Calumet, la sacra pipa dei nativi nordamericani

Il calumet era la pipa sacra e precisamente una pipa da cerimonia in uso tra i nativi delle praterie dell’America del Nord. Esso era uno dei più importanti simboli per questi popoli. I significati, gli usi e le leggende che ha assunto questo oggetto è l’argomento di questo articolo.

Il calumet: che cos’è e a cosa serviva?

Etimologicamente la parola “calumet” deriva dal latino “calămus” che significa “canna”. Infatti essa presentava un lungo cannello, di solito di legno, con decorazioni varie a colori e con ornamenti simbolici ed un fornello per lo più in argilla a forma di “T”. Se inutilizzata unire le due parti della pipa era un sacrilegio poiché le due parti erano simbolicamente molto potenti.

La Pipa simboleggiava l’equilibrio perfetto. Essa rappresentava l’unione tra Cielo e Terra, tra il mondo spirituale ed il mondo fisico, tra il maschile ed il femminile.

Essa era uno strumento rituale ed il suo uso avveniva in occasioni cerimoniali. Una generazione trasmetteva a quella successiva tali usanze.

Secondo la tradizione durante la cerimonia del fumo con la sacra pipa si potevano solo dire delle verità. Infatti in quelle occasioni la gente ascoltava attentamente ed in silenzio le persone che parlavano mentre fumavano. Questo perché tutti sapevano che in quel momento dalla bocca del fumatore sarebbero giunte solo parole vere.

I materiali

Il cannello del calumet era in legno, mentre il fornello poteva essere di materiali diversi, anche se in genere prevaleva l’argilla. Nei momenti in cui la pipa non era utilizzata le due parti erano conservate separatamente ognuna in una propria borsa di pelle ornata. Il fornello rappresentava il femminile. Il cannello invece simboleggiava, l’Albero della Vita, l’energia maschile e la potenza del Grande Spirito Wakan Tanka, il Creatore che fungeva da mediatore tra le energie terrestri e quelle dell’aldilà degli spiriti degli antenati.

Il tabacco che si usava nel calumet era un prodotto sacro i cui effetti potevano servire per guarire gli ammalati e favorire il contatto con gli spiriti che aiutavano gli uomini. Nella pipa sacra non c’era solo tabacco ma anche altre sostanze, di solito salvia e graminacee. In certi casi l’uso continuo di alcune miscele poteva trasformarsi in allucinogeno e quindi determinare stati di coscienza alterati.

Rituali legati al calumet

Tra i Nativi nordamericani l’uso del calumet avveniva in particolare durante occasioni rituali che necessitavano di ufficializzare una circostanza come l’invocazione degli spiriti per la guerra, la pace, la pioggia e la caccia. Inoltre serviva a suggellare un momento importante per la tribù, come aiutare a prendere le decisioni corrette per la comunità durante i consigli dei capi, le riunioni cerimoniali, ma anche per consacrare la pace oppure un trattato fra tribù nemiche.

Calumet
Nativo americano che fuma il calumet. Fonte www.pixabay.com.

In generale i personaggi importanti della tribù si riunivano a fumare in occasione dei powwow, celebrazioni collettive molto importanti, in cui originariamente i singoli membri si ritrovavano per invocare l’aiuto degli spiriti.

Secondo alcune tradizioni native la sacra pipa sarebbe un simbolo che raffigura l’essere umano in cui lo spirito, quando è puro, come il fumo sale verso l’alto.

Leggenda sull’origine del calumet legata al Bisonte

Il calumet era un dono che secondo alcuni gruppi nativi certi eroi civilizzatori portarono agli esseri umani. Furono questi ultimi ad insegnare al Popolo degli uomini il grande valore dell’oggetto sacro divenuto nel tempo presenza positiva nel corredo rituale dei nativi nordamericani. Gli occidentali, spesso superficialmente, chiamano questo oggetto “calumet o pipa della pace”, in quanto il suo uso però non avveniva solamente in occasione di accordi di pace ma anche in altre circostanze. Un’importante leggenda sul calumet, a parte qualche diversità tra la versione di una tribù e l’altra, è la seguente.

