Il teatro Il Principe riapre al pubblico dopo la chiusura causata dall’emergenza Covid-19. Un ritorno in grande stile quello voluto da Michele Principe, promotore dell’associazione culturale che gestisce la struttura, il quale ha annunciato l’inizio nuova stagione teatrale con una doppia presentazione tenutasi il 12 e il 13 settembre 2020.
Nel corso dell’evento, svoltosi in Via Ripuaria Contrada Scafati, 63 (Varcaturo) dove ha sede il teatro il Principe, registi e attori hanno parlato del mondo della recitazione, descrivendo i loro prossimi spettacoli e rispondendo alle nostre domande. Di seguito riporteremo una sintesi dei loro interventi più significativi, soffermandoci brevemente sulle trame degli spettacoli.
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Mistero in Convento
La prima opera in programma al teatro il Principe è una commedia che propone una singolare ricostruzione dell’ambiente femminile dei conventi. Un ambiente che l’autore ha voluto raccontare con un pizzico d’ironia senza, però, alcun intento derisorio.
In veste di referente del regista Peppe Carosella è intervenuta l’attrice Patrizia Masiello che ha espresso le sue impressioni circa la sfida rappresentata dal ritorno in scena dopo la chiusura. L’attrice si è mostrata entusiasta di partecipare allo spettacolo d’apertura ma al contempo preoccupata. Centrale nel suo discorso il ruolo del pubblico, chiamato a supportare il teatro in questo momento difficile con la propria partecipazione e il rispetto delle norme di sicurezza.
Matrimoni ed altre disavventure
Lo spettacolo si inserisce nel novero delle commedie degli equivoci, raccontando le vicende di un uomo dalla doppia vita.
Fernando Passiante, regista nella scorsa stagione de Il posto in fondo (da noi recensito), cambia completamente stile, passando da un tipo di rappresentazione statica ad uno più dinamico. Questo cambiamento è l’esito di un’interessante iniziativa promossa da Michele Principe all’inizio della passata stagione. L’organizzatore, infatti, ha convinto i registi a scegliere il soggetto su cui lavorare tramite sorteggio per spingerli a cimentarsi in generi e situazioni che, altrimenti, non avrebbero mai affrontato. Fernando Passiante si è detto particolarmente soddisfatto dall’esito del sorteggio, in quanto, secondo lui, la commedia più pura è ideale per alleggerire gli animi in questo periodo difficileo.
Il regista ha poi raccontato le origini della sua compagnia teatrale, I nudi alla meta, composta da ex attori professionisti riunitisi con l’intento di fare teatro in maniera professionale servendosi inoltre dell’italiano invece del dialetto . Della compagnia fa parte anche lo stesso Michele Principe, unitosi al gruppo dopo una brillante performance che ha destato l’interesse di Fernando Passiante.
Il massacro
Il massacro è una commedia a tratti drammatica incentrata sul tentativo
di due coppie, inizialmente pacifico, di risolvere una controversia. Le buone intenzioni, però, lasciano presto spazio alla polemica e all’invettiva in un costante crescendo di tensione e rabbia.
Alla regia si segnala l’esordio di Andrea Costanza, affiancato dalla più navigata Patrizia Masiello, stavolta intervenuta in veste di regista. Parlando del collega assente, la Masiello ne ha sottolineato la grande perspicacia soffermandosi poi sull’importanza di dare spazio ai giovani nel panorama teatrale. Riguardo allo spettacolo, invece, la regista ha evidenziato quanto le difficoltà dovute alla ripresa delle prove in seguito alla chiusura non abbiano smorzato l’entusiasmo del gruppo.
Un’ambasciata… in ambasce
Un’ambasciata… in ambasce è una brillante commedia degli equivoci, costruita attorno a tre personaggi; due turisti napoletani bloccati in URSS e costretti a cercare rifugio in ambasciata e l’ambasciatore italiano, incapace di gestire la complessa situazione e destinato a soccombere alla strabordante personalità degli inattesi ospiti.
