Il bene o il male, la scelta davanti alla quale viene posto l’uomo a partire dalla notte dei tempi. Qui in The Departed – Il bene e il male, Martin Scorsese ci mostra le due facce della medaglia e lo fa proponendoci da un lato un diligente poliziotto, Colin Sullivan (Matt Damon), con una carriera in ascesa, un appartamento di lusso e un’educazione impeccabile. Dall’altro Billy Costiga (Leonardo DiCaprio), il completo opposto: pecora nera della scuola di polizia, di carattere ribelle e aggressivo, la cui ciliegina sulla torta risulta la sua appartenenza ad una famiglia di mafiosi di Boston.
Remake del film International Affairs prodotto ad Hong Kong nel 2002, vincitore di sette premi dell’Hong Kong Film Award, Martin Scorsese guadagna a sua volta ben quattro Oscar nel 2007 per non contare gli altri tra nomination e premi effettivi.
The Departed, la trama
Il terreno di scontro tra il bene e il male è quello del quartiere irlandese del South Boston dove regna indiscusso il boss della malavita irlandese Frank Costello (Jack Nicholson) la cui pazzia e gli sbalzi d’umore raggiungono gli stessi livelli di quelli di Jack Torrence in Shining, permettendo all’attore di regalarci una performance eccezionale anche in questa pellicola. Indimenticabile la scena in cui, con indosso una vestaglia leopardata, che potremmo definire per nulla kitch, sparge polvere di cocaina come se fosse la fatina Trilly di Peter Pan.
Frank, come ogni buon boss mafioso che si rispetti, ha una sorta di innato senso paterno che lo porta prima ad accogliere sotto la sua ala un Sullivan ancora adolescente, che diventerà vent’anni dopo il suo informatore segreto dell’FBI. E, successivamente, esattamente dopo vent’anni si ritrova ad “adottare” un ex galeotto, Billy Costiga, rendendolo uno dei membri della sua fidata squadra criminale, non sapendo però che proprio il suo nuovo pupillo è in realtà un agente infiltrato della polizia.
Inizia quindi un gioco di spie e di intrecci, una complessa partita a scacchi in cui i due protagonisti avanzano riflettendo sulla prossima mossa per poter fare scacco matto all’altro e proclamarsi vincitore.
Ma è una vera e propria caccia al topo, i due si sono insinuati così bene nei loro nuovi ambienti da rendere impossibile la ricerca di indizi per scoprire le reciproche identità. Martin Scorsese in questo senso si diverte con l’immagine del topo, animale che si nasconde alla luce del sole, che si muove inosservato tra le persone e tradizionale simbolo di sporcizia, e lo eleva metaforicamente a simbolo di immoralità.
“Francis, questo è un paese di ratti”, rivelerà a Frank il suo braccio destro verso la fine del film. Non è mai tutto oro quello che luccica, così come nel ricco appartamento di Sullivan si nascondeva proprio un poliziotto corrotto, Martin Scorsese ci dimostra che l’apparenza inganna.
Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, è certamente questa la morale della favola in quanto ognuno dei personaggi vedrà la propria fine per mano, diretta o indiretta, della persona della quale si erano più fidati.
Essendo The Departed una pellicola diretta da Scorsese non potevamo non aspettarci della sana violenza, quindi fin dal principio non mancano sparatorie, risse e coltellate, a volte crude abbastanza da farci venire un brivido lungo la schiena. Ormai siamo abituati alla sua brutalità con Taxi Driver o Gangs of New York per esempio, ma da dove sarà mai saltata fuori tutta questa violenza da una persona la cui prima aspirazione era quella di diventare prete?
Il regista si serve di un cast ben assortito, in cui la coppia per eccellenza è quella Nicholson – Di Caprio, quest’ultimo già al secondo film con Scorsese, un Matt Damon credibile, almeno a livello fisico, con la sua mascella squadrata e il torace pompato che tanto lo fanno assomigliare al cadetto Tackleberry in Scuola di polizia, ricordiamo un’altra coppia, quella del poliziotto buono e del poliziotto cattivo interpretati corrispettivamente da Alec Baldwin e Mark Wahlberg.
The Departed: ottimo film, ottimi attori, ottima regia, di certo uno dei capolavori del genere thriller.
Celia Manzi