Don’t Look Up, dopo la non proprio entusiasmante uscita al cinema dall’8 dicembre, arriva nelle case di tutti gli utenti Netflix. Ed ecco finalmente pronta per voi la nostra recensione del film!
Indice dell'articolo
L’ultimo film targato Netflix
A partire dal 24 dicembre Don’t Look Up, film scritto e diretto da Adam McKay, è disponibile gratuitamente per tutti gli abbonati Netflix. L’ormai potente società di distribuzione online americana ha acquisito dalla Paramount i diritti del film nel febbraio 2020, prima ancora che iniziassero le riprese. Gran parte del limitato budget è stato quindi riservato alla scelta degli attori principali.
La pellicola, oltre alla garanzia della coppia collaudata McKay-Corwin (regista e montatore di film come Vice, del 2018, e La grande scommessa, del 2015), può vantare infatti anche la presenza di un cast d’eccezione, in cui figurano parecchi nomi di grandi star hollywoodiane.
Tra tutti, i protagonisti Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Non mancano però comprimari di lusso, come Meryl Streep, Cate Blanchett, Jonah Hill, Timothée Chalamet e Ron Perlman. Da non dimenticare poi la famosa cantante Ariana Grande e il divertente cameo di Chris Evans.
La trama di Don’t Look Up
Ed eccoci finalmente pronti a gettarci nel vivo di questa recensione! Prima di tutto: qual è la trama di Don’t Look Up?
Protagonisti del film sono due astronomi semisconosciuti: la dottoranda Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il suo professore Randall Mindy (Leonardo DiCaprio). Mentre è intenta nelle sue ricerche, la giovane studentessa scopre l’esistenza di una nuova cometa. Dopo aver diffuso la sensazionale scoperta nel gruppo di ricerca, il professore e Kate, nel calcolare la traiettoria e la velocità della cometa Dibiasky, si accorgono che l’asteroide punta pericolosamente verso la Terra. L’impatto è considerato inevitabile e avverrà in circa sei mesi, provocando la distruzione istantanea del nostro pianeta.
Appresa e certificata la notizia, grazie al confronto con la comunità scientifica, i due scienziati si ritrovano a fare i conti con le conseguenze della sua circolazione. La Casa Bianca, nella figura del presidente Janie Orlean (una fantastica Meryl Streep), sembra disinteressarsi al problema per non allarmare la popolazione prima delle elezioni imminenti. Poco dopo, i due protagonisti finiscono per essere inascoltati e sbeffeggiati anche dall’opinione pubblica, che segue l’atteggiamento distaccato e menefreghista proposto verso il problema dai mass media.
Quando però il Governo si trova al centro di uno scandalo sessuale, il presidente Orlean decide di rispostare l’attenzione dell’elettorato sulla cometa incombente. Viene così organizzata una spedizione spaziale allo scopo di deviarne la traiettoria e salvare, oltre alla Terra, la propria immagine pubblica.
Non tutto andrà però secondo i piani e, senza fare spoiler, gli stessi protagonisti finiranno poco a poco per allontanarsi dalle luci della ribalta mediatica. Tornati alla deludente realtà, finiranno per accettare il proprio ‘destino’ e ritornare semplicemente ad attendere l’apocalisse imminente.
Don’t Look Up è il film di cui abbiamo bisogno
La trama, così come sintetizzata poco sopra, farebbe lecitamente pensare a un film apocalittico serio e impegnato. Ma ciò che rende speciale Don’t Look Up in quanto opera contemporanea è che lo spettatore si trova davanti un film comico e dissacrante.
Le premesse per il dramma sofisticato sono tutte lì, apparecchiate con cura e sapienza di scrittura. Eppure, la sceneggiatura di Don’t Look Up riesce a convincere proprio perché le sfrutta per costruire una satira crudelmente tragicomica della nostra società. In questo modo, l’effetto conseguito è, se possibile, ancora più potente, e il messaggio del film arriva inequivocabile a ogni spettatore.
Viviamo in tempi difficili, dominati dalla pseudo-informazione e dalla casta degli opinionisti so-tutto-io. E tutto questo ha il potere di influenzare il nostro modo di rapportarci alla realtà e alla verità, fino al punto di stravolgerla e deformarla per continuare a vivere nell’illusione del ‘positive thinking‘ a tutti i costi.
Il potere della satira
Kate e il professor Mindy rappresentano la voce della scienza e della coscienza, individuale e collettiva, che cerca a fatica di farsi spazio tra il disinteresse interessato delle istituzioni politiche e la cultura della spettacolarizzazione, della disinformazione e del clickbaiting.
Di fronte al menefreghismo più totale e alle sottili prese in giro della politica e dei mezzi di comunicazione di massa, i due scienziati rappresentano gli unici personaggi ‘sani‘. Mentre però Kate si scontra con orgoglio con l’indifferenza che la circonda, reagendo in maniera anche violenta per cercare di gridare a tutti la realtà dei fatti, il professor Mindy, ansioso e insicuro, finisce quasi per cadere nel tranello della celebrità e dell’edonismo, sedotto dall’avvenente giornalista interpretata dalla fantastica – e irriconoscibile – Cate Blanchett.
Per noi, spettatori del dramma, resta allora solo una strada e un’arma per affrontare ed esorcizzare la catastrofe raccontata nel film: la risata. La satira di Don’t Look Up deve perciò essere sopra le righe, esagerata, dolceamara, per provocare chi guarda, fin quasi a infastidendirlo, per spingerlo alla riflessione e a una presa di coscienza sincera e liberatoria.
I pregi e i difetti di Don’t Look Up
La sceneggiatura del film è, a parer nostro, perfetta: indulgente con chi merita indulgenza, inflessibile con chi non merita più tolleranza. Il ritmo narrativo è quasi inarrestabile, anche se perde leggermente spinta nella parte conclusiva.
Le quasi due ore e mezza di film scorrono abbastanza lisce, supportate da un montaggio serrato, anche se a volte forse un po’ troppo frenetico per i nostri gusti, e da prove attoriali di grande spessore.
In particolare, l’interpretazione del professor Mindy offerta da DiCaprio conferma la piena maturità artistica dell’attore. Il professor Mindy sarebbe potuto scadere facilmente nel macchiettistico, invece ciò non accade. Anzi, i tempi comici e drammaturgici ci sono sembrati perfetti. Ugualmente accade per gli altri interpreti, tra cui si segnala Jonah Hill, vero mattatore della verve comico-satirica del film.
Considerazioni finali
In conclusione, non riteniamo di esagerare nel considerare Don’t Look Up come uno dei prodotti cinematografici più ben fatti e meglio riusciti dell’intero anno. Un film da vedere – se ancora riuscite a trovarlo – al cinema (anche per meglio godere dei fantastici effetti visivi) e da consigliare a occhi chiusi a chiunque abbia ancora voglia di divertirsi senza spegnere il cervello.
Buon divertimento a tutti, e ricordatevi di guardare in alto!
Christian Maria Savastano