Il Grinch è un personaggio, associato al Natale, di origine statunitense, molto popolare ormai anche in Italia. Anche se la sua indole e il suo apetto lo rendono amato in particolare tra i bambini, la morale dietro la sua storia ne fa un personaggio che può piacere ed essere spunto di riflessione ad ogni età. In questo articolo forniamo tutte le notizie sul Grinch, e sul suo ideatore e le altre creature che ha ideato.
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“Nascita” del Grinch e popolarità
Ci sono personaggi associati al Natale, come la Befana o i Re Magi, la cui tradizione è antichissima. Invece, col Grinch abbiamo una figura molto “giovane”, in quanto la prima volta che sentiamo parlare di lui è il 1957 negli Stati Uniti. Dunque, più che un personaggio folkloristico il Grinch va considerata una figura attinente alla pop-cultura, la cultura di massa, proprio per la popolarità recente ma immediata.
Infatti, a riprova di ciò, il suo nome è usato oggi per indicare anche una certa indole piuttosto diffusa tra le persone. Cioè, come il Grinch odia il Natale e chi lo festeggia (almeno, fino a un certo momento della sua vita, come racconta la sua storia) coloro che provano in misure diverse lo stesso fastidio per tale festività e rischiano in questo modo di rovinarla sono spesso etichettati col nome di “Grinch”. L’associazione tra un comportamento ritroso nei confronti delle feste natalizie e questo personaggio ha favorito in modo ulteriore la sua popolarità. Non a caso, in alcune occasioni il nome del Grinch è stato adattato in italiano con quello di Sgruntolo, derivato dal verso sgrunt, di persona arrabbiata e ingrugnita.
Tuttavia, il personaggio nasce in primo luogo per piacere ai bambini, in quanto questo è il pubblico al quale è rivolta la sua storia. La narrazione, pubblicata nel 1957 col nome How the Grinch Stole Christmas!, come il Grinch rubò il Natale, e arricchita dalle illustrazioni realizzate dallo stesso autore, Dr. Seuss, è riportata in forma di filastrocca. Questa modalità, già diffusa in America in vari fumetti come quelli di Topolino, imita le cantate popolari da sempre usate per raccontare le storie ai più piccoli.
Dr. Seuss, il “papà” del Grinch
Innanzitutto, l’ideatore del Grinch è ricordato come Dr. Seuss. Ma questo è un nome d’arte scelto dallo stesso Theodor Seuss Geisel. Theodor Geisel, nato nel 1904 a Springfield negli Stati Uniti, discende da una famigia di origine tedesca, e sembra che lui e la sorella da bambini soffrono la discriminazione nei confronti dei tedeschi diffusasi dopo la prima guerra mondiale. Nel 1925 studia al Dartmouth College e collabora con la rivista del college, il Dartmouth Jack-O-Lantern, e ne diventa poi il redattore capo. Tuttavia, dato che è sorpreso a bere alcool, azione al tempo proibita dalla legge, gli viene vietata qualsiasi attività extracurricolare. Così, adotta il soprannome di Dr. Seuss e con questa nuova identità continua a far parte della rivista.
Dopo il conseguimento della laurea al Dartmouth accede al Lincoln College di Oxford con l’intenzione di conseguire un dottorato in filosofia e letteratura inglese. Tuttavia, A Oxford incontra la sua futura moglie Helen Palmer, che lo incoraggia alla rinuncia di quel percorso in favore di una carriera nel mondo del disegno. Infatti, la donna resta colpita dai vari mostri che Geisel scribacchia dovunque. Così, egli torna negli Stati Uniti e nel 1927 trova lavoro come scrittore e illustratore per il giornale umoristico Judge, per il quale usa in egual modo il nomignolo Dr. Seuss. Poi, iniziano collaborazioni anche per produzioni di cartoni animati e libri illustrati.
Ma intanto scoppia la Seconda guerra mondiale, e Geisel contribuisce alla causa americana con la sua arte. Innanzitutto realizza dei poster propagandistici, dopodichè dei cartoni animati. Una volta conclusa la guerra, ritorna sui libri per bambini. A questo periodo appartengono le sue pubblicazioni più celebri.
Come il Grinch rubò il Natale
A tutti i Nonsochi,
giù a Chinonsò,
piaceva il Natale un bel
po’…
ma al Grinch,
che viveva appena a nord di Chinonsò,
proprio NO!
Il Grinch odiava il Natale!
E del Natale odiava l’intera stagione!
Ora, non chiedete il perché.
Nessuno ne conosce la ragione.
La storia del Grinch ha luogo in un ipotetico villaggio abitato dai Nonsochi il giorno della Vigilia di Natale. In una caverna tra le montagne innevate che circondano il paese, il Grinch vive e scruta gli abitanti intenti alla preparazione per il Natale. Così, architetta un piano per rovinare la festa, fabbrica un costume da Babbo Natale e una slitta. Poi, lega delle corna di renna al suo cane Max e gli fa trainare la slitta fino al villaggio durante la notte della vigilia. Il Grinch entra nelle case di tutti quanti e ruba regali, decorazioni natalizie e banchetti già pronti per il giorno dopo.
Ma ecco un imprevisto: una bambina, di nome Cindy-Lou, lo vede e lo scambia per Babbo Natale, gli chiede perchè porta via l’albero di Natale. Tuttavia, l’astuto Grinch spiega che una delle lampadine delle luci è rotta e va sostituita, e risolve l’impiccio. Così, prosegue indisturbato e torna sulla montagna con la slitta stracolma. Ma quando è pronto a far precipitare la slitta giù da un crepaccio, in attesa che i Nonsochi si alzino per assistere a quella mossa, ne sente il canto gioioso. Invece di fermare il Natale, il Grinch capisce che “il Natale è arrivato comunque” e che non consiste nei vari oggetti che ha rubato. Così, con la slitta torna in paese e restituisce tutto, partecipando alla festa.
