In Cina un gruppo di ricercatori è riuscito a modificare il gene responsabile di una malattia mortale del sangue facendo luce dunque su un altro percorso medico possibile da seguire.
Scoperto lo studio segreto sui geni ora ci si interroga se continuare a sperimentare o fermarsi di fronte ad un limite puramente etico.
L’esperimento segreto su geni umani
Gli esperimenti volti a migliorare la vita umana mediante l’alterazione dei geni non sono una novità ma uno studio di eugenetica effettuato direttamente su embrioni umani lo è senz’altro. L’esperimento in questione è stato scoperto in Cina e sarebbe efficientissimo per una malattia fatale del sangue. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Protein and Cell dalla quale siamo venuti a conoscenza che i ricercatori provengono dall’Universita di Sun Yat-sen in Guangzhou e il professore che li ha guidati è Junjiu Huang.
Huang avrebbe trovato un’enzima capace di riparare o sostituire i geni problematici, legandosi ad un plasmide di origine batterica chiamato CRISPR/Cas9. Il sistema CRISPR/Cas è un meccanismo di difesa immuno-adattativo utilizzato da Archea e Bacteria per la degradazione di materiale genetico estraneo che, dopo una serie di passaggi, diventa CRISPR/CAS9 il quale viene utilizzato nell’ingegneria genomica riguardante soprattutto i mammiferi.
La squadra di ricercatori ha effetuato il test su 86 embrioni i quali hanno avuto 48 ore per reagire e rendere evidenti gli eventuali effetti. Degli 86 embrioni iniziali 71 sono sopravvissuti e di questi solo 28 hanno risposto nella maniera corretta suscitando preoccupazione più che soddisfazione.
La preoccupazione sorge dal fatto che molti degli embrioni testati hanno subito effetti collaterali creando così mutazioni genetiche inaspettate e incontrollabili; sorge dunque il timore che nel tentativo di riparare un gene, qualche altro venga alterato creando nuovi disturbi genetici.
I ricercatori hanno subito interrotto lo studio ritenendolo rischioso finché non si saranno valutati tutti i rischi e finché non sara completamente finita la ricerca. Huang ha infatti affermato che “nel caso si voglia applicare la procedura a veri embrioni umani vitali c’è bisogno che la percentuale di riuscita sia vicina al 100% ed è questo il motivo per cui ci siamo fermati. Pensiamo che la tecnica sia ancora immatura”. Intanto dunque i ricercatori lavoreranno a metodi più precisi già di loro conoscenza.
Alterare i geni umani: un problema di etica
L’eugenetica, materia prima di questo studio, non è un problema moderno bensì fonda le sue origini con Platone e poi successivamente con Darwin. Col passare dei secoli questa materia è stata affrontata più volte e con più accanimento da coloro i quali ne avrebbero voluto fare un uso immorale; molti Paesi infatti bramavano usare l’eugenetica per creare la razza perfetta.
Ancora oggi il rischio che qualcuno possa cimentarsi in azioni catastrofiche c’è e proprio per tutelare i diritti dell’uomo è stata fondata la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (Carta di Nizza), nella quale vi è l’articolo 3 §2 il quale impone il divieto delle pratiche eugenetiche.
La preoccupazione evidente è che in questo caso l’enzima e i plasmidi sono facilmente reperibili per cui qualcuno potrebbe replicare il processo provocando danni irreparabili poiché i danni genetici causati alle cavie vengono di conseguenza trasmessi ai loro successori.
A causa di questa serie di complicanze ed effetti collaterali molti, ovviamente hanno, esposto il loro dissenso per questa pratica. Edward Lanphier, presidente dell’Alliance for Regenerative Medicine statunitense, diffonde il suo pensiero in un’intervista rilasciata sulla rivista Nature: “Siamo esseri umani, non topi da laboratorio, siamo convinti che ci sia un problema etico fondamentale nell’oltrepassare il limite modificando i geni umani”.
Pertanto non resta che aspettare e intanto scegliere da che parte stare: il progresso ad ogni costo pur di continuare a vivere o la vita così com’è nonostante l’esistenza di malattie mortali?
Nunzia Langella
Fonti
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Fonte video: youtube.com
Fonte citazioni: www.huffingtonpost.it;