Perché una provocazione possa essere definita tale, deve esistere, sullo sfondo, un sistema repressivo o comunque non pronto a sfide progressiste. È per questo che Ren Hang, fotografo e poeta nato nel 1987 a Chang Chun, nel Nordest della Cina, può essere considerato a tutti gli effetti un provocatore e un rivoluzionario.
L’umanità raccontata da Ren Hang
Egli parla di corporalità, di vita quotidiana, di depressione, e lo fa prevalentemente attraverso immagini di corpi nudi che ben poco hanno di quell’erotismo sottile, allusivo e graficamente gradevole a cui l’Occidente è abituato. I corpi di Ren Hang sono brutalmente naturali, grotteschi e imperfetti, catturati negli istanti più svariati, siano essi un delicatissimo bacio sul tetto di un palazzo in periferia, l’atto di urinare o l’eccitazione che precede l’atto sessuale. La sua è una fotografia – lui tiene a ribadirlo – non pianificata. “Mi chiedete dell’urina nelle mie foto? Non è usata di proposito, non è lei la protagonista. Il modello urina, io scatto”. Nella sua arte è assente qualunque malizia. Ren Hang ama gli esseri umani e li racconta per ciò che sono, un insieme caleidoscopico di lirismo e funzioni corporali.
Se la presenza di erotismo, atti fisici e momenti di profonda poesia non è mai completamente intenzionale nelle sue foto, neanche la scelta quasi esclusiva di modelli cinesi lo è. La cultura cinese, a detta del fotografo, ha dato un apporto del tutto trascurabile alla sua poetica. “Se fossi stato inglese avrei fotografato modelli inglesi”, afferma. Il motivo fondamentale per cui sceglie come modelli dei connazionali è, ancora una volta, la volontà di raccontare l’uomo nella sua spontaneità: la maggioranza dei modelli ha con Ren Hang rapporti di amicizia, e dunque può posare davanti all’obiettivo mostrandosi in tutta la sua naturalezza, senza fronzoli né finzione.
La Censura
Ma allora cos’è che rende il lavoro di Ren Hang tanto notevole e, soprattutto, provocatorio? La risposta risiede nel contesto socioculturale in cui il fotografo opera, cioè la Repubblica Popolare Cinese. La corporalità del fotografo di Chang Chun risulta eccessiva e scandalosa nel suo Paese, che ha censurato ed eliminato i suoi lavori dalla maggior parte delle gallerie, oltre a minacciarlo di arresto (passando anche ai fatti in qualche occasione). È nel momento in cui lo Stato condanna l’opera di un artista sulla base di una necessità di controllo dei cittadini e di incanalamento della loro morale in schemi precostituiti che persino il più intimista dei lavori diventa, nei fatti, profondamente politico.
Nel 2013 Ren Hang ha collaborato anche con l’artista Ai Weiwei, al quale lo accomuna la lotta contro la censura. Tuttavia, Ren Hang non fa, a differenza del suo collega, un’arte di denuncia sociale. La battaglia del fotografo di Chang Chun è quella per l’affermazione della sua arte in Cina e nulla più. Il suo intento finale non è provocare, ma esprimersi senza gli ostacoli della repressione e della censura. “ È vero, qui mi reprimono”, dice, “ma più il mio Paese mi limita, più voglio che mi accetti per ciò che sono e ciò che faccio”
Francesca Salvati
Sitografia
http://www.mostartists.com/artists/ren-hang/
http://www.vice.com/video/the-art-of-taboo-ren-hang
http://www.dazeddigital.com/photography/article/24031/1/ren-hang-on-nature-nudity-and-politics