La Guerra di Corea (25 giugno 1950 – 27 luglio 1953, conosciuta in Corea del Sud come la “Guerra 6-2-5” per via della data d’inizio e in Corea del Nord come “Guerra di liberazione della patria“) fu un conflitto scoppiato tra la Repubblica di Corea (Corea del Sud), supportata dagli Stati Uniti d’America, e la Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord), supportata dalla Repubblica Popolare Cinese e parzialmente dall’Unione Sovietica.
Il conflitto è stato uno dei momenti di maggiore tensione della Guerra Fredda. Infatti, il generale Douglas MacArthur ha cercato più volte di convincere il presidente americano Harry Truman di utilizzare le bombe atomiche sulla Corea del Nord.
Indice dell'articolo
Antefatti
La Corea occupata
Dopo la vittoria del Giappone durante la Prima Guerra Sino-giapponese, i giapponesi occuparono la penisola coreana dell’Imperatore Gojong. Nel 1910 la Corea diventa un protettorato giapponese fino al 1945, in seguito alla sconfitta del Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale.
È proprio durante la Seconda Guerra Mondiale che l’Unione Sovietica, per via di un accordo con gli Stati Uniti d’America, occupò la zona settentrionale della Corea. Gli Stati Uniti, invece, occuparono la parte meridionale, sotto al 38° parallelo.
Nel 1945, durante la conferenza di Potsdam, gli Alleati decisero (senza consultare la Corea) di dividere il territorio in due zone. Gli Stati Uniti avrebbero preso il controllo della parte meridionale, con non poche proteste da parte dei cittadini coreani, mentre all’Unione Sovietica spettò la parte settentrionale.
La divisione delle Coree
Nel 1948 le cose cambiarono quando in Corea del Sud ci furono le elezioni e vinse l’anticomunista Syngman Rhee, ben voluto dagli americani. In Corea del Nord, invece, l’USSR formò un governo comunista guidato da Kim Il-sung.
Entrambi i neopresidenti erano fortemente nazionalisti e avevano come intento principale l’ unificazione la penisola, ma con ovvie divergenze ideologiche. Nel 1949 sia l’Unione Sovietica che gli Stati Uniti decisero di abbandonare il territorio coreano per permettere ai due stati di svilupparsi in maniera autonoma.
Durante la Guerra Civile Cinese (dal 1945 al 1949) tra Comunisti e Nazionalisti il governo della Corea del Nord decise di aiutare la causa comunista in Manciuria (il territorio cinese immediatamente al di sopra della penisola coreana). La Repubblica Popolare di Corea inviò migliaia di soldati ed approvvigionamenti all’Esercito Popolare di Liberazione (il fronte comunista). Quando i Comunisti vinsero la guerra fondando la Repubblica Popolare Cinese nel 1949, giurarono di aiutare la Corea del Nord in un eventuale conflitto con la Corea del Sud. La partecipazione della Corea del Nord alla Guerra Civile Cinese creò una netta divisione tra le due Coree.
L’inizio della Guerra di Corea
All’alba del 25 giugno 1950 la KPA (Esercito popolare della Corea del Nord) supera il confine, incolpando però l’Esercito della Repubblica di Corea (ovvero la Corea del Sud) di aver varcato per prima il confine, ed iniziarono ad aprire il fuoco verso i coreani del sud.
La KPA inviò circa 231.000 militari in Corea del Sud, che era altamente impreparata e contava circa 98.000 soldati totali e nessun carro armato.
Pochi giorni dopo l’invasione da parte della Corea del Nord, migliaia di soldati dell’Esercito della Repubblica di Corea iniziavano a ritirarsi verso sud, oppure disertavano a favore della Corea del Nord.
Risposta delle Nazioni Unite
Gli Stati Uniti entrano nella Guerra di Corea
Dopo lo scoppio della Guerra di Corea, il presidente americano Harry Truman affidò al generale Douglas MacArthur la difesa del territorio della Corea del Sud, in quanto bisognava partire da lì per fermare l’avanzata del comunismo.
Nel frattempo la KPA continuava ad avanzare ed ottenere continuamente vittorie. Riuscì a conquistare tutto il territorio coreano ad eccezione di una piccola porzione di terra nel sud-est, vicino la città di Busan, delimitata dal Fiume Nakdong (circa il 10% del territorio nazionale).
