Come c’era da aspettarsi anche le nominations dell’edizione dei Grammy 2021 hanno suscitato clamore ma anche e soprattutto scalpore. Il 24 Novembre sono state rese pubbliche le candidature per ogni categoria e noi vi abbiamo parlato dei dischi candidati ad Album dell’anno qui ma adesso vediamo chi sono stati i grandi esclusi di quest’edizione.
Indice dell'articolo
The Weeknd – After Hours: delusione per i Grammy 2021
In primis non si può che parlare di The Weeknd. L’artista, dall’uscita del suo ultimo album, After Hours, non ha fatto che collezionare successi e la sua presenza ai Grammy 2021 sembrava praticamente scontata se non ovvia. Non solo però il cantante non ha ricevuto nominations per nessuna delle quattro maggiori categorie ma il suo nome non compare per nessun’altra candidatura. Abel è stato completamente e clamorosamente escluso.
La cosa non è passata di certo inosservata e lo stesso artista è arrivato a commentare: “I Grammy restano corrotti. Dovete a me, ai miei fan e all’industria trasparenza…”
Certo è che in molti si aspettano dei chiarimenti dalla Recording Academy ma il dubbio sul fatto che effettivamente arrivino è grande. Nel frattempo conosciamo un po’ meglio il disco di The Weekend.
Un mondo dai toni scuri come la notte e rossi come il sangue è quello che viene dipinto nel suo quarto album in studio, After Hours.
Las Vegas e la mente contraddittoria di Abel sono il teatro di una sorta di flusso di coscienza che attraversa tutto il disco. È evidente l’intenzione di dare a questo lavoro un tocco cinematografico, dall’estetica psichedelica e oscura che richiama film come Paura e delirio a Las Vegas, Joker, Casinò e Diamanti grezzi.
Per quanto riguarda l’aspetto musicale, il cantante, seppur con rielaborazioni e arricchimenti, non si allontana dal genere che ha costituito per lui un marchio di fabbrica in tutti questi anni: l’R&B dark e sensuale pervade anche quest’album da cima a fondo.
Ciò non vuol dire che l’artista canadese non lasci spazio alla sperimentazione. New wave, dream pop, sonorità anni ’80 e synth sono tutti elementi costitutivi di un risultato finale che ha garantito a The Weekend numerosi riconoscimenti discografici, che sfortunatamente non sono stati considerati ai Grammy 2021. La hit Blinding lights, per esempio, si distacca dal resto del disco grazie al suo ritmo incalzante; lo stesso vale per Save your tears, traccia dalle sonorità elettropop, o per la trap di Heartless. In Repeat after me (interlude) sono evidenti le influenze dei Tame Impala, che hanno appunto collaborato al brano assieme a Kevin Parker e Daniel Lopatin.
La vita dissoluta di Abel Tesfaye è volontariamente esposta in After Hours. Nell’album si sviluppa un cammino verso la redenzione di un soggetto che è consapevole dei propri peccati, delle proprie mancanze e del proprio rapporto altalenante con l’amore ma che in effetti non riesce a raggiungere il modello di comportamento desiderato. L’artista riesce a farci vivere con trasporto e coinvolgimento la sua lotta interiore, in un’immersione musicale allucinogena e cupa.
I Grammy 2021 accolgono Harry Styles con il suo secondo album: Fine Line
Bisogna dire che Harry Styles negli ultimi tempi ha fatto molto parlare di sé, vuoi per i suoi tormentoni che per mesi hanno invaso le radio portando freschezza e allegria, vuoi per i suoi outfit fuori dall’ordinario, vuoi per il suo impegno sociale su temi delicati come il razzismo, senza dubbio il ragazzo ha conquistato i cuori di tanti e si è affermato come vero e proprio showman.
Quest’anno Styles debutta ai Grammy e il suo nome compare in diverse liste di candidati, anche se non in tutte le categorie in cui ci si aspettava di vederlo (come quella di Album dell’anno per il suo fantastico Fine Line). Per il momento comunque si porta a casa tre importanti nominations: Miglior video musicale per Adore You, Miglior interpretazione pop solista per Watermelon Sugar e Miglior album pop vocale per Fine Line. Andiamo a scoprire meglio questo disco.
