Ti sei mai chiesto come un’epoca possa trasformare il teatro in un fenomeno culturale senza precedenti? Il Teatro Elisabettiano non è solo un capitolo della storia, ma la base della drammaturgia moderna.
Il teatro elisabettiano appartiene ad una delle epoche più affascinanti della storia teatrale occidentale. Rispecchia la cultura, la politica e la società del periodo sotto il regno della regina Elisabetta I (1558-1603) e oltre.
In questo periodo, il teatro divenne un fenomeno popolare e di massa, un luogo di grande sperimentazione artistica, dove il dramma, la poesia e l’arte della recitazione raggiunsero nuove vette.
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Storia del Teatro Elisabettiano: Contesto Culturale e Politico
Il periodo elisabettiano (XVI-XVII) fu un’epoca di grandi cambiamenti sociali, politici e culturali, segnato dalla fine delle guerre civili e dalle lotte dinastiche che avevano attraversato l’Inghilterra per gran parte del XV secolo.
Con l’ascesa al trono di Elisabetta I nel 1558, la monarchia stabilizzò il paese, rafforzando il suo potere in un’Inghilterra che aveva appena subito la frattura religiosa causata dalla Riforma Protestante. Questo creò una sorta di “Golden Age“, in cui il paese non solo prosperò dal punto di vista economico e politico, ma anche culturale.
L’Inghilterra divenne una potenza mondiale, con la vittoria della flotta inglese contro l’Invincibile Armata spagnola nel 1588 che rafforzò il senso di orgoglio nazionale.
In campo culturale, la Riforma Protestante aveva lasciato il segno nella vita quotidiana e nei temi trattati dal teatro, spingendo verso una visione più laica e umanista. La corte di Elisabetta I, protettrice delle arti, divenne un centro di innovazione culturale.
Contribuì allo sviluppo di una lingua e di un teatro che riflettevano le contraddizioni e le ambizioni della società. Il teatro elisabettiano divenne uno dei principali mezzi di intrattenimento e di riflessione.
Fino al tardo Cinquecento, il teatro elisabettiano era praticato principalmente in corti private, all’interno di castelli o case nobiliari, per un pubblico ristretto. Con l’emergere dei teatri pubblici, che iniziarono ad essere costruiti a Londra negli anni ’70 del Cinquecento (per esempio il The Theatre nel 1576), il teatro divenne un fenomeno di massa.
Perché Londra fu il cuore del Teatro Elisabettiano
Il teatro che si sviluppò in Inghilterra alla fine del XVI secolo fu l’espressione culturale, letteraria e linguistica tra le più importanti in Europa. Riusciva a coinvolgere tutti i ceti della popolazione inglese: aristocratici, artigiani, mercanti e la stessa Corona.
Importante centro del teatro inglese fu sicuramente Londra. La popolazione di Londra nel Cinquecento crebbe notevolmente a causa di una continua immigrazione da varie parti d’Europa.
Le motivazioni per trasferirsi a Londra erano varie: salari più alti, migliore sistema di assistenza per poveri, maggiori opportunità d’impiego. C’erano anche maggiori opportunità di divertimento (tra cui il teatro), negozi migliori, e inoltre a Londra risiedeva la corte dove si poteva fare carriera.
Londra nel Cinquecento si arricchì anche di intellettuali in fuga a causa delle persecuzioni religiose. Oltretutto la città ospitava le Inns of Courts, note università per gli studi di legge, ma anche diverse scuole di matematica. Al suo interno era presente anche un’aristocrazia disposta a finanziare viaggi oltreoceanici e proteggere poeti e scenziati.
Come il Teatro Elisabettiano si evolse e raggiunse il suo apice
Il teatro elisabettiano non era solo un’invenzione collettiva, ma anche una forza commerciale. Le compagnie teatrali erano gruppi di attori professionisti che, sotto la protezione di un nobile, viaggiavano e mettevano in scena spettacoli.
Queste compagnie si dividevano in compagnie di corte (come la Lord Chamberlain’s Men, che aveva come attore principale Shakespeare) e compagnie di teatro pubblico. Queste erano più orientate verso il grande pubblico.
Le compagnie funzionavano come corporazioni commerciali, i cui soci possedevano quote di partecipazione, condividevano perdite e profitti, e sceglievano i drammi. Shakespeare, ad esempio, era socio dei King’s men. I diritti d’autore non appartenevano a lui, nè a nessun altro, poichè venivano comprati dalle compagnie.
Le commedie, le tragedie e le storie (che trattavano di eventi storici) erano i tre principali generi del teatro elisabettiano. Le commedie avevano avevano spesso trame complesse ed intrecci comici, ma anche riflessioni sulla natura umana.
Le tragedie trattavano temi universali quali la vendetta, l’ambizione e il tradimento. Mentre le storie mescolavano la storia reale con l’arte drammatica, con Shakespeare che si ispirava alle cronache storiche per scrivere le sue opere più famose.
Le opere elisabettiane non seguivano sempre una logica di continuum temporale o spaziale. Ad esempio, una scena di battaglia poteva passare in un attimo ad una scena intima in una stanza.
