Questo articolo tratta del periodo storico vissuto dalla penisola iberica tra il IX e XII secolo, ovvero l’epoca conosciuta come “Reconquista spagnola”, e di tutte le occupazioni che la Penisola Iberica ha subito nel corso dei secoli.
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La Reconquista spagnola
La Reconquista spagnola è un’epoca storica molto lunga, vissuta nella penisola iberica, che va dal IX al XII secolo. Periodo storico durato circa 750 anni in cui gli eserciti cristiani riconquistarono i regni musulmani di Al-Andalus (termine con il quale i musulmani chiamavano la penisola iberica).
Con il termine Reconquista si fa riferimento alla volontà degli abitanti della penisola iberica di liberarsi una volta per tutte dalla presenza araba sul territorio. Il concetto di Reconquista, infatti, è associato allo sviluppo di un’identità nazionale spagnola sottolineando aspetti patriottici e romantici.
La Reconquista può essere vista come una lunghissima crociata che coinvolse tutte e tre le grandi religioni monoteiste, Cristianesimo, Islam ed Ebraismo. Guerra che vide vincere i cristiani con la netta sconfitta dei musulmani. Per questo oggi la Reconquista è considerata la guerra di religione più lunga della storia, ma anche una della più cruenti e importanti.
Prima degli Arabi: la Spagna romana e visigota
Il dominio di Roma nella conca del Mediterraneo comincia con la prima guerra punica contro i cartaginesi (264 a.C.). Con la vittoria della guerra, Roma annette Sicilia, Sardegna e Corsica e i cartaginesi devono ricompensare Roma con una grande quantità di oro. La necessità di pagare questo oro porta con se la seconda guerra punica (218 a.C.). I cartaginesi, con il fine di compensare le perdite, decidono di saccheggiare la Spagna e intraprendere una conquista militare della penisola iberica contro la città di Sagunto, alleata di Roma. La guerra termina con la sconfitta di Cartagine (202 a.C.) e Roma annette la Spagna al suo territorio. Mezzo secolo più tardi Roma attacca ancora la città di Cartagine nella terza guerra punica (149-146 a.C.). La guerra termina con la distruzione totale della città e la supremazia assoluta di Roma sul Mediterraneo. La conquista romana della penisola iberica inizia nel 218 a.C. ma si completa solo nel 19 d.C. Il processo di romanizzazione della penisola è stato lento e difficile ma completo.
Alla popolazione della penisola viene imposta non solo la lingua dei romani ma anche l’organizzazione civile e militare, il diritto, l’educazione, le tecniche agricole e industriali, il sistema delle strade e la religione. Il fattore fondamentale per la romanizzazione della penisola è stata la lingua latina come lingua imperiale per comunicare con i nuovi coloni e i vantaggi economici che essa comportava. Nel 400, indebolito dai tanti problemi interni, l’Impero romano perde la volontà e il dinamismo per resistere alle pressioni esterne delle popolazioni germaniche. La data che si è soliti citare per la caduta dell’Impero romano è il 476 d.C.
Il regno dei Visigoti viene fondato nel V secolo. I visigoti sono barbari di origine scandinava che migrano in Europa occidentale alla ricerca di nuove terre. Durante il loro dominio nella penisola iberica i visigoti non esercitano una grande influenza sulla cultura romana della penisola. Importante era la differenza religiosa tra le due società. La popolazione spagnola adottava il cattolicesimo della chiesa romana. I visigoti erano fedeli alla dottrina dell’arrianismo, dottrina che negava la figura divina di Gesù. Nel 589 d.C. il re visigoto fa un passo in avanti per amalgamare le due società abbandonando l’arrianismo a favore del cattolicesimo. Per la brevità del regno visigoto nella penisola iberica (507-711), non sorprende che l’influenza della loro lingua sul latino perlato della regione sia stato scarso.
La Spagna musulmana
Il regno visigoto arriva alla sua fine quando nel 711 un esercito musulmano irrompe in Andalusia. Nel 711 un esercito musulmano irrompe in Andalusia e in sette anni riesce a sottomettere quasi la totalità della penisola. La vecchia Spagna ci mise pochi anni per ritrovarsi totalmente sotto l’influenza dell’Islam, e passò a chiamarsi al-Andalus. I musulmani realizzarono la conquista del territorio peninsulare in tre modi: con la conquista militare e l’eliminazione o messa in fuga della popolazione. Tra il 711 e il 716 si colloca l’inizio della presenza araba nella Penisola iberica, destinata a durare quasi otto secoli.
Gli obiettivi della penetrazione dei musulmani nella Penisola iberica possono essere oggetto di differenti interpretazioni: realizzare il jihād, o «impegno nella lotta», per consentire l’espansione della fede islamica attraverso le Forze armate musulmane e ampliare le proprie frontiere come strumento di potere e di consolidamento economico.
Gli effetti dell’occupazione musulmana
La presenza di tanti arabi nella penisola iberica trasforma la fisionomia linguistica del territorio e infetta la naturalezza della lingua spagnola. La loro influenza è di carattere doppio. Sul piano linguistico provoca l’aggiunta di molti termini arabi alla lingua spagnola e dal punto di vista storico pone in marcia gli eventi per i quali è il dialetto castigliano ad imporsi come lingua dominante della penisola.
