“Patty Pravo, ieri e oggi” è una ricerca molto diffusa circa Patty Pravo, una delle cantante più amate del panorama musicale italiano. Carismatica ed affascinante, Patty Pravo ha attraversato epoche e generi diversi diventando la diva per eccellenza della musica leggera italiano. Camaleontica e ribelle, racconteremo in quest’articolo la biografia dell’eterna Ragazza del Piper, percorrendo i momenti salienti della sua vita, ieri e oggi.
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L’infanzia di Patty Pravo
Patty Pravo, all’anagrafe Nicoletta Strambelli, è nata a Venezia nel 1948. Affidata dai genitori alla nonna Maria, è cresciuta presso Campo dei Sechi appassionandosi alla musica. Iniziò fin da bambina a studiare pianoforte, prima attraverso lezioni private, successivamente presso il Conservatorio locale. A causa dell’animo sempre ribelle, la giovanissima Nicoletta, però, non conseguì il diploma. Convinta che la musica fosse la sua strada, nel 1965 cominciò ad esibirsi in alcuni locali veneti con il nome d’arte di Guy Magenta. All’età di 17 anni, in seguito alla morte del nonno, lasciò Venezia per soggiornare prima a Londra e successivamente a Roma.
L’esordio al Piper
A Roma, Patty Pravo divenne ballerina e cantante del noto locale Piper. Nel 1966, l’agente Alberigo Crocetta la notò mentre si esibiva al Club, soprannominandola per questo motivo, La ragazza del Piper. Crocetta, inoltre, comprese che per il mercato discografico italiano il nome Guy Magenta non era adeguato: la ribattezzò artisticamente Patty Pravo. Nicoletta stessa scelse il nome per evidenziare il suo animo trasgressivo facendo chiaro riferimento alle “anime prave” del terzo canto dell’Inferno dantesco. Nell’autunno 1966, dopo aver firmato un contratto con l’ARC, incise il suo primo singolo, Ragazzo triste. Esordì con il brano nel programma tv Scala Reale. Patty Pravo in uno smoking nero griffato Yves Saint Laurent, catturò l’attenzione del pubblico; d’allora per la Ragazza del Piper la strada del successo si era aperta.
La consacrazione con La Bambola
Nonostante il crescente successo, Patty Pravo iniziò a mostrare malcontento per la sua associazione al beat. La sua passione per la musica la spinsero a guardare oltralpe, alla chanson francese. Incise così, la struggente ballad Se perdo te. Il vero punto di svolta, però, avvenne nel 1968. Per volere della casa discografica, quell’anno registrò La bambola, brano che non le piaceva poiché Patty Pravo non si rispecchiava in una donna dipendente dal proprio innamorato. Nonostante ciò, il 45 giri del singolo raggiunse la prima posizione ottenendo un successo planetario, diventando il suo brano più caratteristico. Il boom del singolo, spinse la casa discografica a pubblicare il primo album omonimo, Patty Pravo che raccolse i singoli finora pubblicati.
Intanto, cresceva l’attenzione nei confortanti dell’icona androgina e vamp: sono tante le partecipazioni alle trasmissioni televisive più note, a caroselli e a diverse pubblicità. In contemporanea, Patty Pravo tenne una serie di concerti insieme al gruppo inglese dei Cyan Three. Insieme alla band inglese, l’ex ragazza del Piper, si esibì in diverse parti del mondo. Nel 1969, ad esempio, fu prima a Houston e successivamente ad Uzhgorod. Quell’anno, la Pravo si cimentò anche in uno dei progetti più ambiziosi del panorama musicale italiano: Concerto per Patty. Si tratta di un brano, un vero e proprio concerto, dalla durata di 12 minuti. Concerto per Patty è l’opera più rivoluzionaria dell’artista, un concept-album legato ai temi del tempo che passa e degli amori che con esso svaniscono.
