della più seguite manifestazioni di cultura popolare in Europa è giunto con successo alla sua 22esima edizione sabato 24 agosto con il concertone di Melpignano.
La Notte della Taranta come di consueto ha accolto numerosi visitatori e curiosi che hanno danzato pizzicati dai ritmi del tamburello e dalle rivisitazioni della musica tradizionale magistralmente eseguite da ospiti d’eccezione, dai 21 componenti dell’Orchestra Popolare, 18 componenti dell’Orchestra sinfonica Oles, 5 studenti del conservatorio Schipa di Lecce, 18 danzatori del Corpo di Ballo, sei ospiti dell’Orchesta Popolare e 3 del Corpo di Ballo.
Notte della Taranta 2019, gli ospiti
Nel cast di artisti ospiti d’onore della serata chiamati a reinterpretare alcuni brani della tradizione salentina Elisa, Guè Pequeno, Salif Keita, Enzo Avitabile, Alessandro Quarta e Maurizio Colonna.
E ci ha provato (con fatica) anche Pequeno, che ha tentato di rappare con “La coppula”, il canto di lavoro “Lu sule calau” e la pizzica di Corigliano d’Otranto.
Uno dei principali messaggi del festival è stato il tema dell’interculturalità e dell’integrazione con l’esibizione di Salif Keita e le voci dell’orchestra popolare per descrivere il sodalizio tra Africa e Salento.
Contaminazioni anche tra la musica salentina e la tradizione napoletana con la rivisitazione delle pizziche di Cellino San Marco,Torchiarolo e della tarantella di San Michele con le quali come di consueto Enzo Avitabile ha trascinato nelle danze spingendo nel contempo il pubblico alla riflessione, ricontestualizzando “U pecuraru”, brano tratto dalla cultura popolare maschilista terribilmente attuale. Straordinari anche i virtuosismi battenti di Alessandro Quarta con il suo Stradivari e Maurizio Colonna con il suo brano Taranta.
I 40 brani della tradizione popolare con la direzione artistica di Daniele Durante sono stati accompagnati da Fabio Mastrangelo maestro d’orchestra eclettico che ha assunto il ruolo di presentatore e intrattenitore del pubblico, mentre Belen Rodriguez e Stefano De Martino hanno commentato dall’alto di un edificio adiacente al palco con una sola apparizione a conclusione della serata.
“Aremu” “Calinitta” l’esibizione di Elisa in grico
Impeccabile l’interpretazione di Elisa che dopo aver studiato la lingua locale ha cantato in grico i brani “Aremu” “Calinitta” e, in dialetto salentino Pizzica di Galatone, omaggiando il caloroso pubblico con una versione inedita di Luce. «Per la Notte della Taranta ho chiesto aiuto a Emma, Alessandra Amoroso e Giuliano Sangiorgi in una chat comune “Pizzicarella aiuta tua sorella” » – ha affermato l’artista.
Abbiamo chiesto ad Elisa cantautrice, compositrice e polistrumentista dalle origini gallipoline:
Come si può portare la tradizione della taranta su scala internazionale consentendone la fruizione ad un pubblico esteso senza tradirla?
“Io penso che lo stiano già facendo, perché credo che paradossalmente la Notte della Taranta sia quasi più conosciuta all’estero che in Italia nel senso che penso ci siano tantissime emittenti televisive straniere che da anni vengono a riprendere la Notte della Taranta. Per loro è ovvio che quello che succede è straordinario e lo è, infatti sono contenta che diventi una diretta di quattro ore nel nostro paese. Spero che continui ad esserlo perché è proprio un gioiello così com’è. È la ricchezza e la bellezza di questa realtà a portare a questo straordinario risultato, il fatto che le tradizioni meravigliose della cultura di etica e un’apertura mentale contemporanea permettano una musica, una festa, una contaminazione, uno scambio umano di larghissimo respiro tanto da essere internazionale. Credo che la Taranta sia internazionale per natura, infatti lo hanno capito mi sa prima di noi all’estero dove la notte della taranta è considerata la festa di paese più importante del mondo”.
Molto discussa la scelta dei due conduttori Belen Rodriguez e Stefano de Martino per la prima diretta da Rai2 che hanno ricevuto numerose critiche da giornalisti e pubblico sui social i quali non hanno visto di buon occhio la scelta di due personaggi così lontani dalla tradizione salentina.
Come si configurano i due presentatori nella compagine del festival fatto di connubio tra tradizione cultura e arte?
Lo abbiamo chiesto a Carlo Freccero noto come uno dei massimi esperti italiani di televisione. Scrittore, esperto di comunicazione, professore universitario, massmediologo è stato uno dei grandi protagonisti della tv negli ultimi 30 anni, attualmente direttore di Rai2.
