Nukus è la capitale della Repubblica autonoma del Karakalpakstan in Uzbekistan. Poche persone hanno sentito parlare di questo luogo lontano e deserto, sebbene il Museo Savickij a Nukus ospiti una delle collezioni d’arte più straordinarie al mondo: 80 mila opere di artisti di avanguardie russe, repressi o dimenticati nel corso della loro vita. Questa collezione vi convincerà di visitare la città in mezzo del deserto!
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La città di Nukus in Karakalpakstan
Ci vogliono due ore per volare da Tashkent alla capitale del Karakalpakstan, nel nord-ovest dell’Uzbekistan. Nukus si trova nella parte meridionale del Karakalpakstan, sulla riva destra dell’Amu Darya. Le parti meridionale e orientale della città sono circondate dal deserto del Kizilkum. La parte settentrionale della città confina con il delta dell’Amu Darya. A nord la Pepubblica Karakalpakstan ingloba Aralkum, un deserto creatosi recentemente dopo il prosciugamento del lago d’Aral. Nukus è una città ad un piano: pochi edifici amministrativi affiancano palazzi e piccole piazze in stile sovietico. La polvere del deserto copre come la pellicola questa città. La mattina presto è una città fantasma: non si vede nessun segno di vita.
Museo Savickij: depositario di avanguardie russe bandite
A Nukus si trova il Museo statale d’arte intitolato a Igor Savickij, che ospita la migliore collezione d’arte della regione centrosiatica, possedendo la seconda più importante e più grande collezione di opere di avanguardie russe (dopo il Museo di Stato Russo a San Pietroburgo). Il quotidiano inglese The Guardian ha definito il museo Savickij “uno dei musei più impressionanti del mondo”.
Il Museo d’Arte si trova sulla piazza principale di Nukus. Grazie all’isolamento di Nukus dalle città capitali, Mosca e Tashkent, Igor Savickij è riuscito a creare qui un deposito dei tesori d’arte di avanguardie russe e sovietica. Riuscì a preservare 80 mila opere d’arte proibite e allo stesso tempo a evitare repressioni dello stato.
Nel 1932, le autorità dell’Unione Sovietica adottarono un decreto “Sulla ristrutturazione delle organizzazioni letterarie e artistiche”. Le associazioni esistenti di scrittori, artisti e musicisti si sciolsero e si crearono nuove unioni di artisti che sarebbero state fedeli alla nuova politica del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Da quel momento in poi, il governo dell’URSS ha tollerato solo unico genere artistico: il realismo socialista. Gli artisti che lavoravano negli stili d’avanguardia – cubismo, costruttivismo, futurismo e neo-primitivismo – caddero in disgrazia. Non potevano più esporre o vendere le sue opere. I dipinti furono distrutti e gli artisti furono repressi: mandati nei campi di lavoro forzato e persino fucilati. Lo stato ha cercato di cancellare ogni traccia dell’avanguardia.
Tuttavia, questi stili definiti “degenerati” e “borghesi” non potevano essere completamente distrutti. Kandinskij, pioniere dell’arte astratta, lasciò l’URSS per la Germania e poi per la Francia. Altre figure chiave di avanguardie russe, Robert Falk e Mikhail Larionov, seguirono il suo l’esempio. Tuttavia, la persona che ha fatto tutto per preservare dipinti più impressionanti e sperimentali è un uomo poco conosciuto al di fuori dei circoli artistici: Igor Savickij.
Igor Savickij, il creatore di Louvre uzbeko
L’artista, etnografo e collezionista Savickij è nato a Kiev nel 1915. Dopo la rivoluzione russa del 1917, Igor Savickij si trasferì a Mosca dove si interessò alla pittura. Nel 1941 entrò nell’Istituto statale d’arte Surikov. A causa di una malattia non partecipò alla Seconda guerra mondiale e dal 1942 al 1944 fu evacuato insieme al suo Istituto a Samarcanda. Qui conobbe per la prima volta la cultura autoctona dei popoli dell’Asia centrale e incontrò artisti eccezionali come Robert Falk e Konstantin Istomin.
La storia della trasformazione di Nukus in mezzo del deserto in una città must-visita per gli amanti dell’arte iniziò quando Savickij ha visitato per la prima volta la Repubblica socialista sovietica autonoma Karakalpaka nel 1950. A quel tempo partecipava alla spedizione archeologica ed etnografica dell’Accademia delle scienze dell’URSS guidata da un grande scienziato sovietico Sergej Tolstov. La cultura locale affascinava Savickij. Nello stesso anno si trasferì finalmente a Nukus, continuò le stesse ricerche e in seguito si interessò al collezionismo di arte d’avanguardia.
Nel 1966 Savickij ottenne dal governo della repubblica il concesso per creare un museo delle arti e dell’artigianato locali e ne fu nominato il direttore. Savickij raccolse tappeti, abiti, gioielli tradizionali, reperti archeologici, copie in gesso di sculture classiche, disegni e dipinti di artisti dell’Asia centrale. A ciò si aggiungono le avanguardie russe, con il pretesto valido: per dare agli artisti locali la possibilità di ispirarsi ad altri stili.
