Il libro Cuore di Edmondo De Amicis: analisi dell’opera

Cuore, noto a generazioni di italiani come “il libro Cuore”, è l’opera più importante di Edmondo De Amicis ed è nato come libro di lettura destinato ai bambini delle scuole elementari. Infatti, proprio grazie alle letture scolastiche è diventato uno dei libri più celebri e più venduti in Italia.

Tuttavia, la sua pubblicazione, nel 1886, era strettamente legata al contesto storico dell’epoca e a determinati valori che oggi ci appaiono un po’ distanti. Ciò, negli ultimi decenni, ha determinato una progressiva diminuzione della sua popolarità (scolastica e non). Ma in ogni caso la lettura del libro Cuore rimane uno splendido affresco di un’epoca andata e dei suoi valori. Pertanto leggerlo oggi con occhi diversi e contestualizzandolo storicamente è molto utile per capire da dove veniamo e come ci siamo trasformati.

Vita di Edmondo De Amicis

Di origine ligure, Edmondo De Amicis nacque a Oneglia (Imperia) il 21 ottobre 1846. Dopo gli studi liceali a Cuneo, frequentò il collegio Candellero di Torino e poi la scuola militare di Modena. Come ufficiale di fanteria nel 1866, durante la terza guerra d’indipendenza, partecipò alla battaglia di Custoza. Iniziò a scrivere proprio raccontando il mondo militare e sottolineando l’importanza della coscrizione obbligatoria in vista di una effettiva unificazione del paese (nel 1868 pubblica La vita militare).

Dopo aver lasciato l’esercito, si dedicò totalmente all’attività giornalistica e letteraria. Come inviato compì viaggi in varie parti del mondo, da cui ricavò numerosi reportage (come Spagna, 1873, Ricordi di Londra, 1874, Marocco, 1876, Costantinopoli, 1878-1879, Ricordi di Parigi, 1879) e nel 1886 pubblicò Cuore, il suo libro più fortunato. Poi altre opere, legate sempre a prospettive pedagogiche, furono Il romanzo di un maestro, 1890 e La maestrina degli operai, 1895. In particolare in Sull’oceano, 1889, raccontò la condizione degli emigrati; vari racconti (tra cui il più noto Amore e ginnastica) vennero raccolti in Fra scuola e casa, 1892.

Nel 1897 subì vari drammi familiari: il suicidio del figlio Furio, la morte della madre e la separazione dalla moglie Teresa Boassi. In quell’anno pubblicò i suoi scritti sull’America (In America) e Gli azzurri e i rossi, opera dedicata al calcio di cui fu grande e appassionato tifoso. Legato alle teorie linguistiche di Manzoni, nel 1905 pubblicò le sue idee sulla lingua italiana nel volume L’idioma gentile.

Nel 1891, convinto da Filippo Turati, De Amicis aderì al socialismo. Da questa adesione nacque il romanzo Primo maggio, rimasto a lungo inedito e pubblicato solo nel 1980. Rimase fedele a questa ideologia fino alla sua morte, avvenuta a Bordighera (Imperia) l’11 marzo 1908.

Edmondo De Amicis
Edmondo De Amicis

La pubblicazione del libro Cuore

Nel 1878, in una lettera all’editore Emilio Treves, De Amicis illustrò il progetto di un libro fatto «col cuore», destinato ai ragazzi e in particolare ai «ragazzi poveri». Egli lo definiva «nuovo, originale, potente» e doveva intitolarsi Cuore. Ecco come l’autore descriveva il progetto:

Sarebbero osservazioni, bozzetti, schizzi, tutto coordinato al soggetto, come nell’Amour, scene di famiglia e di società, personaggi anonimi che compariscono e spariscono, in ogni cosa l’ispirazione e la commozione, la freschezza giovanile di un’anima schietta.

Ma nonostante le sollecitazioni di Treves a scrivere questo libro, De Amicis si dedicò ad altri lavori.

Poi, nel primi mesi nel 1886 De Amicis riprese il progetto di Cuore e nel maggio dello stesso anno lo realizzò. Successivamente, il 17 ottobre, Treves mandò l’opera in libreria, all’inizio dell’anno scolastico, e il successo fu immediato. Il libro divenne un best-seller con trecento edizioni in diciotto anni.

