“Strappare lungo i bordi”, il viaggio di Zerocalcare
Approda nell’inverno 2021 su Netflix con i suoi 6 episodi a fumetti “Stappare lungo i bordi” e la progressiva notorietà di Zerocalcare si consolida alla velocità della luce. Onesto ad ogni costo. Sensibile come solo un arguto fumettista può essere. Evocativo, nel disgregare interrogativi comuni in immagini di una semplicità familiare. La serie registra risultati record in pochissime ore e il fumettista romano riesce ad arrivare ad un pubblico davvero enorme e ad avvicinare più generazioni al genere che è per eccellenza veicolo di satira e critica sociale. È il caso allora di parlarvi di Zerocalcare, autore del documentario a fumetti Kobane Calling, e del suo viaggio interiore intitolato “Strappare lungo i bordi“.
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Vi presentiamo Zerocalcare, l’uomo dietro la matita più irriverente del momento
In arte Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech, classe ’83, nasce ad Arezzo da padre romano e mamma francese ma cresce nel noto quartiere popolare di Roma, Rebibbia. Le sue radici sono protagoniste delle sue vicende e artefici di aver impresso in Michele i caratteri dissacranti, talvolta cinici, delle sue narrazioni. Rebibbia è centrale, teatro degli episodi e degli incontri di Zerocalcare, nonchè scenario dei suoi numeri. Il legame col territorio è elemento peculiare del suo stile, il dialetto romanesco il linguaggio con cui gran parte dei suoi personaggi, la sua coscienza innanzitutto, si esprimono. Ricorrono nelle sue strisce tematiche quali le sue posizioni circa il valore della resistenza e della convivenza sociale.
L’ascesa di Michele, dal quartiere alla notorietà nazionale ed oltreconfine, si è registrata in pochi anni ed è parabola di un fenomeno comunicativo moderno che ha incontrato il gusto di più di una generazione. C’è poco da fare: Zerocalcare funziona e sta raccogliendo i primi frutti di quello che è destinato ad essere un perdurante successo. E come ogni buona storia di successo che si rispetti, anche questa passa attraverso la disapprovazione di numerose case editoriali, rifiuti, dissensi, fino a una concessa chance andata a segno.
Zerocalcare: la svolta!
I numeri parlano da soli. Basti pensare che “La profezia dell’Armadillo”, scritta nel 2011, dapprima autoprodotta e poi pubblicata da BAO Publishing, segna quest’anno la sua 24° ristampa e dopo 10 anni dalla sua prima uscita si pone come quarta nella classifica dei libri più venduti nella sezione “narrativa italiana”.
Nel 2020 tra i social il suo nome è già una certezza. Tutto merito della formula “blog a fumetti” che sforna periodicamente pillole di sagacia e umorismo, con le quali la realtà è rappresentata attraverso un filtro personale e autentico, tale che è difficile non solidarizzare. Leggendo le strisce di Zerocalcare pare estremamente credibile percepire la voce dei propri pensieri come quella di un burbero Armadillo, o immaginare le conversazioni con la propria genitrice come una sequela di ramanzine di una “Lady Cocca” disneyana. E’ così naturale, dopo qualche pagina, “sentire” l’attaccamento al proprio quartiere con la voce di un baritonale e saggio “Mammut”. Ma la primavera di Zero è appena iniziata, e l’esperimento di “Strappare lungo i bordi” ne segna l’ingresso ufficiale nelle personalità più in voga del panorama italiano.
Netflix produce Strappare lungo i bordi, la serie a fumetti in 6 episodi
Il salto al grande schermo è senz’altro una novità per il genere e Zerocalcare è praticamente sulla bocca di tutti. Nel 2021 è consacrato alla massa con la serie di animazione prodotta da Netflix. “Strappare lungo i bordi”, 6 episodi da 20 minuti che pochi, si ritiene, non abbiano visto in continuità e tutti d’un fiato.
Così, anche i meno avvezzi al genere hanno modo di apprezzare l’onestà intellettuale, la personalità, la sincerità del fumettista romano. Il successo è tale che appena qualche settimana fa, in occasione dell’inaugurazione a Roma del primo ufficio del colosso streaming, l’autore ha annunciato che è in lavorazione la nuova serie, disponibile nel catalogo dal prossimo inverno.
Strappare lungo i bordi: la trama
La serie è diventata un vero e proprio cult nel giro di pochissime ore dalla pubblicazione e in meno di una settimana ha registrato visualizzazioni record. Fulcro della trama, è il viaggio intrapreso da Zero coi suoi due storici amici, Secco e Sara verso Biella, per un motivo che verrà palesato solo sul finale. La preparazione alla partenza e il tragitto in treno sono scanditi da racconti e flashback. Queste immagini prendono vita nella mente del protagonista e si impongono come diversivi, per distrarre il pensiero dalla destinazione. Lo spettatore smette di fatti di chiedersi dove si stiano dirigendo.