Il primo Festival di Sanremo di Patty Pravo
Nel 1970, all’apice del successo, Patty Pravo esordisce al Festival di Sanremo con il brano La spada nel cuore in coppia con Little Tony. Il brano con il quale ottenne il Premio della Critica, segnò il passaggio definitivo dal beat alla canzone d’autore romantica. In seguito al successo sanremese, pubblicò il secondo album omonimo poi rinominato Cimiteria per la copertina gotica. Nel 1970 partecipò anche a Canzonissima con Non andare via e Tutt’al più. Quest’ultimo ottenne notevole successo anche in Francia dove la Pravo fu impegnata nello show Bravo Pravo. La Rca sfruttando l’eco francese, intitolò il suo nuovo album proprio Bravo Pravo. Il disco però si rivelò quasi fallimentare; questo fu in parte colpa della mancata promozione dovuto al cambio di casa discografica. Patty Pravo, infatti, nel 1971 era passata alla PhonoGram.
Patty Pravo e i primi anni Settanta: cantante e produttrice
Negli anni Settanta, per la nuova etichetta, la Pravo incise tre album interamente prodotti da lei. Il primo della trilogia fu Di vero in fondo, una raccolta di cover e canzoni d’autore come Emozioni di Lucio Battisti. Il disco, pubblicato nel 1971, ottenne un notevole successo che spinse la stessa artista a produrre un secondo capitolo della trilogia, Per aver visto un uomo piangere e soffrire Dio si trasformò in musica e poesia. L’album, sempre del’71, risultò privo di hit in quanto un disco completamente riflessivo. A concludere la trilogia, ci fu nel 1972, il disco Si…Incoerenza. Dopo l’esperienza con la PhonoGram ritornò alla RCA, dedicandosi nuovamente a musica pop.
I successi di Pazza idea e Pensiero stupendo
Nella primavera del 1973 ottenne un clamoroso successo con il 45 giri Pazza idea, vero e proprio classico della musica italiana. Nel 1974, dalla penna dello stesso team di autori di Pazza idea, lavorò ad un nuovo album, Mai una signora, che bissò il successo dell’album precedente. Nello stesso anno, tornò al centro dell’attenzione pubblica non solo per la sua musica ma per le sue trasgressioni: a fine anno posò nuda per Playboy. Alla fine del 1977, incise Pensiero stupendo, il cui successo la portò ad essere eletta come “cantante femminile dell’anno”. Nel 1979 realizzò il Munich Album, un disco avanguardistico per le sonorità elettroniche e punk. L’uscita del disco coincise, però, con un momento critico a livello personale. A causa del lavoro intenso e per i riflettori puntati addosso, Patty iniziò a soffrire di una forma di depressione che la condusse a far uso di diverse droghe.
Gli anni Ottanta: il ritiro e il ritorno a Sanremo
A causa degli attacchi da parte dei media che fecero circolare la notizia che fosse consumata dalla droga, decise di lasciare l’Italia trasferendosi negli Stati Uniti. Qui nel 1982 lavorò all’album rock Cerchi. Il disco, però, risultò di difficile comprensione per il grande pubblico non ottenendo il successo sperato. Nello stesso anno, in California, sposò il chitarrista statunitense John Edward Johnson, venendo accusata di bigamia. Nonostante gli scandali, nel 1984 ritornò in Italia partecipando al Festival di Sanremo col brano autobiografico Per una bambola contenuto nell’album Occulte persuasioni.
Successivamente passò alla Virgin che la portò nuovamente a Sanremo nel 1987 con il brano Pigramente signora. La canzone venne però accusata di plagio e questo portò alla scissione del contratto con l’etichetta discografica. L’accusa portò nuovamente la Pravo a vivere un periodo di stallo e silenzio musicale che terminò nel 1989 con la pubblicazione del disco Oltre l’Eden con la Fonit Cetra.
