Miguel de Cervantes è uno degli scrittori più influenti ed importanti tra il Cinquecento ed il Seicento, autore di opere famose in tutto il mondo come Don Chisciotte della Mancia, nonché anche poeta, drammaturgo e militare spagnolo. In questo articolo analizzeremo la vita e le produzioni letterarie dello scrittore.
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Miguel de Cervantes: la vita
Miguel de Cervantes nacque ad Alcalà de Henares, una cittadina di Madrid il 29 settembre del 1547. Era il quarto di sette figli. La sua era una famiglia modesta, composta dal padre Rodrigo Cervantes e dalla madre Leonor de Cortinas. Sin da piccolo viaggiò molto poiché il padre non guadagnava abbastanza. Nel 1568 si ritrovò a Madrid ed iniziò a frequentare il collegio “El Estudio“. Nel 1570 fuggì in Italia per evitare una condanna e dieci anni di esilio perché fu accusato di aver ferito un certo Antonio de Segura.
Nello stesso anno Miguel de Cervantes prese servizio in Italia come cortigiano nel Ducato di Altri, in Abruzzo, e si arruolò in una compagnia comandata da Diego de Urbina. L’anno seguente si arruolò come soldato e si imbarcò sulla galea Marquesa, che faceva parte della Lega Santa. Nella battaglia di Lepanto perse l’uso della mano sinistra.
Miguel de Cervantes: Il ritorno in Spagna
Miguel de Cervantes nel 1575 partì da Napoli verso la Spagna, ma la sua nave venne assalita da pirati e questi lo imprigionarono per cinque anni. Fu poi liberato dalla famiglia e ritornò in Spagna, ma affrontò un periodo di ristrettezza economica. Nel 1584 Miguel de Cervantes si sposò con Catalina de Salazar y Palacios e andò a vivere a Esquivias e pubblicherà “la Galatea“. Dopo solo due anni, si separò dalla moglie e si trasferì in Andalusia. Furono anni difficili perché lo scrittore subì una serie di scomuniche. Dapprima lo coinvolsero in una bancarotta e in seguito lo incarcerarono, successivamente lo arrestarono una seconda volta a Siviglia per illeciti amministrativi. Nel 1605, inoltre, trovarono un cadavere nei pressi della sua casa e lo coinvolsero tra i sospettati. Lo imprigionarono una terza volta, ma lo liberarono dopo poco tempo.
Nel 1606 lo scrittore si trasferì a Madrid dove in pochi anni pubblicò gran parte delle sue opere. Miguel de Cervantes morì nel 1616. La sua sepoltura avvenne nel convento dei Trinitari Scalzi a Madrid.
Il romanzo La Galatea (1585)
La Galatea è un romanzo pastorale, uno dei più famosi di Miguel de Cervantes. L’opera fu redatta in parte nel 1582 e venne pubblicata dopo tre anni. Il romanzo è considerato, tra le opere giovanili, una tra le più impegnative scritte dal famoso scrittore. L’opera è divisa in sei capitoli e appare contraddistinta da un forte platonismo.
Il fulcro dell’opera è rappresentato dall’amore di Elicio ed Erastro, innamorati entrambi della stessa fanciulla, Galatea, una pastorella che era stata già promessa in sposa dal padre ad un pastore. Accanto alla vicenda principale, inoltre, si inseriscono diversi racconti di personaggi diversi. Uno dei temi principali è l’amore, inoltre scene e ambienti mitologici non hanno solo una funzione decorativa, ma sono funzionali al messaggio. In quest’opera viene messo in evidenza anche il contatto con la natura che è la massima espressione della forza vitale dell’amore.
Don Chisciotte de la Mancia
Don Chisciotte de la Mancia è sicuramente l’opera più famosa di Miguel de Cervantes. Si tratta di un romanzo che attinge sia al genere picaresco sia al romanzo epico-cavalleresco. Il titolo originale è “El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha“. Si divide in due parti: una pubblicata nel 1605 e un’altra nel 1615. L’opera è considerata, oltre che la più influente del “Siglo de Oro“ e dell’intero canone letterario spagnolo, un capolavoro della letteratura mondiale e il primo romanzo moderno. I protagonisti sono Alonso Quijano (Don Chisciotte) e Sancho Panza, due dei personaggi più celebri della letteratura di tutti i tempi.
Miguel de Cervantes pubblicò l’opera due volte, una volta nel 1605, la quale ebbe un enorme successo tanto che un altro autore, Alonso Fernàndez de Avellaneda, pubblicò un sequel nel 1614. Miguel de Cervantes decise così di scrivere una seconda parte delle avventure dell’eroe nel 1615. Il romanzo è uno dei più venduti della storia.