In questo periodo, gli USA iniziarono ad avere un ruolo attivo nel conflitto. L’Aeronautica Militare Statunitense riuscì a difendere Busan dall’avanzata del KPA, in quanto, bombardando strade e ponti, ritardarono l’arrivo di approvvigionamenti. Militari americani continuavano a venire inviati in Corea e ad inizio settembre, le forze delle Nazioni Unite finirono per superare in numero quelle della KPA di circa 80.000 unità.
La ritirata della Corea del Nord
La KPA non poteva nulla contro questa potenza, essendo anche priva di supporto navale ed aereo.
Nello stesso periodo, il generale Douglas MacArthur ebbe il via libera dal Pentagono per avviare un attacco anfibio ad Inchon, circa 150 chilometri dietro la linea di Busan, nel territorio della Corea del Nord. Lo scontro ad Inchon fu semplice, poiché poco prima dell’attacco anfibio le Nazioni Unite bombardarono la città.
Più a sud, le forze sudcoreane, supportate dalle Nazioni Unite, continuavano a vincere battaglie e riconquistare il territorio che la Corea del Nord aveva confiscato. Il presidente Harry Truman intimò al generale MacArthur che il superamento del 38° parallelo era autorizzato solo se ci fosse stata la sicurezza che le forze comuniste cinesi e sovietiche non sarebbero entrare nel conflitto.
Il generale MacArthur, per via dei successi che stava ottenendo, spingendo l’esercito della Corea del Nord ai confini con la Cina, chiese autorizzazione al presidente Truman di iniziare anche un conflitto contro la Cina, ma non gli venne concesso.
L’intervento della Cina
La Cina si prepara
Il 20 agosto 1950, il presidente cinese Zhou Enlai informò le Nazioni Unite che “La Corea è un vicino della Cina, ed il popolo cinese non può che essere preoccupato per quanto riguarda gli eventi in Corea”. Zhou Enlai intimò anche un’entrata in guerra qualora la questione si fosse protratta nel tempo.
Il 2 ottobre 1950, il giorno dopo del superamento da parte delle forze della Repubblica di Corea, la Cina entra nel conflitto. La Cina adottò come motivazione un attacco da parte degli USA prima ancora che entrasse nel conflitto.
L’entrata nel conflitto da parte dei cinesi era inaspettata per gli americani. Il generale MacArthur e Truman si incontrarono sull’Isola Wake nel mezzo dell’Oceano Pacifico (MacArthur si rifiutò di incontrare il presidente nel continente americano). Il generale si giustificò dicendo che ci sono circa 300.000 soldati cinesi in Manciuria e circa 120.000 lungo il Fiume Yalu (al confine tra Cina e Corea del Nord). Continuò dicendo che circa la metà di questi poteva partecipare alla Guerra di Corea, ma “se i cinesi provano ad avvicinarsi a Pyonggyang, ci sarà il più grande massacro”.
Dopo aver segretamente superato il Fiume Yalu, la tredicesima milizia del PVA (Esercito Popolare dei Volontari) lanciò la Prima Fase Offensiva il 25 ottobre 1950, attaccando le armate sudcoreane vicino al confine con la Cina.
La Cina contro gli Stati Uniti nella Guerra di Corea
Il primo scontro tra Cina e Stati Uniti durante la Guerra di Corea avvenne il 1° novembre. Migliaia di soldati della 39ª milizia del PVA attaccarono l’Ottavo Reggimento da 3 lati. Le forze statunitensi furono costrette alla ritirata. Le forze cinesi, piuttosto che continuare ad attaccare, decisero di nascondersi sulle montagne, pronti ad una nuova imboscata.
Il 24 novembre inizia l’offensiva “A Casa per Natale” da parte degli Stati Uniti. L’operazione prevedeva un attacco sul fronte orientale ed occidentale alla Corea del Nord. Nel frattempo, però, le forze del PVA stavano preparando l’imboscata.
Il 25 novembre il PVA attacca le forze delle Nazioni Unite che stavano avanzando, costringendole alla ritirata dietro al 38° parallelo. Poco tempo dopo, il PVA riuscì ad uccidere il generale dell’8ª milizia statunitense Walton Walker, facendo precipitare a terra il morale delle truppe americane.
Il 31 dicembre inizia la Terza Fase Offensiva cinese. Il PVA e il KPA circondarono, durante la notte, gli accampamenti militari statunitensi con un contingente militare numerosissimo. Durante l’assalto alcuni soldati cinesi suonavano gong e trombe, sia per dettare i tempi dell’assalto, sia per disorientare il nemico. Questo attacco permise alle forze nordcoreane di riconquistare Seoul.
