Il canguro e la sua simbologia nella cultura australiana

Il canguro principalmente vive in Australia. In questo continente ha rivestito un ruolo importante nella simbologia della cultura. Tale tema è l’argomento di questo articolo e la trattazione segue ad una breve presentazione biologica di questo animale.

Cos’è un canguro? Dove vive?

Il canguro è il nome comune con cui si indicano alcune specie di Mammiferi della famiglia dei Macropodidi dell’ordine dei Marsupiali ed in particolare dei Diprotodonti. I Marsupiali devono il loro nome alla tasca marsupiale che è presente nelle femmine e che serve principalmente a contenere i piccoli nei loro primi mesi di vita.

I canguri vivono principalmente in Australia ma anche in Nuova Guinea, in Tasmania ed in alcune isole vicine. I loro habitat sono svariati, dalla steppa alle zone di montagna. Esistono numerose specie che possono variare notevolmente nelle dimensioni. In generale un canguro in cattività può arrivare a vivere fino ai ventotto anni, invece allo stato naturale intorno ai dodici-diciotto anni.

Di solito le grosse specie di canguro prediligono un’attività diurna, al contrario delle piccole specie che sono notturne o crepuscolari, mentre il giorno normalmente preferiscono riposare sotto l’ombra degli alberi.

Molte specie vivono in gruppo ma senza una gerarchia molto rigida e strutture sociali definite. Questi animali sono erbivori, mangiano piante, bevono pochissimo e perdono poca acqua.

I canguri possono risultare pericolosi per le coltivazioni in quanto mangiano i raccolti. Per questo motivo il governo australiano ne consente l’uccisione di un certo numero di esemplari all’anno.

Quali sono le caratteristiche fisiche del canguro?

In generale i canguri presentano una testa con grandi orecchie mobili che permettono loro di avere un ottimo udito, inoltre hanno anche un’eccellente vista e sono dei bravi nuotatori. Hanno una pelliccia folta e ruvida di vari colori ed una pelle molto resistente che li protegge dai raggi solari.

La maggior parte delle specie ha le zampe posteriori più grandi e muscolose rispetto a quelle anteriori ed una coda lunga e muscolosa. Le zampe anteriori terminano con cinque dita che servono principalmente per prendere il cibo ed aggrapparsi.

Nelle zampe posteriori manca il primo dito, mentre il secondo ed il terzo sono uniti per sindattilia ed infine il quarto è il più forte e sviluppato con un artiglio che serve per difendersi. Con queste zampe infatti possono sferrare calci pericolosi. Comunque se sotto minaccia il canguro tende a scappare.

Per quanto riguarda la dentatura presenta quattro incisivi di cui gli inferiori sono più sviluppati. I canini invece o mancano del tutto oppure sono fortemente regrediti.

Quasi tutte le specie di canguro possono spostarsi con due andature, in entrambe la coda, le zampe anteriori e posteriori si muovono in perfetta sincronia. Nello specifico a basse velocità procede come un quadrupede aiutandosi con la coda come fosse un quinto arto. Ad alte velocità invece avanza con salti usando la coda per bilanciarsi e le poderose zampe posteriori per compiere i balzi. In questo ultimo caso alcune specie riescono a raggiungere i 50 Km/h con salti di 9 m di lunghezza.

Canguro.
Canguri maschi che esibiscono i propri muscoli.

Per i canguri maschi i muscoli sono molto importanti nei combattimenti, il più forte ha maggiori possibilità di vincere. Così per attrarre le femmine sono soliti contrarli per impressionarle ma anche per tentare di scoraggiare gli altri maschi alla lotta spesso per la conquista di una partner.

Canguro.
Combattimento tra canguri maschi.

Mamme e cuccioli canguro

Canguro.
Mamma canguro con cucciolo nel marsupio.

