Katsushika Hokusai (Edo 1760 – 10 maggio 1849) è considerato il più importante artista giapponese di tutti i tempi. Hokusai è ricordato per i suoi ukiyo-e, che sono delle opere d’arte stampate su carta. I suoi lavori furono fonte d’ispirazione per molti artisti europei, come Claude Monet e Vincent van Gogh.
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Cosa sono gli Ukiyo-e?
Ukiyo-e (浮世絵) significa “Immagine del Mondo Fluttuante“. È un termine utilizzato per descrivere le stampe fatte su carta e impresse su legno che venivano prodotte in Giappone dal XVII al XX secolo, in cui venivano spesso raffigurati attori famosi, scene erotiche e paesaggi.
Ukiyo (浮世 Mondo Fluttuante) è un termine proveniente dal buddhismo. Ukiyo, scritto con kanji differenti (憂き世), significa “Mondo di sofferenza” ed è uno dei concetti chiave del buddhismo ed è collegato al ciclo di morti e rinascite da cui i buddhisti vogliono sfuggire. Durante il periodo Edo questo termine assume una connotazione differente, cambiandone i kanji. “Mondo Fluttuante” diventa sinonimo di “Vita immersa nel piacere” per i chonin, la classe media del Giappone del periodo Edo.
Gli ukiyo-e nacquero quando iniziarono ad essere prodotti gli ehon (絵本, libri illustrati) intorno al XVII secolo. I disegni contenuti negli ehon, che erano stampati su carta utilizzando matrici in legno, acquisirono immediatamente una grandissima popolarità. Ben presto, iniziarono a essere usati come poster per gli spettacoli di kabuki (uno dei generi teatrali più in voga in Giappone in quel periodo).
Il primo importante artista di ukiyo-e fu Hishikawa Moronobu, e lui, come molti artisti del tempo, utilizzavano una tecnica monocromatica. La maggior parte delle stampe erano fatte in bianco e nero, con colori aggiunti a mano dopo aver stampato l’illustrazione su carta.
Biografia di Katsushika Hokusai
Infanzia e giovinezza
Katsushika Hokusai nasce a Edo in una famiglia di artigiani. Il suo nome di nascita era Tokitaro (Hokusai cambiò spesso il proprio nome durante la sua carriera, tipico degli artisti giapponesi del periodo Edo).
Dal momento che il padre (che si pensa producesse specchi per lo shogun) non ha mai nominato Hokusai come erede, è probabile che la madre fosse una concubina. Hokusai imparò dal padre a pittare all’età di sei anni, dal momento che un artigiano dipingeva anche gli specchi.
All’età di 12 anni iniziò a lavorare come fattorino per una biblioteca, che erano luoghi molto frequentati nel Giappone dell’epoca, poiché la letteratura era un passatempo molto gettonato dai chonin.
Si interfaccia al mondo degli ukiyo-e all’età di 14 anni, quando inizia a lavorare dall’intagliatore di legno Katsukawa Shunsho, che era anche un artista di ukiyo-e. Hokusai, più tardi, dirà che “Quello che davvero mi ha spronato allo sviluppo delle mie capacità artistiche fu l’umiliazione che ho sofferto lavorando con Shunsho”.
Hokusai pubblicò le sue prime opere nel 1779, con una serie di ritratti di attori di kabuki, sotto il nome di Shunro (il nomignolo che gli aveva affibbiato il maestro Shunsho). In questo periodo lui sposò due donne (che entrambe morirono durante il matrimonio con Hokusai) e dalle quali ebbe cinque figli. La più giovane delle sue tre figlie, Oui, divenne anch’essa un’artista molto rinomata.
Dopo la morte del maestro Shunsho, Hokusai inizia a interessarsi all’arte europea, ispirandolo nel soggetto principale dei suoi ukiyo-e: i paesaggi. Infatti, fino a quel periodo, gli ukiyo-e raffiguravano quasi esclusivamente scene erotiche, cortigiane o attori.
Il successo
Nel 1800 adottò il nome con cui divenne famoso: Katsushika Hokusai. Quell’anno pubblicò due raccolte di opere: “Scenari famosi della Capitale d’Oriente” e “Otto vedute di Edo“, iniziando anche ad attrarre studenti.
Pian piano acquisisce sempre più notorietà. Venne addirittura chiamato a corte dallo Shogun Iyenari per una competizione con un’artista tradizionale. L’opera di Hokusai, che venne realizzata davanti allo shogun, fu una singola pennellata blu, per poi far camminare sulla carta una gallina le cui zampe furono immerse nella vernice rossa. Descrisse l’opera come una vista del fiume Tatsuta con delle foglie di acero rosse che stavano a galla, vincendo anche la competizione.
Nel 1811, all’età di 51 anni, Hokusai cambiò nome in Taito, iniziando a lavorare agli Hokusai Manga e vari etehon (絵手本 manuali d’arte). Ciò lo fece per guadagnare soldi, poiché visse per un periodo di povertà, dovuto prettamente a problemi familiari.
