Quando inizia il Medioevo? Quando finisce il Medioevo? Come si divide? Ma soprattutto che cos’è il Medioevo e perché viene chiamato così? Sono tante le domande che si possono fare su un’epoca che viene ritenuta a torto un’età buia. In questo articolo daremo alcune istruzioni per l’uso al Medioevo, spiegando quando inizia e finisce questa epoca, come si divide e soprattutto cosa significa il termine.
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Cosa significa la parola Medioevo?
La parola Medioevo significa “età di mezzo” e deriva da alcune espressioni latine come media aetas, media tempora e media tempestas. Alcuni intellettuali del XV secolo indicavano così quella che ritenevano un’età buia tra la splendida età classica, quella caratterizzata dalla civiltà greco-romana, e la rinascita dell’Umanesimo.
Si tratta di un giudizio superficiale e che non tiene conto dello splendore che ha avuto questa presunta età di mezzo, ma questo termine è diventato di uso comune nel tempo.
Nel Seicento si arrivò all’utilizzo delle espressioni medium aevum e middle age per indicare l’epoca di mezzo. Già lo storico dell’arte Giorgio Vasari, italiano, divideva la storia dell’umanità in tre epoche, in cui il Medioevo risultava essere l’età di mezzo.
Gli uomini del passato cercarono così di inventare periodizzazioni, ossia periodi con cui dividere e mettere ordine alla storia dell’uomo. Da allora questo periodo è stato marchiato come epoca oscura della storia dell’umanità.
Quanto dura il Medioevo? Dura all’incirca mille anni, in base alle date indicate dagli storici, nel tempo, per dividere questo periodo.
Quando inizia il Medioevo?
La data convenzionale con cui gli storici fanno iniziare il Medioevo è il 476. Si tratta dell’anno in cui il generale barbaro Odoacre depose l’ultimo imperatore dell’Impero Romano d’Occidente, Romolo Augustolo. Fu in realtà una data poco traumatica per gli uomini di quel tempo; era piuttosto frequente assistere a deposizioni e uccisioni improvvise degli imperatori, in un periodo di totale decadenza dell’Impero Romano d’Occidente, ossia la parte occidentale dell’Impero Romano che si era diviso in due qualche decennio prima.
Forse fu più traumatico, come anno, il 410, ossia la data del sacco di Roma da parte dei Visigoti. Fu il primo momento, dopo diversi secoli, in cui un popolo invasore saccheggiò Roma (gli ultimi furono i Galli, nel IV sec. a.C.!). Tale evento sconvolse gli intellettuali del periodo, come Agostino da Ippona, e colpì molto più della fine dell’Impero, di cui non si accorse in realtà nessuno.
Quando finisce il Medioevo?
Ci sono più opinioni su quando finisca l’Età di Mezzo. La data convenzionale con cui gli storici italiani fanno finire il Medioevo è il 1492: è l’anno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Questo evento segnerebbe, quindi, l’inizio della modernità, dell’età moderna caratterizzata dalle nuove scoperte. In realtà si tratta di una data convenzionale e la transizione è molto più dolce e meno netta. Uomini simbolo del XVI secolo come Colombo o Martin Lutero hanno una mentalità non troppo dissimile dagli uomini del Medioevo.
Altre date usate per stabilire quando finisca il Medioevo sono date vicine ma legate ad eventi altrettanto importanti. Alcuni storici indicano come data di fine dell’Età di Mezzo il 1453, quando i Turchi conquistarono Costantinopoli, capitale dell’Impero Romano d’Oriente, segnando la fine di un Impero millenario.
Ci sono poi altre date scelte dagli storici di alcuni paesi europei come momento in cui finisce il Medieovo: in Inghilterra, ad esempio, è indicato il 1485, inizio della dinastia Tudor; in Francia il 1494, quando re Carlo VIII discende in Italia col suo esercito; più significativo ancora è il 1517-19, vale a dire quegli anni in cui Martin Lutero pone le basi della sua Riforma protestante e in cui Carlo V divenne imperatore in Germania.
Quali sono le periodizzazioni del Medioevo?
Gli storici hanno inventato alcuni sotto-periodi del Medioevo con cui si divide questa lunga epoca di mille anni. La divisione che è maggiormente nota in Italia è quella tra Alto Medioevo e Basso Medioevo. Abbiamo quindi un primo periodo che va dal V secolo all’anno Mille e un secondo periodo che inizia dall’anno Mille e finisce nel XV secolo.