Le femmine hanno marsupi ben sviluppati aperti anteriormente e con quattro mammelle. Di solito partoriscono un solo cucciolo l’anno anche se alcune specie presentano il fenomeno della nascita ritardata. Questa peculiarità significa che una femmina subito dopo il parto concepisce di nuovo ma l’embrione rimane quiescente fino a quando il primo nato lascia il marsupio, a meno che non muoia prima.

Una femmina di canguro può allevare più cuccioli contemporaneamente a differenti stati di sviluppo. In questi casi il primo succhia ancora il latte ma non necessita più del marsupio, il secondo è in stato embrionale e vive ancora nel marsupio. In questi casi la mamma canguro è in grado di secernere due tipologie di latte diverse a seconda delle esigenze dei figli. Infine il terzo cucciolo, già concepito, rimane quiescente in attesa di poter cominciare il suo sviluppo all’interno dell’utero al momento opportuno. Questo sistema consente di sostituire i cuccioli che muoiono prematuramente.

La gestazione può variare ma comunque dura alcuni giorni ed il cucciolo nasce prematuramente. In particolare alla nascita il piccolo si aggrappa ad i peli della mamma e percorre con tutte le sue forze la strada dall’utero al marsupio. A questo punto si attacca subito con la bocca ad una mammella, senza lasciarla più per qualche mese. Successivamente rimane nel marsupio all’incirca fino al sesto mese e continua a vivere con la madre all’incirca fino ai dodici/diciotto mesi. A questo punto il cucciolo ha terminato lo svezzamento e diventa indipendente.

Un mito degli aborigeni australiani sull’origine della Croce del Sud

Gli aborigeni australiani hanno creato miti e le leggende e tra queste ce ne sono diverse con il canguro. Queste storie spesso avevano lo scopo di fornire spiegazioni all’accadimento di eventi naturali.

Una ad esempio riguarda una piccola costellazione del cielo ma anche una delle più appariscenti e celebri, la cosiddetta Croce del Sud. Anticamente era visibile nell’area mediterranea ed essa era già nota al tempo degli antichi Greci, in seguito la processione degli equinozi l’ha resa invisibile a tutte le latitudini.

In particolare questo mito vuole spiegare l’origine della Croce del Sud, la santità della vita degli animali e l’avvento della morte del mondo. Si narra che il Grande Spirito, Baiame, creò due uomini ed una donna ed insegnò loro quali piante mangiare ma gli vietò di uccidere gli animali. In seguito ad una siccità tutte le piante morirono e la donna incitò gli uomini ad uccidere gli animali per utilizzarli come cibo.

Uno degli uomini uccise un canguro ma l’altro rifiutò di mangiare la creatura, cosa interdetta da Baiame. Allora quest’uomo affamato, solo e stanco cadde nel deserto davanti ad un albero di gomma. A questo punto lo Spirito della Morte, Yowi, lo attirò all’interno dell’albero, disturbando due uccelli cacatua bianchi che covavano. In seguito l’intero albero si levò in cielo per creare la costellazione Croce del Sud. Infatti le quattro stelle brillanti sono gli occhi dell’uomo e di Yowi, mentre i due indicatori sono i cacatua che cercavano di tornare al nido.

Un mito degli aborigeni australiani sull’origine dell’andamento del canguro

La storia dei canguri appartiene al tempo dei sogni della mitologia della cultura degli aborigeni australiani.

Un mito narra che il primo canguro ancestrale camminava a quattro zampe, come quasi tutto il resto degli animali. Una volta il Canguro riposava all’ombra di un albero quando il suo sensibile udito sentì un uomo cacciatore che stava arrivando con una pericolosa arma contro la quale era indifeso. L’unica possibilità che aveva per salvarsi era quella di correre più velocemente possibile. Il Canguro osservò che l’uomo aveva soltanto due zampe, ovvero due gambe. Tale fatto lo convinse di essere in vantaggio nei suoi confronti perché il fatto di avere quattro zampe lo avrebbe allontanato dal pericolo con più facilità.

