Cosa vedere a Venezia? Per rispondere a questa domanda ci sarebbe davvero l’imbarazzo della scelta. Venezia è una delle città italiane più celebri al mondo. Le sue bellezze artistiche, la notorietà ricevuta dalla grande letteratura (pensiamo solo a opere come Otello o Il mercante di Venezia) e la sua specificità di città lagunare l’hanno resa un luogo particolarmente suggestivo e unico nel suo genere.
La sua fama è dovuta anche alla sua storia gloriosa; dal Medioevo – quando emerge come importante Repubblica marinara – fino all’Età Moderna è stata una delle città più ricche e floride d’Europa. Per lunghissimo tempo la Repubblica di Venezia ha dominato i mari, intessendo fitti e stabili rapporti con l’Oriente, e ha avuto nel Settecento uno dei suoi periodi di massimo splendore, con una grandissima fioritura delle arti (musica e teatro in particolare).
Infatti, ancora oggi nell’immaginario collettivo si associa la Serenissima allo sfarzo e al gusto di quel secolo, che vide fra i suoi protagonisti il celebre amatore Giacomo Casanova. Inevitabilmente la grande storia di Venezia ha lasciato molti segni sulla città che ancora oggi possiamo vedere. Allora come orientarsi tra le innumerevoli bellezze che ci troveremo davanti? Qui di seguito proveremo a selezionare dieci cose da vedere a Venezia che non potete assolutamente perdervi.
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Piazza San Marco
Cosa sarebbe un viaggio a Venezia senza vedere Piazza San Marco? Probabilmente una delle più belle piazze del mondo; questo è il centro nevralgico della città e il primo luogo che dobbiamo visitare. L’originaria sistemazione della piazza risale al IX secolo d.C.; nel corso del tempo ha subito numerose trasformazioni, ma nel disegno generale è sempre rimasta sostanzialmente simile a come la vediamo oggi. L’area della piazza si divide in due zone: la piazza vera e propria e la piazzetta che arriva fin sul mare. Su di essa si affacciano alcuni degli edifici più importanti di Venezia: la Basilica di San Marco, il Palazzo Ducale, la Loggetta del Sansovino e la Torre dell’orologio.
Una grande trasformazione della piazza prese avvio nel XV secolo: molti edifici vennero demoliti, fu edificata la Torre dell’orologio e si provvide alla costruzione della Zecca, della Libreria e, nel secolo successivo, delle Procuratie Nuove (destinate all’alloggio dei nove procuratori di San Marco). Il nuovo allestimento della piazza fu progettato dal Sansovino. Agli inizi del XVIII secolo i mattoni rossi a spina di pesce che pavimentavano lo spazio, vennero sostituiti con le pietre di trachite grigia dei Colli Euganei, le stesse che ancora oggi possiamo calpestare.
Qui un edificio su cui ci si deve soffermare è certamente la Torre dell’orologio, costruita da Codussi alla fine del ’400. È caratterizzata da un bellissimo orologio astronomico e, sulla sommità, da due “Mori” in bronzo che battono le ore su una campana. Tra l’orologio e i Mori si può vedere il leone di San Marco e una terrazzina semicircolare.
Il campanile, chiamato dai veneziani “el paron de casa”, con i suoi quasi 100 metri d’altezza domina la piazza. Dopo vari danneggiamenti venne riedificato all’inizio del ’500. Qui Galileo Galilei fece una dimostrazione del suo cannocchiale. La cella campanaria, aperta da quadrifore, è sormontata da una piramide con in cima la statua dell’Arcangelo Gabriele. Nel 1902 la struttura cedette e venne ricostruita esattamente com’era.
