Le masse e i Social Network secondo Umberto Eco

Breve storia di un falso contatto, quello prodotto dai Social Network; dall’estetizzazione della vita politica ad oggi, un’analisi tra filosofia e sociale.

Walter Benjamin
Walter Benjamin, 1892-1940, ebbe una vita breve ma, intellettualmente parlando, intensissima

Attraverso il pensiero di Walter Benjamin si è arrivati a considerare le implicazioni visibili nell’epoca contemporanea del  lungo processo di capitolazione alla vita economica innescato dalle  rivoluzioni industriali. Il tentativo ora è di accennare ad una breve storia, quella di un sottile filo che ricollega l’evoluzione del genere umano fino ad oggi; dalle grandi rivoluzioni scientifiche, che mettevano in mostra le capacità dis-umane dell’uomo, alla disumanizzante alienazione provocata dalla presa del potere politico, sociale ed economico da parte di Sistemi di controllo gelidamente impersonali ed immateriali, ovvero il Mercato, il Capitalismo sfrenato e la Tecnica.

Estetizzazione della vita politica, rivoluzione sociale

Ricordiamo quello che Benjamin diceva a proposito degli Stati dittatoriali:

il fascismo vede la propria salvezza nel consentire alle masse di esprimersi (non di veder riconosciuti i propri diritti). Le masse hanno un diritto a un cambiamento dei rapporti di proprietà; il fascismo cerca di fornire loro una espressione nella conservazione degli stessi. Il fascismo tende conseguentemente a un’estetizzazione della vita politica.

Quale, se non la nostra, è l’epoca della possibilità d’espressione? Impossibile dimenticare la frase, quasi predittiva, di Andy Warhol: <<In the future everyone will be world-famous for 15 minutes>>.

Andy WarholCi ritroviamo immersi in un sistema autoregolantesi dove ogni scoperta scientifica, per quanto piccola ed apparentemente insignificante può scatenare una rivoluzione sociale con tutte le sue implicazioni. Basti pensare alla nascita del più diffuso Social Network di oggi: progettato da Mark Zuckerberg esclusivamente per mettere in contatto tra loro gli studenti dell’Università di Harvard, diventato ormai la principale forma di comunicazione che è non solo uno strumento ma ha innescato una profonda modificazione nel modo di percepire la realtà e nel modo di relazionarsi all’altro.

Breve considerazione sulla vita contemporanea: i social secondo Umberto Eco

Un cambiamento sociale, quello dell’apertura del mondo dei Social, che ha prodotto a sua volta cambiamenti politici ed eventi politici – la Primavera araba, in cui i Social hanno avuto un ruolo fondamentale nella comunicazione e divulgazione di vari eventi; la propaganda messa in atto dallo Stato Islamico tramite Twitter e la sempre crescente messa in rete di video che riprendono gli ostaggi prima della loro morte nelle mani dei terroristi; questi sono solo alcuni esempi.

Il Web e i Social hanno definitivamente modificato il nostro modo di vivere e di percepire quello che ci circonda; siamo assuefatti da questo sistema. Estetizzazione della vita politica imperante, oggi, dove siamo dei perfetti estranei rispetto alla nostra vita, cioè alla vita politica del nostro paese. Siamo paralizzati e costantemente immersi in questo fiume in piena di titoli di articoli; un boom di notizie quotidiano, notizie che quasi mai fanno riferimento ad approfondimenti né risultano attendibili, articoli che quasi mai vengono letti e approfonditi.

Se questi sistemi sociali sono nati per facilitare le comunicazioni tra le persone, oggi possiamo dire che hanno esasperato il concetto di comunicazione, portandolo all’estremo, e creando una rete di comunicazione allo stato puro. Puro relazionarsi, il comunicare al solo scopo di comunicare, che ha perso di vista il suo punto di partenza e il suo punto d’arrivo: l’uomo, sistema che ha coinvolto il singolo individuo fino a sopraffarlo. Non dissimile risulta il parere di un grande pensatore del nostro tempo, Umberto Eco, che in una breve intervista ha affermato:umberto eco

Basta che un giapponese inventi un cosina, un piccolissima applicazione, perché cambi il modo di comunicare. La tecnologia cambia tutto. Anni fa a un convegno, a una domanda sui social network, risposi che avrebbero creato una nuova modalità di comunicazione e aumentato i contatti tra le persone. Oggi posso invece dire che i social creano scontatti, si parla con fantasmi, che tutti insieme creano un rumore di fondo, un brusio, un cicaleccio da Bar Sport a dimensione globale. Ma il Bar Sport la sera chiudeva la saracinesca e il cicaleccio finiva lì, invece sui social network continua, ma sempre più vi si fa meno caso. Si può prestare attenzione al tweet del papa, ma il tuo tweet si perde tra miliardi di altri cinguettii. È una perdita di comunicazione per eccesso.

In conclusione

Una perdita di comunicazione per eccesso, un sistema di scontatti, nient’altro che l’ultimo prodotto dell’evoluzione della tecnica, dell’arte e più in generale della cultura umana.

Non si può che concludere questa breve storia di un falso contatto con le parole di un filosofo, uno dei maggiori esponenti della Scuola di Francoforte, Max Horkheimer, che nel 1947 pubblicava Eclisse della ragione, testo da cui sono estrapolate alcune considerazioni:breve breve breve

Il principio del dominio dell’uomo sulla natura è divenuto l’idolo al quale si sacrifica tutto.

Il principio di maggioranza […] è diventato la forza sovrana davanti alla quale il pensiero deve inchinarsi. È il nuovo dio, ma non nel senso in cui gli araldi delle grandi rivoluzioni lo concepivano – cioè come una forza di opposizione all’ingiustizia esistente – bensì come una forza di opposizione a tutto ciò che non si uniforma. 

Nunzia Rescigno

Fonti

Autore immagine in evidenza: Pietro Tafuto

Fonti citazioni:  Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Einaudi; Intervista a Umberto EcoMax Horkheimer, Eclisse della ragione, traduzione di Elena Vaccari Spagnol, Einaudi.

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