QAnon è probabilmente la teoria del complotto più diffusa al momento. Nata negli Stati Uniti nel 2016, arriva in Europa nel 2018 per poi espandersi ulteriormente a causa della recente pandemia. A differenza di altri fenomeni simili, ha ricevuto una tale eco da risultare rilevante sul piano socio-politico. Cercheremo qui di mettere QAnon in relazione al discorso dell’antropologo Ernesto de Martino sulle apocalissi culturali e analizzarne i toni religiosi.
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Cos’è QAnon? Cos’è il Pizzagate?
Giugno 2016: migliaia di email di John Podesta, presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton, vengono hackerate e divulgate. Sul sito 4chan, iniziano presto speculazioni sul contenuto di queste mail, raccolte e divulgate poi anche da sostenitori di Donald Trump, come Alex Jones. La teoria di base è che Clinton, insieme ad altri democratici, pratichi violenze a sfondo satanico su bambini.
I sospetti crescono al punto che un uomo, Edgar Welch, credente e sposato, irrompe armato di fucile in una pizzeria, convinto di trovare i bambini prigionieri. Sorpreso dal mancato ritrovamento, viene arrestato e poi condannato a quattro anni di prigione. Nel frattempo, Trump è stato eletto e questo evento (che sarà ricordato come Pizzagate) finisce nel dimenticatoio. Ma non la teoria pedo-satanista. Le basi del fenomeno QAnon sono infatti state gettate.
Nel 2017, sempre su 4chan, compare un utente di nome Q, la cui identità resta ad oggi ignota. Sedicente agente segreto con accesso a documenti top secret, fornisce indizi ermetici (Q drops o crumbles, briciole) su un conflitto segreto tra due parti.
Da un lato un’associazione mondiale, la Cabàl, di cui fanno parte politici e persone facoltose di tutto il mondo. Controllando lo stato profondo (deep state), dominano nell’ombra con il favore dei governi e dei media ufficiali e gestiscono un circolo pedo-satanista. La Cabàl è, a tutti gli effetti, l’incarnazione del male. Dall’altro, il capo dei loro oppositori, l’attuale presidente Donald Trump. Da quando è salito al governo cerca di contrastare, con l’appoggio dei militari, i piani di chi governa il deep state.
Questo conflitto avrà la sua risoluzione in un grande evento, la Tempesta, durante il quale i membri della Cabàl verranno annientati. Seguirà il Grande Risveglio, un nuovo ordine mondiale con a capo Trump e le forze militari.
La crisi del mondo contemporaneo
QAnon non nasce dal nulla, ma da un contesto storico di crisi profonda che attraversa la nostra società globalizzata. Ernesto de Martino (1908 – 1965), nel suo testo La fine del mondo, ne individua le cause già negli ultimi anni dell’800. Sebbene la sua analisi si fermi agli anni ’60, le relative implicazioni sono ancora rilevanti per la crisi del modello occidentale che viviamo ancora oggi.
Per cercare le ragioni della crisi e individuare possibili soluzioni, l’autore analizza la fine di vari mondi culturali: quello cristiano, quello socialista, quelli di tante culture indigene. La fine però non è mai la fine del mondo, bensì di un mondo culturale. Nel corso della storia, numerose culture sono nate e tramontate, succedendo l’una all’altra.
Ciò che consente di continuare a innescare nuovi mondi culturali è una forza sottesa a tutta l’umanità, l’ethos del trascendimento. Con questa definizione, de Martino vuole intendere la capacità umana di produrre senso, di creare un orizzonte di valori che rende abitabile il mondo. Tutto ciò che ci circonda è il risultato di un processo storico di produzione culturale. Grazie a questo processo, si apre un progetto comune e intersoggettivo che dà vita a un mondo culturale.
Il susseguirsi di questi mondi è però messo in dubbio. Esistono infatti due modi di pensare la fine. Una che intende l’apocalisse come rivelazione di un nuovo mondo: un’apocalittica positiva. L’altra che vede l’apocalisse come annichilimento totale: un’apocalittica negativa.