Basilica di San Marco
La prima cosa che salta all’occhio quando vi trovate nella piazza è l’imponente Basilica di San Marco, un capolavoro ineguagliabile che a Venezia non si può non vedere. Qui aveva il suo fulcro tutta la vita della città e sempre qui il doge riceveva la sua prima acclamazione dopo essere stato eletto. La caratteristica che più colpisce di questa Basilica sono le sue forme orientaleggianti. Sulla sua facciata si aprono cinque portali decorati da dipinti e bassorilievi di elevatissimo pregio artistico, così come cinque sono le cupole che conferiscono movimento a tutta la struttura. Sopra il portale maggiore è possibile vedere un grande mosaico rappresentante il Giudizio Universale e subito dopo i quattro cavalli di Lisippo (IV sec. a.C.) che il doge Enrico Dandolo fece arrivare da Costantinopoli nel 1204 come bottino. Attualmente gli originali sono custoditi all’interno, mentre quelli che vediamo sono copie.
Quindi a questo punto non resta che entrare per vedere l’interno: letteralmente un capolavoro di ricchezza artistica. La Basilica è divisa in tre navate a croce greca sulla quale si innalzano le cinque splendide cupole. Il pavimento è in marmo a mosaico; la navata laterale sinistra è ricca di cappelle fatte erigere in epoche diverse. Collocata sotto il presbiterio, vi è la Cripta di San Marco che accoglieva il corpo del santo. Poi due porte situate dietro l’altare conducono alla Chiesetta di San Teodoro e alla Sacrestia, la cui volta a mosaici è attribuibile a Tiziano. L’altare maggiore è sormontato da una tribuna sorretta da quattro colonne di alabastro orientale e dietro la mensa è collocata la celebre Pala d’Oro, capolavoro di oreficeria ordinata dal doge Pietro Orseolo I ad artisti di Costantinopoli.
Se siete a Venezia non privatevi dell’emozione di vedere una cosa eccelsa come questa Basilica, resterete senza fiato!
Palazzo Ducale
Accanto alla Basilica l’altra importantissima struttura da vedere a Venezia è il meraviglioso Palazzo Ducale. Anche questo di spiccato stile orientaleggiante, rappresenta uno dei massimi esempi di gotico veneziano. Questo palazzo, sede del doge (a capo del governo della Repubblica), era la principale architettura civile della città. La costruzione di un primo Palazzo Ducale risalirebbe circa agli inizi del IX secolo; ma nella seconda metà del XII secolo il doge Sebastiano Ziani decise l’ampliamento del palazzo e la struttura prese la stessa planimetria di quella che vediamo oggi. Qui nel 1177 vi fu ospite l’imperatore Federico Barbarossa, in occasione della sua venuta a Venezia per la riconciliazione con papa Alessandro III.
All’inizio del ’300 diverse esigenze portarono alla creazione di un nuovo palazzo che comprendeva la Sala delle Riunioni del Consiglio e gli Uffici della Cancelleria. L’ala fu in parte demolita nel 1419 quando fu costruita la Sala del Maggior Consiglio. Diversi incendi nel corso del XV e XVI secolo distrussero alcune aree del Palazzo che però venne sempre riportato al suo splendore pur perdendo alcune importanti opere d’arte.
Il Palazzo si sviluppa su tre ali intorno a un ampio cortile centrale porticato, il quarto lato è costituito dal lato della Basilica di San Marco che originariamente non era altro che la cappella palatina. Le due facciate principali sono rivolte verso la piazzetta (quella più lunga) e verso il molo (quella più corta), e sono caratterizzate in basso da due livelli di colonne sormontate da un corpo a marmi intarsiati su cui si aprono finestroni ogivali. Al centro spicca un monumentale balcone riccamente decorato.
Il Palazzo Ducale è senz’altro uno degli edifici più rappresentativi di Venezia, quindi dopo averlo ammirato all’esterno non resta che andare a vedere l’interno. Diviso su tre livelli, comprende numerose sale di grandissimo rilievo artistico come la Sala della Cancelleria, del Consiglio, dei Censori, la Sala dei Filosofi e quella degli Stucchi (decorata da vari maestri tra cui Tintoretto e Veneziano); e ancora la Sala dei Banchetti e quella del Maggior Consiglio. Insomma, un vero e proprio viaggio nel tempo e nella storia di questa magnifica città.
