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1917 – Russia sovietica

Con Unione Sovietica si intende il primo stato comunista della storia dell’umanità. Nel 1917, a seguito della Rivoluzione d’Ottobre, l’impero russo, fino ad allora governato dai Romanov, divenne Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, ossia una federazione di stati di fatto tutti governati dal PCUS, il Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Prende il suo nome dai “soviet”, i consigli degli operai nati già prima della Rivoluzione. Il Comunismo divenne un modello di ispirazione per molti stati esteuropei ed extraeuropei. Rappresentò a lungo il modello politico e sociale alternativo a quello capitalista americano. L’URSS crollò ufficialmente il 1991.

Socialismo

Le notti bianche

San Pietroburgo: la città della Rivoluzione

La chiamiamo Rivoluzione d’Ottobre anche se ha avuto inizio tra il 6 e il 7 novembre 1917: questo perché, secondo il calendario russo allora in vigore, era la notte tra il 24 e il 25 ottobre.

I bolscevichi, ossia i comunisti guidati da Lenin e Trockij, rovesciarono il governo liberaldemocratico guidato da Kerenskij con un’insurrezione armata a San Pietroburgo, allora chiamata Pietrogrado. La sede del governo era nel cosiddetto Palazzo d’Inverno, in precedenza residenza ufficiale degli Zar, gli imperatori russi.

A seguito del successo della Rivoluzione comunista, Lenin, che divenne primo ministro, decise di spostare la sede del governo da San Pietroburgo alla più interna Mosca, temendo possiibili rovesci. La Russia comunista ebbe più di 70 anni di vita e il Palazzo d’Inverno divenne in breve tempo un museo.

Karl Marx e il comunismo

Malgrado non sia stato lui a inventare il termine, quando si parla di comunismo non può non venire in mente il suo massimo teorico, Karl Marx. Il pensatore dedica alla questione da noi trattata un intero capitolo del suo celebre “Manifesto del Partito Comunista”, intitolato “La letteratura del comunismo e del socialismo”. Egli differenzia, dunque, i due termini. Con “socialismo”, infatti, Marx intende l’intera galassia di filosofie che vogliono l’abolizione della società capitalistica. Con “comunismo”, invece, si riferisce in particolare alla propria dottrina.

Il capitolo, non a caso, è dedicato alla demolizione delle altre forme di socialismo. Marx confuta, nell’ordine, il socialismo “reazionario”, il socialismo “conservativo” e il socialismo “critico-utopico”. A tutti questi contrappone la propria versione del socialismo – per lui, l’unica vera possibile – che chiama “socialismo scientifico” o, appunto, “comunismo”.

Per chi volesse seguire l’ortodossia marxista, quindi, socialismo e comunismo dovrebbero essere due termini assolutamente interscambiabili. L’unico socialismo possibile, infatti, è quello scientifico teorizzato dal filosofo – anche detto, appunto, comunismo. Non a caso, Marx bolla gli altri tre suddetti come “falsi socialismi”.

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Gramsci Quaderni del Carcere

I Marxisti: lo sviluppo del pensiero di Marx

Il marxismo dopo Marx non va rinvenuto solo nel comunismo russo. Pensiamo solo al partito tedesco, la SPD, ancora oggi esistente. Dopo l’avvento dello stalinismo, inoltre, sorsero numerose altre dottrine marxiste in polemica con il suo dogmatismo dittatoriale.

Quanto all’Europa, una lunga tradizione di marxismo antistalinista, ma diverso dal riformismo, è quella che fa capo al cosiddetto eurocomunismo, tra i cui promotori figura il nostro Enrico Berlinguer. Esso prendeva atto della contrapposizione tra blocchi della Guerra Fredda e, soprattutto, riconosceva le regole del liberalismo democratico.

Ancor prima di Berlinguer è Gramsci, con i suoi Quaderni del Carcere, ad avviare la via italiana al Marxismo, che influenzò tanti intellettuali nostrani, non solo filosofi. Ne panorama europeo, tra gli altri, sono da citare i filosofi marxisti Lukács e Althusser.

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avanguardie

Ejzenstejn e il cinema d’avanguardia sovietica

il cinema dell’avanguardia sovietica degli anni Venti rappresenta un momento di grande sviluppo dal punto di vista sia teorico che filmico. Questo grande interesse nei confronti del cinema è da imputare al fatto che esso viene immediatamente percepito come un forte strumento di agitazione ed è, inoltre, dotato di una capacità espressiva ancora largamente inesplorata.