Dal libro ai prodotti mediatici
Molte opere del Dr. Seuss hanno dato vita a prodotti mediatici. Per quanto riguarda il Grinch, egli diviene protagonista di tre cartoni animati. Innanzitutto, abbiamo una trasposizione della storia del libro con lo stesso titolo nel 1966. In essa vi è anche un brano musicale composto ad hoc dal titolo You’re a Mean One, Mr. Grinch, riproposta in seguito da altri musicisti.
Poi, nel 1977 vede la luce Halloween Is Grinch Night. Anche in questa storia il Grinch vuole causare problemi al villaggio, però stavolta durante la notte di Halloween e il suo obiettivo è far paura. Un ragazzino di nome Euchariah riesce a impedirglielo e Max, il cane del Grinch, sceglie di andar via con lui. Il Grinch, sconfitto, ride sinistro e afferma che un giorno tornerà.
Infine, un terzo cartone animato è del 1981, The Grinch Grinches the Cat in the Hat e ha come co-protagonista Il Gatto col cappello. Così, i due personaggi appaiono rivali, in quanto il Grinch usa il gatto come cavia per una sua macchina malvagia, e il gatto la usa contro di lui. Inoltre, il gatto cerca di scoprire l’origine della malvagità del Grinch, il quale si lascia sfuggire che questa è dovuta dalla perdita precoce della madre e la mancanza di amore nell’infanzia. Allora il gatto fa sì che varie persone vanno a casa sua e gli dedicano una canzone per farlo sentire amato. Il Grinch scoppia in lacrime e la sua cattiveria scompare.
Tutti e tre i cartoni animati sono premiati in qualità di prodotti mediatici per i bambini e diventano fonte di ispirazione e citazione. In particolare, alcune scene compaiono nei film della serie Mamma ho perso l’aereo. I film mostrano con questi tributi anche un’apparente somiglianza tra il Grinch e il protagonista dei film, il ragazzino Kevin.
Il Grinch e i suoi “fratelli”
Il Grinch appare, nelle illustrazioni che Seuss realizza per il libro con la sua storia, come un umanoide ricoperto di peli e dal muso di cane. Insomma, dato che abita in una caverna su montagne innevate, somiglia a uno Yeti. Ma siccome le illustrazioni sono in bianco e nero con l’eccezione del rosso, non si conosce il colore della sua pelliccia, solo quello dei suoi occhi. Però, si sa che ha almeno 53 anni. Col primo cartone animato è reso evidente il colore verde del suo corpo, che resta il colore canonico.
Le creature ricoperte da pelliccia sono forse tra le più amate dal Dr. Seuss. Infatti, le ritroviamo in varie sue produzioni. Il secondo personaggio più famoso tra quelli da lui ideati, come dicevamo, è Il Gatto col cappello, a cui dedica un libro già nel 1957. Proprio il suo successo lo rende il protagonista di un secondo racconto nel 1958, e questo spiega la scelta di realizzare nel 1981 una storia con entrambi. Comunque, oltre al Gatto altri racconti presentano personaggi di questo tipo, come gli animali fantastici presenti in If I ran the circus e If I ran the zoo, dove un bambino descrive delle creature inventate da lui. Abbiamo però anche Horton, l’elefante della storia Ortone e il mondo dei Chi.
Gli spiriti malvagi del Natale
L’idea di un’entità che rovina il Natale non è nuova. Infatti, una figura comparata spesso col Grinch è quella di Ebenezer Scrooge, il vecchio avaro protagonista del Canto di Natale. In effetti, i due appaiono misantropi e solitari, con un odio spiccato per la festività invernale. Inoltre, entrambi vivono un percorso di redenzione che li porta a essere reintegrati all’interno dell’atmosfera di festa.
Tuttavia il Grinch è una creatura non meglio identificata e nell’aspetto e nell’indole ricorda travestimenti come quelli dei krampus. Anche questi ultimi, in alcune tradizioni, hanno un percorso di redenzione che li porta a diventare, da apparenti guastafeste, a compartecipi della festa. Ma la novità del grinch rispetto a queste figure folkloristiche è l’insegnamento della sua storia. Cioè, l’idea che il Natale non è dato dall’insieme di oggetti che si possiedono, bensì dallo spirito col quale è vissuta la festa. In questo, la storia del Grinch si rivela più simile a quella di Scrooge, con sfaccettature un po’ diverse (il Grinch non è avaro, è arrabbiato col mondo, ma come lui sembra trovare infine la pace con gli altri e con se stesso).
Insomma, tutte queste cose ne fanno un personaggio popolare, utilizzato sia tra i banchi di scuola sia negli addobbi, tanto da essere ancora oggi protagonista di film natalizi, come quello del 2018.
Luigi D’Anto’
Bibliografia
- Dr. Seuss, Il Grinch, Mondadori 2016.
- Dr. Seuss, Il gatto col cappello, Giunti 2021.
Sitografia
- Un link per leggere la storia del Grinch in italiano con le illustrazioni presenti nell’edizione originale.
- Canale Youtube dedicato ai racconti del Dr. Seuss.
- Sulla “sindrome del Grinch“, un link a un sito di psicologia che ne tratta.
- Nota: l’immagine di copertina è tratta da Wikipedia.org.