Canal Grande e i ponti
Il Canal Grande è il principale canale di Venezia, una grande “strada d’acqua” che attraversa la città per quasi tutta la sua estensione (circa 4 km). Quindi, una cosa da fare quando vi troverete a Venezia è percorrerlo per vedere la città da un’altra bellissima prospettiva: infatti su di esso si affacciano alcuni dei più importanti palazzi cittadini. Il canale taglia la città in due parti collegate fra loro da tre ponti: quelli di Rialto, degli Scalzi e dell’Accademia.
Un tempo il Canal Grande era il porto di Venezia, ma più tardi, con lo spostamento del centro portuale, perse questa funzione diventando un “salotto buono”. Durante il Rinascimento numerosi palazzi sorsero lungo il canale, nonché alcune importanti Chiese monumentali.
Tra i tanti ponti da vedere a Venezia uno dei più celebri è sicuramente quello di Rialto. Originariamente questo ponte era costruito in legno e si chiamava ponte “della Moneta”, era mobile e presentava delle botteghe. Il nuovo ponte fu costruito nel XV secolo su progetto di Antonio da Ponte, preferito ai progetti di altri grandi architetti come Michelangelo, Sansovino e Palladio.
Il Ponte dell’Accademia, il più meridionale, è invece di impianto moderno (1934). Con questa struttura si sostituì un preesistente ponte metallico del 1854.
Meta di molti turisti, e da vedere come tappa obbligata se ci si trova a Venezia, è il Ponte dei Sospiri, situato proprio sul piccolo canale che costeggia il Palazzo Ducale (il rio di Palazzo). La sua notorietà è dovuta a agli scrittori ottocenteschi che spesso lo citarono nelle loro opere, tanto da originarne il nome. Infatti, questo ponte era attraversato dai prigionieri che venivano condotti nelle carceri, erano loro a emettere i sospiri prima della detenzione nelle buie e anguste celle della Serenissima.
Murano e Burano
Il fatto che la città sorga su isolotti all’interno della laguna è unacosa di cui bisogna sempre tenere conto quando si va a vedere Venezia. Fra queste piccole isole sono di grandissimo interesse Murano e Burano.
Murano è un piccolo centro a nord-est di Venezia che sorge su sette isole (due delle quali di origine artificiale) collegate da ponti; ebbe un rapido sviluppo già dal XIII secolo e per lungo tempo fu considerata luogo di villeggiatura dalle famiglie patrizie veneziane. Tra gli edifici spiccano il Palazzo Da Mula e il Palazzo Trevisan (attribuito al Palladio), mentre di particolare interesse sono le chiese, tra cui la principale è quella di SS. Maria e Donato. Ma Murano è divenuta celebre nel mondo soprattutto per la sua antichissima e pregiata arte vetraria, ancora oggi praticata e apprezzata, che raggiunse il massimo splendore nel XV secolo con l’affermazione del vetro soffiato e di altre tecniche. A questa secolare arte è dedicato il Museo dell’arte vetraria, situato nell’ex Palazzo Giustiniani.
Un po’ più a nord sorge l’altro centro di Burano, che si sviluppa su quattro isolotti. Il cuore del paese è la piazza Baldassare Galuppi, intitolata al celebre musicista nato proprio qui; poi degne di interesse sono le due chiese di San Martino e Santa Maria delle Grazie. Tuttavia Burano è divenuta famosa soprattutto per le sue caratteristiche e sgargianti case colorate appartenenti ai pescatori del luogo e all’arte del merletto, che ebbe il suo momento di maggior fioritura fra XV e XVII secolo.
Da vedere è anche l’isola della Giudecca, più vicina a Venezia (questa volta verso sud) e che si affaccia sull’omonimo canale, forse il nome deriva dalla presenza sull’isola del primo quartiere ebraico.