Le radici del fenomeno QAnon
Nel secondo caso, la strada che secondo de Martino ha imboccato il modello occidentale, le energie per dar vita ad un nuovo mondo culturale si prosciugano. Demistificate le due grandi colonne che hanno retto il mondo per secoli, cristianesimo e razionalismo, la società sembra ora dibattersi in un nichilismo privo di direzione. Nichilismo che echeggia la casistica psicopatologica e letteraria che occupa gran parte del testo.
Analizzando ad esempio i deliri di fine del mondo degli schizofrenici, la nausea di Sartre o la noia di Moravia, l’autore illustra il rischio di disfacimento del mondo senza possibilità di riscatto. Le coordinate per orientarsi decadono, senza che ne vengano prodotte di nuove. L’orizzonte comunitario si restringe sempre più, frammentandosi in un individualismo privo di progettualità.
È questo il rischio più grande che l’Occidente deve superare secondo de Martino. La possibilità che non si riesca a superare la crisi fondando un nuovo mondo culturale, restando confinati in un’esistenza inerziale e automatizzata.
QAnon e le teorie del complotto
Nel caso dell’apocalittica positiva, invece, si prospetta sì una crisi del mondo presente, ma anche un riscatto in un mondo a venire. È il caso del cristianesimo, che prospetta una vita ultraterrena. Ma anche del socialismo, che propone una versione laicizzata della terra promessa, ovvero il mondo dopo il rovesciamento del capitalismo.
Proprio nel porre una destinazione finale da raggiungere tramite l’esecuzione di un determinato progetto sta la forza di tanti mondi culturali prodotti finora. E proprio nel deperimento di questa progettualità comune e finalistica sta la sua crisi.
In questa difficile congiuntura, QAnon riesce a crescere proprio perché colma un vuoto di senso. Nel prospettare una lotta tra bene e male e un obiettivo finale da raggiungere, diventa qualcosa di più di una semplice teoria del complotto. Il suo successo va ricercato non solo in particolari congiunture storiche e socio-politiche, ma anche nella sua capacità di dischiudere un orizzonte comunitario.
Soprattutto negli Stati Uniti, numerose sono state le teorie del complotto diffusesi a macchia d’olio. Basti pensare agli UFO e all’area 51, all’omicidio di JFK o all’attentato alle Torri Gemelle. Il focus è sempre lo svelamento di un presunto inganno, l’estraniamento dai media ufficiali per scoprire una verità nascosta. Anche il terrapiattismo, che ha portato alla creazione di un’ampia comunità, non dà luce ad un vero e proprio progetto.
QAnon va oltre. I suoi membri si riuniscono non solo per un obiettivo comune, ma anche nella speranza che l’attuale mondo stia per crollare e che presto ne sorgerà uno nuovo.
Qanon: fenomeno politico o religioso?
Da più punti di vista, QAnon sembra un fenomeno politico dal carattere trasversale. Seppure trovi un’ampia base negli estremismi di destra, raccoglie in generale persone deluse e ostili alla gestione statale. Il suo peso risulta ancora più considerevole se si pensa che molti politici americani vi hanno aderito e c’è anche chi ha ottenuto un seggio alla Camera dei Rappresentanti. Inoltre, membri di QAnon sono stati visti in prima linea durante l’assalto al Campidoglio avvenuto il 6 gennaio 2021.
In Europa, invece, si è diffuso tra i gilet gialli in Francia, tra i Brexiteer in Gran Bretagna e tra i no vax in Italia.
Ma, come abbiamo visto, QAnon è suscettibile di interpretazioni che vanno al di là della politica. Leggendo le storie degli adepti di QAnon prima dell’adesione, si scopre spesso un background di disorientamento, insofferenza, crisi e delusioni personali e/o politiche. La teoria qanonista è un’occasione per cambiare prospettiva sul mondo, fornendo un orizzonte in cui muoversi più facilmente rispetto al caos precedente.
L’individuo entra così a far parte di una storia di cui distingue bene gli attori, la posta in gioco e il proprio ruolo.
Poco a poco, ci si avvicina ad una sfera dogmatica affine alle dinamiche religiose. Accettata la teoria che esista un governo segreto che è la causa di ogni male, il resto scivola in secondo piano. Che QAnon sia contro una setta di pedo-satanisti, ma si diffonda su siti come 8chan o 8kun, ricchi di materiali violenti e pedopornografici, non conta. In virtù di una verità superiore, qualsiasi confutazione o debunking ha poco peso, anzi, è un inganno del sistema corrotto.