Dal punto di vista linguistico con la scoperta delle “Jarchas” si hanno prove che nel X secolo nella penisola iberica si continua a parlare una varietà linguistica che si considerava adatta per le espressioni liriche delle passioni amorose. Questa varietà linguistica è chiamata “mozarabe”, si tratta di una varietà linguistica parlata dalla popolazione ispano-latina durante l’occupazione musulmana.
L’inizio della Reconquista spagnola
Quando nel 711 inizia l’occupazione musulmana della Spagna, la maggioranza della popolazione spagnola si rassegnò ad accettare il dominio musulmano.
Ma da una piccola e isolata regione chiamata Asturias inizia una vera e propria campagna di difesa, capitanata dal leggendario re asturiano Pelayo, contro le forze musulmane che si trasforma in una Reconquista delle terre usurpate. La data che si è soliti citare per l’inizio della Reconquista spagnola è il 718 d.c.
Il re Pelayo si oppose ai musulmani a partire dalle montagne di Asturias e nel regno nacque il mito di Santiago, un guerriero celestiale che aiutava i cristiani nella guerra santa contro gli arabi.
Alla morte di re Pelayo nel 737, i suoi successori, conosciuti come “los reyes de Leon”, continuano la sua battaglia espandendosi sempre più verso sud, espellendo i musulmani e rimpiazzandoli con i propri coloni.
La regione di Castilla
Dal X secolo inizia a farsi spazio una regione costruita per proteggere los reyes de Leon dalle incursioni musulmane chiamata Castilla, ovvero “fortezza”. Gli abitanti di questa regione, i castigliani, si distaccano dal resto della spagna per la loro civilizzazione eccentrica quasi democratica, siccome a Castilla la penetrazione romana è stata meno intensa che in altre regioni. Di tutte le regioni della penisola iberica, è Castilla che ha resistito maggiormente a tutte le occupazioni subite nel corso della storia.
Già nel 981 la regione di Castilla si stabilisce come contea indipendente e solo 23 anni più tardi consegue il titolo di regno. Con la vittoria a Calatrava da parte di Alfonso V re di Leon, al principio dell’XI secolo i cristiani rioccuparono buona parte della Spagna. È in questo periodo che la Reconquista spagnola raggiunge il suo picco massimo.
La conseguenza fu che il califfato di Cordoba iniziò verso il 1031 a spezzettarsi in piccoli emirati indipendenti noti come “Taifas”. In questo periodo i più importanti emirati arabi divennero Siviglia, Malaga, Granada e Toledo. Tuttavia, a causa dei continui conflitti interni, il califfato si trovò presto in fase di declino. Ciò permise ai cristiani di espandersi con facilità verso l’interno della penisola.
Le battaglie della Reconquista spagnola
Nel 1085 le incursioni cristiane riescono a liberare la città di Toledo dai musulmani. Nel 1212, nell’epica battaglia di “Las Navas de Tolosa”, una forza militare costituita dagli eserciti combinati di Castilla, Navarra e Aragon riesce a sconfiggere gli “Almohades”, un gruppo di musulmani berberi che volevano introdurre in Andalusia un Islam più fondamentalista.
Contro gli Almohades combatté anche il famoso condottiero di Castilla, Rodrigo Diaz de Bivar, conosciuto come “El Cid Campeador” (mio signore campione) che è considerato dalla tradizione come un eroe leggendario della Reconquista spagnola.
Dopo questa importante vittoria l’inarrestabile sete di autonomia degli iberici conduce a una serie di altre conquiste. Nel 1248 vi fu la conquista di Siviglia e nel 1492 la conquista del regno di Granada, l’ultimo regno ad essere rimasto sotto il dominio arabo.
Con questa importante vittoria, i regni del nord terminano con la resistenza contro i musulmani e in poco tempo riescono a stabilire il proprio dominio sui regni del sud. La Reconquista spagnola termina il 2 Gennaio 1492, giorno in cui Los Reyes Catolicos espulsero da Granada l’ultimo dei governatori arabi.
La supremazia castillana
Durante le fasi della Reconquista spagnola l’espansione territoriale della regione di Castilla si consuma maggiormente a discapito dei musulmani ma anche dei regni di Leon e Aragon. La regione di Castilla riesce a imporsi sulle regioni vicine per il carattere popolare della sua impresa. In effetti, essa offre a gente umile ma talentuosa l’opportunità di liberarsi e migliorare le proprie condizioni economiche e sociali.
La Reconquista spagnola è stato un avvenimento chiave nella storia della linguistica spagnola. Attraverso la Reconquista un dialetto isolato e periferico del nord della penisola (il castillano) è riuscito a diffondersi sino al sud e imporsi come lingua dominante della gran parte della penisola.
La lingua castillana
La transizione dal latino alla lingua castillana è dovuta a fattori politici e sociali. Infatti, bisognava trovare una lingua ufficiale che univa spagnoli, ebrei e musulmani e questa solo poteva essere la lingua castillana.
Il castillano medievale raggiunge la sua massima espressione nella corte di Alfonso X el Sabio (1252-1284). In questo periodo la corte si converte in un centro di intensa attività scientifica e letteraria riunendo storici, uomini di scienza e traduttori.
Il castillano drecho è una varietà della lingua castillana che possiede un’ortografia rigida, una sintassi più elaborata e un lessico arricchito.
Fonti
- Helmut Berschin, La lingua spagnola. Diffusione, storia e struttura, Le Lettere, 1999
- Imagenes De Espana, Logos, 2004
- Sebastian Quesada Marco, Epocas De Espana, Edelsa, 2018
- Storia della Reconquista spagnola, Wikipedia