Leonardo da Vinci è uno degli artisti più famosi e celebrati del Rinascimento italiano. Dalla personalità eclettica e curiosa fu pittore, scultore, architetto ed inventore, si potrebbe dire che fu tra i primi “scienziati” del suo tempo. Ovviamente non si può parlare di scienza in senso moderno, ma l’importanza di Leonardo in questo campo è data dalle sue intuizioni e dal metodo che egli usava: non accettava i dogmi passivamente ma li sottoponeva al vaglio dell’esperienza.
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Chi era Leonardo da Vinci?
Leonardo nacque a Vinci, vicino Firenze, nel 1452. Era il figlio illegittimo di Piero da Vinci, notaio, e Caterina, una donna di modesta estrazione sociale; entrambi i genitori si sposeranno con altre persone. Leonardo crebbe educato dalla famiglia paterna, con cui aveva buoni rapporti, a Vinci. Abitò con il nonno paterno fino a sedici anni e nel 1469 iniziò il suo apprendistato presso la bottega del Verrocchio.
Andrea del Verrocchio era uno degli artisti più importanti del tempo, alla sua bottega si formeranno, oltre a Leonardo da Vinci, artisti del calibro di Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio ed il Perugino. Nella bottega non si studiava soltanto pittura, ma anche scultura ed elementi di architettura. Questa vastità di argomenti ben si adattava alla personalità curiosa e poliedrica di Leonardo. Il suo interesse in vari campi però non era accompagnato dalla costanza. Secondo la descrizione che fa di lui Giorgio Vasari:
«Veramente mirabile e celeste fu Lionardo[…]; e nella erudizione e principi delle lettere arebbe fatto profitto grande, se egli non fusse stato tanto vario ed instabile. Percioccè egli si mise ad imparare molte cose; e incominciate, poi l’abbandonava […].»
Se da un lato Leonardo è ammirato per la sua arte dall’altro è criticato per la sua impazienza e incostanza. Riportare solo questa motivazione superficiale, però, sarebbe ingiusto nei confronti di Leonardo: egli cercava di creare l’opera d’arte in modo che si avvicinasse il più possibile all’idea che aveva concepito. Questo perenne tentativo di ricreare la perfezione di un’idea lo lasciava spesso insoddisfatto; da qui la scelta di lasciare incompiuti molti progetti che non poteva realizzare nel modo in cui avrebbe voluto.
Leonardo a Firenze
L’esperienza di Leonardo alla Bottega del Verrocchio fu molto proficua per lui, tanto che nel 1472 venne riconosciuto pittore autonomo, ma continuerà a collaborare col suo maestro. Negli anni fiorentini Leonardo ebbe l’opportunità di avvicinarsi anche ai Giardini di San Marco, patrocinati da Lorenzo il Magnifico e in cui si formerà Michelangelo. L’ambiente artistico in cui era maturato non concepiva più la figura fissa, ma in movimento e nello spazio, non a caso, infatti, Leonardo introdusse importanti novità nel rapporto con lo spazio e nella rappresentazione paesaggistica.
Oltre alle opere di bottega, cioè a cui hanno lavorato più artisti della stessa bottega come il Battesimo (ca. 1472-75, Uffizi), le sue opere più importanti di questo periodo sono l’Annunciazione (1472-75, Uffizi) e il ritratto di Ginevra Benci (1474-76; Washington, National Gallery). In particolare, nell’Annunciazione, sebbene ancora legata ad un’impostazione verrocchiesca, possiamo già vedere importanti innovazioni nella resa della profondità spaziale.
Oltre il muretto che delimita il giardino il paesaggio muta gradualmente i colori, man mano che si procede in profondità i colori diventano più chiari. Questa è una delle prime applicazioni della prospettiva cromatica e aerea: più gli oggetti rappresentati sono lontani più i colori sono chiari e i volumi meno precisi.
