Accompagnate dalle note di un brano degli Skrillex, le prime scene di Spring Breakers ci portano su una spiaggia gremita di ragazzi festanti. La regia si sofferma su ragazze in pose provocanti, fiumi di alcol e piscine piene di gente urlante. Harmony Korine ci introduce così al suo Spring Break, un periodo di pausa dalle lezioni a inizio primavera tipico dei paesi anglosassoni.
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Spring Breakers: la trama
Spring Breakers racconta le vicende di quattro ragazze, Faith, Brit, Candy e Cotty, che usano i soldi di una rapina per pagarsi le vacanze. Nei giorni di delirio dello Spring Break, fanno la conoscenza di Alien, rapper e criminale che le aiuta nel momento del bisogno. Ammaliate dal carisma del delinquente e dal suo stile di vita, le ragazze stringono con lui un profondo legame che cambierà le loro vite.
Spring Breakers e la Britney-generation
A tratti ironico, a tratti spietato, Spring Breakers veste i panni di un racconto adolescenziale per far luce su una generazione ormai priva di valori. Il provocatorio regista dipinge una società dove ciò che conta sono solo il divertimento e il profitto personale. Nel farlo, si affida a un gruppo di attrici note per aver coperto questa realtà, durante i primi anni di carriera, con un velo di magia e speranza. Due nomi spiccano: Selena Gomez e Vanessa Hudgens, in passato attrici di punta del carrozzone Disney.
La simpatica maghetta e la bella secchiona di Disney Channel sono gettate in un mondo violento e corrotto che le priva di ogni freno inibitorio. E se il personaggio della Gomez, Faith, si accorge degli errori commessi, riuscendo a mettersi in salvo, la conturbante Candy abbraccia tutto quello che le viene offerto, adattandosi alla realtà che la circonda e divenendone un ingranaggio.
Fondamentale anche la figura di Britney Spears, ritenuta da Korine strettamente legata alla generazione che vuole raccontare, come una sorta di progenitrice. Una scena del film è accompagnata da uno dei suoi brani, Everytime. La canzone, delicata e intima, si lega però a immagini di furti e violenze, creando un connubio paradossale ma incredibilmente funzionante.
Lo Spring Break: un’esperienza mistica
Sarebbe però sbagliato considerare il lavoro di Korine frutto di una visione miope, oscurata dalla nostalgia per un (inesistente) passato ideale. Il regista non parte prevenuto nei confronti delle sue giovani protagoniste; al contrario le racconta mettendo in luce l’incertezza, la paura, ma anche la sfacciataggine e le speranze tipiche di un’età difficile.
Obiettivo delle ragazze, in fondo, non è solo il divertimento, ma fuggire da una vita ripetitiva e opprimente e trovare le vere loro stesse. Sono ragazze confuse e immature che non riescono a comprendere a pieno le conseguenze delle proprie azioni. La vita è un gioco e persino rapinare un fast food diventa semplice, se si pensa di essere in un videogame.
Soltanto l’insicura Faith è dilaniata da dubbi e sensi di colpa. Faith, che unisce in sé lo spirito intraprendente delle altre ragazze e una profonda fede cristiana, è quella che riesce a giudicare con più lucidità le azioni del gruppo. La ricerca del suo io interiore si traduce in un viaggio mistico che ha il suo culmine proprio nello Spring Break. E qui si vede l’intento di Korine di trovare una certa poetica anche in un ambiente che sembrerebbe non averne affatto.
Selena Gomez è la protagonista di una delle scene più intense e affascinanti dell’intera pellicola. Durante i primi giorni di vacanza, la voce fuori campo dell’attrice ci legge una lettera scritta da Faith alla nonna. La ragazza le parla di un posto speciale, forse il più spirituale in cui lei sia mai stata. Un posto pieno di luoghi bellissimi e di veri amici. Ma le immagini ci riportano bruscamente alla realtà vista a inizio film: una realtà di sballo in cui tutto è finto o filtrato da alcol e droghe.
“This is the American dream!”
L’incontro con Alien dà la svolta definitiva alla vita delle ragazze. Interpretato da un istrionico James Franco, Alien esercita un fascino istantaneo sulle ragazze, affezionandovisi a sua volta. Un po’ gentleman, un po’ mentore, il rapper criminale le guida lungo la via del crimine, senza però mai obbligarle a seguirlo. Proprio questo permetterà alle quattro ragazze di imboccare strade differenti con il passare del tempo.
Appassionato di armi e di Britney Spears (“an angel if there ever was one on this earth”), Alien rappresenta tutto quello che le ragazze desideravano. Il suo stile di vita è simbolo di quella spensieratezza tanto agognata, al punto che i giorni con lui sembrano davvero parte di una Spring Break infinita. Lui per primo, d’altronde, è soddisfatto della sua vita da cattivo, della sua villa, dei suoi soldi e della sua collezione di armi. Questo era il suo sogno, spiega a un certo punto, ed è anche “the fuckin’ American dream”.
Ma questo sogno si rivela un miraggio, così come il forte e affascinante Alien. Il personaggio di James Franco dimostra presto di essere una montatura e di non saper vivere nel mondo violento in cui pensa di essersi inserito. Le sue stesse discepole si rivelano più scaltre e più fredde, riuscendo a prendersi gioco di lui e a trionfare dove aveva fallito. Di Alien e del suo sogno americano rimane soltanto la visione sarcastica e amara del regista Harmony Korine.
Davide Proroga