La meta è una realtà che Zero cerca di scansare e tenere lontano da sé, con dettagli banali e di scarso interesse. Ma gli eventi sono inarrestabili, la vita lo è. È la metafora di un viaggio nel proprio io, che ripercorre tappe e tasti cruciali dell’esistenza del protagonista. Si sovrappongono così la sua timidezza, la sua scarsa empatia, i sensi di colpa, la sua visione degli altri e della vita, e della morte. E la metafora commuove, anche qui c’è poco da fare. Benché gli eventi ci sfuggano di mano, e il nostro percorso non sia un procedere certo su un sentiero univoco, come le guide tratteggiate sui fogli, è un’esperienza di valore, è un viaggio sorprendente. A noi, in fondo, resta solo la possibilità di condizionare il nostro micro-cosmo. Citando il buon Zero, siamo “soltanto un filo d’erba in un prato, non il centro del mondo”. Per cui, anche meno!
I personaggi di Strappare lungo i bordi: caratteri e caricature
Zerocalcare funziona ed è efficace. Non ha velleità di raccontare vizi e virtù, non insiste su posizioni politiche, non ha pretese da satira arguta. Anche chi nutriva dubbi sul passaggio al grande schermo ha necessariamente dovuto ricredersi.
Nel suo personaggio disilluso, cinico, a tratti romantico rivediamo molti aspetti della generazione anni ’80. Innanzitutto un radicato senso di anticapitalismo chiaramente, anche uno stile di vita che non presta il fianco all’ingerenza smodata dei social ed un tendenziale profilo basso per quanto attiene carriera e convinzioni. I compagni di viaggio di Zero sono Sara, che incarna il profilo della giovane brillante, con obiettivi concreti, modesti, dal carattere pratico e risoluto. Trattasi di un fiero esemplare di amica pronta a porgerti la spalla e a bacchettarti all’occorrenza. Secco è l’amico col quale cresciamo, una presenza inevoluta, una costante che ci tiene ancorati al ricordo dei giovani che fummo. Ci viene rappresentato come un imperterrito divoratore di gelato che non ci risolve la vita, ma manco ce la complica. E poi c’è Alice.
Alice, figura centrale di “Strappare lungo i bordi”
Questo personaggio, trasposizione cinematografica della Camille de “La profezia dell’Armadillo”, assume il ruolo cardine della storia. Zero la rappresenta per tutta la narrazione con una voce robotica, storpiandone così la fonica e ne ridimensiona i dialoghi, come a raccontare una sua personalissima, appunto distorta, percezione. L’intento è di non mettere a fuoco i ricordi che lo legano ad Alice, e di rimanere fedele al vago ideale della loro amicizia. Solo sul finale, che preserva nel tragico un messaggio di profonda umanità, la vera essenza di Alice si manifesta, così nei flashback recupera la sua voce identitaria. Nelle fragilità di questo personaggio, ritroviamo i nostri controsensi, le nostre paure, i nostri non-detti e tutte le occasioni perse che preferiamo ricordare a tinte sbiadite.
Un’altra trovata che piace di Zero sono i personaggi antropomorfi che incarnano alcuni aspetti tipici dell’italianità, di cui gli anni ’80 sono orgogliosi depositari. Spicca tra tutti l’armadillo senza mezze misure, a cui Valerio Mastrandrea presta la voce. E’ la versione personificata della coscienza del fumettista, è l’ombra che non smette di ricordargli di quanta incoerenza e immobilismo sia capace. Solo nell’ultimo episodio, quando finalmente il passo verso la consapevolezza è compiuto e si tenta l’abbandono della propria zona di comfort, l’armadillo si tace e l’uomo riesce a conciliarsi con la propria coscienza.
In conclusione…
…Non è difficile empatizzare con questo artista che ormai si afferma come fenomeno comunicativo del panorama italiano. Certo, per coloro che possono definirsi i primi estimatori di Zero, poche sono state le novità proposte con “Strappare lungo i bordi“. Del resto, la serie aveva il chiaro obiettivo di sperimentare uno stile che aveva riscosso successo nelle varianti del blog e dei corti animati “Rebibbia Quarantine” presentata a Propaganda Live su La7.
E’ da riconoscere, ad ogni buon conto, un senso di fedeltà e coerenza con le tematiche e con i contenuti proprie dei suoi fumetti. Lo stesso Zero ha in più occasioni confermato di aver affrontato l’esperienza dello streaming con estrema libertà espressiva. E di questo i primi seguaci ne possono dare conferma. Attendendo, dunque, la nuova serie è assolutamente consigliata la visione di “Strappare lungo i bordi”, a chi ha ancora non si è concesso un’ora in questa sorta di poetico viaggio introspettivo. Perché di questo si tratta, di un : attraverso le proprie certezze per scardinarle, con gli amici di una vita per riqualificarli, con le proprie paranoie per placarle, e per condursi all’ idea che la vita è un’esperienza magnifica, proprio perché imprevedibile.
Roberta Guida