Nel 1481 iniziò a lavorare all’ Adorazione dei Magi, commissionata dai monaci del convento di San Donato a Scopeto, vicino Firenze. In quest’opera Leonardo si scosta dall’impostazione del suo maestro per una visione artistica più personale, il lavoro però rimase incompiuto, forse per la partenza di Leonardo per Milano nel 1482, la tavola oggi è conservata agli Uffizi.
Leonardo a Milano
Nel 1482 Leonardo da Vinci si trasferì a Milano, alla corte di Ludovico Sforza, detto il Moro. Prima di recarsi a corte Leonardo scrisse una lunga lettera di presentazione nella quale, oltre a descriversi come un artista, sottolineava le sue capacità in ingegneria civile e militare scrivendo di poter costruire macchine da guerra, bombarde (cioè dei cannoni a canna corta), carri coperti inattaccabili ed in tempo di pace si sarebbe occupato di architettura, idraulica e di arte:
«In tempo di pace credo satisfare benissimo a paragone de omni altro in architettura, in composizione di edifici e pubblici e privati, e in conducer acqua da uni loco ad un altro[1]. Item conducerò in scultura di marmore[2], di bronzo e di terra, similiter in pictura […].»[3]
Ed in effetti durante il periodo milanese Leonardo si occuperà di molto di quello che aveva scritto. Secondo alcune fonti Leonardo da Vinci arrivò alla corte di Ludovico il Moro come musico, ma è proprio a Milano che ampliò i suoi interessi e le sue ricerche nei campi più disparati, senza mai abbandonare la vocazione artistica.
Quali erano gli interessi di Leonardo da Vinci?
Leonardo si interessò di progetti architettonici. Infatti, sono del periodo milanese numerosi disegni di chiese a pianta centrale. Questo tipo di schema era già stato riproposto da Brunelleschi e Leon Battista Alberti, ma è con Leonardo che trova le forme più compiute. Leonardo fu un consulente per il progetto del Duomo di Pavia e a lui fu affidato il disegno del tiburio del Duomo di Milano.
Non si limitò agli edifici, ma sviluppò idee e disegni su come aveva concepito la città. Leonardo non cercava il modello di città perfetta secondo ideali di armonia e simmetria, ma si concentrò sul modello di città efficiente. Egli immaginò una città a due livelli: nel livello superiore ci sarebbero state le residenze signorili, in quello inferiore, che era sotterraneo, una serie di corridoi, magazzini e botteghe.
Leonardo si interessò di studi di matematica e geometria, concentrandosi sulla raffigurazione geometrica dei corpi in prospettiva. Approfondì le sue conoscenze dell’anatomia, della natura e del volo degli uccelli. Leonardo si occupò non solo della creazione di macchinari da guerra, ma anche di allestimenti scenografici e apparati per le feste. Famoso è quello allestito per il matrimonio tra Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona, in cui, Leonardo assemblò un meccanismo che riproduceva i pianeti in movimento.
Leonardo si dedicò anche alla scultura in bronzo. Ludovico Sforza aveva commissionato un monumento equestre per la memoria di suo padre, Francesco Sforza. L’idea di Leonardo era quella di raffigurare un cavallo che si impennava nell’atto di abbattere il nemico, un progetto ambizioso, considerando che il cavallo doveva essere di bronzo fuso. Nel 1493 Leonardo realizzò anche un modello in creta, ma il progetto non fu mai portato a termine.
Quali sono le opere del periodo milanese?
Del periodo milanese non abbiamo molte opere pittoriche, ma fanno parte di questo gruppo alcuni dei suoi lavori più celebri: la Vergine delle rocce e l’Ultima cena. La Vergine delle rocce venne commissionata dalla confraternita dell’Immacolata Concezione per la chiesa di San Francesco Grande. Leonardo iniziò a lavorarci poco dopo il suo arrivo in città, nel 1483 e la ultimò nel 1486. La tavola però non fu consegnata alla Confraternita, probabilmente Leonardo e la committenza avevano diverse visioni su ciò che rappresentava il quadro, in più sorsero dei problemi con il pagamento.