In realtà aveva sottostimato il suo nemico, infatti l’uomo risultò essere più veloce e rapido perché le sue zampe erano più larghe e muscolose rispetto a quelle del povero Canguro. Quest’ultimo corse per ore ma non riusciva ad allontanarsi più di tanto dal cacciatore. Lo salvarono l’arrivo della notte e dell’oscurità che lo nascose alla vista dell’uomo.

A quel punto il Canguro esausto cadde al suolo ma ad un certo momento alzò la testa e notò una luce che brillava nell’ombra. Capì che era l’uomo che aveva acceso un fuoco per scaldarsi nella fredda notte. Allora con precauzione il Canguro alzatosi in piedi e sulle punte piano piano cominciò ad allontanarsi dal fuoco che rivelava la posizione di riparo del cacciatore. In particolare per non fare rumore si sollevò sulle sue zampe posteriori e così riuscì a scappare.

Dopo un po’ constatò che stava utilizzando due zampe invece di quattro analogamente all’uomo durante la sua persecuzione. Per il Canguro fu una sensazione strana. Ebbe modo di sperimentare questa posizione e constatò che così poteva coprire maggiore distanza saltando invece di camminare o correre. Utilizzando la sua coda per mantenere l’equilibrio scoprì che poteva saltare molto di più  ed andare lontano, molto di più dell’uomo cacciatore. Fu un’esperienza molto stimolante che ha continuato a fare fino al giorno d’oggi.

Canguro.
Canguri che saltano.

Con il tempo le sue zampe posteriori divennero più forti e muscolose, mentre quelle anteriori che usava sempre meno diventarono più corte. Tale struttura si mantiene fino ai giorni nostri.

Altre leggende riguardanti il canguro

Una leggenda narra di un canguro e di un koala durante un periodo di tremenda siccità. Il koala era pigro ed indifferente. Il canguro invece era molto attivo e propositivo alla ricerca di possibili fonti d’acqua sotterranea come pozzi o sorgenti. Il canguro lavorò duramente continuando a scavare seppure stremato finché non trovò un pozzo.  A quel punto il koala lo colpì duramente per approfittarsi del lungo lavoro altrui e bere indisturbato. Al suo risveglio  il canguro meditò la vendetta contro il koala: gli tagliò la coda con il coltello. Fu allora che il koala perse la coda.

Ulteriore esempio è una leggenda che narra di due donne madri. La prima si chiamava Modija ed aveva un figlio bello. La seconda di nome Mamanduru ed aveva un figlio brutto. Un giorno, durante la raccolta dei frutti di mare sulla spiaggia, Mamanduru rapì il figlio di Modija fuggendo nel bosco convinta di non essere notata. Per sua sfortuna invece Modija la vide, la inseguì, la raggiunse ed allora fra le due madri scoppiò una lite tremenda. A quel punto, per punizione i tre individui subirono una trasformazione: il bambino in un brutto ranocchio, Modija in un canguro e Mamanduru in un dugongo.

I totem nella cultura degli aborigeni australiani

Nella religione degli aborigeni australiani il soggetto principale era costituito dalla natura. Secondo tale concezione la natura era il luogo in cui ogni manifestazione diventava un segno della grandezza della divinità e teatro di rivelazioni meravigliose.

Tutto si basava su miti e leggende costituite da figure allegoriche ed animali simbolici, frequentemente associati ad un legame di parentela totemica. In particolare, per totem s’intende un’entità soprannaturale o naturale che ha un significato simbolico particolare per una persona o per una comunità.

Il toteismo, ovvero il culto basato sui totem è spesso legato strettamente all’immagine dei nativi del Nord d’America ma la tipologia di concezione è analoga anche per la cultura degli aborigeni australiani. Esso si basa sulla relazione esistente fra un insieme di animali, piante e fenomeni naturali, ed un insieme di gruppi umani come clan e tribù.