Cuore è stato uno dei libri più popolari che siano mai stati scritti in Italia; la sua stampa si rivelò sia per l’autore che per l’editore un grandissimo affare. Infatti, nel primo anno di pubblicazione ebbe quaranta edizioni, due anni dopo era arrivato a novantotto. Nel 1923 l’opera aveva venduto un milione di copie.

Il libro Cuore: trama e struttura

Il libro Cuore non ha la struttura di un romanzo unitario, ma è scritto sotto forma di diario a episodi separati. Il protagonista è un bambino di terza elementare, Enrico Bottini, che è anche l’autore (fittizio) del diario. Egli racconta lo svolgersi dell’anno scolastico (1881-1882) dal 17 ottobre al 10 luglio, narrando in prima persona episodi di vita scolastica e familiare. Ogni capitoletto riporta la data del giorno e un titolo riferito al tema trattato.

Tuttavia, all’interno della struttura diaristica del libro Cuore si inseriscono delle lettere edificanti e piene di ammonizioni e insegnamenti che i genitori inviano periodicamente a Enrico. Inoltre, per ogni mese è presente un “racconto mensile” che il maestro assegna ai suoi allievi. Questi racconti hanno per protagonisti bambini della stessa età degli studenti e presentano un tono fortemente moralistico (come d’altronde un po’ tutto il libro), allo scopo di veicolare importanti valori quali l’amore per la patria e per la famiglia. Dunque, la lettura e la riflessione dei racconti permettevano l’immedesimazione degli studenti nei giovani ed esemplari protagonisti, così da interiorizzare la morale e l’insegnamento del racconto.

I racconti mensili sono in tutto nove: Il piccolo patriota padovano (Ottobre), La piccola vedetta lombarda (Novembre), Il piccolo scrivano fiorentino (Dicembre), Il tamburino sardo (Gennaio), L’infermiere di Tata (Febbraio), Sangue romagnolo (Marzo), Valor civile (Aprile), Dagli Appennini alle Ande (Maggio), Naufragio (Giugno).

Libro Cuore
Libro Cuore

I personaggi del libro Cuore

I personaggi del libro Cuore sono essenzialmente gli alunni della scuola con le loro famiglie e gli insegnanti. Il personaggio principale è lo stesso narratore Enrico Bottini, un ragazzino di famiglia borghese che ci parla molto dei suoi compagni, ma non troppo di sé. In particolare sappiamo che frequenta la terza elementare di una scuola di Torino, e a lui è collegato il filone epistolare con le lettere che periodicamente i suoi genitori gli inviano.

L’insegnante di Enrico è il maestro Perboni, un uomo solo e ligio al suo dovere, che il primo giorno si presenta così:

Io non ho famiglia. La mia famiglia siete voi. Avevo ancora mia madre l’anno scorso: mi è morta. Son rimasto solo. Non ho più che voi al mondo, non ho più altro affetto, altro pensiero che voi. Voi dovete essere i miei figliuoli.

Tra i compagni di classe del protagonista troviamo Garrone, uno studente di grande statura e di animo buono, sempre pronto a difendere i più deboli; Ernesto Derossi, il primo della classe; Carlo Nobis, ragazzo ricco e altezzoso; Coraci, ragazzo calabrese immigrato a Torino da Reggio Calabria e molti altri (Stardi, Nelli, Robetti, Garoffi, Votini ecc.). Attraverso l’inserimento di studenti provenienti da tutte le classi sociali, dal figlio di operario a quello dell’alta borghesia, De Amicis descrive un microcosmo che riflette l’intera società italiana.

L’ex ministro Carlo Calenda all’età di 11 anni nel ruolo di Enrico nel film Cuore (1984), diretto dal nonno materno, Luigi Comencini

La figura di Franti

Inoltre un interesse particolare ha suscitato il personaggio di Franti, un piccolo bullo che se la prende con i più deboli di lui. Franti ride a sproposito davanti al dolore ed è la negazione di tutti i buoni sentimenti e i valori che il libro Cuore cerca di trasmettere. Perciò l’autore lo condanna come figura negativa ed esempio da non seguire. Tuttavia, in un suo celebre saggio (“Elogio di Franti”, 1962) Umberto Eco dà una lettura del tutto originale di questo personaggio:

Il riso di Franti è qualcosa che distrugge, ed è considerato malvagità solo perché Enrico identifica il Bene all’ordine esistente e in cui si ingrassa. Ma se il Bene è solo ciò che una società riconosce come favorevole, il Male sarà soltanto ciò che si oppone a quanto una società identifica con il Bene, ed il Riso, lo strumento con cui il novatore occulto mette in dubbio ciò che una società considera come Bene, apparirà col volto del Male, mentre in realtà il ridente – o il sogghignante – altro non è che il maieuta di una diversa società possibile […]. Tale è Franti.