Dello spettacolo ha parlato Antonio Gentile, attore e referente del regista Antonio Fusco. Gentile si è soffermato sulla particolarità dell’opera che mira a trasporre in dialetto e a ricollocare in ambito italiano un soggetto di Woody Allen pensato per il pubblico americano. Il napoletano non sarà, però, l’unica lingua della rappresentazione: vari personaggi, infatti, si esprimeranno in italiano e in altri dialetti della penisola.
Una maratona contro il tempo
Una commedia dalle forti venature intimistiche caratterizzata dalla presenza in scena di soli due attori sulla cui interazione verterà l’intera costruzione narrativa. Il regista, Lucio Piezzo, nella scorsa stagione teatrale si distinse con Non sono Giorgia, spettacolo caratterizzato da un umorismo ispirato al grande modello della commedia americana.
Francesca da Rimini
La regista Imma Pagano mette in scena una commedia di Antonio Petito, scritta nell’Ottocento e ambientata alle soglie dell’Unità d’Italia. L’opera, caratterizzata da una forte componente metateatrale, è basata sul tentativo di una compagnia teatrale improvvisata di rappresentare una tragedia – la Francesca da Rimini di Silvio Pellico – dopo il forfeit dell’ultimo minuto, a teatro già pieno, degli interpreti originali. L’esito sarà catastrofico ma esilarante.
Peppe Citarella, attore e referente della regista, si è soffermato sulla decisione della compagnia di cambiare copione rispetto al previsto adattamento de Il visitatore di Éric-Emmanuel Schmitt. Quest’ultimo testo, basato su un lungo dialogo tra Freud e Dio, è parso in contrasto con la volontà della regista di creare un clima di distensione durante le proprie rappresentazioni. La commedia è, infatti, percepita come un antidoto alla drammatica situazione attuale. L’attore ha poi parlato della difficoltà di trasmettere emozioni al pubblico, obiettivo raggiungibile solo con una totale partecipazione emotiva degli interpreti.
La Rivista Va Rivista Ovvero Varietà per Varie Età
Il regista Costantino Punzo ha espresso la volontà di far rivivere, nel suo Varietà, il mondo dell’avanspettacolo per farlo conoscere ai giovani. Si tratterà, però, di una versione arricchita da elementi contemporanei, in grado di venire incontro anche ai gusti del pubblico attuale. L’avanspettacolo è un elemento fondamentale, inoltre, nella formazione del regista, allievo di Umberto D’Ambrosio, meglio conosciuto come Trottolino.
Un triangolo alle Bermuda
Il tradizionale triangolo moglie – marito – amante viene trasportato nell’inconsueto scenario di un’isola deserta sulla quale non vigono le normali consuetudini sociali. Ciò porta a situazioni totalmente inedite e imprevedibili che, tra le risate, danno anche adito a cupe riflessioni sull’inconsistenza dell’essere umano.
Il regista, Peppino Colace, ha parlato della sua esperienza nel mondo del teatro, iniziata nel 1975. Dopo aver lavorato a lungo come attore, egli ha intrapreso la strada della regia dedicandosi alla gestione di gruppi di attori delle più disparate dimensioni. A causa dell’emergenza Covid-19 il regista ha dovuto però restringere la propria area d’azione agli spettacoli con un numero ristretto di interpreti e personaggi.
Parlando del Teatro Il Principe, Peppino Colace ne ha esaltato l’atmosfera familiare e la comodità del palco che pare quasi dilatarsi durante le rappresentazioni.
Nove volte per amore
Uno spettacolo forte, quello di Lello De Fusco, incentrato sulla tematica del femminicidio e sulle dinamiche malate che possono precederlo. Il filo conduttore delle nove storie rappresentate è, infatti, quello dell’amore che degenera in arma d’annientamento del prossimo. Autori del testo i giovani Savio de Marco e Raffaele Picone, saliti alla ribalta con L’umoristica, realistica rappresentazione delle vicende private della famiglia De Filippo.
Il regista ha parlato del sodalizio che lo lega ai due autori e di come reputi fondamentale per le vecchie generazioni sostenere concretamente la carriera dei nuovi talenti.
Alessandro Ruffo