Qual è la situazione dell’istruzione in Italia? Quanti laureati ci sono? In quali regioni ci sono più laureati? Qual è il titolo di studio più diffuso? A tutte queste domande risponde l’ISTAT con i dati del Censimento permanente, diffusi il 15 dicembre di quest’anno.
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Qual è il titolo di studio più diffuso in Italia?
Iniziamo a vedere i dati riguardanti la diffusione dei titoli di studio per saperne di più sullo stato dell’istruzione in Italia. La fetta più grande della popolazione italiana, al 31 dicembre 2019, ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale. Si tratta, in questo caso, del 35,6% della popolazione.
Il 45,5% della popolazione italiana possiede un titolo di studio inferiore. Il 29,5% possiede solo la licenza di scuola media e addirittura il 16% solamente la licenza di scuola elementare. Il 4,6% della popolazione italiana invece è senza titolo di studio e comprende sia alfabeti che analfabeti.
Quanti sono i laureati?
I laureati, comprendendo anche coloro che in Italia hanno conseguito un diploma di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (A.F.A.M di I o II livello), sono il 13,9%. Solo lo 0,4% della popolazione italiana, ossia 232.833 persone, possiede il titolo d’istruzione più elevato riconosciuto a livello internazionale, ossia il dottorato di ricerca.
La quota di laureati o diplomati A.F.A.M. è maggiore nel Centro Italia (16,0%) e nel Nord-ovest (14,1%). Riguardo al dottorato di ricerca, ci sono lievi differenze tra le varie regioni (si va dallo 0,3% del Meridione allo 0,6% del Centro). Il Lazio è la regione con il maggior numero di dottori di ricerca (0,7%).
Il Lazio è anche la regione con la più alta percentuale di laureati (17,9%), seguita da Abruzzo (15,3%), Umbria (15,2%), Emilia-Romagna e Molise (14,9%), Marche (14,8%), Lombardia (14,7%) e Liguria (14,5%).
Quali sono le differenze tra le regioni d’Italia per quanto riguarda la scuola dell’obbligo?
I dati del Censimento ISTAT hanno rivelato delle forti differenze tra le varie regioni. La regione col maggior numero di persone in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o di qualifica professionale è il Trentino-Alto Adige/Sud Tirol, con il 43,2% di diplomati. Invece la regione con il minor numero di diplomati è la Sardegna, col 30,3%. La media nazionale è del 35,6%.
I numeri si invertono con le licenze di scuola media: in questo caso è la Sardegna ad aver la maggior parte di popolazione in possesso unicamente di tale titolo (35,7%), seguita da Sicilia (33,5%), Valle D’Aosta (32,8%), Campania (32,4%) e Piemonte (30,7%).
Riguardo al numero di analfabeti o di alfabeti privi di qualsiasi titolo di studio,esso è più alto in Calabria (7,0%) e Basilicata (6,7%), mentre nel Nord è inferiore al 4% ovunque tranne che in Emilia-Romagna (4,3%). Se osserviamo le regioni del centro, invece, esso varia tra il 3,9% (Lazio) e il 4,8% (Umbria e Marche).
Se guardiamo alle macroregioni, la maggior parte di diplomati proviene dal Nord-Est (37,5%), a cui segue il Centro (37,3%), con le Isole che presentano, invece, la percentuale minore (31,2%). Nel Sud Italia si registra invece il numero più alto di persone senza alcun titolo di studio, ossia il 5,9%.
Quali sono le differenze sull’istruzione tra le città d’Italia?
Fino ad ora ci siamo soffermati sulle regioni, ma quali sono le differenze tra i singoli comuni?
I comuni più popolati, ossia con più di 250.000 abitanti, ospitano la maggior parte dei laureati e dei dottori di ricerca, con una percentuale che supera il 14,3% della media italiana. L’unica eccezione è Catania con una percentuale lievemente inferiore alla media (ossia 14,2%). I comuni più popolosi con la percentuale più alta di laureati e dottori di ricerca sono Bologna (28,9%), Milano (28,2%), Firenze (24,8%) e Roma (24,0%).