Harry Styles si emancipa simbolicamente dalla band che lo ha reso famoso a partire dal lontano 2010, gli One Direction, per entrare nell’Olimpo dei candidati ai Grammys con il suo secondo lavoro discografico da solista.
L’album, uscito nel dicembre 2019, è pura sperimentazione sonora e tematica. Il cantante ha affermato più volte di non aver voluto porre confini alla sua creazione artistica, nell’intento di comporre un lavoro che fosse il più veritiero possibile e che lui stesso amasse sinceramente.
Styles ci ha fatto ballare con la hit estiva Watermelon Sugar, commuovere con l’incantevole ballad Falling e portato in intriganti mondi magici grazie alla fantasia dei suoi video musicali (consigliatissimo il viaggio sull’isola immaginaria di Eroda nella versione estesa del video di Adore you).
Le influenze della generazione anni ’70 sono evidenti nella discografia di Harry, non per niente la straordinaria cantante dei Fleetwood Mac, Stevie Nicks, è il suo mentore musicale. In Fine Line però il cantante decide di non restare esclusivamente legato a queste sonorità ma di abbracciare un tripudio di generi tra cui possiamo citare, oltre il pop-rock di base, il folk di Cherry o il country della traccia numero dieci, Canyon Moon.
Il disco del signor Styles è stato anche recentemente incluso tra i 500 migliori album di tutti i tempi secondo Rolling Stone, basterà tutto ciò a fargli guadagnare un Grammy all’edizione 2021 alla sua primissima nomination?
Fiona Apple – Fetch the Bolt Cutters
Le nominations dei Grammy 2021 ci hanno causato un altro forte shock quando il nome di Fiona Apple non è comparso tra i candidati ad Album dell’anno. Il disco, assieme a quello di The Weekend, era considerato sin dalla sua uscita un probabilissimo vincitore del premio, eppure, inaspettatamente, è stato proprio escluso dalla corsa al titolo.
Certo, Fetch the Bolt Cutters ha guadagnato altre nominations ma la delusione di chi riteneva l’album uno scintillante esperimento visionario meritevole del più grande riconoscimento musicale è grande. Capiamo perché parlandone un po’.
Fetch the Bolt Cutters stranisce, affascina, sorprende ed è la pura essenza di una delle artiste più enigmatiche che quest’epoca conosca: Fiona Apple.
La personalità dichiaratamente tormentata della cantante e gli strascichi di traumi passati vengono incanalati in maniera rustica ed elegante in questo quinto album. Per circa otto anni Fiona è stata quasi assente dalla scena musicale mondiale ma nel frattempo ha concettualizzato e infine elaborato questo nuovo lavoro.
La creazione di Fetch the Bolt Cutters è stata lunga e travagliata ma il risultato, ad unanimità della critica, è stupefacente. In quest’album gli strumenti sono tanti e decisamente non convenzionali: a partire dalla stessa voce grezza e non ritoccata della Apple, passando per oggetti di tutti i tipi usati come percussioni, colpiti contro superfici per creare effetti sonori unici, ma anche abbai di cani e voci di modelle.
Nella title track infatti si può sentire in sottofondo Cara Delevingne, che Fiona ha scelto per rimarcare il titolo dell’album. Il richiamo è ad una scena di una serie televisiva in cui un detective, che si occupa di violenza sulle donne, pronuncia appunto la frase “Vai a prendere le tronchesi”. I temi femministi abbondano nel disco, dagli abusi fisici e psicologici e la voglia di rivalsa, come in Under The Table, o la sfiancante e improduttiva competizione tra donne, raccontata nel singolo Shameika.
L’album prende forma in un labirinto di suoni intricati e coinvolgenti che sembrano propendere verso il caos. La scelta di incidere in casa, in un ambiente domestico ed in isolamento, prima ancora che la pandemia cambiasse il mondo, ha fatto in modo che il tempismo per la pubblicazione non potesse essere più giusto. La claustrofobia di un’anima che cerca spazio all’esterno fa immedesimare perfettamente l’ascoltatore di quest’epoca, che Fiona continua ad ammaliare con la sua avanguardia.