Gli anni Novanta: l’arresto e il ritorno alla musica
Sempre più trasgressiva, Patty Pravo nel 1990 avrebbe dovuto partecipare ad una nuova edizione del Festival di Sanremo con il brano Donna con te. La Pravo, però, rifiutò il brano che andò ad Anna Oxa, perché le appariva troppo volgare. Nel frattempo, dopo un’inchiesta su un giro di cocaina che la vide coinvolta, nel 1992 Patty Pravo viene arrestata per possesso di hashish e marijuana. L’ex ragazza del Piper finisce in isolamento presso il carcere di Rebibbia, venendo scarcerata tre giorni dopo. L’evento segnò un ulteriore periodo di pausa per la diva della musica leggera che tornò nel 1994 con l’album di inediti Ideogrammi. Il disco tenne contò del viaggio che Patty effettuò in quell’anno in Cina arricchendosi di nuove sonorità. Venne considerato, di fatti, l’album più internazionale della cantante, grazie a suoni sia etno-acustici che elettronici.
Nel 1995, ritornò alla kermesse sanremese con la canzone I giorni dell’armonia che però non ottenne il successo sperato. Tornò alla ribalta due anni dopo grazie al brano scritto da Vasco Rossi insieme a Gaetano Curreri, …e dimmi che non vuoi morire. La ballad elegante ed intima portata sul palco di Sanremo nel 1997, la fece tornare in testa alle classifiche consacrandola come miglior interprete femminile di quegli anni.
Gli anni Duemila e la trasformazione di Patty
Il successo della ballad del 1997 venne bissato dall’album Una donna da sognare, pubblicato nel 2000 e prodotto proprio dalla coppia Vasco Rossi e Gaetano Curreri. Nel 2002, Patty Pravo si sottopone ad un lifting estetico che altera i propri lineamenti sorprendendo il pubblico del Festival di Sanremo, dove presentò il brano L’immenso. Nel 2004 si rende protagonista di un ennesimo esperimento d’avanguardia: l’album Nic-Unic. Il titolo del progetto dovrebbe significare Nicoletta-unica, a conferma della megalomania del personaggio accentuata con la pubblicazione nel 2007 dell’autobiografia Bla, bla, bla…, scritta insieme al critico musicale Massimo Cotto.
Nel 2008, per celebrare i quarant’anni della hit La bambola, la Pravo incide una nuova versione del brano, seguito da una nuova consacrazione sul palco dell’Ariston nel 2009. E io verrò un giorno là, infatti, fu un brano che le diede nuovamente il titolo di vincitrice morale della kermesse, per l’ennesimo cambio di stile e musicalità. Tornerà a Sanremo nel 2011 col brano Il vento e le rose, che però segna un progressivo crollo nella carriera della Pravo dal quale si riprenderà nel 2016, con il brano Cieli immensi, presentato in gara al Festival di Sanremo, in concomitanza con i suoi cinquant’anni di carriera. Il brano riscosse un immediato successo, totalizzando in soli cinque giorni oltre un milione di visualizzazioni on-line e risultando essere uno dei singoli più ascoltati sulle piattaforme di streaming. Patty Pravo inizia ad essere apprezzata anche dalle nuove generazioni e ciò viene confermato dalla partecipazione al Sanremo 2018. La diva della canzone italiana si presenta in gara con il brano Un po’ come la vita insieme al rapper Briga.
Patty Pravo oggi
L’ex ragazza del Piper è oggi sicuramente la diva indiscussa della musica leggera italiana. Camaleontica e trasformista, Patty Pravo è riuscita con una carriera di oltre sessant’anni ad essere una, nessuna e centomila: disinibita, aliena, provocante e irraggiungibile. Nicoletta ha stravolto ogni canone legato alla figura femminile nel nostro Paese, ponendosi oltre i limiti dell’etica e della morale. La sua femminilità ha forgiato e forgia ancora ad oggi generazioni di donne spinte ad essere semplicemente se stesse, libere da qualsiasi pregiudizio. L’iconicità di un’artista come Patty Pravo è confermato dall’immenso successo dello speciale tv richiesto a gran voce dal pubblico italiano, Minaccia bionda andato in onda nel 2020 su Rai 1. Dall’evento speciale è stato prodotto un tour che l’ha vista in giro per l’Italia riscuotendo numerosi consensi e ottenendo diversi sold out.
Ciro De Liddo
Biografie: Bla, bla, bla…/ La cambio io la vita che… Tutta la mia storia / Minaccia bionda: a modo mio sempre controtempo
Playlist: This is Patty Pravo