Analizzando le statistiche risulta che al crescere della popolazione comunale corrisponde un aumento del numero di possessori di titoli di studio elevati. Partiamo da una percentuale media di 9,2% dei comuni che arrivano a 5.000 abitanti, all’11,7% dei comuni tra i 5.000 e i 20.000 fino al 21,9% dei comuni con oltre 250.000 abitanti.
Qual è il comune italiano con la percentuale più alta di laureati? Si tratta, secondo i dati del Censimento ISTAT del 2019, di Torre D’Isola, in provincia di Pavia. In tale comune abbiamo, infatti, 701 abitanti laureati su 2220, ossia una percentuale del 31,6%. Seguono altri due comuni del nord, ossia Basiglio, in provincia di Milano, e Pino Torinese, in provincia di Torino, con circa il 30%.
Le differenze sono meno ampie per quanto riguarda i diplomi: in questo caso si oscilla tra il 34,4% dei comuni più piccoli e il 36,1% dei comuni con una popolazione medio-grande (tra 100.000 e 250.000 abitanti). I comuni con il maggior numero di diplomati sono Tires, in provincia di Bolzano, con una percentuale del 56,5%, Rosazza, in provincia di Biella, e Moncenisio, in provincia di Torino, entrambi col 55%.
I cambiamenti degli ultimi anni dell’istruzione in Italia
I dati del Censimento ISTAT ci consentono di verificare i cambiamenti degli ultimi anni per quanto riguarda l’istruzione. Andando a confrontare i dati del 2011 e del 2019, la situazione sembra molto cambiata. Ciò è dovuto a varie ragioni, come ad esempio i continui mutamenti nell’ordinamento scolastico (alcuni percorsi non sono più attivi, altri sono stati introdotti negli ultimi anni), nell’età della popolazione, e nella crescita dell’immigrazione.
I dati appaiono confortanti. Sono, infatti, calate le percentuali delle persone senza titolo di studio (scesa dal 6% al 4,6%), di quelle che hanno conseguito solo la licenza di scuola elementare (dal 20,7% al 16,0%) o unicamente quella di scuola media (dal 30,7% al 29,5%).
È inoltre in aumento la popolazione in possesso di diplomi, lauree e dottorati di ricerca. Si è passati dal 31% al 36% di diplomati, dall’11% al 14% di laureati e si è verificato un incremento del 40% dei dottori di ricerca ( da 164.621 a 232.833).
Ci sono differenze tra donne e uomini?
I dati ci informano anche circa le differenze tra i due sessi per quanto riguarda la situazione dell’istruzione in Italia. Secondo i dati del Censimento ISTAT del 2019, il 56% dei laureati sono donne. C’è più equilibrio tra i diplomati (50,3% uomini e 49,7% donne), meno tra chi possiede solo la licenza media (53% uomini e 47% donne).
Il divario è molto netto per quanto riguarda i possessori della licenza elementare e chi non possiede alcun titolo di studio: in entrambi i casi siamo intorno al 58,5% di donne.
Come cambia, invece, la situazione se guardiamo alle differenze regionali? Il gap più esteso riguarda la popolazione meno istruita. La percentuale di donne che hanno conseguito solamente la licenza elementare raggiunge il 61,9% in Friuli-Venezia Giulia, il 60,3% in Liguria, il 60,1% in Veneto. Il gap massimo risulta più basso considerando chi non ha alcun titolo di studio e gli analfabeti: il numero in questo caso va dal 50,4% di donne in Trentino-Alto Adige al 59,2% di donne in Campania. Il gap si riduce a non più di 4,8 punti percentuali, raggiunto in Friuli-Venezia Giulia, tra i diplomati.
Davide Esposito