Un matrimonio indiano non è solo un’unione tra due persone, ma un viaggio affascinante attraverso riti millenari, simboli sacri e tradizioni profondamente radicate nella cultura e nella religione. Ogni cerimonia è un tripudio di colori, musica, danze e significati spirituali, rendendolo uno degli eventi più spettacolari e coinvolgenti al mondo.
Ma come si svolge un matrimonio indiano? Quali sono i rituali più importanti e il loro significato? In questo articolo, esploreremo le fasi principali di questa celebrazione sacra, dai sette passi attorno al fuoco fino ai gioielli simbolici che la sposa indossa. Scopriremo insieme le tradizioni più affascinanti e il profondo valore culturale di un matrimonio indù.
Se sei curioso di conoscere i riti e i costumi che rendono unico un matrimonio in India, continua a leggere questa guida completa!
Indice dell'articolo
L’Induismo: la religione alla base del matrimonio indiano
Prima di parlare del matrimonio indiano partiamo con il dire che l’induismo è una religione monistica, ed è la terza religione più diffusa al mondo, con circa 950 milioni di aderenti. L’induismo in realtà è un modo di vivere, infatti non si basa sulla rivelazione di un singolo profeta o fondatore. Gli antichi veggenti, rishi, ricavarono un’essenza da trasmettere all’umanità per favorire il benessere e la felicità dell’uomo. Tale conoscenza eterna è il Veda. Il Veda quindi è l’autorità suprema.
Tipologie di matrimonio indiano: tradizioni e differenze regionali
Il matrimonio indiano ha molte varianti, con diversi riti e tradizioni, questo dipende dalla regione di provenienza degli sposi, dalla loro “casta” e a volte anche dalla religione. A grandi linee il matrimonio più diffuso è quello chiamato Vivaha, cioè quello induista. Ad accomunare le diverse tipologie di matrimonio sono tre riti principali comuni, il Kanyadaan, il Panigrahana e lo Saptapadi: nel primo la figlia dice addio al padre, nel secondo si tiene simbolicamente la mano vicino al fuoco in segno di unione e nel terzo gli sposi fanno sette giri facendosi sette promesse. In questo articolo andremo a vedere le caratteristiche generali che accomunano, bene o male, la maggior parte delle tipologie.
Le fasi del matrimonio indiano: un viaggio tra sacralità e simboli
Generalmente il matrimonio indiano (indù) consiste in alcune fasi comuni un po’ a tutti i matrimoni che seguono la religione induista. Queste fasi sono: Kanyadaan, Panigrahana, Saptapadi.
Kanyadaan: il rito del dono della sposa
Il Kanyadaan, che significa “dare via la sposa” in sanscrito, è il rituale fondamentale del matrimonio Indù nel quale il padre dona la figlia allo sposo.
La cerimonia è eseguita dal padre della sposa; il padre porta la figlia e successivamente mette la mano destra della sposa in quella destra dello sposo. Questo segna l’inizio della cerimonia. Dopo aver unito le due mani, la madre della sposa versa l’acqua sacra sul palmo delle mani del marito, facendola scorrere attraverso le sue dita sulla mano della figlia e infine anche sulla mano dello sposo.
Lo sposo ha accettato la mano della sposa, mentre viene recitato il kamasukta (inno all’amore).
Dopo questo rituale, il padre chiede allo sposo di non fallire nella sua ricerca di Dharma (vita morale e legale), Artha (ricchezza) e Kama (amore). Lo sposo risponderà con la promessa di non fallire. Lo sposo ripete la promessa tre volte. Questa fase segna la fine del kanyadaan. Alla fine di questa cerimonia, la sorella dello sposo lega l’estremità della sua sciarpa al sari della sposa con noci di betel, monete di rame e riso, a simboleggiare unità, prosperità e felicità per la coppia. Il nodo rappresenta il legame eterno che deriva dal matrimonio.
Panigrahana: il simbolo dell’unione tra gli sposi
A volte, questo rituale è preceduto dal rito Vivaha-Homa, in cui un fuoco simbolico (Mandapa) viene acceso dallo sposo per segnare l’inizio di una nuova famiglia.
Il Panigrahana consiste nel tenersi per mano come simbolo della prossima unione matrimoniale dei coniugi e lo sposo annuncia la sua accettazione di responsabilità a quattro divinità: Bhaga per la ricchezza, Aryama per il cielo, Savita per lo splendore e Purandhi per la saggezza. Lo sposo guarda a ovest, mentre la sposa siede di fronte a lui con la faccia rivolta ad est; egli prende la sua mano mentre recitano questo mantra vedico qui indicato:
Prendo la tua mano nella mia, anelito di felicità
Ti chiedo di vivere con me, come tuo marito
Finché entrambi invecchieremo
Gli Dei Bhaga, Aryama, Savita e Purandhi, ti hanno condotta a me
perché io, con te, possa compiere il mio Dharma di capofamiglia.
Saptapadi: i sette passi sacri del matrimonio indiano
Saptapadi è il rituale più importante del matrimonio Indù e rappresenta la parte legale del matrimonio. Esso inizia con una prefazione del sacerdote seguita dai voti degli sposi.
La coppia gira per sette volte intorno al sacro fuoco (Agni), che è considerato un testimone dei voti fatti dagli sposi.
Gli sposi hanno le loro vesti legate insieme e ogni giro intorno al fuoco consacrato è guidato alternativamente dalla sposa e dallo sposo.
Ogni giro è una richiesta di una specifica benedizione che chiedono agli dèi. Il principale significato del saptapadi è stabilire l’amicizia, che è la base del matrimonio indù.