Tame Impala – The Slow Rush
Uno dei gruppi più psichedelici e creativi degli ultimi anni non poteva certamente essere escluso dai Grammy 2021, i Tame Impala hanno infatti ricevuto due nominations, la prima per Miglior album di musica alternative e la seconda per Miglior canzone rock con Lost In Yesterday, anche se ci si aspettava di vedere il loro nuovo disco, The Slow Rush, tra i candidati ad Album dell’anno, di seguito vi spieghiamo il perché.
A distanza di cinque anni dal loro ultimo album, Currents -che ha decretato il loro successo mondiale-, i Tame Impala tornano a far sognare con le atmosfere psichedeliche del loro ultimo lavoro discografico: The Slow Rush.
Una “lenta fretta”, cita il titolo dell’album, e questo ossimoro percorrerà tematicamente tutto il disco, come ha percorso nella realtà il lavoro di produzione. Il cantante e chitarrista del gruppo australiano, Kevin Parker, è il solo scrittore, arrangiatore ed esecutore di tutti i pezzi della track-list. Parker è un perfezionista che in un arco di tempo molto lungo ha curato ogni dettaglio, fino a limare con estrema accuratezza ogni singolo brano, che ad ogni ascolto non lo soddisfaceva e lo costringeva a rimetterci mano, tanto da posticipare più volte l’uscita dell’album.
The Slow Rush resta coerente con il percorso dei Tame Impala, le atmosfere psichedeliche dei precedenti album e l’eco delle influenze rock anni ’70 continuano ad essere presenti, ora però il pop si fa più vivo e anche sonorità che richiamano l’house e la disco-funk diventano ingredienti vincenti del disco. È evidente che il sound di Kevin abbia risentito delle collaborazioni con artisti come Lady Gaga, The Weekend o Rihanna.
Per quanto riguarda i testi l’elemento centrale, come abbiamo accennato, è senza dubbio il tempo. Un tempo che non basta mai (One More Year), che si sgretola in polvere (Tomorrow’s Dust) che è causa di perdizione (Lost In Yesterday), che condiziona inesorabilmente l’esistenza e che apre Parker all’introspezione attraverso un cammino musicale e filosofico ricco ma complesso.
Luke Combs – What You See Is What You Get
Nonostante il successo raggiunto nell’ultimo anno, Luke Combs non concorre per nessun premio a questi Grammy 2021. Se Billboard poi ci fa notare che il suo What You See Is What You Get è il primo album country a registrare più settimane al numero 1 della classifica Billboard 200 in cinque anni la notizia diventa ancor più sorprendente. È vero che il country è stato molto poco considerato nelle grandi categorie generali, ma il disco di Combs meritava sicuramente più attenzione almeno nelle nominations più specifiche. Noi gli rendiamo omaggio parlando del suo bellissimo lavoro discografico.
Una ventata di country anni ’90 ci colpisce con il nuovo disco di Luke Combs, What You See Is What You Get. Questo è il secondo album in studio di Combs, che resta fedele alle sue radici, approfondendole sempre di più.
Se alla sua uscita il fatto che il disco contenesse 17 tracce aveva fatto discutere per la sua lunghezza, Luke non ci ha pensato due volte e ha deciso di aggiungerne ben altre sei alla versione deluxe “What You See Ain’t Always What You Get”, scherzando quindi anche con il titolo che cita appunto “Ciò che vedi non è sempre ciò che c’è”.
Ricordi e storie di amori travagliati si susseguono in quest’album, che Luke dipinge con il suo timbro profondo e travolgente. Un esempio di quanto il cantante e il suo team riescano a descrivere con uno scorrevole storytelling scene quotidiane coperte da un velo di dolce nostalgia è la canzone Refrigerator Door dove le immagini e i ricordi attaccati alla porta del frigo riportano in vita eventi passati come il primo giorno d’asilo o il matrimonio del proprio migliore amico.
