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Il Castello di Grottole
In Basilicata, più precisamente a Grottole, vi è un castello che sorge imponente su un colle poco lontano dal centro abitato. Fatto costruire dal duca longobardo Sichinulfo, principe di Salerno, la sua realizzazione risale all’851 d.C..
Originariamente la struttura era suddivisa in tredici vani al piano superiore e sei a quello inferiore; inoltre, come ogni castello che si rispetti, vi erano anche una stalla ed una cantina.
Di tutto il castello, spicca il colossale torrione con un’unica finestra spalancata che si affaccia sul paese; ed è proprio da questo particolare che la storia della nostra leggenda avrà inizio…
Una figura “misteriosa”
Nelle notti di luna piena, più precisamente nei mesi primaverili e a Giugno, è possibile scorgere da quella precisa finestra la figura di Abufina, la più bella dama mai vissuta a Grottole.
Ma chi è Abufina? Qual è la sua storia?
La leggenda di un amore perduto
Si narra che nel castello di Grottole vi abitasse una dama di nome Abufina. Era dotata di una bellezza disarmante, la sua pelle era candida come il latte e ad incorniciarle il volto vi erano dei lunghi capelli biondi.
Occupava giornate intere a ricamare di fianco alla finestra del torrione; era il suo passatempo preferito per distarsi in attesa del suo grande amore Selepino, impegnato a combattere in terre lontane.
Un giorno Abufina, mentre era intenta a ricamare, venne interrotta dall’arrivo di un messaggero. Quest’ultimo portava con sé un plico che così recitava:
“Vieni, Abufina, vieni da me; io che uccido i nemici, me l’amore mi uccide; vieni, Abufina, vieni da me: insieme con te al castello di Grottole sol tornerò; fa presto, fa presto…”
Da donna innamorata qual era, non si fece ripetere simili parole più volte. Mollò tutto e senza indugio salì in sella al suo cavallo per giungere al più presto fra le braccia del suo amato Selepino.
Durante la cavalcata, il suo destriero, forse fattosi distrarre dalle pietre luccicanti e per di più scivolose del fiume Basento, si impennò e la sfortunata ragazza cadde nelle vorticose acque del fiume, perdendo così la vita.
In memoria di Abufina
Dopo la triste scomparsa della giovane ragazza, il signore del castello di Grottole decise di collocare fuori dalla fortezza una lapide su cui erano incise tali parole: “Ad Abufina la bella, che corse, cui fu dolce morire d’amore; questa torre che fu tua dimora, parli sempre alle genti di te. Ogni amante ti porga un saluto, e si stringa al suo cuore l’amata…”.
Da allora in poi nessuno ha mai più dimenticato la tragica storia di questa fanciulla, nemmeno le chiare acque del Basento. Alcune dicerie affermano infatti che, di tanto in tanto, è come se si udisse il fiume sussurrasse dolcemente il nome di Abufina, forse pentitosi per aver provocato la morte di un’innocente donna innamorata.
Luna Scotti
Sitografia