Il teatro elisabettiano era anche un luogo di confronto sociale, dove le differenze tra classi sociali si mescolavano, in un’atmosfera di partecipazione attiva e spontanea. Le opere di Shakespeare e degli altri autori affrontavano questioni sociali, politiche e morali.
Trattavano temi universali ma anche locali, come il conflitto tra il potere e l’individuo, la lotta tra il bene e il male, e la tensione tra ordine e caos.
L’assoluta novità del teatro inglese è il pagamento anticipato del biglietto e non, come in passato, dove le compagnie ricevevano una ricompensa (non obbligatoria) dopo lo spettacolo.
Struttura e Architettura del Teatro Elisabettiano
Il teatro elisabettiano si caratterizzava per una grande vivacità e per la presenza di attori professionisti che si esibivano in strutture particolari. I teatri all’aperto erano costruiti in legno, avevano una pianta a forma circolare o poligonale, con il palcoscenico in una parte centrale e il pubblico disposto attorno.
Il palco era semplice ma efficace, e poteva essere arricchito da decorazioni ed elementi scenici che rappresentavano l’ambiente o il contesto della scena. La buona acustica e l’assenza di effetti speciali tecnologici rendevano l’arte della recitazione ancora più centrale.
Il palcoscenico era solitamente rialzato, con una parte centrale aperta e due sezioni laterali. Talvolta, il palcoscenico era dotato di una “musica” o una piattaforma superiore, che veniva utilizzata per scenari come balconi o finestre.
La zona centrale, detta pit o yard, era la parte più economica del teatro, dove il pubblico più povero poteva stare in piedi. Gli spettatori che stavano in questa zona erano chiamati “groundlings“, i quali pagavano il biglietto 1 penny.
Intorno all’arena, a cerchio, c’erano tre file sovrapposte di gallerie coperte con posti a sedere ed erano riservate a chi potesse pagare 2 pence.
Il costo del biglietto, quindi, variava a seconda della posizione, e il pubblico non era sempre silenzioso o educato; anzi, la partecipazione era vivace, con commenti, applausi e addirittura fischi durante le performance.
Il tetto era spesso aperto o parzialmente coperto, permettendo l’ingresso di luce naturale durante il giorno. La maggior parte degli spettacoli avveniva infatti di giorno, poichè non esistevano sistemi di illuminazione elettrica. In caso di spettacoli serali, venivano usate torce o candele per illuminare la scena. L’illuminazione era generalmente tenue, conferendo al teatro un’atmosfera più intima e informale.
La “Heavens“, invece, era una zona sopra il palcoscenico, da cui potevano essere calati oggetti o attori (ad esempio, per simulare una discesa divina). Mentre la “Hell“, era sotto il palcoscenico, usata per effetti speciali come apparizioni di fantasmi o personaggi demoniaci.
Elementi Chiave del Teatro Elisabettiano: Lingua, Attori e Scenografie
Le caratteristiche principali del teatro elisabettiano sono le seguenti:
- Mancanza di scenografie elaborate: Gli spettacoli non avevano grandi scenografie. Si basavano su un linguaggio scenico potente, con l’uso di consumi elaborati, illuminazione naturale e la suggestione dei luoghi attraverso i dialoghi.
- Ruoli femminili interpretati da uomini: A causa delle restrizioni sociali dell’epoca, le donne non potevano salire sul palcoscenico. Tutti i ruoli femminili erano interpretati da attori uomini, una tradizione che influenzò la percezione dei ruoli di genere nel teatro dell’epoca.
- Un teatro popolare e accessibile: Il teatro elisabettiano si rivolgeva ad un pubblico vasto e variegato, dai nobili ai più umili. Le opere spaziavano dal comico al tragico, trattando temi universali come l’amore, l’ambizione, la vendetta e il destino.
- Lingua e poesia: Le opere erano spesso scritte in verso, in particolare il pentametro giambico, un ritmo poetico che conferiva musicalità ai dialoghi.
- Enfasi sulla recitazione: Poichè non vi erano grandi effetti speciali, la qualità della recitazione e la capacità degli attori di evocare emozioni attraverso la voce, il corpo e l’espressione erano fondamentali.
Il Globe Theatre era il teatro elisabettiano più celebre, associato a Shakespeare, distrutto da un incendio nel 1613 e ricostruito successivamente. Il suo simbolo, una sfera con il nome “Globe“, era emblematico dell’dea di un mondo che gira attorno al teatro. Altri esempi noti sono il Rose Theatre e il Theatre di Shoreditch.
Le Controversie attorno al Teatro Elisabettiano
Il teatro, però, non era un luogo apprezzato da tutti, anzi, fu osteggiato dalle autorità cittadine e dai gruppi religiosi. Innanzitutto, fu ostacolato dal sindaco di Londra che riteneva che gli assembramenti di folla potevano rappresentare un pericolo di sommosse che non sarebbe riuscito a sedare.
