Pietro Alekseevič Romanov, detto Pietro il Grande è stato zar e primo imperatore di Russia. Il suo regno ebbe inizio nel 1682 insieme al fratello Ivan V, malato sia mentalmente sia fisicamente e pertanto impossibilitato a regnare. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1696, lo zar Pietro il Grande fu sovrano assoluto fino al 1724, con l’aiuto della moglie Caterina I. L’obiettivo principale dello zar Pietro il Grande era l’occidentalizzazione della Russia. Grazie alla sua spinta modernizzatrice e alle sue riforme, lo zar Pietro il Grande rese la Russia una nazione nuova, potente e aperta all’Europa.
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Biografia dello zar Pietro il Grande
Pietro Romanov nacque a Mosca nel 1672 e morì a San Pietroburgo nel 1725. Figlio dello zar Alessio Michajlovič e la sua seconda moglie Natalia Kirillovna Narsyškina, iniziò a regnare all’età di soli dieci anni, insieme al fratello Ivan, il quale era molto malato e dunque incapace di governare. Nei primi anni del suo regno al fianco dello zar vi fu la zarina Sofia, figlia di primo letto di Alessio, che regnò insieme a lui fino al 1689.
Dopo di lei, Pietro il Grande raggiunse il potere assoluto. Profondamente affascinato dai paesi europei, sempre più moderni e avanzati rispetto alla Russia, lo zar Pietro il Grande decise di attuare una vera e propria “occidentalizzazione” del paese, al fine di rendere la Russia una grande potenza, pari a quelle europee.
Il viaggio in Occidente dello zar Pietro il Grande
Profondamente affascinato dai paesi europei, sempre più moderni e avanzati rispetto alla Russia, lo zar Pietro il Grande decise di attuare una vera e propria “occidentalizzazione” del paese. Tra il 1697 e il 1698, lo zar Pietro il Grande fece un viaggio all’estero col nome di Pietro Michajlov. Partì prima per la Prussia, poi in Olanda e infine in Inghilterra. Per la prima volta nella storia, uno zar compiva un viaggio all’estero. Questo evento era considerato impensabile, in quanto a quei tempi lo zar era un simbolo carismatico dell’identità del Paese e, di conseguenza, non poteva varcarne il confine.
Nonostante ciò, lo zar Pietro il Grande partì in Occidente sotto falso nome e imparò personalmente numerosi mestieri, tra cui anche a condurre una nave. Al suo ritorno, portò con sé numerosi esperti dei vari mestieri e tecnologie. Col loro aiuto, decise di creare una flotta militare e un esercito moderni come quelli occidentali.
Guerra contro Turchia e Svezia e conquista del Baltico
Lo zar Pietro il Grande usò le sue nuove conoscenze per combattere i suoi nemici principali: la Svezia, che impediva l’accesso al Mar Baltico; e la Turchia, che impediva l’accesso al Mar Nero. La sconfitta dei Turchi avvenne nel 1696 con la conquista del porto Azov. Le guerre contro la Svezia erano guidate da Carlo XII e durarono circa vent’anni (1700-1721).
Nel 1709 lo zar Pietro il Grande riuscì a sconfiggere Carlo a Poltava. La vittoria dello zar Pietro il Grande fu fondamentale per l’accesso al Baltico. Nel 1721 si stabilì a pace fu stabilita, in cui la Svezia concesse alla Russia il possesso della Carelia, dell’Ingria e della Livonia.
Sviluppo del commercio moscovita con Pietro il Grande
Nel corso del Seicento, la Moscovia entrò in un sistema commerciale di forte sviluppo. Da quel momento, la Russia doveva fare i conti con i propri limiti. A differenza delle potenze europee, la Russia era un paese ancora poco sviluppato, sia dal punto di vista produttivo, che amministrativo. Con la conquista del Baltico da parte dello zar Pietro il Grande, i commerci russi andarono incontro a una forte crescita. Allo stesso tempo, però, aumentarono anche i costi delle spese per le campagne militari.