I cineasti russi degli anni Venti (Kulešov, Vertov, Ėjzenštejn, Pudovkin) partono tutti da un rifiuto nei confronti di uno spettacolo in cui lo spettatore è un soggetto passivo e inerte, per abbracciare un cinema dove quest’ultimo è continuamente stimolato.

Sergej M. Ėjzenštejn rappresenta insieme il vertice del cinema sovietico e l’esperienza di più complessa affermazione della teoria del cinema e dell’arte rivoluzionaria..

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Anders

La Prima Guerra Mondiale: la Grande Guerra

La Prima Guerra Mondiale segna la fine della società ottocentesca e la definitiva dissoluzione degli Imperi millenari. Fino a quel momento, per un secolo non vi erano state guerre tra le potenze europee, ma soprattutto nessun conflitto aveva puntato all’annientamento totale del nemico.

Essa segna il crollo definitivo della Russia zarista. La Russia non riesce a resistere all’invasione dei tedeschi ben più preparati alla guerra. La volontà dello Zar di non voler uscire dal conflitto porterà all’esplosione di un malconento già pre-esistente. La Rivoluzione comunista non fu l’unica: nel 1917 l’Impero russo già crollò a seguito di una rivoluzione borghese, a dimostrazione che non erano solo gli operai ad opporsi al potere degli Zar.

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Dostoevskij

Letteratura russa moderna: il periodo d’oro della cultura russa

La letteratura russa visse il suo periodo migliore nel periodo contemporaneo. Con autori come Tolstoj e Dostoevskij il romanzo russo si consacra tra i capisaldi della letteratura mondiale.

Ma non ci sono solo Tolstoj e Dostoevskij. Negli ultimi anni dell’800 scrive Anton Čechov, prolifico autore di racconti ed opere teatrali. Inoltre la letteratura russa darà prova di essere vitale anche durante il regime sovietico: è il caso di Michail Bulgakov, autore che Stalin apprezzava molto, autore, tra gli altri, de Il Maestro e Margherita.

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Wassily Kandinsky

Le avanguardie artistiche secondo Kandinsky

I primi anni del Novecento segnano l’inizio di una svolta culturale registrata da tutti i gruppi d’avanguardia europei. Il russo Wassily Kandinsky vi legge l’avvento di una nuova epoca spirituale, destinata a venire alla luce attraverso la pittura, la musica, la poesia.

La capacità dell’artista di leggere tutti sintomi di una trasformazione epocale è accompagnata dalla speranza di una nuova arte. Se l’arte è una creazione della storia, per Kandinsky l’arte della nuova epoca non potrà che essere un’arte spirituale.

La libertà dalle apparenze perseguita da Wassily Kandinsky ha il suo esito immediato nella spiritualizzazione delle immagini. Linee, punti, superfici geometriche e contrasti cromatici segneranno l’inizio di quel contrappunto pittorico che è l’astrattismo. I quadri di Kandinsky sono il più esplicito tentativo di introduzione dello spirito nella pittura. Non a caso l’artista intitola i suoi quadri ”composizioni”, proprio come le opere musicali, dichiarando come il quadro debba sempre rispondere ad un’intima teleologia.

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Matrioska

La Matrioska: il simbolo del folklore russo

Matrioska è un termine di derivazione russa матрёшка, che ha origine dal latino “mater”, madre. Rappressenta la colorata, tipica e tradizionale bambola di legno “scomponibile”, contenente al suo interno altre bamboline sempre più piccole, fino alla miniatura più estrema che può oscillare da un minimo di tre ad un massimo di sessanta.

Simbolo di maternità, di fertilità e di generosità incondizionata, rappresenta e racchiude l’essenza folkloristica della Grande Madre Russia e di quasi tutti i Paesi dell’Est.

Souvenir locale per eccellenza, esempio di arte ed artigianato legato alla tradizione popolare sovietica, la matrioska, spesso oggetto di collezione, vanta una storia alquanto recente che si arricchisce di aneddoti e racconti.

La tradizione della matrioska, anche chiamata dai russi “Matriona”, in riferimento a questa tenera “mammina”, “signora rispettabile”, “madre di famiglia” che porta dentro sè altre “figlie”, ha inizio intorno al XIX secolo, e la sua corpulenta figura ci riporterebbe, per alcuni versi, alle statuette delle veneri del paleolitico, per altri, ad alcuni giocattoli cinesi, giapponesi ed indiani.

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