Una seconda versione dell’opera fu realizzata fra il 1506 e il 1508, questa versione è rimasta nella Chiesa di San Francesco Grande fino al XVIII secolo. Oggi la prima tavola si trova al Museo del Louvre, la seconda alla National Gallery di Londra. Quest’opera è importante perché è una delle prime in cui Leonardo inizia ad usare la tecnica dello “sfumato”, cioè l’effetto di morbido chiaroscuro tipica delle sue opere.
L’Ultima Cena, o Il Cenacolo, è forse l’opera più famosa di Leonardo da Vinci dopo La Gioconda. È un affresco voluto da Ludovico Sforza per la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, Leonardo ci lavorò dal 1495 al 1497.
L’innovazione di quest’opera non è tanto nel soggetto rappresentato, infatti l’episodio dell’ultima cena con Cristo e gli Apostoli era un tema abbastanza comune, ma nella disposizione degli Apostoli. Tradizionalmente gli Apostoli si trovano al tavolo con Gesù mentre Giuda viene isolato, solitamente è seduto di fonte Gesù dando le spalle allo spettatore. Leonardo cambia l’iconografia tradizionale posizionando tutti i personaggi dalla stessa parte del tavolo e a gruppi di tre, l’intenzione non è quella di riflettere sul mistero teologico, ma sulle sensazioni e sull’atto umano che sta avvenendo. Per l’affresco Leonardo sperimentò una nuova tecnica pittorica, forse anche per questo l’opera iniziò a deteriorarsi già pochi anni dopo il suo completamento.
Quando lasciò Milano?
In questi anni dipinse anche Ritratto di dama (La bella Ferronière), conservato al Louvre e la Dama con ermellino che si trova al Czartoryski Muzeum di Cracovia e probabilmente rappresenta Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro.
Nel 1499 da l’esercito francese di Luigi XII invase Milano e Leonardo lasciò la città. Cercò riparo prima a Mantova (in quest’occasione eseguì il ritratto a Isabella d’Este), poi a Venezia (dove si occupò di opere difensive per la città) ed in fine ritornò a Firenze. Il suo soggiorno fiorentino non durò molto, infatti tra il 1502 e il 1503 seguì Cesare Borgia, detto il Valentino, nella sua campagna di conquista in Romagna e nelle Marche. Per il Valentino, Leonardo lavorò come ingegnere e architetto, sfruttando le conoscenze che aveva acquisito in urbanistica e nelle arti militari.
Quando dipinse Leonardo la Gioconda?
Secondo l’interpretazione tradizionale, trasmessa dal Vasari, è nel 1503 che iniziò la sua opera più famosa: La Gioconda. Anche se alcune ipotesi ritengono che l’opera sia stata realizzata più tardi, tra il 1513 e il 1515; altri ancora ritengono che Leonardo iniziò a lavorarci nel 1503-1506 e vi ritornò più tardi.
Il nome dell’opera è Monna Lisa, chiamata anche La Gioconda. L’opera fu commissionata da Francesco del Giocondo, che chiese a Leonardo il ritratto della moglie Monna (cioè signora) Lisa Gherardini. Il soggetto ritratto tuttavia si ipotizza che sia Isabella Gualandi, una gentildonna napoletana che aveva una relazione con Giuliano De Medici. Secondo questa ipotesi cioè Leonardo avrebbe ricevuto la commissione da Francesco del Giocondo a Firenze, ma una volta a Roma avrebbe trasformato il primo ritratto in quello dell’amante di Giuliano de’ Medici. Questa ipotesi però, rimane tale, e ne stono state formulate anche altre, ma ad oggi non si ha la certezza di chi sia la donna dipinta.
