William Shakespeare: biografia completa del drammaturgo inglese

William Shakespeare, nato il 23 aprile 1564 a Stratford-upon-Avon, Inghilterra, è una delle figure più influenti della letteratura mondiale. Scopri la biografia completa di William Shakespeare, dalla sua vita e opere fino alla sua influenza culturale. Una guida approfondita al genio del teatro inglese e alla sua eredità letteraria.

Le origini

Nacque in un periodo di transizione nella società inglese, durante il Rinascimento, un’epoca caratterizzata dalla riscoperta delle arti, delle scienze e dell’Umanesimo. Suo padre, John Shakespeare, fu un guantaio e commerciante locale e ricoprì ruoli di rilievo a Stratford, come quello di alderman (membro del consiglio cittadino) e persino di balivo (una sorta di sindaco), segno che la famiglia godeva di una buona reputazione.

La madre invece, Mary Arden, era figlia di un agricoltore benestante. Tuttavia, intorno alla fine degli anni 1570, John ebbe difficoltà economiche e legali, forse a causa di un tracollo finanziario. Questo evento potrebbe aver influenzato il giovane William Shakespeare, dandogli una consapevolezza delle incertezze sociali e dei rischi legati all’economia e alla reputazione, temi presenti in molte delle sue opere.

I dettagli della sua istruzione non sono certi, ma la vicinanza della King’s New School fa presumere che William Shakespeare vi abbia ricevuto un’istruzione classica, tipica delle scuole di grammatica dell’epoca, con studi su testi latini di autori come Ovidio, Virgilio e Seneca, filosofia, etica e retorica. Questi studi avrebbero influenzato profondamente il suo stile letterario, specialmente nei temi mitologici e nelle allusioni classiche che caratterizzano molte delle sue opere.

Alcuni studiosi ipotizzano che, date le difficoltà finanziarie della famiglia, William Shakespeare abbia iniziato a lavorare in giovane età, magari come assistente a qualche attività locale, cosa che potrebbe avergli dato una prospettiva sui diversi strati sociali.

Matrimonio di  William Shakespeare

Nel novembre del 1582, William Shakespeare, a soli diciotto anni, sposò Anne Hathaway, che ne aveva ventisei ed era già incinta. Dal loro matrimonio nacquero tre figli: Susanna, e i gemelli Hamnet e Judith. Hamnet morì a undici anni, evento che si pensa possa aver influenzato profondamente il drammaturgo, alimentando i temi di perdita e mortalità presenti nelle sue opere.

Il matrimonio di William Shakespeare con Anne Hathaway resta un punto di curiosità. Quando si sposarono, Anne era incinta e più grande di lui di otto anni, un divario notevole per l’epoca, che ha portato alcuni studiosi a ipotizzare che il matrimonio fosse stato affrettato o obbligato.

Tuttavia, non ci sono prove certe su quanto fosse felice il loro matrimonio, anche se William Shakespeare trascorse molti anni lontano da Anne e dai figli per lavorare a Londra. Alcuni interpretano questo distacco come un segno di difficoltà coniugali, mentre altri sostengono che William Shakespeare inviasse denaro per il loro mantenimento, dimostrando un senso di responsabilità verso la famiglia.

Gli anni “perduti” di William Shakespeare

Dopo la nascita dei gemelli Hamnet e Judith nel 1585, non ci sono tracce documentate della vita di William Shakespeare fino al 1592. Diverse teorie si sono sviluppate su questi anni cosiddetti “perduti”. Sono molte le teorie su cosa abbia fatto: alcuni ipotizzano che abbia lavorato come insegnante, soldato o attore itinerante. Altri ipotizzano che abbia viaggiato in Europa e che potrebbe aver lavorato come assistente per una compagnia teatrale viaggiante, apprendendo l’arte teatrale direttamente sul campo.

Alcuni studiosi ipotizzano che, se avesse lavorato a Londra in quegli anni, potrebbe aver fatto conoscenza con figure teatrali come Christopher Marlowe o Ben Jonson. Altri ipotizzano che possa aver viaggiato in Italia o in Francia, dove avrebbe potuto osservare e assimilare forme teatrali straniere, influenzando così le sue ambientazioni e i suoi personaggi, come quelli di opere come Il mercante di Venezia o Romeo e Giulietta. Però nessuna di queste congetture è confermata.