Riforme pietrine: occidentalizzazione del popolo
Al fine di riorganizzare lo stato, lo zar Pietro il Grande iniziò a farsi portavoce di una serie di riforme:
Taglio della barba e abiti occidentali
Tra le prime riforme, lo zar Pietro il Grande impose ai dignitari il taglio delle barbe, mentre ai cortigiani, militari e funzionari, impose di indossare abiti di foggia occidentale. Nonostante si trattasse di cambiamenti apparentemente superficiali, tali riforme rappresentarono per il popolo un duro colpo, in quanto si trattava di elementi simbolo dello spirito tradizionale. Lo zar Pietro il Grande aveva intuito che per facilitare i rapporti tra i russi e gli europei, i russi avrebbero dovuto essere più simili a loro.
Pietro il Grande e la riforma per la chiesa ortodossa sottoposta allo Stato
Con le riforme di Pietro il Grande, avvenne la secolarizzazione dei beni della chiesa o, in alcuni casi, divennero soggetti a carico fiscale. Questa riforma causò non poche reazioni fino all’accusa per lo zar Pietro il Grande di essere un Anticristo. Nonostante ciò, ogni resistenza fu spietatamente stroncata. Esempio simbolico fu il figlio dello stesso zar, Alessio, il quale divenne centro della resistenza politica del padre e, per questo motivo, giustiziato.
Pietro il Grande e la Tassazione dei contadini
Secondo questa riforma, Pietro il Grande stabilì che i contadini dovessero sottoporsi a una dura tassazione: il cosiddetto testatico. Si trattava di una tassazione uguale a prescindere dall’età e dal reddito. Con esso, i contadini furono definitivamente assoggettati allo dvorjanin (membro della nobiltà russa).
Grazie alla tassazione, lo zar Pietro il Grande potè finanziare l’ingresso di una parte del corpo sociale nei circuiti commerciali internazionali, tramite la tassazione di tutta quella parte maggioritaria della società, che prima era sostanzialmente esclusa dai circuiti commerciali.
Oltre al testatico, Pietro il Grande con le sue riforme stabilì inoltre che i contadini dovessero pagare il proprio padrone e tale pagamento poteva avvenire tramite due modalità: l’obrok, ossia un tributo in denaro; oppure la barščina, ossia prestazione d’opera. La tassazione dei contadini rappresentava una chiara contraddizione socioeconomica: le riforme di Pietro il Grande garantirono sì una modernizzazione, ma essa avveniva tramite infeudamento.
Obbligo da Pietro il Grande per gli dvorjane di prestare servizio
Gli dvorjane erano costretti ad abbandonare il luogo di residenza, mentre le loro funzioni amministrative venivano svolte dai governatori, che possedevano completa autonomia di azione. Di conseguenza, i nobili che erano impegnati al fronte, non potevano amministrare le proprie terre.
Occidentalizzazione dell’esercito con Pietro il Grande
L’esercito, liberato dai mercenari, adottò ordinamenti europei, basandosi sulla coscrizione obbligatoria. Venne creata una base industriale, con il ricorso al lavoro forzato e l’utilizzazione di tecnici occidentali, finalizzata soprattutto alle esigenze dell’esercito e della flotta. Consapevole dell’importanza dell’istruzione per lo sviluppo militare e civile del paese, lo zar Pietro il Grande creò un sistema d’istruzione nazionale, diretto in primo luogo a potenziare le scienze e le tecniche.
Nascita di San Pietroburgo con Pietro il Grande
Il simbolo maggiore dell’occidentalizzazione della Russia fu senz’altro la fondazione di San Pietroburgo, avvenuta nel 1703 sulle foci della Neva. Per la sua fondazione, lo zar Pietro il Grande si servì dei più grandi architetti d’Europa, rendendo la città la nuova capitale russa.
La tabella dei ranghi di Pietro il Grande
La tabella dei ranghi rappresentò una delle riforme pietrine più importanti. Essa venne introdotta nel 1722. Si trattava di una tabella costituita da quattordici gradini, detti ciny, tramite i quali venivano determinati gli oneri e gli onori di ogni classe sociale. Scalare la tabella dei ranghi avveniva per merito personale.
Lo zar Pietro il Grande la introdusse per marcare l’indipendenza dello zar dall’aristocrazia, e soprattutto per creare un saldo sostegno dell’autocrazia da parte della burocrazia e della piccola e media nobiltà. Sulla base della tabella, lo zar Pietro il Grande stabilì che i nobili dovessero iniziare il servizio militare come soldati semplici e che anche i contadini potessero ambire al titolo di ufficiali.