Museo Savickij in tempi sovietici
Il museo espone opere di artisti che erano in disgrazia da 30 anni. Le autorità del Karakalpakstan sapevano che tipo di dipinti Savickij stava collezionando. Non hanno sostenuto la sua attività, mo non l’hanno impedita nemmeno. Solo un dipinto ha provocato la rabbia dell’autorità – il “Toro” di Vasilij Lysenko. Savickij rimosse il dipinto, ma non appena i funzionari lasciarono Nukus, l’ha rimesso al suo posto.
Il dipinto “Torro” era spesso associato con le grandi purghe di Stalin. All’opera è stato attribuito anche secondo titolo “Il fascismo sta arrivando”. Purtroppo, la biografia di Vasilij Lysenko rimane un mistero. Secondo alcuni, Lysenko ha studiato la pittura insieme a Kazimir Malevich. In tutte le biografie si può trovare il suo imprigionamento nel campo dei lavori forzati di Gulag. Non si sa precisamente quanti anni ha servito, tre o venti, ma il paragone tra “Torro” e repressioni staliniane diventa ancora più raffreddante. Savickij è riuscito a salvare solo 6 opere dell’artista Lysenko.
Savickij spendeva tutte le finanze del museo per appropriarsi delle opere sconosciute di avanguardie russe. Comprò tutto quello che riuscì a trovare, indipendentemente dal fatto che gli altri curatori lo ritenessero di valore o meno. Cercava di trovare i soldi con la vendita della propria collezione. Conquistava la fiducia delle vedove degli artisti con la speranza di portare i dipinti a Nukus. Quando le risorse monetarie si esaurivano, Savickij prendeva persino le cambiali.
Museo Savickij e la sua collezione oggi
L’attuale collezione del museo contiene più di 90 mila di reperti diversi. Tra questi ci sono opere di avanguardie russe, dipinti di pittori uzbeki, nonché oggetti dell’arte popolare del Karakalpakstan e dell’arte dell’antico Khorezm, ritrovati durante gli scavi archeologici sin dai tempi sovietici. La collezione abbraccia cronologicamente più di quattromila anni. Comprende oggetti artistici realizzati in ceramica, pietra, osso, legno, metallo, vetro, pelle e tessuti. Tra questi ci sono ossari, sculture, frammenti di pitture murali, decorazioni architettoniche, vari tipi di ceramiche, gioielli, campioni di armi, nonché una vasta collezione di monete di rame tra III e XVIII secoli.
Tra i pittori più famosi di avanguardie russe ci sono le opere di: Nikolaj Karakhan, Aleksandr Shevchenko, Pavel Benkov, Ural Tansykbaev, Leon Bure, Aleksandr Volkov, Mikhail Kurzin, Aleksandr Nikolaev (Usto Mumin), Amsha Norimberga, Aleksandr Kuprin.
Oggi la collezione di Savickij si è rilevata più che preziosa. Una delle opere del pittore Aleksandr Volkov all’asta fu valutata in più di 2 milioni di euro, e Nukus ospita la più grande collezione di suoi dipinti al mondo. La collezione del Museo Savickij è preziosa non solo dal punto di vista monetario. Ci sono moltissime opere che solo ora vengono scoperte agli occhi di artisti da tutto il mondo. Esperti, critici, pittori, storici dell’arte tutti si recano a Nukus per i motivi sia professionali, sia di pura curiosità.
Nel 2017 al complesso museale sono stati aggiunti due nuovi edifici. Nel 2022, l’attuale direttore del museo Savickij, Tigran Mkrtichev, ha annunciato che il complesso archeologico di strutture Mizdakhan diventerà una filiale del Museo e un monumento turistico all’aperto. La necropoli di Mizdakkhan è un antico cimitero, ha più di 2400 anni e copre una superficie di duecento ettari. Il direttore ha annunciato la ricostruzione del primo edificio e la costruzione del quarto e quinto edificio del museo Savickij per migliorare le condizioni di conservazione e esposizione delle opere.
Savickij una volta salvò questi dipinti, ma la collezione è ancora in pericolo. Al museo servono il costante lavoro di restauro e gli specialisti in questo campo. Inoltre, molti musei e gallerie in Uzbekistan spesso vengono coinvolti in scandali di corruzione. Perciò la collezione del museo Savickij oggi è nel campo d’interesse dell’organizzazione Alerte Héritage, che si occupa di conservazione del patrimonio culturale e richiama l’attenzione sulle minacce a cui esso può essere esposto.
Negli ultimi anni i dipinti della collezione del Museo Savickij sono stati esposti all’estero poche volte. Tuttavia, sono tantissimi i musei che vorrebbero ospitare tale mostra. I curatori dello Smithsonian Institution, della Galleria Tretyakov, del Museo Pushkin e del Louvre hanno già contattato il museo di Nukus, e hanno offerto assistenza per preservare e divulgare il patrimonio degli artisti di avanguardie russe. Finché la mostra non arriva in Italia, bisogna volare a Nukus e vederla da vicino. Ne vale assolutamente la pena! Inoltre, un’esperienza del genere offre non solo l’opportunità di godere l’arte, ma anche di conoscere altre culture: uzbeka e karakaplaka.
Kristina Malysheva
Approfondimenti
Libro sulle avanguardie russe
Libro sul museo Savickij
Film documentario sul Museo Savickij
Sito e catalogo del museo