Nel 1592, tuttavia, William Shakespeare apparve a Londra come drammaturgo già noto, quindi è probabile che avesse trascorso quegli anni acquisendo esperienza teatrale. Negli stessi anni appare un attacco pubblicato dal drammaturgo Robert Greene, che lo descrive come un “corvo arruffato” e “l’attore che si è montato la testa”, a indicare una certa fama e anche rivalità nei confronti del giovane drammaturgo emergente.

Carriera teatrale di William Shakespeare a Londra

A Londra, William Shakespeare si affermò rapidamente come attore e drammaturgo, attirando sia il pubblico sia il favore dei mecenati. Si unì alla compagnia teatrale Lord Chamberlain’s Men (che sarebbe diventata i King’s Men sotto il patrocinio di Giacomo I), e in breve tempo divenne uno dei principali autori della compagnia. Questa compagnia si esibiva in teatri come il Theatre e, successivamente, il celebre Globe Theatre. La posizione della compagnia era avvantaggiata, in quanto aveva il patronato del Lord Ciambellano, una figura di spicco della corte elisabettiana.

Qui William Shakespeare ebbe l’opportunità di affinare la sua arte collaborando con attori eccezionali come Richard Burbage, che interpretò ruoli principali in Amleto, Otello e Re Lear, e Will Kempe, comico di rilievo nelle sue commedie. Il teatro elisabettiano era una forma d’arte emergente e controversa.

La sua carriera teatrale si svolse in un’epoca di grande fermento culturale e politico: il Rinascimento inglese portava con sé una rinnovata enfasi su letteratura, arte e scienza, mentre il regno di Elisabetta I (1558-1603) e poi di Giacomo I (1603-1625) forniva stabilità politica e protezione al teatro.

Mentre il teatro godeva di una vasta popolarità tra il pubblico, le autorità erano spesso diffidenti verso i raduni pubblici nei teatri, ritenendoli potenziali fonti di disordine e diffusione di malattie. Per questo, le compagnie teatrali dovevano avere il sostegno di potenti patroni per sopravvivere. William Shakespeare, con il suo talento e la sua capacità di adattarsi al gusto del pubblico e della corte, riuscì a navigare queste complessità, scrivendo opere che attraevano sia le élite che la gente comune.

William Shakespeare e l’influenza della società elisabettiana

Il periodo di William Shakespeare, noto come epoca elisabettiana (durante il regno di Elisabetta I) e successivamente come epoca giacobiana (sotto Giacomo I), era un momento di grande fermento culturale, ma anche di censura e controllo politico. La corte di Elisabetta I favorì il teatro, ma mantenne un rigido controllo sulle opere rappresentate.

William Shakespeare dimostrò un’abilità eccezionale nel trattare temi politici e sociali in modo sfumato, il che probabilmente contribuì al suo successo. Ad esempio, in Riccardo II e Giulio Cesare, esplora la caduta dei sovrani e le conseguenze della ribellione, senza compromettersi apertamente su temi scottanti come la successione e il potere monarchico.

Collaborazioni ed influenze di William Shakespeare

Mentre William Shakespeare è noto per il suo talento unico, è importante notare che il teatro elisabettiano era un ambiente fortemente collaborativo. Diverse opere shakespeariane sembrano essere state co-scritte o influenzate da altri autori contemporanei, come John Fletcher e Thomas Middleton. Ad esempio, si pensa che Pericle, principe di Tiro e I due nobili congiunti siano stati scritti in collaborazione con Fletcher, mentre Middleton potrebbe aver contribuito a parti di Macbeth.

William Shakespeare si ispirò anche a molte fonti letterarie e storiche. Le sue tragedie storiche come Riccardo III e Enrico V si basano sulle cronache di Raphael Holinshed, mentre altre opere sono influenzate da testi italiani e classici. Otello è tratto da un racconto di Cinthio, scrittore italiano del XVI secolo, mentre Amleto riprende elementi da leggende nordiche e dal racconto di Saxo Grammaticus.