Anni in continuo movimento
Sempre nel 1503 fu commissionata sia a lui che a Michelangelo la decorazione del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Leonardo avrebbe dovuto dipingere la Battaglia di Anghiari, mentre Michelangelo la Battaglia di Cascina, due episodi vittoriosi della storia fiorentina. Per il suo progetto Leonardo tentò di riprodurre la tecnica dell’encausto, un’antica tecnica usata per gli affreschi romani. Il tentativo però non andò a buon fine e Leonardo abbandonò il progetto.
Nel 1506 tornò a Milano e fino al 1513 continuerà a spostarsi tra la Lombardia e Firenze senza risiedere particolarmente a lungo in nessun luogo. Questi sono gli anni in cui approfondisce lo studio dell’anatomia umana, anche attraverso la dissezione di cadaveri. Per volere di Luigi XII di Francia studiò le valli lombarde e lo loro idrografia, ad esempio studiò dei piani per la canalizzazione dell’Adda.
Perchè Leonardo da Vinci andò in Francia?
Nel 1513 Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, diventò papa e Leonardo si trasferì a Roma, chiamato da Giuliano de’ Medici, fratello del pontefice. Leone X, al secolo Giovanni de’ Medici fu un importante mecenate che contribuì alla creazione della Roma rinascimentale. Nella città papale però non ricevette nessun incarico importante, venne escluso dai grandi progetti in corso per la costruzione del Vaticano.
Nel 1517 Leonardo lascò l’Italia per trasferirsi in Francia, chiamato dal re Francesco I. Leonardo si stabilì nel Castello di Cloux, nei pressi di Amboise. Qui trascorse la fase finale della sua vita dedicandosi al disegno e allo studio. Leonardo da Vinci morì il 2 maggio 1519.
Leonardo da Vinci fu uno scienziato?
Giorgio Vasari descrive Leonardo come «homo senza lettere», cioè sapeva leggere e scrivere ma non conosceva il greco ed il latino. Questa mancanza non era certo un fatto eccezionale, in pochi conoscevano le lettere classiche. Per una persona interessata al mondo delle scienze naturali come Leonardo, però, poteva rappresentare un problema, perché il latino era la lingua delle scienze ufficiali e anche le opere degli antichi erano scritte in latino.
D’altronde il suo studio non era sistematico o approfondito, ma irregolare e discontinuo. Leonardo affrontava il problema quando gli si presentava, partendo dall’approccio ingegneristico e non teorico. Aveva un modo di procedere dal particolare al generale. Inoltre, Leonardo non accolse mai passivamente le verità tradizionali , ma dava grande importanza all’esperienza e allo studio della realtà. Proprio in base a questa idea fu tra i primi a studiare l’anatomia sui cadaveri e a riportarla in disegni di estrema precisione scientifica.
La vastità degli studi di Leonardo, per quanto sorprendente, non è l’unica cifra distintiva del suo genio. Nel Rinascimento si credeva che per dominare la realtà bisognava conoscerne tutti gli aspetti, ma il modo in cui decide di farlo è la vera innovazione, non affidandosi alle teorie degli Antichi, ma passando tutto dal vaglio dell’esperienza: è in questo che Leonardo da Vinci si può dire moderno.
Miriam Campopiano
Bibliografia e Sitografia
- Leonardo da Vinci nell’Enciclopedia Treccani
- Leonardo da Vinci | Sapere.it
- Codice Atlantico – Veneranda Biblioteca Ambrosiana
- Cricco, Di Teodoro, Itinerario nell’arte, voll. III, Zanichelli 2012.
- A. Angela, Gli occhi della Gioconda. Il genio di Leonardo raccontato da Monna Lisa, Milano, Rizzoli, 2016.
- P. Galluzzi (a cura di), La mente di Leonardo: nel laboratorio del Genio Universale, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi), Firenze Giunti 2006.
[1] Occuparsi di idraulica.
[2] In marmo
[3] Codice Atlantico, f. 391r-a.