L’anno Mille dividerebbe quindi il Medioevo in due epoche, una prima età maggiormente “buia” e una seconda età di rinascita. Questa divisione non è però condivisa da tutti gli storici. Nelle tradizioni dei paesi anglosassoni l’Età di Mezzo si divide in tre epoche: un Early Middle Ages dall’inizio al XI secolo, un High Middle Ages, tra i secoli XII e XIII, e un Late Middle Ages, ossia un Tardo Medioevo, fino al XV secolo.
Si tratta di una divisione del Medioevo simile a quella della storiografia tedesca, che divide quest’epoca in Frühmittelalter (V-VIII secolo), Hochmittelalter per i secoli intorno all’anno Mille e Spätmittelalter per i secoli dal XII e XV secolo.
Gli storici italiani comunque usano espressioni come “secoli centrali del medioevo” (o Pieno Medioevo) per distinguerli dai secoli precedenti e seguenti. Si tratta del Medioevo centrale, di quello che maggiormente ha influenzato il modo con cui noi pensiamo l’Età di Mezzo, il periodo delle cattedrali e dei castelli, del feudalesimo e delle cosiddette “monarchie nazionali“.
Il Tardo Antico
Gli storici hanno anche concepito un’età di transizione tra l’età antica, classica, e il Medioevo, parlando di un “Tardo antico“. Questo periodo arriva a comprendere l’inizio del Medioevo (V-VI sec.). Non dobbiamo infatti pensare ad epoche che vengono stravolte all’improvviso da un anno all’altro, ma a cambiamenti lenti. Il concetto di Tardo antico è stato introdotto per spiegare quell’età di transizione che aveva alcune caratteristiche dell’epoca antica ma già presentava alcuni dei caratteri originali del Medioevo.
Chi governava nel Medioevo?
I principali poteri dell’epoca medievale, almeno nel Basso Medioevo, erano l’Impero e il Papato. La presenza dei cosiddetti poteri universali come principali autorità politiche caratterizza, però, solo una parte del Medioevo e la situazione era molto più complessa.
Nei primi secoli del Medioevo si era formato un ceto dirigente misto nel primo caso di integrazione vera tra i popoli germanici e i latini, ossia il Regno dei Franchi. Questo nuovo ceto dirigente altomedievale aveva conferito alle istituzioni e alla struttura sociale un carattere ibrido. I vincoli personali della tradizione tribale germanica si sommavano alle concezioni territoriali del potere di stampo latino.
Questo carattere ibrido è l’elemento caratterizzante del Sacro Romano Impero carolingio. Il titolo di imperatore era, però, più un titolo onorifico che qualcosa che conferisse davvero maggiore potere a chi lo deteneva. Carlo Magno regnava in qualità di re dei Franchi. L’Inghilterra fu sempre esclusa dall’Impero e imperatori come gli Ottoni e Barbarossa pretesero rispetto in Italia in virtù di re d’Italia e non in qualità di imperatori.
Per quanto riguarda il papato, solo dopo il secolo XII il papa risulta essere il capo assoluto di tutta la Cristianità cattolica, come sarà anche nell’età moderna e contemporanea. Ma fino all’avanzato secolo XI non era stato così: il papa era soltanto il vescovo di Roma che aveva un “primato d’onore” ma non governava universalmente la Chiesa.
Cosa ci fu dopo il Medioevo?
Dopo il Medioevo ci fu l’inizio dell’età moderna, la cui prima fase è definita “prima età moderna” o “età delle scoperte“. È caratterizzata dalle conseguenze della scoperta dell’America, che contribuì allo sviluppo della cosiddetta economia-mondo, ossia all’instaurarsi dell’interdipendenza economica tra i vari continenti, soprattutto dopo la colonizzazione spagnola del Centro e Sud America.
L’Europa fu sconvolta dalla riforma protestante, che spaccò la Chiesa e portò a guerre di religione che ebbero il proprio culmine con la Guerra dei Trent’Anni (1618-1648) che segnò la fine dell’età confessionale.
Davide Esposito
Bibliografia
- Giuseppe Sergi, L’idea di Medioevo. Fra storia e senso comune, 2005.