Teatro La Fenice
Una cosa che ha reso grande Venezia è certamente la sua tradizione musicale e teatrale, quindi un luogo da vedere assolutamente nella città di Goldoni è il suo teatro più famoso: La Fenice. Questo teatro che sorge sul campo San Fantin fu realizzato alla fine del Settecento e inaugurato nel 1792 con il dramma I giuochi di Agrigento musicato da Giovanni Paisiello. Si tratta del più importante teatro lirico di Venezia, nonché di uno dei teatri più prestigiosi al mondo.
Qui, a partire dall’’800 si tennero numerose prime assolute di opere di alcuni artisti celeberrimi (Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi). Ogni anno La Fenice organizza importanti stagioni operistiche, sinfoniche e il Festival Internazionale di Musica Contemporanea; inoltre il teatro è spesso sede della cerimonia di premiazione del Premio Campiello, uno dei più importanti premi letterari italiani.
La storia del teatro è stata abbastanza travagliata, infatti per ben due volte è stato distrutto da un incendio e ricostruito. La prima volta nel 1836, la seconda volta in anni recenti, nel 1996, a causa di un atto doloso di due elettricisti. Ma il teatro, degno del suo nome, è riuscito sempre a risorgere dalle sue ceneri, proprio come la fenice di cui porta il nome.
Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari
Tra le numerosissime chiese che si possono vedere a Venezia, oltre alla Basilica di San Marco, di grande interesse è la Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Si tratta di una chiesa francescana iniziata nel 1250 e poi ingrandita e modificata nel 1338. Di stile romanico-gotico presenta una facciata tripartita da lesene con in cima dei pinnacoli. L’altissimo campanile, superato solo da quello di San Marco, fu costruito nel Trecento. Invece all’interno la struttura è divisa in tre navate su una pianta a croce latina.
Qui, tra le numerose opere che la impreziosiscono, bisogna segnalare il Mausoleo di Tiziano con la sua tomba (l’artista morì proprio a Venezia nel 1576, ucciso dalla peste). Inoltre nella Sacrestia è possibile ammirare un bellissimo trittico di Giovanni Bellini che raffigura la Madonna in trono con il Bambino; nel presbiterio si trova il monumento al doge Francesco Foscari, opera dei fratelli Bregno; mentre alla parete sinistra c’è il monumento al doge Nicolò Tron di Antonio Rizzo.
Poi dietro l’altare maggiore è possibile vedere la celebre pala dell’Assunta (1518) e al secondo altare la Madonna della famiglia Pesaro (1526), entrambe di Tiziano. Ma numerosissimi altri capolavori sono sparsi all’interno delle varie cappelle: la bellissima Madonna col Bambino di Bernardo Licinio, la pala con Sant’Ambrogio in trono di Alvise Vivarini e Marco Basaiti e, sul fonte battesimale, un San Giovanni Battista di Jacopo Sansovino.
Scuola grande di San Rocco
Un altro edificio interessante da vedere a Venezia è la Scuola grande di San Rocco, nata per accogliere una confraternita di laici che si occupava di opere benefiche. Il palazzo fu eretto tra il 1515 e il 1560 e vi presero parte tutti i più famosi architetti del tempo.
All’interno è possibile ammirare i bellissimi dipinti su tela di Tintoretto, al quale venne affidato l’incarico di decorare la Scuola nel 1564. Le numerose tele si possono vedere nella Sala Terrena, nella Sala Capitolare e nella Sala dell’Albergo. Inoltre la Scuola ospita la bellissima Annunciazione di Tiziano e nella Sala della Cancelleria si trovano un Ecce Homo attribuito a Tiziano e un San Rocco di Bernardo Strozzi.
Museo del Settecento veneziano
Come si è detto, lo splendore della Venezia settecentesca segna in modo indelebile la fama di questa città. Ecco perché una cosa da vedere se si vuole fare un viaggio nella Venezia di quel tempo è il Museo del Settecento veneziano. Allestito a Palazzo Rezzonico, nel sestiere di Dorsoduro, il museo ricostruisce l’interno di un palazzo patrizio del Settecento.