Seguono tracce toccanti –Even Though I’m Leaving– e altre che affrontano il tema dell’amore in varie sfaccettature: Reasons, che parla della dipartita della propria compagna, All Over Again, in cui la storia sembra non finire mai e ripetersi all’infinito, Better Together, dove gli innamorati gravitano l’uno verso l’altro perché fatti per stare insieme.
Quest’ultima, assieme alle canzoni Dear Today e Nothing Like You, ha una produzione molto scarna rispetto al sound generale del disco e permette di percepire la potenza in acustica del cantato di Luke, emozionante e profondo come solo le voci country sanno essere.
Lady Gaga – Chromatica
Ormai Gaga è un’ospite fissa ai Grammys e, anche se si pensava di trovare Chromatica tra le nominations ad Album dell’anno, le aspettative non sono state totalmente deluse: il brano Rain on Me con Ariana Grande ha guadagnato la candidatura a Miglior performance in duo o di gruppo mentre il disco è stato nominato per il premio Miglior album pop vocale.
Lady Gaga sembra aver chiuso la parentesi intimistica e sobria degli ultimi anni per ritornare alle origini, con un album dalle colorature pop-dance che impregnano ogni singola traccia.
In Chromatica la canzone di apertura ci inizia ad un viaggio in un universo magico, un’avventura alla scoperta di nuovi mondi ed in effetti attraverso il disco la cantante ci fa fare un tour molto particolare, partendo da Wonderland, richiamata in Alice, fino alla traccia finale Babylon. Così, canzone dopo canzone, nell’album si costruisce il pianeta Chromatica, la nuova casa di Gaga.
È una casa costruita partendo dal dolore, come l’artista stessa ha affermato, ma che si sana attraverso la musica. Ne è un grande esempio il duetto con Ariana Grande, Rain on me, nato dalla sofferenza di entrambe causata da episodi biografici segnanti, oppure Plastic Doll, in cui Gaga si descrive come una bambola costretta a mettersi al servizio degli altri, costituita da parti intercambiabili e modificabili a piacimento della gente.
L’amore poi è sempre un tema portante dei suoi lavori, ne è una riprova infatti il primo singolo estratto dal disco, Stupid Love, che aveva da subito impostato il tono tematico e sonoro di Chromatica, oppure Free Woman in cui Gaga esprime la volontà di trovare l’amore pur mantenendo la propria libertà e individualità.
Lady Gaga è stranamente confortante nella sua costanza: oltre il ritorno alla maschera eccentrica, anche stavolta il pop dance che l’ha portata alla ribalta pervade il nuovo disco; i riferimenti alla musica anni ’90, la connessione con le sonorità house e il tributo a icone come Madonna e Janet Jackson sono evidenti e azzeccate.
Quest’album è esattamente cosa ci si aspetterebbe da Gaga, solo la prova del tempo però ci dirà se questo sia un punto di forza o un motivo di rottura.
The Chicks – Gaslighter
Come abbiamo giù accennato, il country è stato abbastanza snobbato a questi Grammy 2021 e, nonostante le nuove colorature del gruppo, è questo in fondo il genere di base delle The Chicks. Il problema però è che le ragazze non sono state nominate per nessunissimo premio a quest’edizione, nonostante la potenza del loro ultimo album: Gaslighter.
Il gruppo un tempo conosciuto come Dixie Chicks e ora ribattezzato semplicemente The Chicks con questo disco ritorna e si fa sentire. Dopo 14 anni dal loro ultimo album “Taking the Long Way” si reinventano e, a seguito di una lunga e prospera carriera nel country, abbracciano anche il mondo del pop.
Nella loro età d’oro le The Chicks si erano guadagnate una reputazione da provocatrici -famoso l’episodio in cui hanno espresso il proprio dissenso nei confronti di George W. Bush che gli ha procurato non pochi haters e l’esclusione dalle radio più conservatrici degli Stati Uniti- e da reiette, per questa ragione hanno deciso di dare inizio ad una redenzione, cominciando dal cambiare il nome del gruppo, che veniva erroneamente associato alla triste storia della schiavitù americana.