 

Dunque, Franti rappresenta, secondo Eco, l’alternativa possibile a quella società in cui trionfano dolciastri buoni sentimenti; egli incarna la ribellione che viene però subito soffocata dall’ordine costituito (Franti verrà espulso e finirà in galera).

Il contesto storico del libro Cuore

Come si è detto l’arco temporale entro cui si svolgono le vicende del libro Cuore va dall’ottobre 1881 al luglio 1882; quindi ci troviamo nella giovane Italia post-risorgimentale del re Umbero I di Savoia. Inoltre il luogo in cui si svolgono i fatti è Torino, la città che fu la prima capitale d’Italia e centro propulsore dell’unificazione italiana. Dopo aver fatto l’Italia bisognava fare gli italiani, ed è proprio questo lo scopo principale del libro Cuore: formare la coscienza nazionale e i valori civili nella gioventù della nuova Italia.

In particolare per orientarsi nell’ambiente scolastico rappresentato, bisogna tenere presente l’organizzazione della scuola basata sulla legge Casati del 1859. Allora era prevista una scuola primaria (elementare) in quattro anni divisa in due cicli di due anni ciascuno (inferiore e superiore), a questa seguivano cinque anni di Ginnasio e tre di Liceo (o in alternativa le scuole tecniche). Perciò quando nel libro Cuore leggiamo che Enrico frequentava la “prima superiore”, dobbiamo intendere il primo anno del secondo ciclo, che per noi è la terza elementare.

L’assenza della Chiesa nel libro Cuore

Quando si legge il libro Cuore non si può fare a meno di stupirsi nel notare la quasi totale assenza di riferimenti al cristianesimo e alla Chiesa, soprattutto in un paese “cattolicissimo” come l’Italia, dove l’educazione cattolica ha avuto un ruolo predominante. Tuttavia, a ben guardare tale assenza non deve stupirci. Come si è visto, il libro Cuore è figlio del Risorgimento, e il Risorgimento, come è noto, fu fortemente anticlericale. Infatti la ferita della breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), con l’annessione di Roma al Regno d’Italia, era ancora aperta. Allora il papa aveva imposto ai cattolici di tenersi lontani dalla vita politica italiana (non expedit) e si era creato un duro scontro tra la Chiesa e il nuovo Stato nascente.

Ecco perché De Amicis scelse di tenere la Chiesa fuori dal suo progetto educativo, ignorandola totalmente. Nel libro Cuore non viene menzionata alcuna festività religiosa (neppure le più importanti come Natale e Pasqua); al contrario viene dato ampio spazio ad alcuni anniversari “laici”, come quello della morte di Vittorio Emanuele II o di Garibaldi.

L’unico accenno a una ricorrenza cristiana riguarda il 2 novembre, il giorno della commemorazione dei defunti, una data che tuttavia aveva la sua importanza anche per il mondo laico. Così come vi è anche un accenno al carnevale, ma senza alcuna traccia della Quaresima o di connotati religiosi. Comunque talvolta Dio viene menzionato, come accade in una lettera della madre di Enrico, ma tali accenni restano brevi e isolati.

Dunque, per dirla con le parole del critico Vittorio Spinazzola, «Cuore propone in forma catechistica un nuovo credo laico, elaborato in nome di quei settori della classe dirigente post-unitaria più disposti ad assumersi il ruolo di degni eredi delle idealità risorgimentali».

Il libro Cuore e la letteratura per l’infanzia

Il libro Cuore si inserisce perfettamente all’interno di un nuovo genere letterario, la narrativa per ragazzi, di cui in Italia non si trova quasi traccia fino agli anni Ottanta dell’Ottocento. Infatti, proprio allora vennero pubblicate le più significative opere italiane di questo nuovo genere destinato ai più piccoli. Nel 1881 erano apparse Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi e nel 1886 Cuore di De Amicis. Inoltre alla fine dell’Ottocento risalgono anche Le novelle della nonna (1892-1893) di Emma Perodi e i primi celeberrimi romanzi di Emilio Salgàri che hanno per protagonista Sandokan.

