Abbiamo avuto l’occasione di intervistare Ruud Krol, calciatore olandese che per quattro anni ha vissuto nel nostro paese, e precisamente a Napoli, dove ha militato nella relativa squadra di calcio. Ne è nata l’occasione per discutere sia dell’argomento calcistico sia, come è da sempre interesse della nostra redazione, dell’argomento culturale: cosa rimane della cultura italiana a chi, come Ruud Krol, ha vissuto in numerosi paesi per lavoro? L’intervista vuole soddisfare quindi sia gli interessi degli appassionati di calcio sia di chi vuole un occhio diverso sulla nostra cultura.
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Indice dell'articolo
Krol, un parere sulla stagione appena conclusa del Napoli e sull’operato di mister Spalletti?
- “Penso che il Napoli abbia disputato un ottimo campionato, si è qualificato terzo, non so se Spalletti abbia fatto più punti di Gattuso ma ha centrato la qualificazione in Champions che è da considerarsi un ottimo risultato”.
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Dries Mertens: è arrivato il momento di fermarsi e pensare di ricoprire un ruolo da allenatore piuttosto che da dirigente o può continuare a giocare ad alti livelli?
- “Dries è un professionista e uomo serio, sempre in forma fisicamente aiutato dalle sue caratteristiche fisiche che gli permettono di avere sempre uno stato di forma straordinario inoltre lo vedo molto bene alle spalle di Victor Osimhen”.
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Ormai sono passati anni dalla sua ultima partita nel Napoli, perché secondo lei questo ricordo è ancora vivo anche tra i più giovani?
- “L’avventura partenopea è stata sicuramente la più bella della mia vita calcistica, mi dispiace solo non aver vinto niente, non avevamo una squadra di altissimo livello tecnico ma avevamo un gruppo unito che ha sempre lavorato duro per arrivare a vincere.Lavorare a Napoli è stato meraviglioso, ho sempre sentito il calore dei tifosi che sono sempre stati all’altezza delle mie qualità e ho dato sempre il massimo per dimostrare il mio valore. Ho sempre voluto dimostrare a tutti i tifosi napoletani che ho scelto Napoli perché aveva gli stimoli giusti per potermi esprimere al meglio”.
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Napoli e la sua cultura: qual è la sua opinione?
- “Credo che Napoli sia bellissima e ricca di cultura, la moltitudine di turisti che ogni giorno affollano i quartieri della città ne sono la dimostrazione”.
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Fabian Ruiz, tante volte provato davanti alla difesa, potrebbe ricoprire l’ormai in disuso ruolo di “Libero”?
- “Non credo che l’andaluso possa esprimersi al meglio in quella posizione del campo perché non ha la velocità necessaria per giocare in quel ruolo; Credo invece che Koulibaly, grazie al suo orientamento tattico, unito alle qualità tecniche e alla sua esplosività sia capace di leggere il gioco prima degl’altri, qualità necessaria per esprimersi al meglio nel ruolo che avevo io in mezzo al campo”.
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Molti calciatori soffrono il troppo calore dei supporters azzurri, alcune volte quasi asfissiante. Riguardo questo aspetto, lei cosa ha avvertito a livello emotivo?
- “Sicuramente al primo impatto è stato difficile, la prima settimana abituarmi a questo “affetto” per me, che venivo da tutt’altri ambienti, non è stato facile ma dopo il carattere dei napoletani è stato uno stimolo in più per approfondire la cultura meravigliosa di Napoli e dei sui abitanti”.
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Cosa manca secondo lei al Napoli per vincere?
- “Penso che la squadra debba concentrarsi di più sull’obbiettivo scudetto e non lasciarsi “distrarre” dai ricordi del passato, come può essere stato il continuo cambio maglia per omaggiare Maradona che è stato sicuramente il più grande calciatore di tutti i tempi e l’idolo indiscusso dei partenopei. In alcuni momenti della stagione ritengo fosse più importante che un ambiente più concentrato sull’occasione scudetto che era sicuramente alla portata di questo fortissimo gruppo di calciatori”.
Un sentito ringraziamento a Ruud Krol per la sua immensa disponibilità.
Adriano Rodia