Nella cultura degli aborigeni australiani tutti i membri di una tribù erano discendenti da una figura totem. Ognuno di questi aveva un proprio luogo sacro che era anche la dimora degli antenati di quel gruppo.

Ogni bambino fin dal suo concepimento diventava un essere spirituale, legato per sempre a quel territorio dal momento che la madre aveva nel corpo lo spirito totem locale. Nella stagione dell’anno in cui la specie totemica era fruttuosa c’erano cerimonie totemiche segrete volte a garantire la continuità di quella specie totemica. Gli anziani tramandavano ai giovani i segreti di questi miti e riti del Tempo del Sogno – ovvero dell’era mitica della Creazione, del principio fondamentale di tutto.

Il canguro come totem per gli aborigeni australiani

Il canguro era un importante animale totem. Analogamente al coyote ed al bisonte, animali totem per i nativi nordamericani anche gli aborigeni australiani avevano i loro animali totem.

In particolare tra questi totem c’era il canguro, considerato un animale sacro, ancestrale e positivo. Il significato che rappresentava il suo totem era quello del potere, della potenza, della sessualità. Inoltre forniva alle persone protezione ed aiuto nel momento di dover prendere grandi decisioni oppure induceva l’entusiasmo nel lanciarsi con allegria in nuovi progetti futuri.

Il canguro, simbolo di rappresentanza dell’Australia

Questo animale è un simbolo australiano, una caratteristica nazionale in quanto vive principalmente in questo Paese.

A tale proposito i primi europei che nel XIX secolo arrivarono in Australia ed in particolare i membri dell’equipaggio del famoso Capitano Cook, durante la campagna esplorativa del 1768-1781 si meravigliarono davanti a questi strani animali che non avevano mai visto prima. Allora i marinai chiesero agli indigeni il nome di questo curioso animale e questi risposero loro “Kangaroo…Kangaroo”.

Un aneddoto leggendario – anche se falso – sostiene che in realtà gli aborigeni con questa parola intendessero dire nella loro lingua “Non capisco”. Gli europei però interpretarono male il significato di tali parole e da allora in inglese questo animale si chiama kangaroo, italianizzato in canguro. In realtà che venne pronunciata era “gangurru” che nella lingua guguyimidjir del Queensland indica “canguro grigio” e non genericamente canguro.

I simboli australiani rappresentano i valori dell’Australia, l’identità degli australiani e l’orgoglio nazionale per il loro Paese. Questi riflettono i diversi aspetti della cultura, della storia, della vita e della natura australiana. In questa concezione il canguro è uno degli segni nazionali.

Esempi australiani con il simbolo del canguro

Un esempio è lo stemma australiano che è l’emblema ufficiale del governo australiano detto ancheCoat Arms. Il primo stemma lo concesse il re Edoardo VII d’Inghilterra nel 1908, dopo la creazione della federazione, mentre l’attuale la ideò il re Giorgio V nel 1912. In esso ci sono le immagini degli scudi dei sei stati australiani ed ai lati due degli animali tipici del Paese, ovvero l’emu e poi naturalmente il canguro.

Altro esempio è la Boxing Kangaroo Flag ovvero la bandiera popolare, che con il tempo divenne un simbolo d’identità nazionale. Questa è in uso soprattutto durante gli eventi sportivi come la box, il cricket, il tennis ed il calcio.

Boxig Kangaroo Flag.

Il logo della compagnia aerea di bandiera del Paese, Qantas non a caso è proprio un canguro.

L’immagine del canguro è spesso personaggio di film d’animazione o cartoni animati. A tal proposito è esemplificativo il popolare programma australiano per bambini, Skippy.

Di conseguenza può sembrare strano e crudele ma nel Paese è fiorente l’industria della carne di canguro. Questa è un tipico piatto australiano con cui preparare carni grigliate sotto forma di bistecche, di hamburger e salsicce.

Giulia Cesarini Argiroffo

Fonti bibliografiche