L’Imperatore Hirohito è una delle figure più importanti e conosciute della storia del Giappone, ed il suo regno è stato quello più longevo della storia del paese.
Durante il suo regno, che percorre tutto il periodo dal 1926 al 1989, il Giappone ha vissuto un’epoca di grandi cambiamenti.
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Giovinezza dell’Imperatore Hirohito
Michinomiya Hirohito nacque a Tokyo il 29 aprile 1901, in epoca Meiji. Lui era figlio dell’Imperatore Taisho e nipote dell’Imperatore Meiji. È nei suoi primi anni di vita che l’Imperatore Hirohito sviluppa la sua passione per la biologia marina. Nel 1921, insieme ad un entourage, partì per l’Europa. Rimase in occidente per 6 mesi, diventando il primo Principe imperiale a viaggiare all’estero.
Tornato dal suo viaggio, Hirohito venne nominato reggente. In quel periodo l’Imperatore regnante Taisho, padre di Hirohito, stava soffrendo di vari disturbi psicologici. Poco dopo, l’Imperatore Hirohito sposò la principessa Nagako Kuni. Alla morte del padre, avvenuta il 25 dicembre 1926, Hirohito divenne Imperatore regnante.
Imperatore Hirohito
Il periodo del regno dell’Imperatore Hirohito venne designato come periodo Showa (昭和), che significa Armonia Illuminata.
Dopo la promulgazione della Costituzione Meiji del 1889, l’Imperatore era diventato l’autorità sovrana del paese. Questo solo nominalmente, in quanto il suo potere era gestito dai genro (i vecchi statisti). L’Imperatore Hirohito, però, più di una volta mise in mostra la sua autorità, mostrando grande carisma e personalità. Ad esempio, durante un colpo di stato da parte dell’élite militare nel 1936 fu lui ad ordinarne la soppressione.
Dagli anni ’30 del ‘900 in Giappone stava nascendo un sempre più forte spirito nazionalista e militarista. Il mondo politico giapponese venne rovesciato completamente, ed al posto dei ministri ora l’intero parlamento era composto da élite militare.
Durante questo periodo, vari storici sono in disaccordo riguardo al ruolo che l’Imperatore aveva assunto. Per alcuni era solo un simbolo, come si può vedere dal fatto che si era opposto all’alleanza con la Germania nazista e l’Italia fascista, ma inutilmente. Per altri, invece, era una delle figure principali dell’espansionismo giapponese e tra i suoi maggiori sostenitori.
La Seconda Guerra Mondiale
L’inizio del conflitto
Nel settembre 1940 il Giappone firma il Patto Tripartito con Italia e Germania. Circa un anno dopo, l’Imperatore Hirohito da il via libera alla proposta di governo di attaccare l’America. Così, il 7 dicembre 1941, i giapponesi attaccano la base statunitense di Pearl Harbour.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale il Giappone stava vincendo quasi tutte le battaglie ad est, e sembrava una forza inarrestabile. Dopo la sconfitta nella Battaglia di Midway, però, il Giappone inizia a ricevere una serie di sconfitte. Nel febbraio 1945 il principe Konoe Fumimaro, che negli anni precedenti alla guerra fu il Primo Ministro del Giappone, consigliò ad Hirohito di terminare il conflitto, in quanto oramai la vittoria del Giappone era impossibile. Hirohito inizialmente non accettò la proposta e continuò a combattere.
Il 6 agosto 1945 gli Stati Uniti d’America sganciarono la prima bomba atomica a Hiroshima. Due giorni dopo, Hirohito ammise che il Giappone non poteva più continuare la guerra, anche se non c’era una decisione ufficiale sulla resa. Il 9 agosto gli USA sganciarono anche la seconda bomba atomica, questa volta a Nagasaki. Nello stesso giorno, l’Unione Sovietica entra nel conflitto contro il Giappone, nei territori occupati in Cina e Corea.
La resa del Giappone
Il 12 agosto, mentre il governo stava ancora discutendo sul da farsi, Hirohito accettò la Dichiarazione di Potsdam. Nella Dichiarazione di Potsdam era esplicitamente detto che se il Giappone doveva arrendersi, oppure andare incontro ad una “rapida e totale distruzione”. L’accettazione della Dichiarazione da parte dell’Imperatore sancisce la resa del Giappone.
Hirohito annunciò la resa del Giappone in una trasmissione radio il 15 agosto 1945. Fu la prima volta che un Imperatore giapponese si interfaccia alla sua nazione con questa modalità. Durante la trasmissione Hirohito non usò mai la parola “resa”, e continuò a giustificare le azioni che il Giappone ha compiuto nei paesi occupati, ma “bisognava impegnarsi per la prosperità e la felicità di tutte le nazioni, così come la sicurezza e il benessere dei nostri concittadini”.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale
Il 1° gennaio 1946 l’Imperatore Hirohito, sempre via radio, ammise la “natura umana dell’Imperatore“. Fino a quel momento, infatti, secondo la Costituzione del Giappone l’Imperatore era sacro, in quanto discendente del Kami del Sole Amaterasu. Hirohito, con questo discorso, ammise la falsità di questa cosa.
Tra il 1946 ed il 1948 si tenne il “Processo di Tokyo“. Durante il processo, vari giudici delle potenze alleate condannarono i criminali di guerra giapponesi. L’Imperatore Hirohito, su ordine del Generale Douglas MacArthur, venne assolto da tutti i crimini poiché non aveva un ruolo diretto nelle decisioni politiche e militari del paese. Un altro motivo è che se l’Imperatore fosse stato condannato, il popolo ed i politici giapponesi si sarebbero ribellati, e l’America non voleva un rapporto conflittuale con il Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1947 venne promulgata la Costituzione del Giappone che rendeva il paese una monarchia costituzionale. Il potere non era più in mano all’Imperatore, che diventava un simbolo dello Stato, ma era in mano al popolo. Da quel momento, per cercare di avvicinare la famiglia imperiale al popolo, Hirohito inizia a fare una serie di apparizioni pubbliche e permise la pubblicazione di foto e storie della sua vita personale. Queste azioni incrementarono la popolarità di Hirohito e aiutarono a preservare il sistema imperiale giapponese. Tra le sua apparizioni pubbliche, svariate sono state a Hiroshima, a partire dal 1947.
Ultimi anni di vita dell’Imperatore Hirohito
Nel 1975 l’Imperatore Hirohito visitò gli Stati Uniti d’America per commemorare i caduti alla Tomba del Milite Ignoto, diventando il primo Imperatore del Giappone a viaggiare all’estero. Durante questo periodo, si occupò anche della sua passione per la biologia marina, pubblicando varie opere e concentrandosi principalmente sulla tassonomia della baia di Sagami.
Hirohito morì il 7 gennaio 1989, dopo 64 anni dalla sua ascesa al trono. Il suo regno è il più longevo della storia del Giappone. Dopo la sua morte divenne Imperatore il suo primogenito, Akihito.
Alessandro Nappa