Ma Collodi e De Amicis furono gli indiscussi pionieri del genere e le loro opere, più di altre, furono intrise di valenze educative e pedagogiche. Allo stesso modo entrambi ebbero l’intuizione di indirizzare i loro libri a un pubblico di bambini, plasmando personaggi nei quali i loro piccoli lettori potevano identificarsi e creando – per usare ancora le parole di Spinazzola – un inedito «apporto di identità anagrafica tra personaggi e lettori» che rappresentò «il fulcro decisivo per le fortune del nuovo genere letterario».

Inoltre i due scrittori si cimentarono in un compito molto arduo, quello di coniugare la piacevolezza della narrazione e un chiaro e incisivo messaggio pedagogico. Si può dire che riuscirono nel loro intento: Cuore e Pinocchio divennero i libri italiani per eccellenza. Almeno fino agli anni Sessanta del Novecento tutti i bambini italiani sono stati educati attraverso la lettura di questi libri, che entrarono a far parte del patrimonio culturale collettivo.

Edmondo De Amicis
Edmondo De Amicis

Temi e intento pedagogico del libro Cuore

Il libro Cuore trabocca in ogni sua pagina di insegnamenti, ammonizioni, buoni esempi da seguire e cattivi esempi da evitare; insomma non nasconde affatto il suo palese intento pedagogico, caratterizzato da un forte moralismo. Come si è già detto, Cuore è un libro che aveva tra i suoi intenti principali quello di “fare gli italiani”. Per usare le parole del critico Asor Rosa potremmo dire che «nella struttura stessa della narrazione (le vicende di un bimbo, che fa le sue prime esperienze scolastiche), e ancor più nei racconti edificanti che ad essa sono intercalati, si potrebbe infatti trovare il prontuario delle moralità dominanti, delle virtù borghesi da rispettare, dei miti patriottici e dei tabù sociali propri di quell’età».

Infatti, l’obiettivo principale di De Amicis è quello di forgiare la classe dirigente del nuovo stato unitario (rappresentata soprattutto dalla famiglia borghese di Enrico), ma anche quello di trasmettere un sistema di valori e modelli di comportamento validi per tutti. Ad esempio tra i princìpi che vengono proposti con più insistenza vi sono: l’amore e il rispetto per la famiglia e per la patria, il culto dell’esercito e delle istituzioni (il re in primis), la fiducia nel progresso, l’esaltazione delle attività produttive e del lavoro, l’incitamento all’altruismo e al rispetto reciproco tra i diversi strati sociali.

L’intransigente moralismo dell’autore esalta, talvolta con una retorica eccessiva, le virtù civiche e condanna severamente ogni forma di devianza contro l’assetto vigente e le sue norme. Una simile impostazione, che oggi può sembrarci eccessiva, si dimostrò comunque molto adatta al suo intento. Attraverso le letture scolastiche, il libro Cuore divenne parte integrante del bagaglio culturale di generazioni di italiani, contribuendo alla formazione della mentalità media e dei sistemi di valori dell’Italia moderna.

Rosario Carbone

Suggerimenti di lettura

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Bibliografia

  • Edmondo De Amicis, Cuore, a cura di L. Tamburini, Torino, Einaudi, 2018.
  • Toni Iermano-Antonio Palermo, La letteratura della nuova Italia: tra naturalismo, classicismo e decadentismo, in Storia della letteratura italiana diretta da E. Malato, XV, Tra l’Otto e il Novecento, pp. 489-634.
  • Giulio Ferroni, Storia della letteratura italiana, III, Dall’Ottocento al Novecento, Milano, Mondadori, 2012.
  • Umberto Eco, Elogio di Franti, in Diario Minimo, Milano Mondadori, 1963, pp. 160-169.
  • Vittorio Spinazzola, Pinocchio & C. La grande narrativa italiana per ragazzi, Milano, Il Saggiatore, 1997, pp. 128-131.
  • Alberto Asor Rosa, Cuore e Pinocchio: l’educazione dell’Italia postunitaria, in Storia della Letteratura Italiana, La Nuova Italia, Firenze 1972, pp. 383-387.
  • Mimì Mosso, I tempi di ‘Cuore’. Vita e lettere di Edmondo De Amicis a Emilio Treves, Milano, Mondadori, 1925.