Un ragazzino genio del crimine che sfida il mondo supertecnologico delle fate. Questo è Artemis Fowl, la saga di Eoin Colfer trasposta in film e distribuita dalla Walt Disney Studios. In questo articolo analizziamo il film confrontandolo coi libri da cui è tratto.
N.d.A. nei paragrafi seguenti sono presenti alcune anticipazioni sulle trame del film e della saga letteraria
Indice dell'articolo
Artemis Fowl il film…
Il fuorilegge Bombarda Sterro, fatto prigioniero in una piattaforma in mezzo all’oceano, è interrogato sui Fowl, ricca ed antica famiglia irlandese. Si apre così la storia di Artemis, un geniale dodicenne.
Artemis ha un buon rapporto col padre che passa molto tempo a raccontargli storie sul piccolo popolo – fate, folletti e nani – ma soffre per le sue lunghe e misteriose assenze. Orfano della madre, ha come sola compagnia una guardia del corpo, Leale. Un giorno Artemis riceve una telefonata in cui gli viene richiesto, come riscatto per il padre rapito, un manufatto dall’enorme potere, l’Aculos. Leale svela al suo protetto che le creature del piccolo popolo esistono davvero e che la famiglia Fowl ne custodisce i segreti. Artemis dovrà quindi escogitare un piano per rapire uno di loro e ritrovare l’Aculos.
…e Artemis Fowl nei romanzi
Nel primo libro della saga di Colfer Artemis rapisce una creatura del piccolo popolo per chiedere alla comunità a cui appartiene un riscatto in oro. Riesce nel suo piano grazie alle indicazioni del libro di una vecchia fata esiliata dal popolo magico, che il dodicenne ottiene sotto ricatto di morte. Ottenuto l’oro chiederà all’elfa in ostaggio di usare la magia per curare la madre. Quest’ultima, infatti, non è morta, ma giace malata in camera sua da quando il marito è misteriosamente scomparso. L’elfa guarisce la signora Fowl e Artemis restituisce metà dell’oro. Il giovane nasconderà alla madre la propria impresa e progetterà altri piani criminali.
Nel romanzo seguente, Artemis Fowl – l’incidente artico, il ragazzino scopre che suo padre è stato rapito dalla mafia russa. Il ragazzo ottiene l’aiuto del piccolo popolo per liberarlo e in cambio salva la loro società da una cospirazione. Come nel romanzo precedente, Artemis e le creature magiche sono convinte di non incontrarsi più in futuro. Naturalmente non sarà così e le avventure proseguiranno.
L’originalità della storia
Il mondo descritto da Colfer è il nostro, ma con la presenza di creature magiche che vivono nel sottosuolo. Lo scrittore rivela che elfi, coboldi e centauri possiedono da millenni una tecnologia più avanzata di quella umana. Nonostante ciò sono quantitativamente inferiori e questo li ha portati a perdere la guerra contro i loro rivali. Risultato: hanno costruito enormi metropoli nel sottosuolo come Atlantide. L’eco della loro esistenza sopravvive presso gli uomini nei racconti popolari di tutto il mondo.
Nonostante la descrizione di ambienti criminali, spionaggi, ricatti e morti violente, la narrazione è rivolta ai più giovani. Annoverata tra i fantasy, la saga è piuttosto a metà strada tra questo genere e la fantascienza. Richiama le creature di miti e leggende, come fece Tolkien nei suoi racconti, ma descrive un mondo magico e segreto che convive col nostro, come Harry Potter. Oltre alla magia però c’è una massiccia presenza di elementi fantascientifici, da armi futuristiche a nozioni di fisica e chimica, con atmosfere che richiamano Star Wars. Il connubio non stona ed è sapientemente intrecciato con una buona dose di ironia. Questo ha garantito alla saga una certa popolarità tanto da essere comparata ai romanzi della Rowling (una recensione dell’Entertainment Weekly riportava «Harry farà meglio a guardarsi le spalle»).
Lo slang degli elfi e l’antica scrittura
Nel film le creature del mondo magico pronunciano parole come “fangosi” e “D’Arvit” di cui non è spiegato il significato. Colfer però non ha lasciato nulla al caso. “Fangosi” è il modo con cui gli elfi chiamano gli umani; molto più longeve degli uomini, le creature magiche ricordano bene che la nostra razza viveva millenni fa sulle palafitte, nelle paludi. La parola è un termine dispregiativo che evidenzia l’inferiorità degli abitanti di superficie. “D’Arvit” invece non è mai tradotta ma dai dialoghi in cui compare si intuisce che è una parolaccia!
Le pagine del romanzo di Colfer sono disseminate di simboli e nell’ultima pagina è spiegato che si tratta di lettere dell’antico linguaggio elfico. Con l’aiuto dell’alfabeto in essa riportato il lettore può “tradurre” i misteriosi simboli e le prime frasi sulla copertina (di cui non anticipiamo il significato).
Artemis Fowl, genio del male o eroe?
Da questa prima occhiata è evidente che la storia del film e quella dei libri sono molto diverse. I personaggi sono profondamente trasformati, incluso il protagonista.
«Artemis si sforzò di non cedere. Non era roba per lui, quella. Correre e sudare. Combattere, addirittura. Lui non era un soldato. Era un ideatore, una mente superiore. Meglio lasciare i lavori pesanti a Leale e a quelli come lui.»
Artemis Fowl l’incidente artico, p.144.
