Un nome, una garanzia; il regista più influente e più cinefilo della sua generazione, in due parole: Quentin Tarantino. Molti sono gli onori e tante le critiche che, sin dagli esordi, lo hanno accompagnato. Di seguito vi proponiamo la nostra guida a tutti i suoi film, dal peggiore al migliore!
In questo articolo abbiamo inteso tirare le somme dell’opera del regista americano, cercando di considerarne insieme l’importanza storica e i pregi (e i difetti) artistici. In poche parole, se volete sapere qual è il miglior film di Quentin Tarantino, non esitate a leggere oltre!
Prima di procedere, però, permetteteci una precisazione per evitare equivoci: la classifica proposta rispecchia in parte anche il gusto personale di chi scrive. Non prendetela perciò troppo alla lettera e, se volete, recuperate l’intera filmografia di questo straordinario cineasta.
Tutti i film citati, anche quello indicato convenzionalmente come ‘peggiore’, sono gran bei film da vedere. Ma si sa, le classifiche sono classifiche: nel bene e nel male.
In ogni caso, buon divertimento e buona lettura!
Indice dell'articolo
10. Grindhouse – A prova di morte (2007)
Non ce ne vogliano tutti gli appassionati dello slasher targato Tarantino se, secondo noi, Grindhouse – A prova di morte (Death Proof) è il film meno bello del regista di Knoxville. Del resto, questo parere incontra il gusto dello stesso Tarantino, che più volte ha definito Grindhouse il suo film meno soddisfacente e convincente.
La sete omicida del protagonista, Stuntman Mike (Kurt Russell), risulta non ben motivata, così che i suoi tentativi di uccidere alcune giovani ragazze appaiono ripetitivi e finiscono, alla lunga, per stancare lo spettatore. Ciononostante, la messa in scena riscatta la sceneggiatura non proprio ispirata, e Tarantino riesce in ogni caso a regalare sequenze davvero entusiasmanti.
Insomma, il peggior film di Tarantino è comunque divertente: un must-see per gli amanti del genere!
9. The Hateful Eight (2015)
In nona posizione si piazza The Hateful Eight, il penultimo film diretto da Tarantino. Pur apprezzando l’intenzione di omaggiare e celebrare alcuni tra i generi preferiti del regista (western, thriller, giallo, splatter), ricordiamo il senso di stanchezza e pesantezza che ci ha accompagnato durante le circa tre ore di visione.
Tarantino rinchiude otto pazzi criminali in una stanza (il cast pullula di suoi fedelissimi, come Samuel L. Jackson, Tim Roth, Michael Madsen e Kurt Russell), si prende i suoi tempi e li dilata all’inverosimile, cercando costantemente citazioni e rimandi intra ed intertestuali. Ma lo spettatore non ce la fa a tenere il passo, arranca e infine sbadiglia, arrivando stremato al finale risolutivo.
Non diciamo altro perché, nonostante tutti i difetti citati, la sceneggiatura vanta diversi spunti interessanti e non manca di alcuni colpi di scena ben assestati. Della regia è superfluo parlare: è sempre Tarantino. Degna di nota è infine la colonna sonora, ideata e diretta dal maestro Ennio Morricone, che gli è valsa (finalmente) l’Oscar.
8. Django Unchained (2012)
Django Unchained si aggiudica l’ottavo posto di questa guida, non per suoi particolari demeriti, ma semplicemente perché altri film ci sono piaciuti di più. Già, perché da questa posizione in avanti, ci teniamo a dirlo, incontreremo solo film senza difetti – almeno secondo noi!
Django Unchained, in particolare, rappresenta il perfetto omaggio di Tarantino a uno dei suoi generi preferiti: lo spaghetti western, o western all’italiana. Ciò è evidente già dal nome e dai titoli di testa del film, che citano il quasi omonimo Django di Sergio Corbucci, del 1966. A tal proposito, Tarantino inserisce in un cameo anche Franco Nero, interprete del protagonista del film di Corbucci.
Nonostante i rimandi alla pellicola italiana, questo film di Tarantino racconta una storia del tutto diversa, che ha per protagonista uno schiavo nero, Django (Jamie Foxx), che riesce a ottenere la libertà grazie all’amicizia con un curioso ‘dentista’ tedesco, il dottor King Schultz (il premio Oscar Christoph Waltz). I due, entrati in società come cacciatori di taglie, si avventureranno contro il negriero e latifondista Calvin Candie (uno straordinario Leonardo DiCaprio) per liberare Broomhilda (Kerry Washington), moglie di Django.