Il Grande Spirito, Wakan Tanka, il Creatore, inviò sulla terra la dea Whope, la Bella, la Madre di tutti i Popoli, la donna Bisonte Bianco. La dea era bellissima e tutta vestita di bianco ed un giorno incontrò due guerrieri mentre erano a caccia di bisonti. Agli occhi dei due uomini apparve una donna bellissima che disse loro di appartenere al Popolo del Bisonte. Il bisonte era per i nativi nordamericani un animale sacro e totem importantissimo che durante la conquista del Far West i coloni europei in gran parte sterminarono. Un altro totem rilevante era il coyote.

Tornando alla leggenda, la dea dichiarò ai due uomini di essere stata mandata sulla terra per parlare con il loro popolo ed ordinò loro di andare dal loro capo tribù e dirgli di costruire una tenda (il tepee) in maniera che la porta guardasse ad est e di cospargere di salvia il posto d’onore al suo interno. Inoltre disse di sistemare dietro la buca per il fuoco un teschio di bisonte ed a quel punto lei sarebbe arrivata. Uno dei due giovani tentò di sedurre la bellissima donna ma questa lo incenerì, l’altro invece tornò al villaggio e raccontò l’accaduto. Il capo tribù predispose tutto secondo gli ordini e all’alba la dea si presentò al villaggio con una grande folla di gente pronta ad accoglierla. Ella, portando con sé il calumet, entrò nella tenda, si sedette e disse al capo tribù che aveva da consegnargli un dono per il bene di tutta l’umanità: la Pipa Sacra. Insegnò al capo come usarla, come averne cura e quando utilizzarla.

Spiegò che questa pipa non era un semplice oggetto ma un simbolo sacro, potente e vivente e disse di pregare con essa per il Grande Spirito Wakan Tanka. La dea rimase al villaggio quattro giorni e prima di partire accese la pipa, la offrì al Cielo, alla Terra, ai Quattro Venti, ne fumò una boccata e la passò al capo tribù. Infine uscì dal villaggio sotto gli occhi stupefatti degli abitanti. Mentre si allontanava si trasformò in un cucciolo di bisonte bianco.

Leggenda sull’origine del calumet con la Donna Freccia

Un’altra leggenda dei nativi narra che una volta, poco dopo la creazione, gli animali parlavano ancora agli uomini insegnando loro a vivere ed a prendersi cura della terra. Un componente di una tribù, in particolare una donna guerriero molto coraggiosa, chiamata “Donna Freccia”, diventò protagonista di un episodio leggendario. Il suo soprannome derivava dal fatto che era in grado, al pari di un uomo, di cacciare usando arco e frecce, lance e coltelli. Un giorno andò a caccia e trovò le impronte di Yona l’Orso, capì che aveva delle ferite perché c’erano delle tracce sul terreno e le seguì. Si ritrovò in un luogo sconosciuto dove Yona l’Orso, che aveva una grossa ferita su un fianco, stava pregando pronunciando parole che lei ignorava. A quel punto, improvvisamente, tra l’erba si aprì un lago e Yona l’Orso ci si immerse.

Quando fuoriuscì dall’acqua era guarito, vide Donna Freccia e le si rivolse. Le disse che quel lago era sacro per gli animali, era conosciuto soltanto da loro e lei era il primo essere umano ad averlo visto. Quel luogo era la dimora del Grande Uktena e non doveva rivelarlo a nessuna persona. Poi Yona l’Orso si dileguò nel bosco. Donna Freccia decise di rimanere ancora un po’ in quel luogo, mangiò le provviste alimentari che aveva con sé e bevve l’acqua del lago che la fortificò. La superficie del lago era calma, Unole, il Vento riposava, Nvda, il Sole non era troppo caldo e Donna Freccia cominciò ad appisolarsi.