Gaslighter è quindi una sorta di rito di passaggio per diverse ragioni: l’approccio al pop -in cui comunque le radici country vengono mantenute- potrebbe slegarle da un passato travagliato e in questo il tocco sapiente di Jack Antonoff (che tra i vari artisti collabora attivamente con Taylor Swift, Lana Del Rey e Lorde) nella produzione del disco è stato impeccabile. In più c’è da dire che questo è l’ultimo lavoro discografico che lega le The Chicks alla Sony, con cui comunque le donne hanno avuto delle faide.
Ma l’album è molto più di questo: la scrittura trasparente dei pezzi ci racconta con delusione, ironia, rabbia e tristezza la storia del divorzio tra la cantante solista Natalie Maines e l’attore Adrian Pasdar. Il tutto parte sin dalla prima traccia, che dà il nome all’album, fino ad arrivare all’ultima, Set Me Free, il cui titolo è sufficientemente eloquente.
Negli anni il gruppo ha portato a casa ben 13 Grammys, tra cui anche Album of the year nel 2007, siamo quindi sicuri che le rivedremo alle prossime edizioni.
Tante nominations ai Grammy 2021 per Roddy Ricch e il suo
Please Excuse Me for Being
L’esordiente Roddy Ricch colleziona un’altissima quantità di nominations ai prossimi Grammy 2021 -ben sei!- grazie ai brani ROCKSTAR e The Box; quest’ultimo è anche candidato nell’importante categoria Canzone dell’anno. Dato il successo che il giovane ha riscosso, era lecito immaginare che il suo disco concorresse alla vittoria per Album dell’anno, così non è stato ma è giusto accennare un po’ a questo suo recente progetto discografico.
Un mixtape nel 2017, un EP nel 2018 e alla fine l’album di esordio Please Excuse Me for Being Antisocial pubblicato nel 2019: è così che Roddy Ricch si è tuffato a capofitto nel mercato musicale mondiale.
Il disco sembra un perfetto biglietto da visita per questo artista che nel nostro paese ancora non ha raggiunto il successo commerciale che ha invece ottenuto negli USA: Please Excuse Me for Being Antisocial ha infatti debuttato in cima all’importante classifica Billboard 200, un’istituzione per gli amanti della musica.
Il disco di Ricch ci racconta la vita di un rapper che grazie alla musica è riuscito ad abbandonare un mondo in declino, una sfiancante condizione di povertà e la vita di strada per guadagnare la popolarità e la possibilità di scrivere e di condividere la propria musica. Questi temi, ormai considerati tropi del genere, assumono la propria unicità con Roddy, attraverso la sperimentazione musicale che mette in atto nell’album.
Tanti stili che si intrecciano perché Roddy Ricch non fa semplicemente rap ed è evidente dalla prima traccia del disco: il cantante alterna facilmente strofe rap con ritornelli e bridge cantati e sarà questa la caratteristica fondamentale di Please Exuse Me for Being Antisocial. In più l’ascoltatore potrà divertisti ad ascoltare come Ricch giochi con la sua voce, che assume tante diverse sfumature a seconda del tono che vuole dare ad ogni strofa.
Lui è un “War Baby”, come sottolinea nella traccia che chiude l’album, “stress post-traumatico, so che la guerra mi ha cambiato”: il contesto della gioventù lo ha segnato ma lo ha anche reso chi è oggi e Roddy Ricch non sembra intenzionato a mollare, nonostante la mancata nomination per Album dell’anno a questi Grammy 2021.
Quando si terrà la cerimonia dei Grammy 2021?
Vi ricordiamo che l’assegnazione dei premi è stata spostata dal 31 Gennaio al 14 marzo 2021. La 63ª cerimonia annuale dei Grammy Awards si terrà allo Staples Center di Los Angeles. Anche se la presenza o meno di un pubblico è ancora da decidere, ci sarà sicuramente la possibilità di seguire l’evento in streaming.
Aspettiamo con trepidazione la più importante serata della musica dell’anno per poter scoprire chi avrà l’onore di portare a casa le famosissime statuette a forma di grammofono.
Daniela Diodato