È negli anni ’20 dell’800 che però Hokusai raggiunge il picco del successo. In questo periodo vennero pubblicate “36 vedute del Monte Fuji“. Nella raccolta era anche inclusa “La grande onda di Kanagawa“. Oltre a questi, pubblicò anche altre raccolte ed iniziò a diversificare la propria produzione, iniziando ad illustrare anche fiori ed uccelli.
Ultimi anni
Negli anni successivi continuò a pubblicare opere, come la raccolta “Cento vedute del Monte Fuji“. Però, nel 1839, un incendio divampò nel suo studio, distruggendo molte delle sue opere. Nello stesso periodo, un giovane artista di nome Ando Hiroshige stava acquisendo crescente popolarità. Hokusai non si diede per vinto e continuò a lavorare alle sue opere. Pubblicò, all’età di 87 anni, “Papera che nuota nell’acqua“.
Morì il 10 maggio 1849. Sul letto di morte disse “Se i cieli mi dessero 10 – anche 5 anni in più – riuscirei a diventare un vero artista”, dando dimostrazione la sua dedizione a migliorarsi come artista.
Stile di Katsushika Hokusai
Katsushika Hokusai non fu solo un artista di ukiyo-e, e nei suoi 60 anni di carriere esplorò vari stili artistici, come i surimono e le illustrazioni dei libri. Inizialmente, sotto Shunsho, iniziò a ritrarre attori e lottatori, seguendo gli standard di bellezza dell’epoca. Lentamente inizia a discostarsi da questo stile, sostituendoli con un’espressione artistica personale, utilizzando pennellate larghe e precise che divennero sempre più geometriche.
Negli anni finali della sua carriera si concentra sulla paesaggistica e sulle realizzazioni policrome, concentrandosi principalmente sul Monte Fuji.
Le 36 vedute del Monte Fuji
“Le 36 vedute del Monte Fuji” è una raccolta di ukiyo-e colorati stampati con blocchi di legno di grandi dimensioni. Questa serie mostra il Monte Fuji in diverse stagioni e condizioni atmosferiche, visto da posti diversi. La raccolta include anche l’opera più famosa di Katsushika Hokusai, “La grande onda di Kanagawa“.
In realtà le opere all’interno della raccolta non sono 36, ma bensì 46. Hokusai pubblicò inizialmente 36 ukiyo-e, ma ebbe immediatamente un enorme successo, e ciò lo spinse ad aggiungere altre 10 stampe.
Nella raccolta, Katsushika Hokusai è riuscito a creare un perfetto bilanciamento tra lo stile tradizionale giapponese e quello europeo. Prima di Hokusai gli scenari erano solitamente degli sfondi per attori o concubine. Le opere che raffiguravano solo scenari erano principalmente di nicchia. La scelta di pubblicare una raccolta di soli scenari fu una vera scommessa per Hokusai ed il suo editore.
Parlando del suo capolavoro, “La grande onda di Kanagawa“, Hokusai divide la sua opera in 5 strati di prospettiva. È proprio nella prospettiva che si vede l’anello di congiunzione tra occidente ed oriente nelle opere di Katsushika Hokusai. Dopo aver studiato la concezione di prospettiva nelle opere d’arte europee, che si concentrava sulla verosimiglianza, e combinò queste nozioni alle caratteristiche tipiche dell’arte orientale.
Altre opere di Katsushika Hokusai
“Le 36 vedute del Monte Fuji” è l’opera più famosa di Hokusai, ma non il suo unico capolavoro.
Tra le opere più famose di Hokusai c’è “Visitando le cascate famose del Giappone“. L’opera è una raccolta di otto stampe che raffigurano varie cascate di diverse province. Le raffigurazioni, nonostante condividano lo stesso tema, hanno stili differenti, con alcune cascate che scendono in maniera lineare ed altre che invece si spezzano in varie piccole cascate. Questa, inoltre, è una raccolta di opere completamente priva di influenze occidentali.
“Un vero specchio di poesie giapponesi e cinesi” è una raccolta di ukiyo-e abbastanza particolare. Solitamente gli ukiyo-e venivano stampati per fare soldi, mentre queste erano stampe furono realizzate per compiacere una determinata élite. L’opera è una raccolta di dieci stampe di famosi pittori del passato raffigurati in vari paesaggi. I paesaggi in cui sono immersi i poeti sono presenti nelle poesie più famose di quel determinato poeta.
“Le cento vedute del Monte Fuji” è il capolavoro di Katsushika Hokusai per quanto riguarda gli ehon. Le illustrazioni si trovavano in una serie di tre libri, in bianco e nero. Ancora una volta, il soggetto principale dell’opera è il Monte Fuji. Per Hokusai, questa raccolta è una delle opere più importanti della sua carriera.
Bibliografia e sitografia
- http://hokusai.us.com/home_en
- http://www.hokusaionline.co.uk/index.html
- Dongying Dou “Great Waves in Ukiyo-e”, Zhuhai College of Jilin University, 2016.