Oltre a scrivere, William Shakespeare era anche un attore e uomo d’affari. Fu comproprietario del Globe Theatre e del Blackfriars Theatre, il che contribuì notevolmente alla sua stabilità economica e al suo controllo creativo. La sua carriera come attore e impresario gli permise di comprendere meglio il pubblico, adattando i suoi drammi per attrarre una vasta gamma di spettatori, dai nobili alla gente comune.

Lo stile di William Shakespeare e l’innovazione linguistica

William Shakespeare è accreditato con l’invenzione di oltre 1.700 parole, tra cui termini come “assassination” e “eyeball”, e molte frasi che sono diventate di uso comune in inglese. Il suo uso creativo della lingua, inclusi giochi di parole, metafore e la costruzione innovativa dei versi, ha avuto un impatto duraturo. In effetti, una delle sue caratteristiche più distintive era la capacità di muoversi fluidamente tra il linguaggio formale e quello colloquiale, permettendo di rappresentare sia i nobili che i personaggi popolari con grande realismo.

William Shakespeare e la religione

La religione in Inghilterra durante la vita di William Shakespeare era una questione delicata, con tensioni tra cattolici e protestanti. Alcuni studiosi hanno suggerito che la famiglia William Shakespeare potesse avere legami con il cattolicesimo, che era proibito all’epoca.

Ad esempio, la casa di famiglia aveva nascondigli, chiamati “sacerdotal hiding-holes”, per proteggere i preti cattolici dalle persecuzioni. Anche se non ci sono prove definitive della fede di William Shakespeare, ci sono indizi sparsi nelle sue opere che mostrano una conoscenza profonda della Bibbia e delle questioni religiose.

Il ritiro e la morte di William Shakespeare

Intorno al 1613, con il successo e una certa stabilità economica, William Shakespeare decise di ritirarsi a Stratford-upon-Avon. Tornare a Stratford significava trascorrere gli ultimi anni con la sua famiglia, forse per riconciliarsi con gli affetti o per cercare tranquillità dopo anni di vita a Londra. Anche se si ritirò dal teatro, continuò a scrivere fino agli ultimi anni, collaborando ancora con la compagnia.

Morì il 23 aprile 1616, all’età di 52 anni e la sua morte non fu seguita immediatamente da commemorazioni di massa, ma lasciò un profondo segno nel mondo teatrale e letterario. È sepolto nella chiesa della Holy Trinity di Stratford, dove una lapide con un epitaffio da lui stesso composto avverte di non disturbare il suo riposo con la frase: “Benedetto chi lascia queste pietre, maledetto chi sposterà le mie ossa”.

Nel 1623, sette anni dopo la sua morte, fu pubblicato il First Folio, una raccolta delle sue opere teatrali. Curato da due attori della sua compagnia, John Heminges e Henry Condell, il First Folio è fondamentale per la preservazione delle sue opere: senza di esso, molte delle sue commedie e tragedie, come Macbeth e La dodicesima notte, sarebbero andate perdute.

Il drammaturgo lasciò un’eredità inestimabile. Le sue opere sono state tradotte in ogni lingua principale, adattate in ogni forma d’arte e cultura, e studiate in ogni parte del mondo. Le sue esplorazioni psicologiche, la sua padronanza del linguaggio e la sua visione universale delle emozioni umane hanno reso William Shakespeare una figura senza tempo. Il suo stile, con l’uso di giochi di parole, ambiguità linguistica e ricche metafore, continua a influenzare la letteratura moderna e le arti.

Le opere di William Shakespeare

Le opere di William Shakespeare si dividono generalmente in tre principali generi: commedie, tragedie e drammi storici. Negli anni successivi, alcuni studiosi hanno identificato anche un quarto gruppo, chiamato i romanzi, o drammi romanzeschi. Ognuno di questi generi riflette temi, stili e strutture diverse, e offre un’ampia panoramica delle abilità di Shakespeare come drammaturgo.

Tragedie

Le tragedie di William Shakespeare sono caratterizzate da un’atmosfera cupa e da protagonisti che affrontano un destino inevitabile, spesso a causa delle loro stesse azioni e dei conflitti interiori. Questi drammi esplorano i lati oscuri della natura umana: ambizione, vendetta, gelosia e potere. Le tragedie scritte da William Shakespeare sono: Amleto; Macbeth; Otello; e Re Lear.