La trama di Don Chisciotte
Il romanzo di Miguel de Cervantes vede protagonista un uomo sui cinquant’anni, un “hidalgo spagnolo”, di nome Alonso Quijano, un grande appassionato di romanzi cavallereschi, così appassionato da convincersi di essere un cavaliere errante. Decise così di mettersi in viaggio come gli eroi dei suoi romanzi per proteggere i deboli. Alonso diventa così il Don Chisciotte della Mancia vagando per la Spagna. In questa sua pazzia trascina con sé un contadino di nome Sancho Panza chiedendogli di fargli da scudiero e promettendogli un’isola come ricompensa. Dedicherà inoltre le sue imprese a una donna di nome Aldonza Lorenzo, ribattezzata poi Dulcinea del Toboso.
Purtroppo la Spagna del suo tempo non ha nulla a che fare con i romanzi cavallereschi, ma la sua ostinazione lo spinge a vedere la realtà con altri occhi. Inizia perciò a scambiare i mulini a vento con dei giganti dalle lunghe braccia rotanti e i burattini con i demoni. Don Chisciotte combatterà sempre contro avversari immaginari e da questi ne uscirà sempre sconfitto, suscitando così anche l’ilarità delle persone che assistono alle sue folli gesta. Durante questi episodi Sancho Panza in alcuni sembrerà assecondare Don Chisciotte, facendosi quindi coinvolgere mentre in altri avrà una visione più razionale.
Prima parte
Nella prima parte del romanzo vi è un prologo nel quale Miguel de Cervantes spiega lo stile della narrazione, definito semplice e privo di citazioni.
Segue il primo capitolo che descrive abitudini e condizioni di Alonso Quijano. Con lui vivevano una governante, una nipote e un domestico. Alonso Quijano da sempre era attratto dai romanzi che leggeva, romanzi di genere cavalleresco. Questa sua passione si trasformò in una forma di delirio e decise così di farsi cavaliere errante e di andarsene in giro per il mondo con il suo cavallo Ronzinante, difendendo i più deboli dalle ingiustizie. In seguito decise anche di cambiare il proprio nome in “Don Chisciotte de la Mancia“, nome che onora la sua terra natale. Don Chisciotte decise, inoltre, di dedicare le sue avventure a una giovane contadina di un paese vicino Aldonza Lorenzo, ribattezzata poi con il nome di Dulcinea del Toboso, la quale rimarrà sempre allo scuro delle avventure dell’eroe.
Prime avventure di Don Chisciotte
Miguel de Cervantes ha avuto molta fantasia per quanto riguarda le avventure del suo eroe.
Don Chisciotte finalmente si mise in viaggio. Cominciano così una serie di avvenimenti e di salvataggi. Come prima sosta egli si ritrova in un’osteria, ma secondo la sua folle mente è un nobile castello. L’oste, resosi conto della pazzia del suo cliente, lo asseconda nominandolo cavaliere. Un delle avventure più folli del protagonista è quando incontra sulla sua strada dei mulini a vento i quali scambia per dei giganti con grosse braccia roteanti. L’eroe di lancia così contro di loro, nonostante gli ammonimenti del suo servo Sancho Panza, ma ne esce sconfitto, cadendo a terra e rimanendo malconcio.
Seguiranno poi altre avventure e in una di queste Don Chisciotte perderà anche due denti e verrà rinominato “il Cavaliere dalla Trista Figura“.
Seconda parte del romanzo
Don Chisciotte tornò, si fece curare dalla sua governante e decise di ripartire con il suo servitore Sancho Panza. Durante il cammino incontrarono “il Cavaliere degli specchi“: i due si affrontarono in duello e a causa di un imprevisto Don Chisciotte vinse. I due proseguirono il cammino e si trovarono davanti ad una gabbia con all’interno due leoni, egli così aprì la gabbia per potersi così misurare in battaglia con uno dei due ma i leoni non uscirono. Don Chisciotte fu rinominato “il Cavaliere dei Leoni“; l’usanza dei cavalieri erranti era che potevano cambiare il loro nome ogni volta che volevano. Dopo questa avventura i due si rimisero in cammino e incontrano il Duca e la Duchessa di Aragona i quali li invitarono nel loro castello, poiché desideravano conoscerlo. I due reali però si divertirono a prendere in giro i loro ospiti inscenando un’opera teatrale con fanciulle, demoni e maghi.
La fine di Don Chisciotte
Don Chisciotte una volta lasciato il castello affrontò molte altre avventure finché l’ultima pose fine alla vita del cavaliere errante a causa di una sfida tra lui e il “Cavaliere della Bianca Luna“. Colui che avrebbe perso avrebbe dovuto consegnarsi al vincitore. L’eroe così tornò a casa. Dopo esservi ritornato cadde come in un grande sconforto e venne infatti colto da una febbre improvvisa. Nonostante ricevesse molte visite, nessuna di queste colmò la sua tristezza. Decise così di scrivere un testamento dopo aver sognato di stare per morire e, dopo qualche giorno tra i pianti dei suoi amici e di Sancho, morì.
Sitografia
Letizia Chianese