7. Bastardi senza gloria (2009)
Primo film della cosiddetta Trilogia Storica di Tarantino (che sarebbe poi continuata col film che trovate alla posizione precedente), Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds) inscena alla perfezione il lavoro di riscrittura degli eventi più importanti della storia contemporanea messo in atto dal cineasta.
Il film racconta infatti in chiave postmoderna la storia dell’ebrea francese Shoshanna (Melanie Laurent), che s’intreccia con la battaglia contro il nazifascismo portata avanti dal gruppo guerrigliero dei Bastardi, capitanati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt). Nel cast si segnala la presenza del già citato Christoph Waltz, qui alla sua prima collaborazione con Tarantino, nell’interpretazione del magnifico villain, il colonnello delle SS Hans Landa, che gli valse il suo primo Oscar.
Tra scene di battaglia cruente e divertenti ed esilaranti sfuriate di Hitler in persona (Martin Wuttke), i Bastardi arriveranno a scontrarsi con le più alte gerarchie del Terzo Reich, fino ad un finale inaspettato e irriverente.
6. Kill Bill: Volume 2 (2004)
Kill Bill: Volume 2 rappresenta la conclusione della celebre saga di vendetta della Sposa (Uma Thurman). Tarantino porta ottimamente a termine il lavoro cominciato nel primo volume: la narrazione resta frizzante, seppur ovviamente priva d’innovazione rispetto al film precedente.
Il racconto, diviso come al solito in capitoli e organizzato in flashback e flashforward, è entusiasmante fino all’ultima uccisione. Lo spettatore resta coinvolto in una magnifica spirale di violenza e non riesce a non tifare per l’eroina bionda. Il finale, seppur prevedibile, resta commovente e pienamente soddisfacente.
the lioness has rejoined her cub
and all is right in the jungle
5. Kill Bill: Volume 1 (2003)
A fare il paio col sequel, troviamo in quinta posizione Kill Bill: Volume 1. I due film sono in realtà parti di un unico grande progetto sviluppato da Tarantino e poi diviso in due per esigenze commerciali.
Tarantino getta qui le fondamenta della storia di vendetta di Black Mamba (la fantastica Uma Thurman), un’assassina professionista al soldo del misterioso Bill (David Carradine), padre della figlia che la Sposa portava in grembo al momento dell’aggressione omicida di cui rimane vittima.
Kill Bill: Volume 1 ha rivelato al grande pubblico il talento dell’autore come regista e sceneggiatore. Tarantino fa quello che vuole con la materia del suo racconto, rappresentandola come al solito secondo tempi e modi stravolti, ma funzionali a precise intenzioni artistiche.
4. Jackie Brown (1997)
Pur essendo di certo il meno conosciuto tra i film di Tarantino, Jackie Brown è quello che probabilmente esemplifica al meglio la particolare tecnica compositiva del regista statunitense. Qui tempo e spazio sono concetti relativi, che chi racconta (e mostra) può utilizzare come meglio crede. Lo spettatore e lo storytelling sono al centro della poetica tarantiniana.
Il film, un noir ibridato con elementi da giallo, segue le vicende della hostess Jackie Brown (Pam Grier), che suo malgrado si ritrova invischiata in un’indagine della polizia contro Ordell Robbie (Samuel L. Jackson), un piccolo criminale per cui lavora contrabbandando denaro. Trovandosi nel mezzo, la donna proverà a fare il doppio gioco nel tentativo di uscirne pulita e incolume. Nel cast figurano anche nomi illustri del calibro di Robert De Niro e Robert Forster, oltre a Michael Keaton nelle vesti del poliziotto incorruttibile.
Un film da recuperare per tutti gli amanti del cinema, e in particolare di quello firmato Tarantino!
Il podio dei film di Quentin Tarantino
3. C’era una volta a… Hollywood (2019)
C’era una volta a… Hollywood (Once Upon a Time in… Hollywood), l’ultimo film girato da Quentin Tarantino, occupa il gradino più basso del nostro podio. Ciononostante, il film è uno spettacolo, soprattutto per i veri appassionati del cinema del regista di Knoxville. Disseminati all’interno della non breve pellicola, infatti, si ritrovano numerosissimi easter egg e citazioni di diversi film dello stesso Tarantino, nonché omaggi più o meno nascosti alle sue grandi passioni cinematografiche, come i B-movie o i western all’italiana.