In realtà le sommosse capitarono raramente, ma erano all’ordine del giorno il disordine, il traffico e il pericolo per la decenza pubblica. Infatti i teatri erano spesso luoghi di adescamento per le prostitute.
Altro motivo per cui i teatri venivano ostacolati era il fatto che gli spettacoli si tenevano durante il giorno, e nei giorni lavorativi. Di conseguenza rappresentavano una distrazione per lavoratori e studenti.
Altri grandi nemici del teatro furono i moralisti e i religiosi, specialmente i puritani. Quest’ultimi consideravano il teatro forma di immoralità e si lamentavano anche del fatto che gli spettacoli si tenessero nei giorni festivi. Di conseguenza distraevano i fedeli alla partecipazione ad eventi liturgici e cerimonie.
Inoltre i puritani affermavano che i teatri fossero forme di finzione ed inganno. Erano particolarmente condannati i travestimenti femminili da parte di uomini, poichè potevano far nascere desideri sia eterosessuali che omosessuali. Le donne iniziarono a recitare dalla metà del Seicento.
Nonostante ciò, il teatro era frequentato da migliaia di persone ogni settimana, poichè era protetto dalla Corona, prima da Elisabetta e poi da Giacomo. Grazie a ciò, le compagnie teatrali divennero stabili e l’attore passò da girovago ad artigiano protetto dai potenti del regno.
Il Privy Council (consiglio privato della regina) aveva il compito di chiudere i teatri durante le epidemie di peste per limitarne la diffusione.
Autori iconici del Teatro Elisabettiano: Shakespeare e altri
Tra gli autori più importanti del teatro inglese del Cinquecento troviamo:
William Shakespeare
Il più grande drammaturgo della storia del teatro elisabettiano e probabilmente della storia del teatro in generale. Le sue opere spaziano dalle tragedie come Amleto, Macbeth, Othello e Re Lear, alle commedie come Sogno di una notte di mezza estete, Molto rumore per nulla. Scrisse anche romanzi storici come Enrico V e Riccardo III.
La sua capacità di esplorare la condizione umana in tutte le sue sfaccettature, dalla nobiltà al popolo, ha lasciato un’impronta indelebile.
Christopher Marlowe
Un drammaturgo innovativo che precedette Shakespeare e influenzò profondamente la sua scrittura. Marlowe è noto per le sue tragedie come Doctor Faustus, Tamburlaine il grande e Edoardo II. Queste opere enfatizzano temi come l’ambizione, il potere e il destino, con un linguaggio ricco ed una visione audace dell’individuo.
Ben Jonson
Autore di commedie e satira sociale, è noto soprattutto per opere come Volpone e The Alchemist, in cui critica i vizi sociali e la corruzione attraverso un linguaggio brillante e sofisticato. La sua attenzione per la forma e la struttura lo pone come uno degli autori più importanti del periodo.
Thomas Kyd
Autore di The Spanish Tragedy, una delle opere più rappresentative del genere della tragedia vendicativa. Kyd influenzò sia Marlowe che Shakespeare con il suo approccio alla drammaturgia e al conflitto psicologico.
John Webster
Conosciuto per le sue tragedie gotiche come The Duchess of Malfi e The White Devil. Webster esplorò temi di vendetta, corruzione e potere, con un linguaggio cupo e affascinante che rivelava un lato oscuro della natura umana.
L’Impatto Globale del Teatro Elisabettiano
Il teatro elisabettiano ha avuto un impatto profondo sulla drammaturgia successiva. L’influenza di Shakespeare, in particolare, è stata duratura, e le sue opere sono state tradotte e adattate in innumerevoli lingue, continuando a essere eseguite in tutto il mondo.
Il suo uso innovativo del linguaggio e la capacità di esplorare la psiche umana hanno fatto delle sue tragedie e commedie una pietra miliare nel panorama teatrale mondiale. Altri autori come Marlowe, Jonson e Kyd hanno contribuito anch’essi a una tradizione drammatica che ha continuato a influenzare il teatro europeo e globale, gettando le basi per il dramma moderno.
Conclusione
Il teatro elisabettiano è stato un periodo di grande fermento artistico e culturale che ha profondamente influenzato il corso della storia teatrale. La sua capacità di esprimere la complessità dell’animo umano e la sua interazione con la società del tempo hanno reso questo periodo una delle pietre miliari nella storia del teatro occidentale.
Dalle opere poetiche di Shakespeare alle tragedie vendicative di Marlowe, passando per la satira sociale di Jonson. Il teatro elisabettiano ha messo in scena la natura umana, mostrando al pubblico una molteplicità di voci, emozioni e storie che risuonano ancora oggi.
Antonella Maiorano
BIBLIOGRAFIA
- Jackson, Barry (ed.). The Cambridge Companion to Shakespeare on Stage. Cambridge University Press, 2002.
- Chambers, E.K.. The Elizabethan Theatre: Its Origins and Its Influence. Oxford University Press, 1923.
- Tydeman, William. Elizabethan Drama: A Study of Forms and Conventions. Edward Arnold, 1987.