Nella saga cinematografica Pirati dei Caraibi l’Olandese Volante e il suo capitano maledetto Davy Jones occupano un posto di rilievo, ma quanto della vecchia leggenda è presente in questi film?
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La leggenda
Se le storie sulle case infestate dai fantasmi popolano tutto il mondo non stupisce che leggende simili abbiano coinvolto anche navi e vascelli. Le navi fantasma sono infatti parte del patrimonio folkloristico dei marinai alla pari di sirene e mostri marini da tempo immemore. Per spiegare l’origine di queste storie sono state formulate ipotesi che includono le illusioni ottiche e le cronache di navi scomparse.
Fata Morgana ed equipaggi sfortunati
L’illusione ottica maggiormente accreditata come causa delle storie sulle navi fantasma è soprannominata “Fata Morgana“. Curiosamente, anche se questo nome richiama un personaggio della saga di re Artù (la Fata Morgana appunto) è un appellativo di origine italiana. Questo miraggio può aver luogo in ambienti enormi come il mare aperto ma anche il deserto. Non riguarda solo le imbarcazioni ma qualsiasi cosa che può essere osservata da una posizione molto lontana dall’oggetto in questione, anche abitazioni. L’oggetto sembra così sdoppiato e sollevato rispetto la linea dell’orizzonte. Anche un attento marinaio di vedetta avrebbe potuto credere di vedere un’imbarcazione volante a causa di questo miraggio!
Ma oltre alle illusioni ottiche si ha notizia di imbarcazioni che nel corso della storia sono scomparse per poi ricomparire inaspettatamente. Perfino in un fiume italiano, il Po, è riaffiorata nel 2018 una intera nave da guerra, la San Giorgio, scomparsa settanta anni prima.
Si ha memoria poi di imbarcazioni che sono state ritrovate in buone condizioni ma con i corpi senza vita dei membri dell’equipaggio (è recente la vicenda della barca di Manfred Fritz Bajorat). O ancora, la circostanza ben più misteriosa in cui l’equipaggio è completamente scomparso. Uno dei casi più famosi di questo tipo riguarda la Mary Celeste, brigantino canadese del diciannovesimo secolo.
Il vascello volante
L’Olandese Volante è divenuto col tempo l’icona di tutte queste narrazioni comparendo per la prima volta in testi scritti nel diciannovesimo secolo. La sua storia non era molto diversa da quella di altre navi e la popolarità di questo vascello va rintracciata nella fantasia degli scrittori che hanno saputo arricchirla trasformandola in un mito. Secondo alcune versioni l’Olandese Volante e il suo capitano, chiamato Van der Decken, avrebbero affrontato l’oceano per oltrepassare il Capo di Buona Speranza. Il viaggio, che aveva scopi mercantili, non andò però a buon fine e Van der Decken fu maledetto per aver imprecato contro Dio.
L’Olandese Volante secondo Brian Jacques
Lo scrittore Brian Jacques realizza una descrizione affascinante dell’Olandese Volante e del suo capitano in uno dei suoi romanzi. Nel momento cruciale della trama Jacques così scrive:
«Non un’anima a bordo credeva che l’olandese avrebbe potuto mettere il vascello in condizione di navigare tutto da solo. Ma Vanderdecken ci riuscì. Per tutta una notte e per metà del giorno seguente lo si sentì battere colpi, spostare oggetti, arrampicarsi sugli alberi della nave, trascinare vele […]. Infine fu tanto folle da tranciare di netto le ancore di sicurezza a prua e poppa, per poi precipitarsi alla ruota del timone e legarvisi saldamente. […] Dopo una settimana il cibo e l’acqua finirono. […] Vanderdecken, ormai completamente fuori di sé, sbraitava e imprecava strappandosi i capelli e agitando il pugno esangue contro il mare e contro il cielo. Altre volte scoppiava invece in una risata, oppure, in preda al delirio, in un pianto incontenibile […] quando si fu liberato […] puntò con violenza la spada al cielo, quasi volesse trafiggerlo, e iniziò a maledire il maltempo, la sconfitta, Dio stesso!»