Pallido e col corpo gracile, cinico e interessato solo al proprio tornaconto. Questo è il ragazzino del mondo di carta e inchiostro, giustamente definito “antieroe“, benché in ogni storia subisca un’evoluzione che lo porta a compiere buone azioni. Nel primo libro, ad esempio, Artemis opta per la guarigione della madre, ma questo non faceva parte del piano fin dall’inizio. Il suo obiettivo era esclusivamente impossessarsi dell’oro delle fate.
L’amore per le storie del folk irlandese è del tutto assente nei romanzi, la mente del ragazzino è scientifica e logica, per nulla sognatrice. Inoltre è cinico e pungente, non si tira indietro nel progettare piani scaltri contro la legge e a guarda gli altri dall’alto in basso. Nel film invece, quando Artemis ascoltando la televisione sente che suo padre è definito “fuorilegge“, ha un attacco di rabbia.
Spinella, Bombarda, Leale e gli altri
L’adattamento cinematografico comporta modifiche notevoli non solo su Artemis ma su tutti i personaggi.
Spinella Tappo, l’elfa che Artemis imprigiona e che nel corso della saga diverrà sua amica, ha un background completamente diverso. Nel libro è la prima e unica elfa femmina che lavora nel suo reparto di polizia e ha come scopo far carriera per dimostrare la sua competenza alla società degli elfi. Nel film cerca di riscattare l’onore del padre morto considerato un traditore. Spinella diviene così un personaggio meno concentrato su se stesso e, come Artemis, legato al padre.
Leale, la guardia del corpo del protagonista, è nel film il custode dei segreti della famiglia Fowl e in assenza del genitore di Artemis è lui a rivelarglieli. Non c’è dubbio che il «gigantesco assistente» svolga il ruolo di figura sostitutiva del padre nel libro come nel film (qualcosa di molto simile avviene con la figura di Hagrid in Harry Potter). Tuttavia il Leale del film è qualcosa di più. Non si limita a proteggere ed eseguire ordini, ma è colui che inizia Artemis verso il suo destino di eroe. Nel film Leale rischia la morte ed è salvato dalla magia di Spinella. Questa scena è descritta nel terzo libro della saga, anni dopo il primo incontro del ragazzino con l’elfa. In ambo le circostanze però il gesto è un puro atto di generosità della creatura fatata che si è affezionata ai “fangosi“.
Da segnalare le modifiche di altri due personaggi. Il comandante Tubero, capo di Spinella, che da personaggio maschile del libro diviene nel film una vecchia elfa interpretata da Judi Dench. E il nano ladro Bombarda Sterro, che nel film ha anche il ruolo di narratore. In questa versione Bombarda è presentato come un nano più alto del normale, caratteristica che sembra non sopportare.
Un nemico senza scrupoli
Dato che Artemis è, almeno nei primi romanzi, un antieroe, non vi è nelle sue storie un super nemico da sconfiggere. Il dodicenne ha elementi buoni e cattivi e nel corso della storia compie azioni che lo portano a scegliere tra queste due strade. Il film, modificando questo aspetto, necessitava di un cattivo e lo trova nel rapitore del padre. Non si tratta più di criminali russi (come in Artemis Fowl e l’incidente artico) ma di un‘oscuro individuo che conosce il mondo delle fate. Di questo nemico non conosciamo l’aspetto ma soltanto il nome, Opal Koboi. Nei romanzi si tratta di una folletta senza scrupoli che diviene acerrima nemica di Artemis dopo che questi ha già vissuto molte avventure.
Giudizio del pubblico
Il giudizio del pubblico sul film è risultato nel complesso negativo. La causa di ciò è da ricercare nell’accostamento tra libro e adattamento. Come è stato sottolineato precedentemente trama e personaggi sono stati ampiamente modificati. Inoltre nel film sono assenti informazioni e dettagli che arricchivano la storia; non è fornita, ad esempio, alcuna spiegazione esauriente sul mondo sotterraneo e supertecnologico del piccolo popolo. Inoltre, nonostante l’Irlanda sia la patria dei Fowl e delle storie sul piccolo popolo, i suoi paesaggi sono quasi totalmente assenti. Presente invece l’Italia: in una sequenza Spinella combatte un troll che attacca Martina Franca, paesino della Puglia (scena questa presente anche nel romanzo), mentre per raggiungere il paese dal sottosuolo Spinella esce dal cratere del Vesuvio.
Artemis Fowl senior e junior, relazione “disneyzzata”?
Il protagonista, così come l’intera storia, sembra aver subito quella che potremmo definire una “disneyzzazione“. Da versione più giovane e cattiva di Sherlock Holmes, Artemis è trasformato in bambino ricco di fantasia e candore obbligato dalle circostanze a rapire una creatura fatata.
Eliminato il personaggio della madre l’attenzione si concentra sulla comunicazione col padre (interpretato dall’irlandese Colin Farrell). Tra i due vi è un forte legame, nonostante Artemis senior gli nasconda la verità sulla loro famiglia. Questo è un cambiamento radicale per la trama. Nel romanzo è infatti Artemis a celare al padre l’esistenza delle creature fatate.
Considerazioni finali
In sintesi, il film non sembra essere diretto ai fan del romanzo ma alle nuove generazioni che non conoscono la saga. Tra il primo romanzo di Colfer ed il prodotto Disney d’altra parte sono trascorsi quasi venti anni.
La morale e le circostanze sono diverse, adeguate allo standard Disney, “epurate” dagli elementi più controversi. Si può pertanto affermare che Il film è ispirato al libro ma se ne discosta diventando un prodotto indipendente.
Luigi D’Anto’