Maschera 404, la mostra al teatro Il Principe

Nonostante sia alle prese con la sua prima mostra, Maschera 404 non è il tipico artista esordiente. La sua arte, infatti, non pare inserirsi nel solco di alcuna tradizione né, al contrario, inseguire forzatamente una qualche innovazione. Le tele di Maschera 404, nome d’arte di Giovanni De Rosa, costituiscono, infatti, un prolungamento vivo e pulsante della sua interiorità.

Fondamentale per l’artista è, di fatti, la volontà di stabilire una comunicazione tra la propria vena creativa ed il mondo esterno, passando attraverso una realizzazione istintuale delle tele, spesso influenzata dall’umore e dagli avvenimenti quotidiani più che da una qualche forma di pianificazione.

Quella di Maschera 404 non si configura però come arte astratta, bensì concettuale, dato che, alla realizzazione di ogni tela, fa comunque seguito una meticolosa analisi volta a riportare a galla gli elementi inconsci ivi trasposti. Tale procedimento, oltre a permettere al’autore di conoscere meglio se stesso, conferisce alle tele un valore aggiunto, determinato proprio dalla loro intima simbologia.

L’arte di Maschera 404

Nato nel 1994, Maschera 404 è dotato di una profonda vena creativa che, a causa di un lavoro totalizzante, ha dovuto a lungo reprimere. Una vena che necessitava però di uno sfogo, da prima ricercato nel mondo del teatro e, in seguito, in quello della pittura.

Maschera 404
Vertigine

Il suo principale obiettivo è instaurare una comunicazione tra il proprio mondo e quello degli osservatori, mettendo in discussione la loro percezione della realtà.

Caratteristico, ad esempio, è l’uso di inserti in oro in grado di far apparire una medesima tela differente a seconda della luce sotto cui la si osserva.

Forte è poi la passione di Maschera 404 per i particolari impercettibili che, se notati, modificano completamente la visione d’insieme delle sue opere.

Altrettanto significativa è la decisione di dipingere più volte lo stesso soggetto, in momenti caratterizzati da un diverso stato d’animo. La differenza tra le tele risultanti non farà, infatti, che sottolineare ulteriormente quanto la realtà da noi percepita abbia ben poco di oggettivo.

Netta la prevalenza del nero, dell’oro e del bianco, colori particolarmente adatti per esprimere le sfumature di un’interiorità tormentata e in costante mutamento. Un’interiorità che monopolizza il processo creativo, ritenuto dall’artista ben più importante della stessa opera conclusa.

La mostra

Coerentemente con la convinzione che la vera felicità sta nell’uscire dalla propria zona di comfort assecondando le proprie inclinazioni, Maschera 404, dopo una lunga riflessione, grazie anche al contributo offerto dalla fotografa Serena Schettino ha deciso di mettersi in gioco con la sua prima mostra.

Maschera 404

Essa si terrà presso il Teatro “Il Principe”, sito in Via Ripuaria, Contrada Scafati, 63 Varcaturo (NA), i giorni 19 e 20 Ottobre. Nella prima data l’apertura sarà alle 19.30, mentre nella seconda alle 19.00. L’ultimo ingresso è, invece, previsto per le ore 22.30.

Non si tratterà, tuttavia, di una normale mostra di pittura. In primis, infatti, la disposizione delle luci sarà tale da massimizzare il già citato effetto degli inserti dorati, consentendo alle tele di mostrare la loro “duplice natura”. In secondo luogo sarà, poi, presente una parte interattiva/recitata legata alla rappresentazione di uno dei temi più cari all’artista; il peso delle barriere mentali.

La caratteristica più peculiare, tuttavia, è legata all’aspetto “economico” della mostra. L’ingresso sarà, infatti, gratuito, mentre le tele, la cui messa in vendita o meno dipenderà dalla volontà dell’artista, potranno essere acquistate unicamente mediante un’offerta a scatola chiusa. Non necessariamente, però, le tele andranno a chi sarà disposto a pagare di più: per Maschera 404, infatti, più che il guadagno conta l’autenticità e un’offerta minore, in presenza di un maggiore coinvolgimento, potrebbe prevalere su una più consistente.

Totalmente gratuiti saranno invece alcuni segnalibri, dotati di particolari proprietà, e le fotografie delle tele, realizzate dalla già menzionata Serena Schettino.

Alessandro Ruffo