La tabella dei ranghi divenne una vera e propria ossessione per il popolo russo. Ogni giovane si affrettava a impiegarsi, in quanto gli erano necessari trent’anni per raggiungere il grado di colonnello.
La tabella dei ranghi per gli autori russi
Diversi autori russi definirono la tabella dei ranghi in termini particolarmente negativi: Gogol, ad esempio, ne “I racconti di Pietroburgo”, parla di Akakai Akakevič, un eterno consigliere titolare, che non raggiungerà mai il grado successivo. Gogol parla dunque di un eterno perdente. Per Gogol la tabella dei ranghi era catalizzatrice e perturbante.
Puskin definiva la tabella dei ranghi come un mero dato storico.
Cechov, infine, definiva la tabella dei ranghi come la cifra del sottosviluppo, che da sociale si fa antropologico.
Le riforme di Pietro il Grande come cultura rituale
L’obiettivo dello zar Pietro il Grande era una propaganda che coinvolgesse nelle riforme quella parte di popolo che era il motore stesso di queste riforme.
Lo zar Pietro il Grande era ben consapevole dell’analfabetismo dell’epoca, di conseguenza i nuovi valori dovevano essere promossi non tramite la stampa, che veniva utilizzata come mezzo per promuovere il favore verso la Russia all’estero; bensì, tramite un vero e proprio cambiamento delle pratiche rituali.
Le riforme promosse dallo zar Pietro il Grande avevano un obiettivo ben preciso, ossia quella di portare una rottura netta con l’antica tradizione moscovita. Questa rottura doveva avvenire non solo da un punto di vista economico e politico, ma soprattutto da un punto di vista culturale.
Il problema delle riforme dello zar, era che esse si contrapponevo all’ordine antico in modo esasperatamente antagonistico, tramite una propaganda per esaltare i nuovi valori culturali, screditando quelli vecchi. La migliore propaganda poteva avvenire tramite mezzi rituali-spettacolari. Tra questi vi erano il taglio della barba, l’abbigliamento europeizzante, orge a carattere blasfemo, etc.
In qualche modo, ogni aspetto della vita veniva ritualizzato e ogni rito era l’espressione di valori religiosi. Con la modifica di questi riti e l’introduzione di valori nuovi, lo zar Pietro il Grande poteva operare una vera e propria conversione del popolo russo. Nel momento in cui il popolo partecipavi a questi riti, passivamente ne acquisiva i valori.
La letteratura in età pietrina
Nei primi due decenni del Settecento, si manifestò una pausa letteraria. Lo zar Pietro il Grande si occupò principalmente della creazione di infrastrutture didattiche e editoriali, che avrebbero poi portato alla nascita di una vera e propria letteratura nazionale.
Le riforme letterarie con lo zar Pietro il Grande
- Caos linguistico: il lessico è abbandonato al caos, che prima comporta problemi, ma necessario per un arricchimento del bagaglio lessicale.
- Introduzione di un nuovo alfabeto civile: l’alfabeto viene ripulito dagli eccessi dello slavo ecclesiastico.
- Creazione di una rete di case editrici istituzionali: stampa testi di carattere ufficiale e raramente libri di fiction (circa due l’anno)
- Accademia delle scienze: apertura di una libreria assimilata a quella composta negli anni dello zar Pietro il Grande. Ad essa era annessa un ginnasio, che fu per lungo tempo poco frequentato.
I punti deboli della riforma pietrina
Lo zar Pietro il Grande non fu il primo a introdurre in patria elementi propri dell’Occidente, ma fu il primo a fare in modo che tali elementi uscissero dalla sfera della corte e arrivassero al popolo. Se in occidente era solo un modo di vestirsi, in Russia questo diventava indice di adesione a dei valori nuovi. Nonostante ciò, la sua riforma mostrò di avere al suo interno una serie di punti deboli. Tra questi, abbiamo senz’altro l’asservimento della società allo Stato, la condizione di schiavitù a cui erano sottoposti i contadini e, infine, il mancato sviluppo della borghesia, impossibilitati ad assumere nelle proprie mani il progresso economico e sociale.
Fonti
- https://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-i-il-grande-imperatore-di-russia
- https://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-i-il-grande_(Enciclopedia-dei-ragazzi)
- https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_I_di_Russia
- Storia della letteratura russa. Da Pietro il Grande alla rivoluzione d’Ottobre (Vol. 1)