La trama è incentrata sulla figura di Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), un attore mediocre ma popolare che cerca di resistere al declino dello star system nella Hollywood di fine anni Sessanta. Assieme al suo amico e stuntman Cliff Booth (Brad Pitt, vincitore dell’Oscar), Rick si troverà a fare i conti con un nuovo tipo di cinema emergente, incarnato dalla nuova coppia sua vicina di casa: Roman Polanski (Rafal Zawierucha) e Sharon Tate (Margot Robbie). Nello stesso tempo, Tarantino riscrive la storia della tragica vicenda dell’eccidio di Cielo Drive, di cui fu realmente vittima la giovane attrice statunitense, assassinata dalla banda criminale di Charles Manson (qui interpretato da Damon Herriman).
Hey, you’re Rick fuckin’ Dalton,
don’t you forget it
L’ultima opera di Tarantino è una vera e propria lettera d’amore al cinema: appassionata, personale e irriverente, come solo Quentin avrebbe potuto. Il cinema salva, sempre.
2. Le iene (1992)
Divenuto negli anni un cult immortale del cinema pop postmoderno, Le iene (Reservoir Dogs) è il fulminante esordio alla regia dell’allora poco meno che trentenne Quentin Tarantino.
Il film, un noir potente e disinibito, racconta il prima e il dopo di un colpo finito male, in cui sono coinvolti otto rapinatori. Alcuni di essi hanno il nome di un colore al fine di nasconderne l’identità ed evitare problemi. All’interno del gruppo, però, si nasconde una talpa, e le iene saranno disposte a tutto per stanarla e conoscere la verità.
Sin da subito considerato da vari critici come assolutamente rivoluzionario e sbalorditivo, Le iene gioca con le attese dello spettatore, burlandosi della narrazione lineare e dei tòpoi del genere. La regia è sapiente, il montaggio perfetto, le interpretazioni memorabili, la sceneggiatura straordinaria nella sua crudezza. Nel cast si segnala la presenza di Tim Roth (Mr. Orange), Michael Madsen (Mr. Blonde) e Steve Buscemi (Mr. Pink), insieme ad Harvey Keitel (Mr. White) – che ha anche prodotto il film – e allo stesso Tarantino (Mr. Brown).
Insomma, un vero e proprio capolavoro con scene e sequenze indimenticabili: da vedere e rivedere fino alla nausea!
1. Pulp Fiction (1994)
Al primo posto non poteva che esserci Pulp Fiction, uno dei film più importanti (e belli) della storia del cinema contemporaneo. Già, perché dopo Pulp Fiction (ma forse già dopo Le iene) tutti hanno avuto un nuovo punto di riferimento con cui misurarsi inevitabilmente.
Palma d’oro al Festival di Cannes, il film racconta (ovviamente senza linearità narrativa) le vicende di Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson), due maldestri criminali al soldo del temibile Marsellus Wallace (Ving Rhames). I due gangster, intenti a recuperare una misteriosa valigetta, si ritroveranno ad affrontare diverse disavventure tragicomiche, mentre un uomo di nome Butch (Bruce Willis) tenterà di opporsi alle disposizioni di Wallace.
Con Pulp Fiction, Tarantino porta a piena maturazione ciò che era ancora acerbo nel film precedente. In particolare, la sceneggiatura (vincitrice dell’Oscar) è innovativa e originale, con dialoghi grotteschi che sono entrati di diritto nella storia del cinema. Il regista riscrive i canoni del noir e del gangster movie, giocando coi tòpoi dei generi di riferimento per dar vita all’opera che più di tutte è divenuta icona del cinema di Tarantino.
A distanza di quasi trent’anni, possiamo dirlo: Pulp Fiction è un capolavoro immortale!
Christian Maria Savastano
Bibliografia e sitografia
- G. Carluccio, L. Malavasi, F. Villa, Il cinema. Percorsi storici e questioni teoriche, Roma, Carocci editore, 2015
- https://www.mymovies.it/filmografia/?r=4732