Edward Said è stato uno scrittore, docente statunitense e teorico letterario. Particolarmente noto per la sua critica del concetto di Orientalismo. In questo articolo parleremo della vita, le varie opere e del concetto di Orientalismo.
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La vita e gli studi di Edward Said
Edward Said nacque a Gerusalemme il 1 Novembre 1935. Suo padre Wadie Said era americano ma di origine palestinese mentre sua madre Hilda Said era nativa di Nazaret e anche lei di origine palestinese. Aveva una sorella di nome Rosemarie Said Zahlan.
Edward Said fino all’età di 12 anni visse tra il Cairo e Gerusalemme, frequentò anche l’Anglican St. George’s Academy nel 1947 e più tardi frequentò anche al Victoria College di Alessandria d’Egitto fino alla sua espulsione nel 1951. Frequenterà poi anche la Northfield Mount Hermon School nel Massachusetts. Lo studioso infine entrerà anche a far parte della Columbia University nel 1963 dove insegnerà fino al 2003.
La formazione di Edward Said
La complessa relazione tra Oriente e Occidente, protagonista dell’adolescenza e formazione di Edward Said, lasciò in lui un solco influenzando fortemente il pensiero dello scrittore e la sua produzione letteraria. Edward Said si pose in favore dell’autodeterminazione del popolo palestinese sia attraverso i suoi scritti sia attraverso l’azione diplomatica. Dal 1977 al 1991 diventò membro indipendente del Consiglio Nazionale palestinese e si arruolò come negoziatore-ombra durante i tentativi di riappacificazione dei primi anni 90. Bandirono lo scrittore dai territori palestinesi, essendo contrario ad alcuni accordi, e sottoposero le sue opere ad una stretta censura.
Nel 1966 Edward Said scrisse il suo primo libro: Joseph Conrad e la finzione autobiografica, l’opera costituiva un’espansione della tesi di dottorato che aveva presentato per conseguire il titolo di dottore di ricerca. Nell’opera lo scrittore guida i lettore attraverso l’epistolario di Conrad il quale racconta la sua vita ed il suo percorso.
Il concetto di Orientalismo (1978)
Edward Said era conosciuto soprattutto per la sua critica al concetto di Orientalismo riportata nel sui saggio “Orientalism“. Lo studioso lo definiva lo strumento attraverso il quale l’occidente esercitava la sua influenza e controllo sull’Oriente. Nel saggio Edward Said propone un nuovo metodo di studio del colonialismo; un nuovo modo di pensare il cosiddetto Oriente da parte degli studiosi occidentali costituito da concezioni false e stereotipate, dovute ad una visione del mondo definito eurocentrico. Questo tipo di visione è resa possibile da una rappresentazione distorta dell’Oriente, una rappresentazione che non apparterrà ad un solo paese ma ad un’intera cultura. Inoltre questa risulterà lampante in scrittori, politici e personaggi della cultura occidentale che si sono succeduti nei secoli.
La tesi del saggio di Edward Said
Quest’opera di Edward Said occupa una posizione chiave nella costituzione degli studi postcoloniali. L’obiettivo era quello di mettere a fuoco che tutti i discorsi occidentali sull’Oriente dipendessero totalmente dai rapporti di dominio tra l’Europa e le società orientali. Analizzando varie rappresentazioni nei svariati campi della cultura occidentale, Edward Said dimostra che i discorsi sulle società orientali non possono essere considerati mere descrizioni neutre o obiettive, ma stereotipi finalizzati unicamente al dominio politico e materiale da parte dell’Occidente.
La produzione di queste rappresentazioni perlopiù negative (le società orientali vengono raffigurate come società dispotiche, violente, arretrate e maschiliste) fu resa possibile da precisi rapporti di dominio (in particolare dal potere di muoversi e di raccontare l’Altro di cui hanno sempre goduto gli Occidentali) che hanno portato alla formazione di ciò che Edward Said chiama “Orientalismo“: un corpus di conoscenze e di discorsi sulle società orientali del tutto funzionale all’egemonia politica dell’occidente sull’Oriente.