Risponde il direttore di RAI2 Carlo Freccero
“Io sono veramente un culture della Taranta, conosco molto bene gli studi dell’antropologo De Martino quando ho studiato all’esame di filosofia antropologia culturale e sono molto colpito da questa manifestazione che io ritengo tra le più belle. Mi sembrava quindi veramente non elegante mandarla in oda su una rete culturale minoritaria. Io credo che debba essere divulgata a tutti non solamente ai cultori e agli innamorati di questa tradizione incredibile, favolosa, emblematica che nasconde migliaia di significati che si intersecano fra loro. È chiaro che occorre che queste manifestazioni proseguano nel tempo e non siano solo gioielli custoditi in una cultura museale e naturalmente ho scelto un maestro di critica musicale, Gino Castaldo che faccia il mediatore”.
“In questo contesto in questa chiave era molto importante prendere due personaggi più mediaticamente tarantolati nei social e nei media e prendere soggetti a cui spiegare questo diverso così antico, così misterioso che nasconde tutta la sofia. Mi è sembrano normale il modo di fare una tv che si aggiorni nei tempi e non un tabernacolo dove la purezza è tutto. È chiaro che la manifestazione rimane pulita. Non è toccata, è integralmente trasmessa. Ma che qualcuno la spieghi, è questa l’operazione culturale che si fa. Naturalmente è un lavoro che so benissimo avrebbe creato un rumore assordante. Mi dispiace quando vedo sulla stampa giornalisti che come Venegoni fanno battute, vuol dire che non hanno compreso tutto quello che c’è nascosto. Io sono orgoglioso che su Rai2 ci sia la Taranta”.
Notte della Taranta, un evento davvero internazionale?
Proprio il noto critico e giornalista Marinella Venegoni, battute a parte, con occhio clinico ha anticipato in conferenza stampa che nella realtà non sarebbe stato poi così internazionale, limitando l’internazionalità alla sola presenza di Salif Keita.
In effetti guardando lo spettacolo dalla parte della platea, senza dubbio straordinario per la potenza dei fonemi di una lingua arcaica e le affascinanti contaminazioni di sonorità diverse quando eseguite da artisti di spessore come in questo caso, tuttavia gli ingranaggi della scena sembrano aver “rullato” un po’ troppo sulla presenza di pochi ospiti quasi tutti italiani e talvolta ha rasentato il kitsch.
È anche vero che non è di certo semplice riuscire a coinvolgere un gran numero si artisti di livello internazionale che accettino di esibirsi in una lingua così ostica ed interpretare una realtà musicale fatta di simboli sconosciuti e complessi.
Le critiche dei “tarantolati” e dei nuovi tarantati
In merito invece alla teoria con la quale il direttore Freccero simpaticamente ha giustificato la scelta di Belen Rodriguez e Stefano De Martino a giudicare dai commenti durante la diretta sulla pagina facebook ufficiale della notte della taranta 2019, non sembra aver convinto non soltanto la critica ma lo stesso pubblico di “tarantolati” che hanno lamentato continue interruzioni con commenti del tipo:
«Brutta regia televisiva (RAI 2), presentatori televisivi scadenti». «Non si è compreso il motivo per cui ci fossero due presentatori su 3 messi lì per ampliare il target» «Presentatori impacciati, improvvisati, fuori luogo. »
« Lo spettacolo, per coloro che hanno seguito via tv, è stato fortemente condizionato in negativo dalle continue interruzioni per commenti ed interviste e ciò non ha reso merito né alla scaletta né agli ospiti intervistati a spizzichi e bocconi» « Fantastica notte in diretta tv, peccato che viene continuamente interrotta da tre intrusi con commenti »
Notte della Taranta 2019
Tralasciando la coppia di “intrusi” che quando non totalmente ignorati hanno forse creato più scontento che curiosità, e il cortocircuito tra il kitsch e l’arte certo è che un primo grande sforzo di divulgazione è stato fatto con la nazionale su Rai2.
Dato il successo di questa edizione, forse Freccero in futuro potrà osare qualcosa di veramente coraggioso: affidare la diretta a giovani influencer che sappiano parlare empaticamente a tutti, tarantolati e non. Che sappiano andare più in profondità ottemperando senza imbarazzi all’importante “missione pedagogica” della Rai, oltre che mediatica.
Forse sarà così che anche le masse cominceranno a fare propria la vera “sofia” della Taranta, non banalmente intesa come una danza passionale scaturita da un morso che porta al ballo sfrenato, ma il tarantismo inteso come ricerca e analisi dell’interiorità, consapevolezza delle proprie debolezze e dei propri limiti. Un’esplorazione musicale che può divenire in particolare per le nuove generazioni esplorazione del Sé de delle morfologie degli stati depressivi. Terapia per uscire da uno stato di crisi attraverso la condivisione, l’accettazione della diversità e l’aiuto del prossimo.
Forse le masse hanno bisogno di modelli, non modelle che sappiano mostrare la strada per la catarsi, la riscoperta di valori antichi mitici e senza tempo.
Rosa Auriemma