A questo punto dall’acqua del lago alzò la testa Uktena, il Serpente, la cresta sulla sua fronte brillava come un gioiello, e si diresse verso di lei. Donna Freccia, spaventata, si alzò ed afferrò la lancia pronta a scagliarla contro l’enorme creatura.Uktena si fermò a poca distanza da lei, le sorrise e le disse di abbassare l’arma in quanto lui non aveva intenzioni cattive ma voleva insegnarle qualcosa, quindi doveva sedersi e ascoltarlo. Lei ubbidì. Uktena affondò la testa sotto l’acqua per riemergere subito dopo portando in bocca una grossa saccoccia di pelle ed un bastone piegato e lo lanciò verso Donna Freccia.

Così la grande creatura iniziò a spiegare che quella era la Pipa Sacra del Creatore. Spiegò che il cannello di legno rappresentava l’uomo. Infatti esso era rigido, proveniva dallo stelo di una pianta e come l’uomo sosteneva la sua famiglia così il cannello sosteneva il fornello. Quest’ultimo era di argilla, la stessa che il Creatore usò per generare gli esseri umani. L’argilla rappresentava una donna gentile che proveniva dalla terra. Così come la donna tiene dentro di sé i bambini e genera la vita, allo stesso modo il fornello della pipa accoglie dentro di sé il tabacco e genera il fumo. Uktena insegnò poi a Donna Freccia come unire il fornello ed il cannello.

Uktena le spiegò come mettere il tabacco all’interno della pipa e come accenderla. Poi disse: “Il fumo è il respiro del Creatore, quando aspiri il fumo nel tuo corpo tu vieni purificata e rigenerata. Quando il fumo lascia la tua bocca esso sale al Creatore. Le tue preghiere, i tuoi sogni, le tue speranze e i tuoi desideri sono portate a Lui dal fumo. Così anche la tua vera anima sarà vista da Lui quando fumi la pipa. Se non sei sincera, corretta, giusta non fumare la pipa, se il tuo spirito è cattivo e stai cercando di ingannare, non fumare la pipa.”

Le insegnò le preghiere da usare con il calumet e tutte le occasioni per utilizzarlo, fino a notte fonda. Le spiegò anche come conservare la pipa tenendo le due parti separate. Infine le disse che si sarebbe ricordata di questa esperienza e dei suoi insegnamenti ma non sarebbe più riuscita a ritrovare quel luogo. Quindi Uktena si rimmerse nell’acqua del lago. Lo specchio d’acqua sparì e comparve nuovamente un campo d’erba. Così Donna Freccia tornò al suo villaggio portando con sé il calumet e gli insegnamenti. Da allora più nessun essere umano rivide mai il lago sacro di Uktena.

Il portatore di calumet

La persona che portava e praticava le cerimonie e le tradizioni del calumet aveva una grande responsabilità verso il suo popolo, il suo Paese e la Madre Terra. Infatti non tutte le persone erano in grado di essere dei portatori di calumet ma soltanto alcune. Colui che lo portava lo faceva fin quando non arrivava il momento di passare questo compito ad un altro membro della tribù. La pipa forniva al portatore alcune capacità speciali come quella di purificare e di sanare.

Se il portatore, però, diventava un bugiardo, un ladro, un indegno di fede, perdeva tali doti. In questo caso era anche possibile che la sfortuna si abbattesse su di lui. In realtà ogni persona doveva essere pronta ad accettare la responsabilità della pipa qualora se ne verificasse l’opportunità. Essa poteva diventare una guida, un insegnante ma se usata scorrettamente, al contrario, poteva diventare il peggior nemico del portatore.

Giulia Cesarini Argiroffo

Bibliografia

  • Centini, M. (2000), Simboli Indiani americani, Como, Red Edizioni.
  • https://www.treccani.it/vocabolario/calumet/
  • https://indianiamerica.it/cultura-indiani/calumet-della-pace
  • https://it.wikipedia.org/wiki/
  • www.farwest.it
  • www.storiamito.it
  • www.gustotabacco.it