Tra gli spazi degni di menzione vi sono il grande Salone da ballo con stupendi mobili intagliati; la Sala dell’Allegoria nuziale (che prende il nome dall’affresco di Tiepolo che vi ha raffigurato le Nozze di Ludovico Rezzonico; quella dei Pastelli con opere di Rosalba Carriera; la Sala degli Arazzi con tappezzerie fiamminghe del XVII secolo; la Sala del Trono, camera nuziale con un affresco del Tiepolo e la stessa Sala del Tiepolo dove l’artista ha realizzato un altro grande affresco con la Fortuna e la Sapienza. Ancora, la Sala della Biblioteca, del Lazzarini e del Brustolon. Sempre del Tiepolo è il soffitto della Sala del Longhi che conserva 34 quadretti di vita veneziana.
Inoltre, di particolare interesse sono, al secondo piano, la Camera dei Pagliacci, la Chiesetta affrescata dal Tiepolo e la Sala del Ridotto. Degno di nota è il Camerino degli stucchi e, al terzo piano, la ricostruzione di un’antica farmacia e di un teatrino di marionette (con una collezione di marionette veneziane settecentesche).
Gallerie dell’Accademia
Cosa resta ancora da vedere a Venezia? Sicuramente moltissimo, ma in ultimo ricordiamo almeno le bellissime Gallerie dell’Accademia che mostrano al loro interno un panorama dello svolgimento dell’arte veneziana nell’arco di cinque secoli, dal Trecento al Settecento. Qui sono custoditi alcuni dei più grandi capolavori dell’arte italiana; dunque è una tappa assolutamente da non perdere.
Le Gallerie si trovano nel sestiere di Dorsoduro ai piedi del ponte dell’Accademia, all’interno del vasto complesso formato dalla chiesa di Santa Maria della Carità, dal convento dei Canonici Lateranensi e dalla Scuola Grande di Santa Maria della Carità. Il nome deriva dall’Accademia di Belle Arti, che le ha aperte nel 1817 e ne ha condiviso la sede fino al 2004.
Innanzitutto, a partire dal Trecento, possiamo ammirare delle pale dei Veneziano, l’Incoronazione della Vergine (1375) di Catarino, e l’Annunciazione, Santi e Profeti (1357) di Lorenzo; poi sono presenti opere di Jacobello del Fiore, Jacobello Alberegno e Nicolò di Pietro. Ancora per il Quattrocento abbiamo opere di Giovanni Bellini, tra cui la Madonna col Bambino tra Santa Caterina e la Maddalena e la Madonna in trono adorante il Bimbo dormiente in grembo; poi tutto il ciclo della Leggenda di Sant’Orsola di Carpaccio, il bellissimo San Giorgio di Mantegna e numerose opere di Vivarini, d’Alemagna, e Lazzaro Bastiani. Qui, nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, è custodito anche il famosissimo Uomo vitruviano disegnato da Leonardo Da Vinci, ma solo in alcune occasioni viene esposto al pubblico.
Per il Cinquecento di straordinaria rilevanza è la celebre Tempesta, il dipinto più famoso di Giorgione, e sempre dello stesso artista, ciò che resta dell’affresco L’ignuda. Inoltre troviamo la Pietà e la Presentazione della Vergine al Tempio di Tiziano, il Convito in casa di Levi e la Madonna in trono con Santi di Paolo Veronese, e infine il Miracolo di San Marco e Adamo ed Eva di Tintoretto. Ma molto rappresentati sono anche artisti minori come il Boccaccino, Lorenzo Lotto, Paris Bordone, lo Schiavone o il Pordenone.
Rappresentative del Seicento sono alcune opere di Bernardo Strozzi (Convito in casa del Fariseo e il San Girolamo), di Domenico Fetti, del Mazzoni e del Maffei. Mentre il Settecento è rappresentato da una grande abbondanza di artisti veneziani, tra cui Pietro Longhi con il Filosofo, Piazzetta con l’Indovina e un Crocifisso, Rosalba Carriera, Tiepolo e Canaletto con il Porticato.
Rosario Carbone