Dopo una serie di sconfitte delle Nazioni Unite, nel febbraio 1951 le Nazioni Unite avviano l’operazione “Killer“, che aveva come obiettivo principale uccidere quante più forze cinesi e nordcoreane possibili per riconquistare il territorio fino al Fiume Han. Venne seguita dall’operazione “Ripper“ a marzo, che permise agli Stati Uniti di riconquistare Seoul.
La destituzione di MacArthur
L’11 aprile 1951 il presidente Harry Truman destituisce il generale Douglas MacArthur, il Comandante Supremo in Corea. Le ragioni della destituzione erano varie. In primis, l’errore di calcolo per quanto riguarda l’entrata del conflitto della Cina, che ha causato ingenti perdite alle Nazioni Unite. Altro motivo è che Douglas MacArthur riteneva che la decisione sull’utilizzare o no ordigni nucleari spettasse a lui, e non al presidente americano. Terzo motivo è che voleva sfruttare quante più forze militari possibili per distruggere la Cina. Non ascoltando Truman aveva anche violato la Costituzione degli Stati Uniti d’America. Infine, veniva spesso criticato in quanto non aveva passato una singola notte in Corea, preferendo rimanere al sicuro a Tokyo.
Al suo posto, venne eletto Comandante Supremo in Corea il generale Matthew Ridgway. Lui riorganizzò le truppe delle Nazioni Unite e iniziò a sferrare una serie di contrattacchi che sconfissero le truppe del PVA e del KPA. La Repubblica Popolare Cinese riprovò un attacco a maggio (la quinta offensiva), ma le forze delle Nazioni Unite riuscirono a mantenere la “Linea Kansas“, lungo il 38° parallelo.
È da questo momento che inizia una fase di stallo che porta poi all’armistizio.
Armistizio: la fine della Guerra di Corea
Tutto il periodo successivo fu una lunga fase di stallo in cui le due armate si scambiarono pochissimo territorio. Nel luglio del 1951 iniziarono le trattative per l’armistizio che continuarono per 2 anni. Uno dei motivi principali di dissenso tra le due parti fu la questione riguardante i prigionieri di guerra, poiché molti soldati del PVA e del KPA non volevano tornare nei loro paesi. La Cina e la Corea del Nord però lo ritenevano inaccettabile.
Nel 1952 venne eletto Presidente degli Stati Uniti d’America Dwight D. Eisenhower. Eisenhower si recò personalmente in Corea per cercare di fermare la guerra. È con lui che venne firmato l’armistizio il 27 luglio 1953, stabilendo la DMZ (Zona Demilitarizzata) lungo il 38° parallelo.
La vecchia capitale coreana di Kaesong, che prima apparteneva alla Repubblica di Corea, ora passava alla Repubblica Popolare di Corea. Dalla firma dell’armistizio ad oggi ci sono stati vari attacchi lungo la DMZ (principalmente da parte della Corea del Nord, che è diventato un paese bunker).
Il ruolo dell’Unione Sovietica nelle Guerra di Corea
Stalin rifiutò sempre di partecipare attivamente al conflitto.
Già nel giugno 1950 il presidente nordcoreano Kim Il-sung si recò a Mosca per incontrare Stalin, ed il presidente russo gli disse apertamente “Non verserò una singola goccia di sangue dei miei soldati in un’operazione che considero del tutto fallimentare. Se gli americani ti cacceranno via, come credo, a calci nei denti, gli aiuti vai ad implorarli da Mao [Zedong]!”.
Il rapporto tra il leader russo e quello cinese non sono mai stati dei migliori, ed anche quando Mao Zedong gli chiese aiuto per la guerra in Corea nel settembre del 1950 per supporti aerei e navali lui si rifiuta, non partecipando attivamente alle fasi iniziali della guerra.
Decise in un secondo momento di aiutare la Corea del Nord offrendo semplicemente materiale e servizi medici. Successivamente, inizia anche a fornire piloti ed aerei ai nordcoreani.
Bibliografia
- Basset, Richard M. And the Wind Blew Cold: The Story of an American POW in North Korea. Kent State U. Press, 2002.
- Bin Yu and Xiaobing Li, eds Mao’s Generals Remember Korea, University Press of Kansas, 2001.
- S.L.A. Marshall, The River and the Gauntlet (1953) on combat.
- Matthew B. Ridgway, The Korean War (1967).
- Philipp Short: “Mao: l’uomo – il rivoluzionario – il tiranno”. Ed. RCS Libri S.p.A. – Milano – 1999