Commedie

Le commedie di William Shakespeare sono caratterizzate da toni più leggeri e da situazioni comiche. Sono generalmente contraddistinte da intrecci complessi, malintesi e travestimenti, e si concludono con matrimoni e riconciliazioni. Le commedie scritte da William Shakespeare sono: Sogno di una notte di mezza estate; La dodicesima notte; Molto rumore per nulla; e Il mercante di Venezia.

Drammi Storici

I drammi storici di William Shakespeare si concentrano su eventi della storia inglese, esplorando temi come il potere, il diritto divino dei re, la lealtà e il tradimento. Queste opere si basano spesso su fonti storiche, come le Cronache di Holinshed, e rappresentano i conflitti dinastici e le battaglie politiche dell’Inghilterra medievale. I drammi storici scritti da William Shakespeare: Enrico VI, parte 1 e 2; Riccardo III; Enrico V; e Giulio Cesare.

Drammi romanzeschi o “Romances”

Questi drammi, scritti verso la fine della carriera di Shakespeare, uniscono elementi delle commedie e delle tragedie, aggiungendo un tocco di magia e avventura. Sono caratterizzati da temi di riconciliazione, perdono e destino. I drammi romanzeschi scritti da William Shakespeare sono: La tempesta; Pericle, principe di Tiro; Il racconto d’inverno; e Cimbelino.

Conclusione

Le opere di William Shakespeare coprono una gamma di generi e temi che continuano a risuonare per la loro profondità e universalità. Dalle tragedie oscure alle commedie leggere e ai drammi storici e romanzeschi, William Shakespeare offre una visione completa della condizione umana. Mette in scena l’amore, l’ambizione, la vendetta, il potere e il perdono. La sua straordinaria capacità di caratterizzare i personaggi, rendendoli reali e complessi, ha reso il suo lavoro uno dei pilastri della letteratura mondiale.

I Sonetti e la poesia di William Shakespeare

William Shakespeare non si limitò al teatro; i suoi Sonetti, pubblicati nel 1609, mostrano un lato più intimo e riflessivo. La raccolta di 154 sonetti esplora temi complessi come il tempo, la bellezza, l’amore e la mortalità. Il mistero attorno ai “protagonisti” dei sonetti – il “giovane bello”, la “dama scura” e il “poeta rivale” – ha suscitato innumerevoli dibattiti tra studiosi e critici.

Questa raccolta riflette probabilmente esperienze personali e interiori di William Shakespeare. Mostra una profondità emotiva e filosofica che lo rende più di un semplice autore teatrale. I sonetti, per il loro stile e contenuto, restano uno dei contributi più apprezzati dalla poesia inglese.

William Shakespeare come icona culturale

Oggi, William Shakespeare è considerato un’icona culturale, simbolo della lingua e della letteratura inglese. La sua abilità di catturare la complessità delle emozioni umane lo rende continuamente rilevante. Accademici, registi e attori si confrontano costantemente con le sue opere per esplorarne i molteplici significati e l’adattabilità. Dalle tragedie alla psicologia, dalla politica all’amore, le sue opere sono interpretate in contesti diversi, dall’opera al cinema, dal teatro sperimentale alle serie TV.

In sintesi, la vita di William Shakespeare è un intreccio affascinante di fatti documentati e di misteri irrisolti. La sua abilità di rappresentare i conflitti e le passioni umane lo rende un genio che appartiene a tutte le epoche. Le sue opere influenzano profondamente la comprensione dell’animo umano, garantendo a William Shakespeare un posto d’onore nella storia della letteratura mondiale.

Antonella Maiorano

BIBLIOGRAFIA:

  • Greenblatt, Stephen. Will in the World: How Shakespeare Became Shakespeare. New York: W.W. Norton & Company, 2004.
  • Shapiro, James. A Year in the Life of William Shakespeare: 1599. New York: HarperCollins, 2005.
  • Wells, Stanley, e Gary Taylor. William Shakespeare: A Textual Companion. Oxford: Oxford University Press, 1997.