Abbiamo percorso insieme i piatti della tradizione durante la Settimana Santa. Partendo dalle uova, protagoniste di tutte le ricette pasquali, e simbolo augurale, abbiamo svelato ricette semplici per fare un’ottima colomba, un casatiello dolce soffice e profumato, e degli squisiti taralli in due varianti, per tutti i gusti. Ci siamo mantenuti leggeri tra giovedì e venerdì con una ottima zuppa di cozze alla napoletana. Ora non ci resta che comprare tutto l’occorrente per preparare un pranzo di Pasqua tradizionale.
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Culti e religiosità
Dopo la via Crucis del venerdì santo, durante la quale si ricorda la crocifissione di Gesù, il sabato sera c’è la veglia pasquale. Per antichissima tradizione questa è «la notte di veglia in onore dei Signore» (Es 12,42), giustamente definita «la veglia madre di tutte le veglie» (s. Agostino). In questa notte il Signore «è passato» alla vita vincendo la morte; questa notte è celebrazione-memoriale del nostro «passaggio» in Dio attraverso il battesimo e l’eucaristia. La domenica di Pasqua si celebra la resurrezione di Gesù dopo 3 giorni dalla sua morte.
Il pranzo di Pasqua : gli antipasti
Molte sono le persone che restano a casa per la Pasqua. In questo articolo vediamo i piatti della tradizione nelle case napoletane. Il pranzo comincia con la classica fellata, una tagliata di salumi vari e formaggi, accompagnata con uova, da cucinare sode, oppure ripiene. Il termine deriva dal fatto che i salumi e i formaggi sono presentati tagliati a felle (fette) e solitamente appoggiate su un tagliere in legno o su un piatto da portata grande.
Come antipasto non possono mancare fave fresche e pancetta, con qualche fetta di ottima ricotta salata. In occasione della Pasqua infatti si consumano le prime fave fresche di stagione, mangiate di consuetudine crude, accompagnate da un buon vino e da qualche fetta di pane.
La minestra
Molti sanno che la minestra è tipica del periodo natalizio, ma non tutti sanno che da tradizione è anche cucinata per il pranzo di Pasqua. E’ un piatto povero, che in origine era cucinato con scarti di verdure e carni, ed ancora oggi prevede l’utilizzo di varie verdure, cui aggiungere la ‘nduja , una salsiccia piccante tipicamente calabrese.
Spesso dal fruttivendolo si trova già un fascio di verdure miste, indicate appunto col nome di “verdure per la minestra”, cui bisogna aggiungere solo la carne.
Per una ricetta più leggera si potrebbero usare anche le semplici verdure, prima sbollentate e poi ripassate in padella con olio e uno spicchio di aglio.
Se invece non si vuole rinunciare alla tradizione occorre molto più tempo, per la cottura della carne. Si usa, oltre la ‘nduja, il maiale in tutte le sue parti. Prima si procede con la cottura della carne, si aggiunge un brodo vegetale nella stessa pentola e lì si continua con la cottura delle verdure, aggiungendo altro brodo e lasciandole insaporire per bene.
La minestra è detta maritata perché poco prima di servire si aggiungono delle uova sbattute, che si cuociono col calore delle verdure e della carne.
L’agnello
La tradizione di consumare l’agnello per Pasqua deriva dalla Pesach o Pasqua ebraica.
In particolare si fa riferimento a quando Dio annunciò al popolo di Israele che lui lo avrebbe liberato dalla schiavitù in Egitto dicendo “In questa notte io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame“. Ordinando, così, al popolo d’Israele di marcare le loro porte con del sangue d’agnello in modo che lui fosse in grado riconoscere chi colpire col suo castigo e chi no.
La preparazione dell’agnello è molto semplice, ma occorre qualche ora.
Occorre lasciarlo 1-2 ore a macerare nell’aceto, con del rosmarino e un filo di olio extravergine di oliva. Rigirarlo una o due volte.
Dopo si sciacqua e si passa al condimento. Si consiglia usare molte spezie per esaltarne il sapore: maggiorana, prezzemolo, salvia, coriandolo, bacche di ginepro, rosmarino. Per un tocco esotico si può mettere un po’ di curcuma o curry, che conferisce al piatto un colore più marcato. Poi si aggiusta di sale e si mette a cuocere insieme alle patate, debitamente condite, per qualche ora. Si copre con carta stagnola per evitare di bruciare la superficie e cuocere meglio l’interno.
Il dolce
Il pranzo di Pasqua si conclude con una carrellata di tutto ciò che è stato preparato nei giorni precedenti.
Si mangia la pastiera, preparata il mercoledì Santo, i taralli dolci preparati il giovedì, il casatiello dolce e la colomba. Per tradizione poi si procede con l’apertura delle uova di cioccolato, per scoprire l’attesa sorpresa nascosta all’interno. Chissà quale sarà la sorpresa quest’anno!
Il nostro percorso sulle tradizioni culinarie, alla scoperta dei piatti tipici preparati durante la Settimana Santa termina qui. Voi cosa preparerete per Pasqua?
Buona Pasqua a tutti.
Non esitate a chiedere se volete conoscere le origini dei piatti tipici di Napoli e della Campania.
Roberta Intatto
Sitografia