I gioielli nel matrimonio indiano: simboli di fortuna e prosperità
Come abbiamo detto, queste sono solo le fasi comuni a tutti i matrimoni indù, in realtà esistono molte variabili secondo cui si aggiungono rituali e passaggi al matrimonio “standard”. Forse una delle prime cose a cui pensiamo quando facciamo riferimento ad un matrimonio indiano, oltre ai colori vivaci, è la grande quantità di gioielli indossati dalla sposa, vediamone insieme il significato.
Mangalsutra: la collana sacra della sposa indiana
Un mangalsutra è una collana nera e oro di perline, con un pendente in oro o diamanti. Durante il rituale del matrimonio induista, lo sposo lo lega al collo della sposa, in segno di buon auspicio. Simboleggia il legame che li terrà insieme finché morte non li separerà. Si pensa che le perle nere di un mangalsutra esercitino un controllo sulla circolazione sanguigna e quindi regolino la pressione. Se invece guardiamo il piano mistico, si dice siano benedette con poteri divini per proteggere la coppia sposata e che la moglie, indossandolo per sempre, protegga la salute del marito.
Il nath: l’anello al naso
Nella cultura indù, si ritiene che una ragazza debba indossare il nath, ovvero l’anello al naso, il giorno del matrimonio e continuare a indossarlo fino al momento in cui è sposata. Secondo la scienza ayurvediche, se il naso è forato vicino a un nodo particolare sulla narice, dà sollievo dai dolori mestruali. Un’altra teoria sostiene che il piercing deve essere fatto sulla narice sinistra poiché i nervi su quel lato si collegano agli organi riproduttivi femminili e quindi, durante il parto, il dolore è comparativamente inferiore.
I chudi: i braccialetti
In India, un altro simbolo che identifica la donna sposata sono i braccialetti. Il giorno del matrimonio, lo zio materno regala alla futura sposa un set di 21 braccialetti rossi (chudi) e avorio che la stessa indosserà per 40 giorni (o persino un anno). Al termine di questo periodo, i braccialetti saranno rimossi dalla suocera e verranno sostituiti da due braccialetti di vetro (oggigiorno anche in plastica o metalli vari) che la moglie porterà per sempre. Questi non dovranno essere troppo larghi ed ogni colore ha un significato diverso: giallo per la felicità, bianco per un nuovo inizio, arancione per il successo.
Il payal: le cavigliere
Le cavigliere, payal, sono adornate di minuscoli campanellini la cui funzione è quella di avvisare l’arrivo della donna in un luogo, così da accoglierla con rispetto. Di solito sono d’argento e non di oro perché indossati nella parte bassa del corpo, considerata la più impura e, quindi, non adatta all’oro, metallo degli dèi.
I bichiya: gli anelli
I bichiya, sono piccoli anelli d’argento che di solito vengono applicati al dito più lungo del piede poiché si dice regolino il ciclo mestruale aumentando le possibilità di concepimento. Servono anche a rinfrescare il corpo in quanto l’argento sarebbe un buon elemento conduttore, assorbendo le energie della terra e trasferendole al corpo della donna.
Maang tika
E’ una decorazione che va ad appoggiarsi sul centro della fronte e che, secondo la mitologia indù, è il sesto Chakra, ajna in sanscrito, chiamato anche terzo occhio, al centro della fronte sopra gli occhi, uno dei centri in cui la tradizione indiana dello yoga e della medicina ayurvedica ritiene risieda l’energia e viene rappresentato da un fiore di loto. La sua posizione al centro della testa favorisce il controllo delle emozioni e la concentrazione ed implica l’unione del femminile con il maschile, a tutti i livelli, anche fisico e per tale ragione è associato al matrimonio quando le donne, sposandosi, entrano in una nuova fase della vita.
L’hathphool: il fiore della mano
L’ hathphool è un gioiello tradizionale del Rajasthan che significa” fiore della mano”. Si tratta di un ornamento che valorizza le mani della sposa impreziosite, oltre che dagli immancabili disegni fatti con l’henné, da una catena che scorre sul dorso, collegata a un bracciale più o meno alto, splendidamente decorato, e ad un anello altrettanto impreziosito.
Gli jhumka: gli orecchini
Sono gli orecchini, immancabile ornamento che, secondo la tradizione, servono ad impedire che gli spiriti maligni, in grado di entrare nel corpo attraverso una delle sue aperture e prenderne il controllo, passino attraverso l’orecchio, considerato tra l’altro parte nobile del corpo, segno di sviluppo spirituale. Gli Jhumka, in particolare, sono fatti a forma di campana. Gli orecchini sono piuttosto pesanti e per questo a volte sostenuti da una catena, la Sahaara, che viene fissata alla parte posteriore dell’orecchio o direttamente sui capelli. Agli orecchini la medicina dell’agopuntura riconosce un valore terapeutico perché pungere l’orecchio, che è da essa considerato il microcosmo di tutto il corpo, porta benefici agli occhi, alla mente e scaccia il cattivo umore. Questo punto è oltretutto collegato direttamente al rene e quindi ne migliora la funzione.
Bindi: il significato spirituale del punto rosso sulla fronte
Il Bindi è un ornamento indiano che si applica sulla fronte, tra le sopracciglia. Deriva dal termine sanscrito bindu che significa punto o goccia. Il bindi significa, quindi, ‘occhio spirituale dell’individuo’. Questo occhio spirituale è anche chiamato il ‘terzo occhio’, usato per la vista spirituale. Attraverso il terzo occhio, gli indù credono di poter vedere tutto ciò che non può essere visto attraverso i due occhi fisici. Per il bindi si utilizza una polvere rossa nota come kumkum (che si ottiene dal turmerico rosso), poiché il rosso simboleggia forza, coraggio, ma anche amore e passione. Sulle spose il bindi viene utilizzato per augurare felicità.
SITOGRAFIA
Tipologie di matrimonio indiano
Vivian Salomone