In termini molto generali, la parola stalinismo indica un periodo storico compreso tra il 1924 e il 1953. In questi anni, l’Unione Sovietica fu guidata, appunto, da Iosif Stalin. La vicenda della Russia rivoluzionaria, tuttavia, presenta una particolarità. Quasi tutti i suoi leader più importanti, infatti, avevano una propria interpretazione del marxismo e del passaggio alla società comunista. Per questo motivo, sui libri di storia che si occupano del turbolento periodo, si trovano termini quali leninismo, trotskismo o bucharinismo. Lo stalinismo, tuttavia, non può semplicemente essere uno tra i tanti. Parliamo, infatti, dell’ideologia di colui che, da un certo punto in poi, detenne il potere assoluto.
Non a caso alcuni Paesi del blocco socialista restarono “stalinisti” anche dopo il 1956. Quell’anno, com’è noto, la stessa URSS attuò un enorme processo di revisione contro la memoria del dittatore. Per questo motivo, lo stalinismo non va pensato solo nell’ottica di una teoria che riguarda il compimento della Rivoluzione Russa. Il termine indica, invece, proprio come quelli che si riferiscono al pensiero di altri importanti leader, una dottrina che investe Stato, società ed economia. La sua importanza per lo studioso di scienze sociali è, quindi, indiscutibile.
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Ai giorni nostri
Un esempio di come lo stalinismo sia un concetto valido ancora oggi? Basta leggere un’intervista rilasciata a inizio gennaio 2018 da Roberto Maroni, noto esponente della Lega Nord. In essa, egli accusa Matteo Salvini, segretario del suo partito, di essersi comportato proprio “da stalinista”. In effetti, aprendo un dizionario, uno dei significati che si ritrova alla voce in questione è proprio questo:
esercizio autoritario e repressivo di un potere politico di matrice marxista.
È evidente, però, che il termine abbia anche un senso figurato. Il potere di Matteo Salvini non è certamente “marxista”. La parola “stalinismo”, quindi, può essere usata, in generale, come sinonimo di politica dispotica. Questo, si badi bene, non è semplicemente un giudizio dei metodi di Stalin e del suo regime. Il concetto di gestione autoritaria del potere dall’interno, infatti, fa esplicitamente parte della visione del mondo staliniana.Tomba di Stalin a Mosca
Nella dottrina del despota, l’unico mezzo per portare a compimento la società comunista era una rigida centralizzazione del potere. Ciò riguardava tanto l’apparato del partito quanto quello dello Stato. Soprattutto il partito non deve consentire alcun tipo di dissenso, che Stalin definiva “marcio liberalismo”. Ciò si evidenziò drammaticamente nelle violente purghe attuate dal suo regime. Similmente, anche lo Stato deve essere una macchina forte ed efficiente, controllando il più possibile la vita economica e sociale. Quest’ultima idea è una palese deviazione dalla dottrina di Lenin, che aveva invece proclamato l’estinzione dello Stato.
Stalinismo ed economia
Dal punto di vista economico, lo stalinismo si caratterizza per il suo ricorso deciso a due strumenti: la collettivizzazione e l’industrializzazione pesante. Soprattutto il primo venne condotto, com’è noto, con metodi sanguinari. Si eradicarono intere popolazioni e venne “liquidata”, termine dello stesso Stalin, un’intera classe sociale, i kulaki. Ciò era finalizzato al raggiungimento dell’autosufficienza economica, condizione indispensabile, secondo il despota, per la sopravvivenza della Rivoluzione. Per raggiungere questi obiettivi, anche qui, lo stalinismo si prende alcune libertà rispetto al marxismo–leninismo ortodosso. Il sistema economico messo in piedi dal dittatore, infatti, prevedeva un sistema di riconoscimenti e gratifiche in denaro. Queste, per quanto finalizzate a dotare l’URSS di una necessaria élite burocratica, erano una deviazione rispetto all’assoluto egualitarismo del marxismo ortodosso. Lo stesso Stalin non nascondeva il suo disprezzo esplicito per coloro che definiva “livellatori”.
Stalinismo e politica internazionale
Infine, riguardo alle relazioni internazionali, è nota la teoria stalinista del “socialismo in un solo Paese”. Essa, in opposizione all’idea trotzkista della “rivoluzione permanente“, affermava che il compito dell’URSS era dedicarsi, da principio, a stabilizzare il nuovo regime nei propri confini. Solo in un lontano futuro si sarebbe, poi, potuto pensare ad una “esportazione” della rivoluzione. Ciò era, ancora una volta, in contrasto con le idee originali di Marx. Il filosofo tedesco sosteneva, infatti, che la lotta comunista dovesse necessariamente avere carattere internazionale. Lo stesso Lenin aveva ribadito una teoria simile quando, nell’ambito della Terza Internazionale, aveva bandito qualunque forma di patriottismo. Stalin, del resto, devierà ancora di più quando proclamerà, negli anni ’30, l’ideologia dei Fronti Popolari. Inviterà, cioè, i comunisti a riappacificarsi, in chiave antifascista, con le forze socialiste e socialdemocratiche, oggetto di disprezzo fin dai tempi di Marx.
Ci sarebbero, poi, tutta un’altra serie di questioni interessanti sullo stalinismo. Una delle più particolari, proposta dallo storico George Mosse, è la cultura sessuale:un’altra deviazione di Stalin rispetto al marxismo ortodosso. Il despota, infatti, diede il via ad una repressione particolarmente decisa dei costumi e della morale. Certo, l’URSS introdusse anche istituti come divorzio, aborto ed equiparazione tra figli legittimi e naturali. Dall’altro lato, però, si contraddistinse ad esempio per la spietata repressione degli omosessuali.
In definitiva, da qualunque lato lo si guardi, lo stalinismo si presenta come una dottrina autoritaria, repressiva e centralistica. Caratteristiche solo sue o proprie di tutto il comunismo? La domanda è sicuramente interessante, ma non rientra nell’oggetto del nostro articolo.
Francesco Robustelli
Bibliografia e sitografia
AA.VV., Nuovi profili storici vol.3, dal 1900 a oggi, ed.Laterza, 2012.
Cigliano Giovanna, La russia contemporanea. Un profilo storico, ed.Carocci, 2013.
Mosse George, Sessualità e nazionalismo, 1982, it.Laterza, 2011.
I Grandi Dizionari Garzanti, Italiano, ed.Garzanti Linguistica, 2008.
https://www.corriere.it/politica/18_gennaio_11/lega-l-affondo-maroni-a227da28-f6a8-11e7-b0f9-ae3913959e9e.shtml?refresh_ce-cp
https://www.britannica.com/topic/Stalinism
Fonti media
L’immagine di copertina è ripresa dal sito: https://wallpapercave.com/stalin-wallpapers-hd