QAnon costruisce dunque un cosmo di significati che soddisfa non solo esigenze politiche, ma anche spirituali.
In che senso si può parlare di una nuova religione
I caratteri religiosi che possiamo individuare sono molteplici:
- Un profeta: Q;
- Un testo sacro: l’insieme dei Q drops;
- Un dogma: tutto ciò che dicono i media sono menzogne, la verità è altrove;
- Un messia: Donald Trump;
- Un’incarnazione del male: la Cabàl;
- Un’interpretazione del mondo: una élite segreta domina il pianeta;
- Un popolo oppresso da salvare: tutti coloro che subiscono le angherie della Cabàl e la avversano;
- Un evento apocalittico: la Tempesta;
- Una terra promessa: il mondo dopo il Grande Risveglio.
Come dicevamo, QAnon configura un certo tipo di mondo e offre qualcosa che nell’era della globalizzazione sembra sempre più raro: senso. Senso per l’individuo e per la comunità.
La percezione di uno scopo, di una missione, di una vocazione è un’alternativa allettante rispetto alla crisi senza riscatto di cui sopra. L’adepto di QAnon dedica parte considerevole del proprio tempo a indagare i misteri di Q e a informarsi su canali ritenuti affidabili. Il grado di coinvolgimento, spesso, è tale da portare o a tentativi di conversione dei propri cari o di isolamento rispetto ad essi.
In entrambi i casi, c’è un forte avvicinamento alla comunità qanonista. La teoria di QAnon disegna un progetto comunitario in cui tutti collaborano alla realizzazione di un obiettivo condiviso. Where we go one, we go all (dove va uno, andiamo tutti) è uno degli slogan più in voga. La Tempesta, il momento in cui la società decadente in cui viviamo crollerà, arriverà anche grazie al sostegno offerto da tutti i membri della comunità.
Cosa può insegnarci QAnon
Come si intuisce da quanto detto, QAnon è un fenomeno complesso, dalle radici e dai risvolti multiformi. In La Q di Qomplotto, di prossima pubblicazione (febbraio 2021 ed. Alegre), il collettivo Wu Ming intende ricostruirne un’approfondita cronologia, mostrando l’humus culturale da cui proviene e i casi analoghi accaduti in precedenza.
Qui, ne abbiamo esplorato i risvolti sociali e religiosi. Per quanto si sia cercato di trattarla in modo obiettivo, QAnon resta una teoria complottista e, vista da fuori, un’insieme di ipotesi e illazioni infondate quando non irragionevoli. Ed è anche preoccupante il potenziale di sfruttamento politico ed economico di un fenomeno simile. Nel primo caso si attirano crescenti porzioni di elettorato, nel secondo si monetizza tramite merchandising, libri, patreon, canali social. Per certi versi, QAnon può essere interpretato come uno strumento nelle mani di pochi aggregatori per ottenere poteri e guadagni.
Come abbiamo visto, però, sarebbe riduttivo considerarlo una semplice macchina per consensi e soldi. Che QAnon riesca a raggiungere così tante persone è l’ennesima prova che c’è un desiderio di cambiamento che necessita di essere soddisfatto. Un desiderio che a volte riesce a essere incanalata in movimenti sorprendenti, come il Fridays for Future di Greta Thunberg. Ma che tante altre si sfoga in risposte e percorsi irrazionali.
A prescindere da quale sarà il suo corso vitale, che potrebbe continuare come interrompersi bruscamente, QAnon rappresenta un importante monito. Per quanto si possa fare pedissequamente debunking delle teorie complottiste, non basta. Come illustrava de Martino, la descrizione del mondo del modello occidentale non è più sufficiente o funzionale rispetto ai tempi che stiamo vivendo. C’è bisogno di un nuovo slancio, di un progetto comunitario che dischiuda un orizzonte di senso preferibile a teorie su società segrete di satanisti pedofili che controllano il mondo.
Giovanni Di Rienzo