B. Jacques, La vera storia dell’Olandese volante, pp. 54-56.
Letteratura, teatro, musica e cinema
L’Olandese Volante, dopo aver raggiunto una certa notorietà, passò facilmente dalla letteratura ad altre forme d’arte. L’imbarcazione maledetta fu prima il soggetto di un’opera teatrale di Wagner nel 1843. Successivamente ritroviamo questo vascello in un quadro del 1896 di Albert Ryder, pittore che prediligeva come soggetti i protagonisti di leggende e racconti. Nel XX secolo il suo nome compare in fumetti, serie televisive, videogiochi, e anche nello sport. Numerosi cantanti inoltre fanno riferimento all’imbarcazione maledetta nei loro brani musicali. Di questi ultimi ricordiamo, tra gli italiani, i Nomadi, Francesco Guccini e Teresa De Sio.
In quanto al cinema, nel 1951 fu realizzato un film dal titolo Pandora and the Flying Dutchmen in cui la protagonista, Pandora Reynolds, si innamora di un uomo che si scoprirà essere il capitano maledetto dell’Olandese.
Pirati dei Caraibi: cambio di capitano per l’Olandese Volante
Più di mezzo secolo dopo Pandora la nave fantasma fa capolino nel secondo e nel terzo capitolo della saga cinematografica Pirati dei Caraibi intitolati rispettivamente La maledizione del forziere fantasma (2006) e Ai confini del mondo (2007). In ambo i film però l’imbarcazione è molto diversa dalle descrizioni del passato. Quella che era una nave mercantile è ora un galeone da guerra con decine di cannoni. A comandarlo non è più Van der Decken né un olandese bensì Davy Jones, un pirata affetto da una terribile maledizione. Questo personaggio è ispirato ad altre leggende del folklore marinaro in cui Davy Jones è un demone dei mari. Tuttavia, prima di Pirati dei Caraibi, non vi era un nesso tra lui e la nave maledetta.
Nella saga cinematografica Davy Jones è descritto come colui che avrebbe dovuto traghettare i morti con l’ausilio dell’Olandese. Avendo tradito questo compito ha provocato una corruzione di se stesso, dell’equipaggio e della nave. Così, al posto delle originarie sembianze umane lui e la sua ciurma hanno ora parti del corpo simili a quelle di creature marine. La nave in egual modo è ricoperta di piante acquatiche, lische e ossa umane. Non solo: alcuni membri dell’equipaggio si sono ancorati alla struttura maledetta divenendo un tutt’uno con essa.
In Ai confini del mondo, Jack Sparrow, protagonista della saga, ruba poi il cuore di Davy Jones lasciando che sia l’amico in fin di vita William Turner a pugnalarlo. Morto Davy Jones, William, divenuto il nuovo capitano della nave, riporta l’Olandese Volante a traghettare le anime.
L’Olandese Volante contro la Perla Nera: due ideali a confronto?
«Dovunque vorremmo andare andremo, una nave è questo in realtà. Non è solo una chiglia, con uno scafo e un ponte o delle vele, sì, la nave è fatta così, ma ciò che una nave è… ciò che la Perla Nera è in realtà… è libertà!»
Johnny Deep (Jack Sparrow) in Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna
Cosa rappresentano le navi in Pirati dei Caraibi? Ognuna ci racconta qualcosa degli uomini che vi sono a bordo e dei loro ideali. Le navi inglesi sono ordinate, eleganti, pulite e inquadrate. Quelle dei pirati sono caotiche, multietniche, diverse tra loro, perdono pezzi, ne guadagnano altri, cadono in maledizioni e ne sfuggono.
La differenza tra l’Olandese e la Perla (la nave di Jack Sparrow) è più sottile. L’Olandese Volante e il suo capitano sono accomunati dalla mostruosità dell’aspetto. In apparenza invincibili, si lasciano soggiogare dai nemici che ne fanno un loro strumento. Davy Jones si è cavato il cuore per via del suo amore tormentato per la dea Calipso e questo sarà la sua condanna.
La nave di Jack è invece libera. Capitan Sparrow non è avulso da sentimenti, ma questi non lo soggiogano e nel corso della saga li affronta così come i propri nemici. Questo determina la crescita e la vittoria del personaggio, crescita che L’Olandese Volante e il suo primo capitano non trovano.
La leggendaria nave fantasma diviene così in Pirati dei Caraibi simbolo di una maledizione interiore, propria di chi non è stato in grado di affrontare le proprie paure e ha trasformato uno strumento di libertà in un luogo maledetto.
Luigi D’Anto’
Bibliografia
B. Jacques, La vera storia dell’Olandese volante, Mondadori, Milano 2002.
S. Boni, Mary Celeste, 0111 edizioni, 2014.