La tesi proposta nel saggio di Edward Said sostiene quindi l’esistenza di un pregiudizio eurocentrico nei confronti dei popoli arabo-islamici e delle loro culture, e trova la sua origine nella tradizione occidentale di rappresentare l’Oriente attraverso immagini fittizie dell’Asia e del Medio Oriente.
L’Oriente
Le immagini e le rappresentazioni correnti dell’Oriente non corrispondono a un’entità realmente esistente ma si costituiscono come effetti di una “geografia immaginaria” di una mera proiezione del desiderio occidentale di dominare, controllare e reprimere il suo Altro per eccellenza. L’Oriente infatti è stato sempre costruito come il referente di tutto ciò che l’Occidente non è. Nell’ottica di Edward Said è proprio attraverso questa costruzione dell’Orientalismo che l’Occidente ha potuto definirsi come qualcosa di diverso e di superiore.
Lo studio di Edward Said sull’orientalismo come discorso ha tre significati: un sistema di conoscenza globale dell’Oriente formato in Europa; miti o stereotipi generati dal sistema di conoscenza che rende l’Oriente estraneo; le relazioni di potere tra Occidente ed Oriente stabilite dal sistema di discorso Orientalista.
L’Orientalismo inoltre non è solo uno studio serio ma è anche un discorso che coordina la conoscenza, il potere, la geopolitica e la distribuzione della cultura, ed è una manifestazione dell’ideologia culturale dell’imperialismo e del colonialismo.
Traveling Theory
Edward Said ha utilizzato la teoria del “Traveling Theory” per spiegare il processo di formazione dell’Orientalismo. Esso è stato prodotto in un contesto storico preciso, in quanto originariamente cercò di diventare “conoscenza oggettiva” ma si trasformò in orientalismo con colori ideologici. Lo scrittore sottolineò che c’era sicuramente bisogno di una teoria, ma oltre questa c’era bisogno di qualcosa di maggiore cioè una “coscienza critica“. Traveling Theory fu messo in discussione e sottoposto a critiche.
L’Orientalismo come disciplina
Nel costituirsi come disciplina, l’Orientalismo ha investito campi differenti: ambito militare, commercio, amministrazione coloniale. Tra i vari presupposti per la nascita di questo campo vi è anche la vicinanza che Gran Bretagna e Francia sentivano per l’oriente. L’Orientalismo si caratterizza come una disciplina all’insegna del conservatorismo e immobilità, in questo modo il suo repertorio viene auto-confermato dalla reiterazione di concetti percepiti come immutabili che sono il correlato dell’idea che è alla base di ogni razzismo: ovvero che le differenze tra gli uomini e le loro culture siano naturali, eterne e non soggette a variazioni.
L’Orientalismo secondo Edward Said è stato ed è tutt’ora un metodo di discriminazione culturale subito dalle popolazioni non-europee, con lo scopo di affermare il controllo imperiale europeo sulle colonie. Nel saggio rimarrà centrale il concetto di rappresentazione culturale come strumento di controllo. L’antropologo sosterrà che seppure le rappresentazioni siano essenziali per il corretto funzionamento della società e della vita, le rappresentazioni repressive che non permettono a coloro che vengono rappresentati di intervenire nel processo, devono cessare di esistere.
Le critiche ad Edward Said sul concetto di Orientalismo
Molti studiosi espressero il loro dissenso nei confronti dello scrittore percependo le argomentazioni come un attacco alla loro integrità intellettuale e alla validità degli studi orientalisti. Tra i principali critici vi furono William Montgomery Watt, Francesco Gabrieli e Bernard Lewis. Quest’ultimo rispose alle critiche dell’autore accusandolo della politicizzazione degli studi scientifici sul Medio Oriente.